Tre prodotti alimentari su quattro non sono autentici
Salame tipo Milano proveniente dal Brasile, Gorgonzola tedesco, Chianti americano o un Barbera rumeno, sono solo alcuni dei prodotti italiani che vengono proposti sui mercati esteri. Secondo l'Associazione difesa dei Consumatori, l'italian sounding ci fa perdere 60 mld di Euro e tre prodotti alimentari italiani su quattro non sono autentici.
Delle potenzialità del settore delle esportazioni e della necessità di tutelale il Made in Italy e trovare soluzioni efficaci per combattere la contraffazione e l'italian sounding, se ne parlerà il 29 Aprile, alle ore 14.30, presso la Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo, Via IV Novembre n. 149, Roma, nel corso del convegno dal titolo "Prospettive di tutela del Made in Italy alle porte dell'Expo".
Intervengono: l'Avv. Valeria Fedeli, Vicepresidente Vicario del Senato della Repubblica, Amedeo Teti, Direttore Generale per la politica commerciale internazionale - Ministero dello Sviluppo Economico, l'Avv. Annaluce Licheri (Studio Santi Licheri e Presidente Osservatorio Italia in Testa), Giorgio Assumma Professore di Diritto dell'editoria a Roma 3, Stefano Longhini (responsabile del contenzioso broadcasting del gruppo Mediaset, Giovanni De Mari, Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali, Gaetano Dentamaro, Presidente Sezione Agroalimentare Confindustria Bari. Modera Luigi Monfredi, giornalista Rai.
Il convegno offrirà l'opportunità di riflettere sulla normativa attuale e sulle difficoltà di recepimento delle direttive europee, inoltre, si parlerà dell'italian sounding e della proposta di legge per contrastare questo fenomeno: la contraffazione imitativa che colpisce i prodotti italiani del comparto agro-alimentare, ma anche della moda e del design, di fatto induce il consumatore, attraverso l'utilizzo di parole, immagini o riferimenti geografici, ad associare erroneamente il prodotto a quello italiano, una pratica molto diffusa all'estero.
È quindi fondamentale ed urgente una seria strategia finalizzata alla tutela legale del Made in Italy, della proprietà intellettuale, dei marchi, del diritto d'autore e dei processi produttivi, industriali e creativi delle aziende italiane.
L'Italia In Testa', Osservatorio per la Tutela del Made in Italy, è un'iniziativa dell'Avvocato Annaluce Licheri, specializzata nella tutela del diritto d'autore e proprietà intellettuale e di Cristiano Alliney, avvocato e consulente in materia di proprietà industriale e intellettuale presso il Gruppo Finmeccanica e collaboratore of counsel dello studio Licheri. Il Presidente dell'Osservatorio è l'Avvocato Annaluce Licheri, mentre il Comitato Scientifico è composto dal Prof Giorgio Assumma, esperto di diritto d'autore, Presidente della Siae dal 2005 al 2010, docente di Diritto dell'Editoria a Roma 3 e di Diritto dell'Unione europea alla Lumsa, dal Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali, Giovanni De Mari, dall'Avvocato Cristiano Alliney, dall'Avvocato Stefano Longhini, capo dell'Ufficio Legale Mediaset S.p.A.
"La tutela legale del Made in Italy è una battaglia che va combattuta, infatti, tutelando i diritti delle singole imprese è possibile difendere concretamente le potenzialità di sviluppo del nostro Paese" - ha spiegato l'Avv. Licheri.
"Uno degli scopi precipui dell'Osservatorio è lo studio della normativa sul Made in Italy, sinonimo internazionale di eccellenza e creatività - spiega l'Avv. Alliney - E'Made in Italy un bene di consumo ideato, prodotto e confezionato in Italia; tuttavia con questa locuzione si intendono anche il processo creativo, le metodologie produttive che sono espressione della cultura italiana".
L'Avv. Licheri è responsabile dell'ufficio legale dell'Aesseci - Associazione Scenografi, Costumisti e Arredatori e componente del tavolo "Juris" dell'Istituto Giuridico dello Spettacolo e dell'Informazione, è a capo dello Studio Legale Santi Licheri che si occupa di difesa di brand, contratti in materia di marchi, brevetti e trasferimento di knowhow e tecnologie.
