FARETURISMO OFFRE A 10.000 GIOVANI
OPPORTUNITÁ DI ORIENTAMENTO, FORMAZIONE E LAVORO NEL TURISMO E
NELL’ENOGASTRONOMIA
FareTurismo rinnova l’impegno ad
accompagnare i giovani ad esprimere il proprio potenziale indirizzandoli
alle nuove opportunità di formazione e di lavoro nel turismo e
nell’enogastronomia. Nel mondo sono oltre 74milioni i disoccupati, e circa
290milioni – più di un quarto dei giovani del pianeta – non studiano né
lavorano.
Il settore turistico è il più grande
datore di lavoro: rappresenta quasi il 10% dell’occupazione mondiale e si
prevede che genererà 73 milioni di nuove posizioni entro il 2022. Proporsi al
mercato del lavoro significa dotarsi di competenze necessarie ed individuare le
opportunità nell’industria dell’ospitalità e della ristorazione. Un rapporto
recente del World Travel & Tourism Council (Wttc) dimostra che la mancanza
di informazioni, valutazioni errate e preconcetti sono tra le principali
barriere che impediscono ai giovani di cercare impiego nell’ospitalità. Questi,
uniti alle scarse competenze, soprattutto relazionali e umane, rappresentano
una sfida per l’hôtellerie.
La mancanza di talenti rappresenta un
gap per le aziende oltre a contribuire alla disoccupazione giovanile. I colloqui di selezione a FareTurismo,
circa 1.500 con prestigiose aziende, rappresentano
una ambita opportunità di lavoro e carriera da parte di tanti giovani che
provenienti da tutte le regioni italiane si candidano, avendone i requisiti.
Agli studenti degli Istituti Professionali sono riservati, invece, i colloqui
di orientamento, circa 500, con i Centri per l’impiego della Provincia di Roma
e con la Rete Eures del Ministero del Lavoro al fine di acquisire padronanza in
occasione di un colloquio, di conoscere le tecniche di recruiting, di approfondire
la conoscenza dei programmi comunitari dedicati ad esperienze nelle università
e nelle imprese europee.
Nonostante la crisi ha ridotto le
assunzioni nel turismo negli ultimi due anni, le nuove competenze legate al web
ed ai social non hanno esaurito le proprie potenzialità e l’innovazione
tecnologica sta portando sempre più ad una diversificazione delle professioni.
Crescono anche le attenzioni sui
profili legati alle destinazioni ed alle esperienze da far vivere al turista.
Ma al di là del lavoro dipendente lo
sbocco professionale si sta orientando anche verso la capacità imprenditoriale,
come la nascita di numerose startup con servizi di booking di tipo diverso che
lavorano sempre più sulla disintermediazione dell’offerta, dando strumenti al
consumatore o all’operatore per andare direttamente sul mercato. Uno dei campi
più promettenti sono le app, che sfruttando la georeferenziazione, danno
contenuti o servizi a valore aggiunto. O ancora le startup che fanno leva sul
social marketing e sullo storytelling dei luoghi.
Il turismo oggi in Italia ha una
offerta formativa accademica ancora alquanto cospicua, circa 64 (anno
accademico 2013-2014 20 lauree triennali in scienze del turismo classe L15; 15
lauree magistrali in scienze del turismo LM49; 9 triennali e 7 magistrali di
classi miste; 12 master di 1° livello ed 1 master di 2° livello), nonostante la
forte riduzione di corsi di laurea e master rispetto a 10 anni orsono, circa
150.
Il contributo formativo dei corsi
accademici non è sempre consono alle esigenze delle aziende, che non vengono
quasi mai invitate a progettare e condividere i percorsi didattici. Questo gap
si riflette, poi, sui laureati che non trovano immediata spendibilità dei loro
currricula nel mondo del lavoro.
Per non parlare dell’offerta formativa
non accademica, con tante offerte poco qualificate da parte di realtà private
che si sono inserite a vario titolo cavalcando i trend del turismo. Nella
proposta didattica occorre fornire agli studenti docenti riconosciuti,
competenti e affidabili, contenuti aggiornati e innovativi, efficaci modalità
di erogazione dei corsi, esperienze sul campo concrete e davvero utili.
Nella Scuola Secondaria Superiore
relativamente all’offerta formativa da parte della Istruzione Professionale con
i Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera (313 istituti
nell’anno scolastico 2012-2013) e dell’Istruzione Tecnica con indirizzo per il
turismo (417 istituti nell’anno scolastico 2012-2013) assistiamo ad un notevole
incremento di iscritti.
Grande attenzione stanno anche
riscuotendo i 6 Istituti Tecnici Superiori dedicati al turismo, percorsi
biennali post diploma che costituiscono la recente offerta di istruzione
terziaria non accademica e che prevedono circa 2.000 ore di formazione svolte
per il 50% da esperti del mondo del lavoro, di cui 1.000 ore di tirocinio in
azienda.
Oggi le competenze più richieste sono
il revenue/pricing e la comunicazione social. La conoscenza del web e dei suoi
meccanismi oltre che la lingua, meglio se due, sono ormai requisiti indispensabili
per entrare da subito nel mercato del lavoro.
Non sono da trascurare le figure
tradizionali, perno dell’accoglienza e dell’hotellerie, quali il concergie, il
capo ricevimento, la governante, che trovano la loro evoluzione nelle figure
nuove del maggiordomo e del guest relations soprattutto nell’offerta
alberghiera di lusso. Infatti, in Italia lusso e business sono i segmenti che
avvertono meno la crisi e sono disposti ad acquisire più di altri nuove risorse
umane, per cui anche l’offerta formativa si rinnova con master in “luxury hotel
management”. Occorre dare sempre più qualità alla formazione del mercato
piuttosto che incrementare il mercato
della formazione, che non deve essere appannaggio solo per il millantato
numero di aziende coinvolte nella fase di stage.
La pratica professionale, l’esperienza
sul campo hanno un valore aggiunto insostituibile al di là delle forti
motivazioni e della passione per il lavoro. La crescita personale passa
comunque dalla capacità di elaborare un testo e redigere una lettera, di
interloquire con una clientela eterogenea, di utilizzare software sempre più
innovativi, di gestire imprevisti e situazioni di difficoltà, tutti aspetti che
devono essere vissuti per poterne fare tesoro.
Il peso del cuneo che grava sul lavoro
nel nostro Paese, con oneri fiscali e previdenziali più elevati rispetto a
quello dei nostri competitori, è un fattore che porta fuori mercato la nostra
offerta turistica. Pertanto, sarebbe auspicabile la decontribuzione degli oneri sociali per i lavoratori da assumere in
progetti di allungamento della stagionalità.
Alle imprese turistiche l’onere di
creare le condizioni per accogliere giovani interessati a fare un lavoro
attrattivo, motivante, con concrete prospettive di crescita.
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