VENEZIA, 4 giugno 2009 - In occasione della 53ª Esposizione Internazionale d'Arte, l'artista pakistana Maimuna Feroze Nana ha ideato una performance che si svolgerà giovedì 4 e venerdì 5 giugno, in due luoghi storici di Venezia: davanti al Teatro del Piccolo Arsenale (ore 11/13) e ai Giardini della Biennale (ore18).
La performance è realizzata grazie alla collaborazione del Centro Donna del Comune di Venezia e del C.T.R. (Centro Teatrale di Ricerca di Venezia) e alla partecipazione spontanea di un gruppo di donne che indosseranno il "burqa", per rappresentare la contraddizione e i molteplici significati di questa veste “simbolo”, non ancora compresi nelle loro radici profonde.
Il “burqa”, infatti, può essere un simbolo culturale di una parte di donne musulmane che scelgono liberamente di indossarlo, ma oggi è diventato in molti Paesi - specie con il regime dei talebani - un simbolo di chiusura e di diritti negati. E per chi considera Venezia vista dal mare come emigrante, porta tra Oriente e Occidente, il simbolo è significativo se è in fuga da guerre, miserie e intolleranza.
15 donne, 15 presenze silenziose simbolo della cultura negata. Sotto i loro piedi un telo bianco definisce uno spazio delineato da pietre che ricordano non solo le lapidazioni e le violenze subite ma ci rimandano alle crude realtà vissute da tutti i migranti espropriati della loro terra e della libertà, spesso rifugiati perseguitati. Una simbologia vasta che vuole suscitare interrogativi nel pubblico presente.
Maimuna Feroze Nana, artista internazionale inizia a dedicarsi all'arte prima in Pakistan, il suo paese di origine, poi in Inghilterra e quindi in Italia dove studia pittura all'Accademia di Brera. Da alcuni anni, meditando sulle sue origini, usando materiali poveri e di recupero, ha realizzato una serie di "sculture cucite" e installazioni che rappresentano una riflessione sul corpo e sulla condizione della donna tra Oriente e Occidente. E' un lavoro - metafora che esprime la profonda partecipazione dell'artista nel denunciare la condizione degli esseri umani più dimenticati nella tormentata realtà di oggi. L'artista non poteva trovare ambientazione migliore per continuare la sua lotta di sempre: abbattere ogni limite invalicabile che impedisce al mondo interno delle sue donne di entrare in contatto col mondo esterno, anche quando deve lottare
per essere rispettato.
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