Negli ultimi anni le cancellazioni e gli accorpamenti degli istituti
(derivanti delle Leggi 244/2007, 133/2008, 111/11 e 135/12) hanno introdotto
parametri minimi di iscritti spiccatamente elevati: con il risultato che le 12mila sedi
scolastiche italiane si sono ridotte alle attuali 8.400, con effetti negativi drastici sulla
qualità dell’offerta formativa. Anief ricorda che è davvero grave che non fossero state ripristinate le
sedi illegittimamente tagliate, come stabilito più volte dai Tar e pure dalla
Consulta.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): sulla vicenda pesa il mancato accordo con le Regioni,
reputato indispensabile dalla Legge Carrozza n. 128/13. Siccome quel via libera
non è mai arrivato, la norma sugli accorpamenti, introdotta con il comma 5
della Legge 111/11, deve ritenersi di fatto decaduta. Ecco perché poniamo oggi più
di qualche dubbio sulla validità dei titoli di studio rilasciati da tante
scuole. Se l’Anief diventerà rappresentativo a seguito del rinnovo delle Rsu
d’istituto in programma ad inizio marzo, ci batteremo con tutte le nostre forze
perché tutto ciò torni nella regolarità.
Prendono il via le
iscrizioni telematiche per 1 milione e 600mila alunni: a partire da domani, le
famiglie avranno la possibilità di prendere confidenza con il sito
internet del Ministero dell’Istruzione dedicato a questa procedura e
di potersi registrare nella pagina web. Poi, da giovedì 15 gennaio e per i 30
giorni successivi, sarà possibile indicare l’istituto prescelto per il prossimo
anno scolastico. La procedura on line riguarda, ha ricordato il Miur, solo le
classi prime della scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado e, per
la prima volta, nelle Regioni che hanno aderito, i corsi di istruzione e
formazione presso i Centri di formazione professionale regionali. Per la scuola
dell’infanzia resta invece in vigore l'iscrizione cartacea. Mentre gli allievi
delle scuole paritarie non hanno l’obbligo di aderire alla procedura informatizzata.
Gradi e tipi di scuole a
parte, le iscrizioni al 2014/15 si attueranno nell’incertezza del diritto: i
titoli di studio rilasciati dalle scuole, infatti, potrebbero essere messi in
discussione dalla giustizia amministrativa. Negli ultimi anni le cancellazioni e gli accorpamenti degli istituti (derivanti
delle Leggi 244/2007, 133/2008, 111/11 e 135/12) hanno introdotto parametri
minimi di iscritti spiccatamente più elevati rispetto al passato: con il
risultato che le 12mila sedi scolastiche italiane
si sono ridotte alle attuali 8.400, con effetti negativi
drastici sulla qualità dell’offerta formativa.
La norma che ha provocato più sparizioni e fusioni di scuole è contenuta
nella Legge Tremonti-Gelmini 111/2011, nella parte che ha fissato l'obbligo di fusione
degli istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, elementari e medie con
meno di “1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole
isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità
linguistiche”.
Anief ricorda che è
davvero grave che non fossero state ripristinate le sedi scolastiche autonome
illegittimamente tagliate o accorpate. Il processo di dimensionamento è stato
infatti più volte messo in discussione: da associazioni, sindacati, studenti, famiglie
e personale della scuola. Ma anche dalla
Corte
Costituzionale, attraverso la sentenza 147 del 2012, che ha ritenuto
"costituzionalmente illegittimo" proprio l'articolo 19, comma 4, del
decreto legge 98 del 2011, poi legge 111/2011, proprio nella parte che fissava
l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi e che ha prodotto la
cancellazione di 2mila scuole autonome. Con altrettanti dirigenti scolastici e
Dsga, oltre che tantissimi docenti e Ata, che hanno perso illegittimamente il
posto. E il conseguente influsso negativo sulla didattica, per l’aumento
ulteriore del numero di alunni per classe.
