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lunedì 20 aprile 2015

SCUOLA – In arrivo il concorso per diventare presidi, rimane solo da sciogliere il nodo dei posti



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Al Miur si punta ancora a luglio come data per l'avvio delle operazioni concorsuali, con la somministrazione dei test preselettivi. Una selezione che "consentirebbe di portare i nuovi presidi a dirigere le scuole a partire dal settembre 2016. Per far ciò, è confermata anche la riduzione degli scritti da due ad uno. Il regolamento è pronto, attende soltanto di essere pubblicato. Uno dei problemi ancora da risolvere riguarda il numero di posti messi a bando: il problema nasce dai concorsi 2012 in Campania e Toscana che, a seguito di ricorsi, sono ancora da terminare. Il concorso durerà circa 12 mesi, cui seguiranno circa sei mesi di corso: con ogni probabilità, le prove si svolgeranno a Roma e ne sono previste 3 o 4: test di accesso, 1 o 2 prove scritte, prova orale. La novità più rilevante di questa selezione sarà l'accesso aperto anche ai candidati con meno di 5 anni di servizio di ruolo, che rappresenta un'altra vittoria del sindacato. Che però non si accontenta: per diventare preside non è indispensabile essere docenti di ruolo, in caso contrario ricorreremo.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): rimane un vero mistero quello delle sedi scolastiche cancellate: per effetto della sentenza sul dimensionamento n. 147 del 2012, infatti, avrebbero dovuto ternare in vita. Invece sino ad oggi è rimasta inevasa. Con il risultato che erano 10mila i presidi prima della Legge 111 del 11, mentre oggi ora sono appena 8.500. Anzi, in realtà appena 7.300, visto che continuano ad esserci oltre 1.200 scuole affidate in reggenza. E questo avrà effetti negativi anche sul numero di posti messi a bando.

Il Miur ha intenzione di bandire, nelle prossime settimane, un nuovo concorso per dirigenti scolastici: "al Ministero si punta ancora a luglio come data per l'avvio delle operazioni concorsuali, con la somministrazione dei test preselettivi". Una selezione che "consentirebbe di portare i nuovi presidi a dirigere le scuole a partire dal settembre 2016. Per far ciò, è confermata anche la riduzione degli scritti da due ad uno. Il regolamento è pronto, attende soltanto di essere pubblicato". Le notizia era nell'aria ed è stata oggi confermata dalla rivista specializzata Orizzonte Scuola.

"Smentite le voci che lo volevano vittima della riforma per un cambio di piani del Governo – si legge – il concorso a cattedra ci sarà, anche se le date di pubblicazione del regolamento (prima dicembre 2014, poi aprile 2015) non sono state rispettate". Pertanto, risultano "prive di fondamento le voci su un possibile cambio di prospettiva a seguito delle affermazioni del Ministro Giannini che vogliono una rivisitazione della materia legata alla valutazione e alla gestione degli incarichi dei dirigenti. Uno dei problemi ancora da risolvere riguarda il numero di posti messi a bando. Il problema nasce dai concorsi 2012 in Campania e Toscana che, a seguito di ricorsi, sono ancora da terminare".

Nello specifico, non è ancora chiaro che fine faranno gli "idonei non vincitori di Campania e Toscana a seguito del percorso concorsuale: dovranno rifare il concorso nel 2015 o per loro si dovranno riservare dei posti accodandoli in graduatoria per essere assunti senza svolgere l'esame, come per la Lombardia? Questo dilemma influisce anche sul numero di posti da mettere a bando per i 2015. Nella seconda ipotesi sarebbero di meno".

Anief ricorda che sul numero di posti da mettere a bando di concorso per diventare preside, pesa come un macigno il mancato ripristino delle sedi scolastiche autonome illegittimamente tagliate o accorpate, come era stato deciso dalla Corte Costituzionale, attraverso la sentenza 147 del 2012, che ha ritenuto "costituzionalmente illegittimo" quell'articolo 19, comma 4, del decreto legge 98 del 2011, poi legge 111/2011, proprio nella parte che fissava l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi e che ha prodotto la cancellazione di 2mila scuole autonome. Con altrettanti posti di dirigenti scolastici tagliati. Assieme ad altrettanti Dsga, oltre che tantissimi docenti e Ata. Con il conseguente influsso negativo sulla didattica, per l'aumento ulteriore del numero di alunni per classe.

