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lunedì 5 ottobre 2015

SCUOLA – La riforma slitta di un anno: il Miur alza bandiera bianca perché posticipa al 15 gennaio la pubblicazione del Pof triennale


Con la Nota n. 2157, del 5 ottobre 2015, il Ministero dell’Istruzione indica agli Uffici scolastici regionali di posticipare di due mesi l’iniziale scadenza. Una tempistica dai “tempi distesi” che, spiegano da Viale Trastevere, viene reputata necessaria per permettere “di garantire lo svolgimento delle successive procedure per l’avvio dell’anno scolastico 2016/17”.

Lo slittamento è un’ammissione sull’impossibilità di completare nell’anno in corso le complesse procedure di attuazione della riforma, ad iniziare dall’organico potenziato. Perché è evidente che non possono essere completate le schede ‘Sidi’, relative alle aree di docenza da indicare come necessarie per attuare l’offerta formativa maggiorata prevista dalla stessa riforma. E ciò avverrà nonostante la Legge 107/15 preveda che il piano dell’offerta formativa doveva essere pubblicato in tempi ristretti, in quanto propedeutico per una serie di attività centrali per l’esito della stessa riforma. Come la definizione degli organi collegiali, i finanziamenti, il reclutamento, ma anche i trasferimenti, le iscrizioni degli alunni e molto altro.

Marcello Pacifico (presidente Anief): il nostro sindacato aveva preannunciato questo epilogo al personale, nel corso dei tanti seminari tenuti in queste settimane nelle scuole proprio sulla corretta interpretazione della Buona Scuola, tenuti in tantissime scuole. Imporre dei ritmi serrati per delle scelte così delicate era un’impresa impossibile. Agli Uffici scolastici regionali, le informazioni richieste arriveranno non più entro la data che ci hanno indicato per mesi, in corrispondenza delle festività dei Santi. E nemmeno a Natale. Forse, visto che siamo ancora in alto mare, nemmeno a Pasqua. È una realtà sconfortante, che a questo punto mette in seria discussione pure le 55mila assunzioni della fase C.

La riforma della scuola non vedrà la luce prima del prossimo anno scolastico: oggi il Miur ha pubblicato una nota, la n. 2157, attraverso cui annuncia che, considerando l'articolo 1 comma 12 della Legge 107/15 e "tenuto conto che la scadenza del dimensionamento scolastico da parte delle regioni avverrà entro il 31 dicembre 2015, il Piano triennale dell'Offerta Formativa possa essere definitivamente concluso entro il 15 gennaio 2016". Una tempistica dai “tempi distesi” che, spiegano senza giri di parole dallo stesso Ministero dell’Istruzione, viene reputata necessaria per permettere “di garantire lo svolgimento delle successive procedure per l’avvio dell’anno scolastico 2016/17”.

Lo slittamento di due mesi della data rappresenta un’ammissione sull’impossibilità di completare nell’anno in corso le complesse procedure di attuazione della riforma. Ad iniziare dall’organico potenziato. Perché a questo punto, è evidente che non possono essere completate le schede ‘Sidi’, relative alle aree di docenza da indicare come necessarie per attuare l’offerta formativa maggiorata prevista dalla stessa riforma. E ciò avverrà nonostante la Legge 107/15 preveda che il piano dell’offerta formativa doveva essere pubblicato in tempi ristretti, in quanto propedeutico per una serie di attività centrali per l’esito della stessa riforma. Come la definizione degli organi collegiali, i finanziamenti, il reclutamento, ma anche i trasferimenti, le iscrizioni degli alunni e molto altro. Si trattava, in sintesi, di un passaggio obbligato, che ministro dell’Istruzione e rappresentanti del Governo hanno sempre detto che si sarebbe completato entro il mese di novembre 2015.

“Aveva quindi piena ragione il nostro sindacato – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief – quando sosteneva che mai e poi mai si sarebbe fatto in tempo a comunicare alle scuole i dati utili all’attuazione della riforma. Ora, dopo che l’Anief lo ha spiegato al personale tenendo dei seminari sulla corretta interpretazione della Buona Scuola, tenuti in tantissime scuole, anche al Miur si accorgono che imporre ai collegi dei docenti dei ritmi serrati per delle scelte così delicate era un’impresa impossibile”.

“Del resto – continua Pacifico -, come si poteva pensare di raggiungere tale obiettivo, la precisa definizione di 8.500 diverse offerte formative, in poche settimane? La verità, però, è venuta a galla. Agli Uffici scolastici regionali, le informazioni richieste arriveranno non più entro la data che ci hanno indicato per mesi, in corrispondenza delle festività dei Santi. E nemmeno a Natale. Forse, visto che siamo ancora in alto mare, nemmeno a Pasqua. Con buona pace di chi, tra amministratori della Scuola e governanti del Paese, sino a pochi giorni fa continuava a dire che il piano di riforma non avrebbe avuto intoppi o rallentamenti. È una realtà sconfortante, che inevitabilmente mette in seria discussione pure le 55mila assunzioni della fase C”.


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5 ottobre 2015                                            
                                                        

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