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lunedì 10 marzo 2014

OPPORTUNITÁ DI ORIENTAMENTO, FORMAZIONE E LAVORO NEL TURISMO E NELL’ENOGASTRONOMIA


FARETURISMO OFFRE A 10.000 GIOVANI OPPORTUNITÁ DI ORIENTAMENTO, FORMAZIONE E LAVORO NEL TURISMO E NELL’ENOGASTRONOMIA

FareTurismo rinnova l’impegno ad accompagnare i giovani ad esprimere il proprio potenziale indirizzandoli alle nuove opportunità di formazione e di lavoro nel turismo e nell’enogastronomia. Nel mondo sono oltre 74milioni i disoccupati, e circa 290milioni – più di un quarto dei giovani del pianeta – non studiano né lavorano.

Il settore turistico è il più grande datore di lavoro: rappresenta quasi il 10% dell’occupazione mondiale e si prevede che genererà 73 milioni di nuove posizioni entro il 2022. Proporsi al mercato del lavoro significa dotarsi di competenze necessarie ed individuare le opportunità nell’industria dell’ospitalità e della ristorazione. Un rapporto recente del World Travel & Tourism Council (Wttc) dimostra che la mancanza di informazioni, valutazioni errate e preconcetti sono tra le principali barriere che impediscono ai giovani di cercare impiego nell’ospitalità. Questi, uniti alle scarse competenze, soprattutto relazionali e umane, rappresentano una sfida per l’hôtellerie.

La mancanza di talenti rappresenta un gap per le aziende oltre a contribuire alla disoccupazione giovanile. I colloqui di selezione a FareTurismo, circa 1.500 con prestigiose aziende, rappresentano una ambita opportunità di lavoro e carriera da parte di tanti giovani che provenienti da tutte le regioni italiane si candidano, avendone i requisiti. Agli studenti degli Istituti Professionali sono riservati, invece, i colloqui di orientamento, circa 500, con i Centri per l’impiego della Provincia di Roma e con la Rete Eures del Ministero del Lavoro al fine di acquisire padronanza in occasione di un colloquio, di conoscere le tecniche di recruiting, di approfondire la conoscenza dei programmi comunitari dedicati ad esperienze nelle università e nelle imprese europee.

Nonostante la crisi ha ridotto le assunzioni nel turismo negli ultimi due anni, le nuove competenze legate al web ed ai social non hanno esaurito le proprie potenzialità e l’innovazione tecnologica sta portando sempre più ad una diversificazione delle professioni.
Crescono anche le attenzioni sui profili legati alle destinazioni ed alle esperienze da far vivere al turista.

Ma al di là del lavoro dipendente lo sbocco professionale si sta orientando anche verso la capacità imprenditoriale, come la nascita di numerose startup con servizi di booking di tipo diverso che lavorano sempre più sulla disintermediazione dell’offerta, dando strumenti al consumatore o all’operatore per andare direttamente sul mercato. Uno dei campi più promettenti sono le app, che sfruttando la georeferenziazione, danno contenuti o servizi a valore aggiunto. O ancora le startup che fanno leva sul social marketing e sullo storytelling dei luoghi.

Il turismo oggi in Italia ha una offerta formativa accademica ancora alquanto cospicua, circa 64 (anno accademico 2013-2014 20 lauree triennali in scienze del turismo classe L15; 15 lauree magistrali in scienze del turismo LM49; 9 triennali e 7 magistrali di classi miste; 12 master di 1° livello ed 1 master di 2° livello), nonostante la forte riduzione di corsi di laurea e master rispetto a 10 anni orsono, circa 150.

Il contributo formativo dei corsi accademici non è sempre consono alle esigenze delle aziende, che non vengono quasi mai invitate a progettare e condividere i percorsi didattici. Questo gap si riflette, poi, sui laureati che non trovano immediata spendibilità dei loro currricula nel mondo del lavoro. 

Per non parlare dell’offerta formativa non accademica, con tante offerte poco qualificate da parte di realtà private che si sono inserite a vario titolo cavalcando i trend del turismo. Nella proposta didattica occorre fornire agli studenti docenti riconosciuti, competenti e affidabili, contenuti aggiornati e innovativi, efficaci modalità di erogazione dei corsi, esperienze sul campo concrete e davvero utili.

Nella Scuola Secondaria Superiore relativamente all’offerta formativa da parte della Istruzione Professionale con i Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera (313 istituti nell’anno scolastico 2012-2013) e dell’Istruzione Tecnica con indirizzo per il turismo (417 istituti nell’anno scolastico 2012-2013) assistiamo ad un notevole incremento di iscritti.

Grande attenzione stanno anche riscuotendo i 6 Istituti Tecnici Superiori dedicati al turismo, percorsi biennali post diploma che costituiscono la recente offerta di istruzione terziaria non accademica e che prevedono circa 2.000 ore di formazione svolte per il 50% da esperti del mondo del lavoro, di cui 1.000 ore di tirocinio in azienda.

Oggi le competenze più richieste sono il revenue/pricing e la comunicazione social. La conoscenza del web e dei suoi meccanismi oltre che la lingua, meglio se due, sono ormai requisiti indispensabili per entrare da subito nel mercato del lavoro.

Non sono da trascurare le figure tradizionali, perno dell’accoglienza e dell’hotellerie, quali il concergie, il capo ricevimento, la governante, che trovano la loro evoluzione nelle figure nuove del maggiordomo e del guest relations soprattutto nell’offerta alberghiera di lusso. Infatti, in Italia lusso e business sono i segmenti che avvertono meno la crisi e sono disposti ad acquisire più di altri nuove risorse umane, per cui anche l’offerta formativa si rinnova con master in “luxury hotel management”. Occorre dare sempre più qualità alla formazione del mercato piuttosto che incrementare il mercato  della formazione, che non deve essere appannaggio solo per il millantato numero di aziende coinvolte nella fase di stage.

La pratica professionale, l’esperienza sul campo hanno un valore aggiunto insostituibile al di là delle forti motivazioni e della passione per il lavoro. La crescita personale passa comunque dalla capacità di elaborare un testo e redigere una lettera, di interloquire con una clientela eterogenea, di utilizzare software sempre più innovativi, di gestire imprevisti e situazioni di difficoltà, tutti aspetti che devono essere vissuti per poterne fare tesoro.

Il peso del cuneo che grava sul lavoro nel nostro Paese, con oneri fiscali e previdenziali più elevati rispetto a quello dei nostri competitori, è un fattore che porta fuori mercato la nostra offerta turistica. Pertanto, sarebbe auspicabile la decontribuzione degli oneri  sociali per i lavoratori da assumere in progetti di allungamento della stagionalità.

Alle imprese turistiche l’onere di creare le condizioni per accogliere giovani interessati a fare un lavoro attrattivo, motivante, con concrete prospettive di crescita.

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