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giovedì 9 ottobre 2014

ISTRUZIONE – Giornata di ascolto PD, appello dell’Anief: agli alunni italiani meno ore di scuola in area Ocse, si ripristini il modello pre-Gelmini



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La richiesta è giunta attraverso l'intervento del presidente nazionale Marcello Pacifico: servono subito 3 miliardi di euro. Ma devono essere soldi veri, non come quelli degli scatti di anzianità, saccheggiati con la complicità di alcuni sindacati dal fondo destinato per legge al Miglioramento dell'offerta formativa.

 

"La prima riforma da realizzare è riportare il tempo scuola sui livelli precedenti alla riforma Tremonti-Gelmini del 2008: lo si faccia subito, inserendo nella prossima Legge di Stabilità almeno 3 miliardi di euro". A chiederlo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario organizzativo Confedir, nel corso dell'intervento tenuto a Roma, nella Sala Colonne della Camera, in occasione della Giornata di Ascolto sulle linee guida della "Buona Scuola", il patto educativo che il Governo Renzi propone al Paese e al quale tutti sono chiamati a contribuire.

 

"Fino a sei anni fa – ha detto il sindacalista – l'Italia deteneva dei livelli scolatici ambiti da tutto il mondo. Tagliando centinaia di ore di offerta formativa l'anno, 4mila scuole e 200mila unità di personale, tra docenti e Ata, con riflessi negativi su tutto il comparto ma soprattutto sui precari, siamo riusciti nell'impresa di ritrovarci con un'offerta formativa compressa, di qualità ridotta perché venutasi a trovare con il numero di ore più basso dell'area Ocse".

 

Il tempo scuola degli alunni, in particolare, si è ridotto al punto di farci ritrovare in fondo alla classifica internazionale: facendo sparire, con la Legge 133/08, più di un sesto dell'orario scolastico, oggi l'Italia detiene il triste primato negativo di 4.455 ore studio complessive nell'istruzione primaria, rispetto alla media di 4.717 dell'area Ocse. E lo stesso vale per la scuola superiore di primo grado, visto che i nostri ragazzi passano sui banchi 2.970 ore, contro le 3.034 dei Paesi dell'area.

 

Vale più di tutti l'esempio della scuola elementare: attraverso la Legge 169/2008, il sistema organizzativo, orario e valutativo della primaria, fino ad allora considerato a ragione il fiore all'occhiello del nostro ordinamento scolastico, è stato stravolto. In un colpo solo è stato cancellato il tempo pieno di 40 ore di scuola reale, con due maestre per classe e alcune ore preziose di compresenza, fondamentali per l'apprendimento degli alunni con più difficoltà di apprendimento. È quindi subentrato il maestro "prevalente" che svolge 22 ore, con il resto delle ore assegnate anche a tanti altri maestri. Come quello d'inglese, che però non è più specializzato. Così si è arrivati a produrre l'attuale modello formativo, di qualità più bassa, perché l'offerta formativa non ha più una struttura propria.

 

"Per recuperare il gap – spiega Pacifico – non c'è altra scelta che quella dell'investimento. Servono risorse fresche: almeno 3 miliardi di euro. Ma attenzione, perché devono essere soldi veri, non come quelli degli scatti di anzianità, saccheggiati, con la complicità di alcuni sindacati, dal fondo destinato per legge al Miglioramento dell'offerta formativa. E lo stesso vale per le 150mila assunzioni prospettate, in larga parte attingendo dalle GaE. La stabilizzazione di massa è un provvedimento che l'Anief reclama con fermezza da anni, non a caso si è rivolta alla Corte di Giustizia europea, ma sia ben chiaro: il finanziamento delle assunzioni dei nuovi docenti – conclude il sindacalista Anief-Confedir – non dovrà passare attraverso altri giochi delle tre carte".

 

Per approfondimenti:

 

Il Ministro vuole la seconda lingua alle elementari? Basta spot, si torni al tempo pieno e alle compresenze

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