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mercoledì 30 dicembre 2015

SCUOLA – Concorso a cattedra: il Governo autorizza 63.712 posti ma mancano quelli di sostegno e dell'infanzia. Esclusi senza motivo precari storici e prof di ruolo




Da questa procedura concorsuale risultano defenestrati in modo illegittimo anche i giovani laureati. Ciò nonostante sentenze definitive di Tar e Consiglio di Stato, emesse su impugnazione dell’Anief, che sostenevano esattamente il contrario. Il giovane sindacato si prepara quindi a presentare nuovi ricorsi contro il bando di concorso in uscita per oltre 63mila nuovi insegnanti, che avranno lo scopo di permettere l’immissione in ruolo a dei partecipanti illegittimamente esclusi.

Marcello Pacifico (presidente Anief): consigliamo ai laureati e ai docenti di ruolo esclusi di presentare comunque domanda. E, contestualmente, di ricorrere al Tar. Indicazioni dettagliate verranno fornite nei prossimi giorni: l’obiettivo rimane quello, come già accaduto in occasione di analoghe esclusioni illegittime, di partecipare con riserva alle prove selettive per ottenere, in caso di prove superate, l’agognato ruolo.

Il Governo, con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha dunque dato il via libera alle procedure concorsuali per reclutare 63.712 docenti: si tratta di 52.828 posti messi a bando per le discipline comuni, 5.766 per il sostegno (la metà di quelli annunciati) e 5.118 posti di ulteriore “potenziamento” degli istituti. Si prevedono circa 200mila docenti partecipanti, tutti già abilitati, ed i vincitori andranno a coprire i posti lasciati vacanti e disponibili nel corso del triennio 2016-2018.

Ancora una volta, l’Anief si ritrova a fare i conti con delle errate scelte ministeriali. Da questa procedura concorsuale, infatti, risultano esclusi ancora i giovani laureati, come i docenti di ruolo. Ciò nonostante sentenze definitive di Tar e Consiglio di Stato Consiglio di Stato, emesse su impugnazione dell’Anief, sostenevano esattamente il contrario. Il giovane sindacato si prepara quindi a presentare nuovi ricorsi, contro il bando di concorso in uscita per oltre 63mila nuovi insegnanti, che avranno lo scopo di permettere l’immissione in ruolo a dei partecipanti illegittimamente esclusi.

Tra i docenti che non potranno partecipare figurano poi i precari storici, con 36 mesi di servizio svolto. Risultano ignorate le loro proteste, di cui si è fatto carico il sindacato, a cui poteva essere riservata la metà dei posti a legislazione vigente: vengono esclusi, infatti, dalla candidatura sugli stessi posti che da anni coprono come supplenze. Molti dei quali hanno già avviato vertenze milionarie per ottenere risarcimenti danni.

Anief ribadisce, a tal proposito, che l’articolo 35, comma 3-bis, lettera a) del decreto legislativo 165/2001, introdotto con la Legge di stabilità 147/2013, riconosce la possibilità di indire un concorso pubblico con riserva, nel limite del 40% dei posti banditi, ai dipendenti a tempo determinato che, alla data di pubblicazione del bando, abbiano maturato almeno tre anni di servizio presso la stessa amministrazione pubblica che emana il bando di concorso. Una norma, tra l’altro, ribadita dalla Funzione pubblica, con la Circolare 5/2013, che ha disegnato il quadro normativo entro il quale le PA si devono muovere dal 2014 per l'assunzione di personale, alla luce delle novità introdotte dal Dl 101/2013.

Se è vero, infatti, che il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, a partire dall’articolo 399, limita l’accesso agli abilitati, è altrettanto vero che tale disposizione è stata superata già nel “concorsone” del 1999: una sentenza del Consiglio di Stato, infatti, stabilì che potevano partecipare anche tutti i laureati sino all’emanazione del bando di concorso. E tale pronunciamento, favorevole al libero accesso di coloro che sono in possesso del regolare titolo accademico richiesto per l’accesso al concorso, è stata di recente ribadita, sempre dal Consiglio di Stato attraverso la sentenza 15/2015, in occasione dell’ultimo concorso a cattedre con D.D.G. per il Personale Scolastico n. 82 del 24 settembre 2012. Che, non a caso, è stato aperto a tutti i laureati.

“Il nostro sindacato – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – consiglia quindi ai laureati e ai docenti di ruolo esclusi, di presentare comunque la domanda di partecipazione al concorso a cattedra. E contestualmente di ricorrere al Tar. Indicazioni dettagliate verranno fornite nei prossimi giorni: l’obiettivo rimane quello, come già accaduto in occasione di analoghe esclusioni illegittime, di partecipare con riserva alle prove selettive. E di ottenere, se superate le prove, l’agognato ruolo”.

Nel frattempo Eurosofia mette a disposizione i suoi formatori per prepararsi sia per i posti comuni sia per il sostegno dopo essersi specializzata nella preparazione per l'ammissione ai corsi TFA su materie curricolari e sulla specializzazione per il sostegno.


Per approfondimenti:

L’articolo 114 della Legge 107/2015 che ha previsto l’indizione del concorso per Esami e Titoli per nuovi docenti, da pubblicare entro l’ormai passato 1° dicembre 2015:
114. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ferma restando la procedura autorizzatoria, bandisce, entro il 1 dicembre 2015, un concorso per titoli ed esami per a tempo indeterminato di personale docente per le istituzioni scolastiche ed educative statali ai sensi dell'articolo 400 del testo unico di l'assunzione cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come modificato dal comma 113 del presente articolo, per la copertura, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, di tutti i posti vacanti e disponibili nell'organico dell'autonomia, nonché per i posti che si rendano tali nel triennio. Limitatamente al predetto bando sono valorizzati, fra i titoli valutabili in termini di maggiore punteggio:
a) il titolo di abilitazione all'insegnamento conseguito a seguito sia dell'accesso ai percorsi di abilitazione tramite procedure selettive pubbliche per titoli ed esami, sia del conseguimento di specifica laurea magistrale o a ciclo unico;                                 
b) il servizio prestato a tempo determinato, per un periodo continuativo non inferiore a centottanta giorni, nelle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado.

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