Forti perplessità sono
state espresse anche dal Consiglio
di Stato, con la sentenza n. 2032/2012, che ha chiesto al Miur decreti ad hoc
per motivare il 66,5% dei tagli delle scuole autonome avvenuto al Sud e nelle Isole, esattamente dove
è più alto il tasso di abbandono dei banchi (il 35% degli
studenti non arriva al diploma non arriva alla maturità) e dove quindi
servirebbe invece il potenziamento di istituti e organici. Ma a dispetto delle
decisioni dei giudici, nell’ultimo biennio abbiamo assistito ad un abbattimento
notevole di plessi e scuole autonome: solo nel 2012 sono stati cancellati in
maniera illegittima 1.567 circoli didattici, istituti comprensivi e medie.
Marcello Pacifico, presidente
Anief e segretario organizzativo Confedir, aveva denunciato l’illegittimità di
questo processo: nel settembre 2012 e nel
gennaio
2013, scrivendo anche di suo pugno ai Governatori. Successivamente,
nell’ottobre 2013, il sindacalista ha chiesto modifiche al decreto legge sulla
scuola. Ma anche questa richiesta non ha avuto effetti, costringendo così il
sindacato – in difesa degli interessi di famiglie e personale docente e Ata – a
rivolgersi ai tribunali.
E proprio i tribunali,
ad iniziare da quello della Sardegna, lo scorso anno scolastico hanno dato
ragione ai ricorrenti, proprio in assenza di risposte coerenti e legittime dei
Governatori: il Tar dell’isola, a proposito dei ricorsi
presentati dai docenti che hanno perso posto proprio per effetto delle ultime
disposizioni di chiusura delle sedi scolastiche sarde, ha infatti annullato il dimensionamento di dieci scuole e gli atti conseguenti. Ripristinando in tal modo la situazione precedente,
tanto è vero che sono mutati anche i decreti di assegnazione del personale e i codici meccanografici delle scuole. E costringendo l’Ufficio Scolastico
Regionale sardo ha disporre
l’annullamento “in corso d’anno, con effetto immediato”, della mobilità coatta
del personale perdente posto a seguito del dimensionamento attuato nel 2012/13.
Come se tutto questo non
bastasse, sulla cancellazione delle autonomie
scolastiche pesa non poco il mancato accordo con le Regioni, invece reputato
indispensabile dalla Legge 128/13, approvata durante la gestione. L’Anief
ritiene, infatti, che siano stati violati i criteri per l’assegnazione
dell’autonomia disposti dal D.P.R. 233/98 oggi ancora in vigore (scuole da 500
a 900 alunni, con deroghe a 400 su territorio per un terzo montano, 300 per
territorio montano e piccole isole), proprio per l’accordo mai raggiunto, in sede
di Conferenza Stato-Regioni, da cui sarebbero dovuti scaturire i nuovi
parametri numerici per la formazione delle scuole autonome.
“Ora proprio
in mancanza dell’accordo con le Regioni previsto da quella legge voluta
dall’allora Ministro Maria Chiara Carrozza, – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - la norma sugli accorpamenti, introdotta con il comma 5
della Legge 111/11, deve ritenersi di fatto decaduta. Ecco perché il nostro
sindacato pone oggi seri dubbi sulla validità dei titoli di studio rilasciati
da tante scuole. Se l’Anief diventerà rappresentativo a seguito del rinnovo
delle Rsu d’istituto in programma ad inizio marzo – conclude Pacifico –
annuncia sin d’ora si impegnerà attivamente e con tutte le sue forze per
rivedere i parametri di razionalizzazione degli istituti e degli organici del
personale scolastico”.
Per salvaguardare la
titolarità di tutto il personale perdente posto, ma anche i diritti degli
alunni e delle rispettive famiglie, cui viene negata senza logica la frequenza
dell'istituto scolastico prescelto, Anief continua a tenere aperta la
possibilità di ricorrere: basta scrivere a dimensionamento@anief.net.
Per
approfondimenti:
Da domani le famiglie avranno la possibilità di potersi registrare nella pagina web e di prendere confidenza con il sito internet del Miur creato ad hoc; da giovedì 15 gennaio e per i 30 giorni successivi sarà possibile indicare l’istituto prescelto per il prossimo anno scolastico. Ma i titoli di studio rilasciati dalle scuole potrebbero essere messi in discussione dalla giustizia amministrativa.
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