Oggi sono tornati in classe studenti e docenti dell’Alto
Adige, nei prossimi giorni sarà la volta di tutti gli altri. Ma l’attenzione è
tutta rivolta su Collegi dei docenti e Consigli d’Istituto, chiamati alla
delicata approvazione del nuovo Piano triennale dell’offerta formativa,
attraverso cui chiedere al Miur risorse strumentali, umane e finanziarie,
indispensabili per attuare l’autonomia scolastica prevista dalla riforma.
Il personale ha quindi bisogno di chiarezza e unità
d’intenti. Il problema è che sta accadendo l’opposto: i sindacati dei dirigenti
scolastici pubblicano un loro vademecum “per ‘difendersi’ dalla riforma della
scuola”, con il quale invitano i presidi a prendere tempo; i sindacati
rappresentativi, anche loro prodighi di vademecum, invitano i docenti a non
esprimersi. Nel creare disorientamento, il Ministero non è da meno, perchè
invita i presidi a confermare gli esoneri dei vicari e a imporre tale scelta
nei collegi, andando in conflitto con la Legge 107/15 approvata a luglio.
Marcello Pacifico (presidente Anief): sinora dell’ordinato
avvio dell’anno scolastico, di cui tanto ha parlato il ministro, non c’è
traccia. Noi stiamo dando il nostro contributo, con seminari informativi sparsi
per il territorio e finalizzati a dare al personale piena coscienza sulle
delibere che dovranno presto votare; sarebbe auspicabile che anche gli altri,
ad iniziare dall’amministrazione, producessero comunicazioni proficue.
È un anno scolastico che
si preannuncia irto di polemiche e confusione quello che ha preso il via oggi,
con il ritorno in classe dei 78mila alunni e dei rispettivi insegnanti in
servizio nell’Alto
Adige, la prima provincia in Italia ad iniziare le lezioni. Dopodomani,
mercoledì 9, suonerà la prima campanella nelle scuole del Molise; il 14
settembre in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia,
Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il 15 toccherà alle
classi di Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Per chiudere con quelle venete e
pugliesi, il 16 settembre.
Ma negli stessi giorni
in cui gli alunni torneranno sui banchi in ordine sparso, i veri protagonisti
delle scuole saranno i cosiddetti organi collegiali: perché, come previsto
dalla riforma della scuola, la
Legge 107/15, in quegli stessi giorni, Collegi dei docenti e Consigli
d’Istituto dovranno cominciare ad occuparsi della delicata approvazione del nuovo
Piano triennale dell’offerta formativa, noto come POF, attraverso cui chiedere al
Miur la serie di risorse strumentali, umane e finanziarie utili a sviluppare una
lunga serie di punti nevralgici per l’attuazione della scuola dell’autonomia: il
progetto d’istituto, la garanzia del tempo pieno-prolungato nel primo ciclo, la
progettazione del sostegno agli alunni disabili, con Disturbi specifici
dell’apprendimento (DSA) e con Bisogni educativi speciali (BES), la
programmazione dell’alternanza scuola-lavoro nei licei e negli istituti
tecnici, l’indicazione di due membri docenti che faranno parte del comitato di
valutazione di neo-assunti e merito professionale.
Si tratta di contenuti
chiaramente centrali per il bene della scuola. E ciò prescinde dall’essere
d’accordo o meno con la riforma, sulla quale permangono sempre tutte le forti
riserve del sindacato. Il problema è che, in ogni caso, gli organi collegiali stanno
operando in un clima particolare: perché, come sta spiegando l’Anief nella
serie di incontri
formativi rivolti alle RSU d’istituto di diverse province nella prima metà
settembre, le indicazioni che Collegi e Consigli d’Istituto sono chiamati a
dare, hanno bisogno di chiarezza e unità d’intenti. Invece sta accadendo il contrario.
