l sindacato perde la pazienza: partono i
decreti ingiuntivi
L’amministrazione continua a pubblicare comunicati
rassicuranti, ma la verità è che per tutti gli
insegnanti immessi in ruolo con l’ultima fase del piano straordinario di stabilizzazione
della Buona Scuola e che hanno dovuto lasciare una supplenza, non si ha alcuna
garanzia sull’assegnazione delle mensilità non corrisposte.
E come al solito, i ministeri coinvolti avranno bisogno di mille sollecitazioni
prima di risolvere la faccenda.
Marcello Pacifico (presidente Anief): basta con questi
soprusi. Confidiamo, compatibilmente con i tempi della giustizia, di far
pervenire gli stipendi mancanti già dalla fine del mese di febbraio.
Rischia di essere ricordata come un’assunzione a caro prezzo quello di
circa 8mila docenti immessi in ruolo con la fase c) della Buona Scuola, più
nota come “potenziamento” degli istituti: questi insegnanti, infatti, a
distanza ormai quasi di tre mesi dall’immissione in ruolo, risultano ancora
senza stipendio. La loro “colpa” è quella di aver accettato la stabilizzazione
e lasciato la supplenza sottoscritta all’inizio dell’anno
scolastico: “ad oggi – riporta la
rivista Orizzonte
Scuola - non
hanno ancora ricevuto lo stipendio relativo ai mesi di dicembre e
gennaio. Alcuni colleghi invece continuano ad essere retribuiti come se
stessero svolgendo ancora la supplenza (spesso su spezzone), invece del nuovo
posto di ruolo con orario completo. Come al solito, Miur e MEF avranno bisogno
di mille sollecitazioni prima di risolvere la faccenda”.
Per l’Anief si tratta di un copione già visto troppe volte. Con
amministrazione scolastica e Ministero dell’Economia che continuano a dire che
la situazione è sotto controllo. Mentre le cose per migliaia di lavoratori
vanno diversamente. Il sindacato, che ha già
da tempo diffidato sia il Mef, sia l'Istituzione scolastica ritiene che il
tempo delle promesse sia giunto al termine: non si possono lasciare dei
lavoratori, assunti anche a centinaia di chilometri da casa, senza stipendio e
senza indicazioni precise sulla loro disponibilità.
“Pertanto – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – dopo
aver ricordato che nelle passate settimane il nostro sindacato ha già
affrontato casi altrettanto difficili - come quello di Biella, dove l’avvocato
Giovanni Rinaldi ha presentato formale ricorso per una docente che non era più
in grado di garantire un pasto al proprio figlio – ha deciso di inviare
appositi decreti ingiuntivi, ad personam
con pre-ricorso gratuito, in tutti quei casi in cui le
scuole non forniscano adeguate o convincenti spiegazioni”.
“In tal modo, l’amministrazione scolastica si ritroverà obbligata a fornire
le dovute spiegazioni davanti al Giudice del lavoro. Perché i diritti dei
lavoratori e l’articolo 36 della Costituzione non possono essere calpestati dalla burocrazia. Confidiamo, compatibilmente con i
tempi della giustizia, di far pervenire gli stipendi mancanti già dalla fine
del mese di febbraio”, conclude Pacifico.
Tutti coloro che sono interessati a presentare ricorso contro il mancato
pagamento degli stipendi possono cliccare
qui.
Per approfondimenti:
ART. 36 della Costituzione italiana
"Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla
quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé
e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa".
Riforma
scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto
Quotidiano del 29 giugno 2015)
Scuola,
l'ultimo fronte: se i bidelli si ammalano si rischia la chiusura (La
Repubblica del 16 settembre 2015)
Informazioni
sull'erogazione delle retribuzioni al personale con contratto di supplenza
breve e saltuaria (Ministero dell’Economia, servizio on line NoiPA)
Stipendio:
in pagamento le supplenze brevi il 22 gennaio, ancora irrisolta la posizione
degli 8.000 contratti fase C (Orizzonte Scuola del 20 gennaio 2016)
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