Attraverso la Nota n. 2157, del 5 ottobre 2015, il
Ministero dell’Istruzione sconfessa la scadenza di fine ottobre, prevista dalla
Legge 107/15, e indica agli Uffici scolastici regionali di posticipare di due
mesi la definizione dell’offerta formativa per realizzare l’organico
potenziato: largo ad una tempistica dai “tempi distesi”, reputata necessaria
per permettere “di garantire lo svolgimento delle successive procedure per
l’avvio dell’anno scolastico 2016/17”. Ma rinviare a dopo le assunzioni la
definizione del nuovo Pof triennale, propedeutico anche per realizzare la
scuola autonoma con nuove “forze”, significa che verranno inizialmente
assegnati alle scuole dei docenti senza “portafoglio” e senza riferimenti ai ruoli
professionali da coprire.
Marcello Pacifico (presidente Anief): presto i Collegi
dei docenti dovranno indicare al Miur solo le preferenze di organico rispetto
alle sette macro aree di intervento. Rinviando ogni decisione sulla modifica
del piano offerta formativa del triennio successivo al nuovo anno. In tal modo,
da settembre i neo-assunti finiranno negli ambiti territoriali, da cui il
dirigente potrà nominarli nel suo istituto per tre anni, in primis per coprire
le supplenze brevi fino a 10 giorni e quelle annuali. Spesso, pur non
possedendo nemmeno l’abilitazione all’insegnamento della cattedra priva di
titolare. E ai 48mila docenti da assumere con la Fase C, la destinazione e il
ruolo da svolgere verranno comunicati solo la prossima estate.
Brutte
notizie per i 48mila docenti di discipline che il Ministero dell’Istruzione si
accinge ad assumere attraverso la Fase C del piano straordinario di immissioni
in ruolo: la pubblicazione della Nota Miur
2157, attraverso cui l’amministrazione annuncia in queste ore che il Piano
triennale dell'Offerta Formativa potrà “essere definitivamente concluso entro
il 15 gennaio 2016”, implica che saranno assunti senza sapere cosa andranno a
fare. Rinviare a dopo le assunzioni la definizione del nuovo Pof triennale,
propedeutico anche per realizzare l’organico potenziato, significa che verranno
assegnati, in prima battuta, decine di migliaia di docenti senza alcun “portafoglio”
alle scuole. E senza riferimenti ai ruoli professionali da coprire, che saranno
definiti successivamente.
Eppure, il nuovo
piano pluriennale, ai sensi del comma
12 della Legge 107/15, doveva essere approvato dalle scuole entro il mese
di ottobre “dell'anno scolastico precedente al triennio di
riferimento, il piano triennale dell'offerta formativa”, proprio per
realizzare quanto precisato al comma 7 della stessa riforma e di procedere con
le assunzioni previste dalla Fase C (contenuta nel comma 95): in particolare,
il testo di legge ha previsto che le scuole, “individuano il fabbisogno di
posti dell'organico dell'autonomia, in relazione all'offerta
formativa che intendono realizzare, nel rispetto del monte orario degli insegnamenti e
tenuto conto della quota di autonomia dei curricoli e degli
spazi di flessibilità, nonché in riferimento a iniziative
di potenziamento dell'offerta formativa e delle attività
progettuali, per il raggiungimento degli
obiettivi formativi individuati come prioritari”.
È evidente la
discrepanza. Perché l’assegnazione dell’organico potenziato alle scuole non può
essere fatta al buio, senza ancora avere gli obiettivi da attuare attraverso il
Pof triennale: si tratta di un’esigenza imprescindibile, poiché l’organico
maggiorato da definire in ogni scuola va realizzato in base agli obiettivi. Ma il
concetto non è evidentemente chiaro al Miur, che posticipando al 16 gennaio
2016 la presentazione del piano dell’offerta formativa ha stravolto l'ordine
naturale delle cose, individuando prima il personale da assumere e lasciando
alle scuole solo in un secondo momento la possibilità di definire il perché di
questa assunzione.
“Cosa
accadrà ora è facile da spiegare – dice Marcello Pacifico, presidente Anief -,
perchè nelle prossime settimane le istituzioni scolastiche, tramite i pareri
espressi dai Collegi dei docenti, dovranno indicare al Miur solo le preferenze
di organico, rispetto alle sette macro aree di intervento. Rinviando quindi ogni
decisione sulla modifica del piano offerta formativa del triennio successivo al
nuovo anno. Intanto, i docenti neo-assunti sono sempre più destinati a fare i
tappabuchi delle cattedre vuote o dei colleghi malati”.
“Perché al
momento, l’unica certezza che abbiamo – prosegue il presidente Anief - è che
dal prossimo anno scolastico i docenti neo-assunti finiranno negli ambiti
territoriali, da cui il dirigente potrà nominarli nel suo istituto per tre
anni, proprio al fine di contribuire alla realizzazione del suddetto piano
formativo, ma in primis per coprire le supplenze brevi fino a 10 giorni e
quelle annuali pur non possedendo l’abilitazione all’insegnamento della
cattedra priva di titolare. Per quanto riguarda, infine, i 48mila docenti che
saranno assunti nella Fase C, le prospettive diventano davvero poco rosee.
Perché al disagio del trasferimento di provincia, che diversi di loro dovranno
subire e la cui destinazione verrà comunicata solo nel corso della prossima estate,
indipendentemente dal l'abilitazione conseguita, sino all’ultimo momento non
sapranno nemmeno cosa dovranno fare nella scuola dell'autonomia”.
Per approfondimenti:
Riforma
scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto
Quotidiano del 29 giugno 2015)
Organico
di fatto, le tabelle per Regioni. Tagliati 2.145 posti (Orizzonte Scuola
dell’8 luglio 2015)
6 ottobre 2015
Nessun commento:
Posta un commento