Mercoledì 13 gennaio alle 14.30 nell'auditorium di via Matteotti la testimonianza di una parente delle vittime dell'attentato al sostituto procuratore Palermo del 1985; l'iniziativa è organizzata da Amministrazione comunale, La Tela e Libera Lombardia
A lezione di legalità con una parente di vittime "per sbaglio" di Cosa Nostra. Mercoledì 13 gennaio alle 14.30 nell'auditorium di via Matteotti a Rescaldina l'amministrazione comunale, l'osteria a Tela e Libera Lombardia organizzano un incontro con Margherita Asta che, il 2 aprile 1985, perse la madre Barbara e i due fratelli Salvatore e Giuseppe per l'attentato che Cosa Nostra aveva teso al magistrato Carlo Palermo.
All'epoca dei fatti Margherita aveva dieci anni; oggi dedica il tempo libero a incontrare i ragazzi e a raccontare la sua storia. Un'esperienza che incrocia il percorso di educazione alla legalità cominciato dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Rescaldina con l'incontro con Salvatore Borsellino e con il progetto della Tela, locale sottratto alla criminalità organizzata tornato a nuova vita lo scorso dicembre come osteria sociale del buon essere e centro aggregativo e culturale, che alle tre vittime della famiglia asta ha dedicato una delle sue sale.
Margherita Asta visiterà la Tela prima dell'incontro con le scuole. Oltre alle quattro classi delle secondarie di Rescaldina sarà presente un gruppo di studenti delle Scuole di Arese. Per l'amministrazione comunale saranno presenti il sindaco Michele Cattaneo e l'assessore alla Pubblica istruzione Elena Gasparri; per La Tela il portavoce della cooperativa Arcadia Giovanni Arzuffi e per Libera Lombardia Gaia Baschirotto.
I fatti: Il 2 aprile del 1985 Barbara Rizzo Asta stava accompagnando i suoi due figli di 6 anni, Giuseppe e Salvatore, a scuola in auto. Durante il tragitto, sulla strada che conduce Pizzolungo a Trapani, l'utilitaria incrociò la macchina del sostituto procuratore di Trapani Carlo Palermo. Erano da poco passate le 8.03 quando esplose un'autobomba posizionata sul ciglio della strada. L'utilitaria di Barbara Rizzo fece da scudo all'auto del sostituto procuratore che rimase leggermente ferito. Con l'esplosione persero la vita dilaniati Barbara Rizzo e i suoi due figli. Margherita, sorella di Salvatore e Giuseppe e figlia di Barbara, per una semplice coincidenza quella mattina non era in macchina. L'impegno che oggi porta avanti trova la forza nella ricerca della verità e della giustizia.
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