HerAcademy, la Corporate University di Hera
attiva dal 2011, è tra le 35 strutture aziendali italiane analizzate da una
ricerca dell’università La Sapienza di Roma e di Assoknowledge.
Nel 2014
erogate dal Gruppo 28 ore di formazione per dipendente.
Non più formazione come un
obbligo o una formalità da sbrigare una tantum, ma un investimento che fa parte
della strategia dell’azienda. E che porta frutti in termini di crescita,
sviluppo della competenze e risultati economici. È questo l’oggetto del
Rapporto 2015 sulle Corporate University italiane, stilato dal Dipartimento
di management dell’università La Sapienza di Roma in collaborazione con
Assoknowledge, associazione italiana
dell’Education e del Knowledge che fa capo a Confindustria e che
riunisce le imprese di formazione delle risorse umane. La ricerca, presentata
in un convegno al Senato della Repubblica a Roma nei giorni scorsi, ha visto il
Gruppo Hera tra le aziende selezionate per l’indagine.
La multiutility
emiliano-romagnola, infatti, ha creato dal 2011 una Corporate University
interna per garantire nel tempo i migliori standard formativi ai suoi 8.500
dipendenti, attraverso la programmazione di corsi e workshop che utilizzano risorse
interne per il 50% delle docenze. Quindi, sono gli stessi manager del Gruppo
che mettono a frutto le competenze acquisite e i valori aziendali per
condividerli al proprio interno.
Nel 2014 HerAcademy ha
erogato 28 ore di formazione pro capite, un dato che mette Hera ai primissimi posti
dei ranking nazionali in termini di quantità di tempo dedicato. La formazione,
inoltre, ha interessato praticamente tutti i dipendenti: l’anno scorso ne ha
beneficiato il 97% del personale.
Il Rapporto 2015 ha censito
circa 35 aziende in Italia che hanno una Corporate University interna, tra cui
grandi gruppi come Unipol, Telecom ed Enel. La novità emersa nel corso del convegno
è che, nonostante la crisi, gli investimenti sul cosiddetto “capitale umano”
sono stati potenziati, perché giudicati appunto strategici e d’aiuto nel
conquistare competitività sui mercati. Le Corporate University italiane, oggi,
fanno formazione a 360 gradi: corsi introduttivi per i neo assunti,
aggiornamenti per lo sviluppo delle competenze dei manager, lezioni che vanno a
colmare gap specifici di competenze o che puntano a futuri sviluppi di
business. Un lavoro intenso, per molte realtà del Paese, che oggi significa
sempre di più non solo affinare i curricula dei propri lavoratori ma creare
valore aggiunto.
Secondo l’indagine, il 40%
delle imprese intervistate dedica un budget compreso tra 1 e 5 milioni di euro
che, nel 43% dei casi, è compreso tra l'1 e il 6% del fatturato. Inoltre, nel
60% circa dei casi la Corporate University dispone di una struttura fisica
dedicata e nell'82% anche di un proprio logo, al fine di rendere visibile,
all'interno e all'esterno, l'investimento in “education” dell'impresa. Proprio
come nel Gruppo Hera: HerAcademy ha infatti un suo luogo e sale apposite presso
la sede centrale del Gruppo a Bologna.
Il Rapporto, infine,
sottolinea anche i punti su cui si dovrà migliorare, per esempio in riferimento
ai supporti multimediali e all’utilizzo di tecniche di “net-learning”, quindi
di corsi fatti on line e messi in condivisione con i colleghi.
“Da sempre ci collochiamo
tra le aziende che investono di più sulle persone, sulla formazione e sul
welfare aziendale. Il capitale umano è la nostra risorsa principale, con cui
vogliamo condividere i valori distintivi della nostra cultura aziendale: HerAcademy
è lo strumento di cui siamo dotati per usare lo sviluppo delle competenze come
leva di crescita” ha commentato Giancarlo
Campri, Direttore Centrale Personale e Organizzazione Gruppo Hera.
“La
nostra Corporate University fornisce formazione a tutti i livelli: dai
neoassunti ai profili manageriali, fino al personale operativo, che partecipa a
progetti ad hoc come la Scuola dei Mestieri, sul passaggio di conoscenze
tecniche tra gli operatori. Infine, a garanzia di un investimento continuo
sulle persone e in particolare sui giovani, stiamo provvedendo quest’anno a
oltre 200 assunzioni, tra cui un centinaio di tirocini”.
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