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giovedì 22 maggio 2014

La IMD Business School pubblica l'edizione 2014 dello World Competitiveness Yearbook


La IMD Business School pubblica l'edizione 2014 dello World Competitiveness Yearbook


USA al primo posto ed Europa in ripresa, mentre faticano i grandi mercati emergenti 

L'IMD, una delle principali business school del mondo con sede in Svizzera, ha annunciato oggi la sua classifica annuale della competitività mondiale. Oltre a classificare la competitività di 60 economie mondiali nel 2014, l'IMD World Competitiveness Center ne valuta anche l'immagine quale luogo per fare affari.

"Nel complesso, la storia della competitività nel 2014 vede proseguire il successo degli Stati Uniti, mentre l'Europa si riprende parzialmente e alcuni grandi mercati emergenti sono in affanno", ha affermato il Professor Arturo Bris, Direttore dell'IMD World Competitiveness Center. "Non esiste una ricetta che consenta a un paese di scalare la classifica della competitività, mentre molto dipende dal contesto locale".

I risultati più importanti della classifica 2014 

Gli USA conservano il primo posto anche nel 2014, a testimonianza della capacità di recupero dell'economia, nonché della migliore situazione occupazionale e del dominio nel settore della tecnologia e delle infrastrutture.

Non si assistono a grandi novità tra i primi dieci. Le piccole economie, come Svizzera (2), Singapore (3) e Hong Kong (4), continuano a prosperare grazie alle esportazioni, all'efficienza delle transazioni e all'innovazione.

L'Europa fa meglio dello scorso anno, grazie alla sua graduale ripresa economica. La Danimarca (9) fa il proprio ingresso tra i primi dieci classificati, unendosi a Svizzera, Svezia (5), Germania (6) e Norvegia (10). Tra le economie periferiche europee crescono Irlanda (15), Spagna (39) e Portogallo (43), mentre scendono Italia (46) e Grecia (57).

Il Giappone (21) continua nella sua scalata della classifica, aiutato da una valuta più debole che ne ha migliorato la competitività all'estero. Altrove in Asia, Malesia (12) e Indonesia (37) salgono, mentre la Tailandia (29) scende, anche a causa dell'incerta situazione politica.

La maggior parte dei grandi mercati emergenti perde posti in classifica; la crescita economica e gli investimenti stranieri sono rallentati, mentre le infrastrutture rimangono inadeguate. La Cina (23) scende, in parte a causa dei timori legati al suo ambiente imprenditoriale, mentre l'India (44) e il Brasile (54) pagano il prezzo di un mercato del lavoro inefficiente e di una gestione imprenditoriale inefficace. Scendono anche Turchia (40), Messico (41), Filippine (42) e Perù (50).

Una questione di percezione: l'immagine delle nazioni all'estero 

Secondo un sondaggio condotto da IMD tra i dirigenti delle nazioni presenti in classifica, sette delle prime 10 nazioni nella classifica generale per il 2014 si trovano anche tra le prime 10 ad avere un'immagine  all'estero che attrae gli imprenditori. In generale, sembra esserci una forte correlazione tra la competitività complessiva di una nazione e la sua immagine internazionale quale luogo per fare affari (vedasi tabella).

I dirigenti di Singapore sono i più sicuri di sé in termini di immagine all'estero, in Irlanda, Cile, Qatar e Corea del Sud  puntano maggiormente su questo criterio rispetto a quanto stimato dalla classifica generale.

Al contrario, i dirigenti di USA, Francia, Taiwan e Polonia sono molto più pessimisti riguardo all'immagine internazionale dei loro paesi. Il risultato degli USA è dovuto forse ai conflitti internazionali e allo stallo politico interno, mentre la percezione della Francia è danneggiata dalle riforme troppo lente e dal suo atteggiamento negativo nei confronti della globalizzazione.

"Mentre i risultati economici variano di anno in anno, le percezioni durano più a lungo e cambiano in modo più graduale. Possono creare un circolo virtuoso, dove a un'immagine migliore corrispondono risultati economici migliori", ha dichiarato Bris. "Il modo in cui i dirigenti pensano che il proprio paese sia percepito rappresenta quindi un'indicazione potenzialmente utile sulla sua futura competitività".

La classifica della competitività mondiale stilata da IMD tiene conto di oltre 300 criteri, basati su indicatori statistici, nonché su un sondaggio condotto da IMD tra 4.300 dirigenti internazionali. La classifica, pubblicata dal 1989, è ritenuta il più importante rapporto annuale sulla competitività delle nazioni.

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