Dello stesso parere si è detto il Consiglio di Stato, che con la sentenza n. 2032/2012, ha chiesto al Miur decreti ad hoc per motivare il 66,5% dei tagli delle scuole autonome avvenuto al Sud e nelle Isole, esattamente dove è più alto il tasso di abbandono dei banchi (il 35% degli studenti non arriva al diploma non arriva alla maturità) e dove quindi servirebbe invece il potenziamento di istituti e organici. Ma a dispetto delle decisioni dei giudici, nell'ultimo biennio abbiamo assistito ad un abbattimento notevole di plessi e scuole autonome: solo nel 2012 sono stati cancellati in maniera illegittima 1.567 circoli didattici, istituti comprensivi e medie.

Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, aveva denunciato l'illegittimità di questo processo già nel settembre 2012 e nel gennaio 2013, scrivendo anche di suo pugno ai Governatori. Successivamente, nell'ottobre 2013, il sindacalista autonomo ha chiesto modifiche al decreto legge sulla scuola. Ma anche questa richiesta non ha avuto effetti, costringendo così il sindacato – in difesa degli interessi di famiglie e personale docente e Ata – a rivolgersi ai tribunali.

Gli stessi tribunali, ad iniziare da quello della Sardegna, lo scorso anno scolastico hanno dato ragione ai ricorrenti, proprio in assenza di risposte coerenti e legittime dei Governatori: il Tar dell'isola, a proposito dei ricorsi presentati dai docenti che hanno perso posto proprio per effetto delle ultime disposizioni di chiusura delle sedi scolastiche sarde, ha infatti annullato il dimensionamento di dieci scuole e gli atti conseguenti. Ripristinando in tal modo la situazione precedente, tanto è vero che sono mutati anche i decreti di assegnazione del personale e i codici meccanografici delle scuole. E costringendo l'Ufficio Scolastico Regionale sardo ha disporre l'annullamento "in corso d'anno, con effetto immediato", della mobilità coatta del personale perdente posto a seguito del dimensionamento attuato nel 2012/13.

Sulla cancellazione delle autonomie scolastiche pesa non poco il mancato accordo tra Stato e Regioni sulla formulazione di nuovi parametri da adottare per il mantenimento in vita degli istituti scolastici, reputato indispensabile dalla Legge 128 del 2013 voluta dall'ex ministro Carrozza. Siccome quell'accordo non è mai arrivato, Anief ribadisce che tornano automaticamente valide le norme del D.P.R. 233/98, con le scuole normali costituite con un numero che va dai 500 ai 900 alunni, e le scuole poste in montagna e nelle piccole isole con una quantità minima di 300 allievi.

"Ad oggi – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione – rimane un vero mistero quello delle sedi scolastiche cancellate: per effetto della sentenza sul dimensionamento n. 147 del 2012, infatti, sarebbero dovute ternare in vita. Invece sino ad oggi è rimasta inevasa. Con il risultato che erano 10mila i presidi prima della Legge 111 del 11, mentre oggi ora sono appena 8.500. Anzi, in realtà appena 7.300, visto che continuano ad esserci oltre 1.200 scuole affidate in reggenza. E questo avrà effetti negativi anche sul numero di posti messi a bando".