Per la partecipazione al convegno sono stati richiesti 3 crediti formativi all'Ordine degli Avvocati di Roma
Salame tipo Milano proveniente dal Brasile, Gorgonzola tedesco, Chianti americano o un Barbera rumeno, sono solo alcuni dei prodotti italiani che vengono proposti sui mercati esteri. Secondo l'Associazione difesa dei Consumatori, l'italian sounding ci fa perdere 60 mld di Euro e tre prodotti alimentari italiani su quattro non sono autentici.
Delle potenzialità del settore delle esportazioni e della necessità di tutelale il Made in Italy e trovare soluzioni efficaci per combattere la contraffazione e l'italian sounding, se ne parlerà il 29 Aprile, alle ore 14.30, presso la Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo, Via IV Novembre n. 149, Roma, nel corso del convegno dal titolo "Prospettive di tutela del Made in Italy alle porte dell'Expo".
Intervengono: l'Avv. Valeria Fedeli, Vicepresidente Vicario del Senato della Repubblica, Amedeo Teti, Direttore Generale per la politica commerciale internazionale - Ministero dello Sviluppo Economico, l'Avv. Annaluce Licheri (Studio Santi Licheri e Presidente Osservatorio Italia in Testa), Giorgio Assumma Professore di Diritto dell'editoria a Roma 3, Stefano Longhini (responsabile del contenzioso broadcasting del gruppo Mediaset, Giovanni De Mari, Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali, Gaetano Dentamaro, Presidente Sezione Agroalimentare Confindustria Bari. Modera Luigi Monfredi, giornalista Rai.
Il convegno offrirà l'opportunità di riflettere sulla normativa attuale e sulle difficoltà di recepimento delle direttive europee, inoltre, si parlerà dell'italian sounding e della proposta di legge per contrastare questo fenomeno: la contraffazione imitativa che colpisce i prodotti italiani del comparto agro-alimentare, ma anche della moda e del design, di fatto induce il consumatore, attraverso l'utilizzo di parole, immagini o riferimenti geografici, ad associare erroneamente il prodotto a quello italiano, una pratica molto diffusa all'estero.
È quindi fondamentale ed urgente una seria strategia finalizzata alla tutela legale del Made in Italy, della proprietà intellettuale, dei marchi, del diritto d'autore e dei processi produttivi, industriali e creativi delle aziende italiane.
L'Italia In Testa', Osservatorio per la Tutela del Made in Italy, è un'iniziativa dell'Avvocato Annaluce Licheri, specializzata nella tutela del diritto d'autore e proprietà intellettuale e di Cristiano Alliney, avvocato e consulente in materia di proprietà industriale e intellettuale presso il Gruppo Finmeccanica e collaboratore of counsel dello studio Licheri. Il Presidente dell'Osservatorio è l'Avvocato Annaluce Licheri, mentre il Comitato Scientifico è composto dal Prof Giorgio Assumma, esperto di diritto d'autore, Presidente della Siae dal 2005 al 2010, docente di Diritto dell'Editoria a Roma 3 e di Diritto dell'Unione europea alla Lumsa, dal Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali, Giovanni De Mari, dall'Avvocato Cristiano Alliney, dall'Avvocato Stefano Longhini, capo dell'Ufficio Legale Mediaset S.p.A.
"La tutela legale del Made in Italy è una battaglia che va combattuta, infatti, tutelando i diritti delle singole imprese è possibile difendere concretamente le potenzialità di sviluppo del nostro Paese" - ha spiegato l'Avv. Licheri.
"Uno degli scopi precipui dell'Osservatorio è lo studio della normativa sul Made in Italy, sinonimo internazionale di eccellenza e creatività - spiega l'Avv. Alliney - E'Made in Italy un bene di consumo ideato, prodotto e confezionato in Italia; tuttavia con questa locuzione si intendono anche il processo creativo, le metodologie produttive che sono espressione della cultura italiana".
L'Avv. Licheri è responsabile dell'ufficio legale dell'Aesseci - Associazione Scenografi, Costumisti e Arredatori e componente del tavolo "Juris" dell'Istituto Giuridico dello Spettacolo e dell'Informazione, è a capo dello Studio Legale Santi Licheri che si occupa di difesa di brand, contratti in materia di marchi, brevetti e trasferimento di knowhow e tecnologie.
Per la partecipazione al convegno sono stati richiesti 3 crediti formativi all'Ordine degli Avvocati di Roma
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