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lunedì 7 settembre 2015

SCUOLA - Oggi è iniziato l’anno scolastico tra polemiche e confusione alimentate da sindacati rappresentativi e Miur: pontificano sull’applicazione della riforma ignorando gli organi collegiali



Oggi sono tornati in classe studenti e docenti dell’Alto Adige, nei prossimi giorni sarà la volta di tutti gli altri. Ma l’attenzione è tutta rivolta su Collegi dei docenti e Consigli d’Istituto, chiamati alla delicata approvazione del nuovo Piano triennale dell’offerta formativa, attraverso cui chiedere al Miur risorse strumentali, umane e finanziarie, indispensabili per attuare l’autonomia scolastica prevista dalla riforma.

Il personale ha quindi bisogno di chiarezza e unità d’intenti. Il problema è che sta accadendo l’opposto: i sindacati dei dirigenti scolastici pubblicano un loro vademecum “per ‘difendersi’ dalla riforma della scuola”, con il quale invitano i presidi a prendere tempo; i sindacati rappresentativi, anche loro prodighi di vademecum, invitano i docenti a non esprimersi. Nel creare disorientamento, il Ministero non è da meno, perchè invita i presidi a confermare gli esoneri dei vicari e a imporre tale scelta nei collegi, andando in conflitto con la Legge 107/15 approvata a luglio.

Marcello Pacifico (presidente Anief): sinora dell’ordinato avvio dell’anno scolastico, di cui tanto ha parlato il ministro, non c’è traccia. Noi stiamo dando il nostro contributo, con seminari informativi sparsi per il territorio e finalizzati a dare al personale piena coscienza sulle delibere che dovranno presto votare; sarebbe auspicabile che anche gli altri, ad iniziare dall’amministrazione, producessero comunicazioni proficue.

È un anno scolastico che si preannuncia irto di polemiche e confusione quello che ha preso il via oggi, con il ritorno in classe dei 78mila alunni e dei rispettivi insegnanti in servizio nell’Alto Adige, la prima provincia in Italia ad iniziare le lezioni. Dopodomani, mercoledì 9, suonerà la prima campanella nelle scuole del Molise; il 14 settembre in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il 15 toccherà alle classi di Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Per chiudere con quelle venete e pugliesi, il 16 settembre.

Ma negli stessi giorni in cui gli alunni torneranno sui banchi in ordine sparso, i veri protagonisti delle scuole saranno i cosiddetti organi collegiali: perché, come previsto dalla riforma della scuola, la Legge 107/15, in quegli stessi giorni, Collegi dei docenti e Consigli d’Istituto dovranno cominciare ad occuparsi della delicata approvazione del nuovo Piano triennale dell’offerta formativa, noto come POF, attraverso cui chiedere al Miur la serie di risorse strumentali, umane e finanziarie utili a sviluppare una lunga serie di punti nevralgici per l’attuazione della scuola dell’autonomia: il progetto d’istituto, la garanzia del tempo pieno-prolungato nel primo ciclo, la progettazione del sostegno agli alunni disabili, con Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e con Bisogni educativi speciali (BES), la programmazione dell’alternanza scuola-lavoro nei licei e negli istituti tecnici, l’indicazione di due membri docenti che faranno parte del comitato di valutazione di neo-assunti e merito professionale.

Si tratta di contenuti chiaramente centrali per il bene della scuola. E ciò prescinde dall’essere d’accordo o meno con la riforma, sulla quale permangono sempre tutte le forti riserve del sindacato. Il problema è che, in ogni caso, gli organi collegiali stanno operando in un clima particolare: perché, come sta spiegando l’Anief nella serie di incontri formativi rivolti alle RSU d’istituto di diverse province nella prima metà settembre, le indicazioni che Collegi e Consigli d’Istituto sono chiamati a dare, hanno bisogno di chiarezza e unità d’intenti. Invece sta accadendo il contrario.

Da una parte ci sono i sindacati dei dirigenti scolastici che pubblicano un loro vademecum “per ‘difendersi’ dalla riforma della scuola”, con il quale invitano i presidi in questa fase a non correre sull’applicazione della riforma ed elaborare linee di indirizzo vincolanti, per poi far passare nei primi di ottobre nei Collegi docenti la propria visione su un documento che sarà predisposto ad hoc. E questo perché, sostengono sempre i rappresentanti dei dirigenti, non ci sarebbe “nulla di urgente e soprattutto nulla che debba essere deliberato dagli organi collegiali nei prossimi giorni o nelle prossime settimane”.

Dall’altra parte, non sono da meno i sindacati rappresentativi, che, pure loro con un vademecum, invitano i docenti a non prendere alcuna decisione per boicottare la riforma, in attesa e sempre che la legge sia dichiarata incostituzionale. Ma la “ciliegina sulla torta” è del Miur, che con la prima nota del Capo dipartimento, già direttore dell’USR Toscana, invita gli stessi dirigenti a confermare gli esoneri dei vicari e a imporre tale scelta nei collegi docenti che sembra debbano soltanto compilare una scheda precompilata sul PTOF in barba all’autonomia.

“Se questo è l’ordinato avvio dell’anno scolastico di cui tanto ha parlato il ministro dell’Istruzione – dice Marcello Pacifico, presidente Anief -, allora siamo certi che se ne vedranno delle belle. Noi come Anief che, prima alla Camera e poi al Senato, avevamo presentato più di 120 emendamenti alla riforma durante le audizioni, dopo aver predisposto specifici ricorsi per più di 30mila docenti e Ata, stiamo cercando di dare il nostro contributo per mettere nelle condizioni Collegi dei docenti e Consigli d’Istituto di aver piena coscienza sulle delibere che saranno presto chiamati a votare”.

“A tale scopo – aggiunge il presidente Anief – il nostro sindacato ha avviato una specifica e puntuale campagna di informazione nelle scuole nella prima metà di settembre, dedicata alle RSU, estesa nella seconda parte del mese a tutto il personale scolastico, sugli adempimenti che devono essere presi proprio dagli organi collegiali per la predisposizione triennale del nuovo Piano dell’offerta formativa come scaturito dall’assegnazione dell’organico dell’autonomia. Sarebbe stato utile che, ad iniziare dal Miur, fossero stati predisposti, se non proprio dei seminari informativi, almeno delle comunicazioni in linea e proficue con quanto approvato con la riforma. Questo clima di tutti contro tutti, con la stessa amministrazione che dà indicazioni addirittura contraddittorie rispetto alla stessa riforma, non fa bene alla scuola, a chi vi opera come professionista e – conclude Pacifico – agli studenti che la vivono ogni giorno”.


Per approfondimenti:


















I 66mila precari che chiedono una cattedra (Corriere della Sera del 14 agosto 2015)
















L’algoritmo-lotteria che sceglie i prof (Corriere della Sera del 4 settembre 2015)



7 settembre 2015                                                                                                    

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