Il concorso durerà circa 12 mesi, cui seguiranno circa sei mesi di corso: con ogni probabilità, le prove si svolgeranno a Roma e ne sono previste 3 o 4: test di accesso, 1 o 2 prove scritte, prova orale. Per quanto riguarda il test preselettivo, è possibile che venga tolta la parte relativa a lingua e informatica. La prova sarà superata da un numero di aspiranti non superiore a tre volte quello dei posti messi a concorso. Seguiranno una o due prove scritte. Per superarle occorrerà conseguire almeno 70/100. Poi sarà la volta del colloquio (anche questo graduato in centesimi). I titoli saranno valutati soltanto a coloro che avranno superato la fase concorsuale e saranno così distribuiti: metà titoli culturali e metà di servizio, per un massimo di 20 punti.

Chi avrà vinto il concorso sarà ammesso ad un corso con esame finale. Saranno ammessi al corso di formazione presso la SNA tanti candidati quanti sono i posti messi a concorso, maggiorati del 20%. Al termine del tirocinio si svolgerà un colloquio finale. La graduatoria sarà formata unicamente con i punteggi riportati durante la fase 'concorsuale'. I vincitori del concorso potranno scegliere un certo numero di regioni per essere assunti e non più soltanto una. L'assunzione avverrà in base al punteggio e alla disponibilità dei posti. Quelli che oggi sono ancora incerti.

La novità più rilevante di questo nuovo concorso rimane quella dell'accesso aperto anche ai candidati con meno di 5 anni di servizio di ruolo, che rappresenta un'altra vittoria del nostro sindacato, raggiunta grazie alla sentenza 5011/2014 del Tar del Lazio, che ha ritenuto che per partecipare al concorso per presidi può essere ritenuto valido anche il periodo di precariato perché equivalente a quello svolto dai colleghi di ruolo. In pratica, i giudici hanno appurato che il servizio prestato da precario o post-ruolo va considerato allo stesso modo: esattamente come avviene con i titoli accademici di accesso. Come confermato, su più ambiti, dalla Corte di Giustizia europea lo scorso 26 novembre.

Un'altra sentenza del TAR Lazio, la n. 9729 del 16 settembre scorso, su ricorso Anief ha stabilito che il servizio pre-ruolo deve essere valutato come quello di ruolo, seguendo quanto statuito dalla Corte di Giustizia europea con la sentenza emessa nel procedimento C-177/10 pubblicata in data 8 settembre 2011. Ma l'Anief ritiene la presa d'atto da parte del Miur sui requisiti d'accesso ancora non completa.

"Riteniamo, per gli stessi principi ripresi dai giudici nei vari gradi di giudizio, - continua Pacifico – che per partecipare al concorso per diventare preside non sia indispensabile essere docenti di ruolo. Se un candidato è in possesso dei requisiti di accesso - la laurea, l'abilitazione all'insegnamento e gli anni di servizio - non ha alcun motivo per non essere ammesso alla selezione. E non significa nulla se ha un contratto a tempo indeterminato o no. Qualora, quindi, nel bando che uscirà nelle prossime settimane, non dovesse essere inclusa questa possibilità, il nostro sindacato annuncia sin d'ora la volontà di ricorrere nelle sedi opportune".

Anief ricorda che Eurosofia, in collaborazione con Asasi, curerà la preparazione degli insegnanti al nuovo corso-concorso per dirigenti scolastici: esperti formatori saranno a disposizione dei corsisti per le verifiche e valutazioni periodiche attraverso test attitudinali ed esercitazioni in presenza. Tutti i docenti che perfezioneranno l'iscrizione, potranno già iniziare a prepararsi sulla piattaforma e-learning attraverso item e dispense di studio, che saranno via via integrati fino alla pubblicazione del bando.

 

Per approfondimenti:

Tar Lazio stabilisce che anche i supplenti possono diventare presidi: due insegnanti precari promossi a capo d'istituto

Concorso Dirigenti Scolastici – Consiglio di Stato dà ragione all'Anief e applica la direttiva comunitaria: il servizio pre-ruolo andava valutato come quello di ruolo

Da precari a presidi: parola del Consiglio di Stato

Nel 2015 il nuovo concorso per diventare preside, cade un tabù: varrà il servizio svolto da docenti precari

Concorso a dirigente, aperte le adesioni al nuovo corso Eurosofia

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