Da una parte ci sono i
sindacati dei dirigenti scolastici che pubblicano un loro vademecum
“per
‘difendersi’ dalla riforma della scuola”, con
il quale invitano i presidi in questa fase a non correre sull’applicazione
della riforma ed elaborare linee di indirizzo vincolanti, per poi far passare
nei primi di ottobre nei Collegi docenti la propria visione su un documento che
sarà predisposto ad
hoc. E questo perché, sostengono sempre i rappresentanti dei dirigenti, non
ci sarebbe “nulla di urgente e soprattutto nulla che debba essere deliberato
dagli organi collegiali nei prossimi giorni o nelle prossime settimane”.
Dall’altra parte, non
sono da meno i
sindacati rappresentativi, che, pure loro con un vademecum, invitano i
docenti a non prendere alcuna decisione per boicottare la riforma, in attesa e
sempre che la legge sia dichiarata incostituzionale. Ma la “ciliegina sulla
torta” è del Miur,
che con la prima nota del Capo dipartimento, già direttore dell’USR
Toscana, invita gli stessi dirigenti a confermare gli esoneri dei vicari e a
imporre tale scelta nei collegi docenti che sembra debbano soltanto compilare
una scheda precompilata sul PTOF in barba all’autonomia.
“Se questo è l’ordinato
avvio dell’anno scolastico di cui tanto ha parlato il ministro dell’Istruzione –
dice Marcello Pacifico, presidente Anief -, allora siamo certi che se ne
vedranno delle belle. Noi come Anief che, prima alla
Camera e poi al
Senato, avevamo presentato più di 120 emendamenti alla riforma durante le
audizioni, dopo aver predisposto specifici ricorsi per più di 30mila docenti e
Ata, stiamo cercando di dare il nostro contributo per mettere nelle condizioni
Collegi dei docenti e Consigli d’Istituto di aver piena coscienza sulle
delibere che saranno presto chiamati a votare”.
“A tale scopo – aggiunge
il presidente Anief – il nostro sindacato ha avviato una specifica e puntuale
campagna di informazione nelle scuole nella prima metà di settembre, dedicata
alle RSU, estesa nella seconda parte del mese a tutto il personale scolastico,
sugli adempimenti che devono essere presi proprio dagli organi collegiali per
la predisposizione triennale del nuovo Piano dell’offerta formativa come
scaturito dall’assegnazione dell’organico dell’autonomia. Sarebbe stato utile
che, ad iniziare dal Miur, fossero stati predisposti, se non proprio dei
seminari informativi, almeno delle comunicazioni in linea e proficue con quanto
approvato con la riforma. Questo clima di tutti contro tutti, con la stessa amministrazione
che dà indicazioni addirittura contraddittorie rispetto alla stessa riforma,
non fa bene alla scuola, a chi vi opera come professionista e – conclude
Pacifico – agli studenti che la vivono ogni giorno”.
Per approfondimenti:
Riforma
scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto
Quotidiano del 29 giugno 2015)
Organico
di fatto, le tabelle per Regioni. Tagliati 2.145 posti (Orizzonte Scuola dell’8
luglio 2015)
I
66mila precari che chiedono una cattedra (Corriere della Sera del 14 agosto
2015)
Sì
alla cattedra anche se è lontana ma uno su cinque rifiuta il posto (La Repubblica del 14 agosto 2015)
Organico
potenziato azzoppato: i posti mancanti non saranno coperti da supplenze annue
(Tuttoscuola del 25 agosto 2015)
Emiliano
padrino dei precari: "la buona scuola fa soffrire per voi affitti e treni
scontati" (La Repubblica del 28 agosto 2015)
Scuola,
il dilemma dei professori. Hanno dieci giorni per decidere: andare via da casa
oppure rinunciare all’assunzione. “Aspetterò un altro anno. E farò ricorso”
(Corriere della Sera del 3 settembre 2015)
L’algoritmo-lotteria
che sceglie i prof (Corriere della Sera del 4 settembre 2015)
7 settembre 2015
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