Anief chiede pubblicamente l’intervento del Parlamento
affinché si rimuova la norma della Legge 107 - comma 73, che diversifica il
trattamento delle domande sulla base dell'anno di immissione in ruolo o del
tipo di posto accettato nelle fasi 0 A B e C del piano straordinario di
stabilizzazione. Nel frattempo, l'amministrazione dovrebbe procedere, secondo
le vecchie regole, garantendo la mobilità di tutto il personale neo assunto o
sovrannumerario. Oppure dovrebbe definire preliminarmente gli ambiti
territoriali che sostituiranno i movimenti inter-provinciali. In caso
contrario, si arriverebbe ad un mega-contenzioso.
Marcello Pacifico (presidente Anief): si sta procedendo
verso la stipula di un contratto che poggia su presupposti iniqui, che avranno
ripercussioni importanti su decine di migliaia di docenti, sulle loro carriere
e i loro affetti. Presupposti che ignorano l’articolo 8 della Cedu e i principi
costituzionali a tutela dei lavoratori.
Intanto, Anief sta realizzando in questi giorni una serie
di incontri con tutte le altre organizzazioni sindacali che promuovono
iniziative referendarie per cancellare le norme su albi territoriali e chiamata
diretta.
Sulla mobilità del
personale scolastico, l’amministrazione sta giocando una partita che prende il
via da presupposti anticostituzionali: perché si basa su una norma – contenuta
nella parte finale del comma 73 della Legge 107/15, dove si sottolinea che “dall'anno scolastico 2016/2017 la mobilità
territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti
territoriali” – assolutamente da rivedere e da riscrivere. Il suo
mantenimento, rischia di produrre trattamenti iniqui e discriminanti. Ma
soprattutto, poggiando su parametri che calpestano diversi dettami della
Costituzione.
“Trasferire il
personale, suddividendo i diritti base all’anno di immissione in ruolo, -
sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal - rappresenta
un chiaro atto di disparità: anche i docenti assunti con la Buona Scuola devono
infatti accedere alle disposizioni tradizionali. Semplicemente perché si tratta
di lavoratori che esercitano la stessa professione e fanno parte della medesima
categoria. Diversamente, si violerebbe il principio di equiparazione: i docenti
che ricoprono i posti dell’organico potenziato non possono essere discriminati
rispetto ai colleghi assunti precedentemente. Come sarebbe assurdo che anche
questi ultimi si ritrovassero negli albi territoriali, con le regole cambiate
in corsa”.
“A questo punto, visto
che l’amministrazione non è in grado di prendersi alcuna responsabilità per
tutelare i propri dipendenti – continua il sindacalista Anief-Cisal – chiediamo
pubblicamente al Parlamento italiano di procedere in fretta perché tale norma
venga cancellata. In caso contrario, come accade purtroppo da troppo tempo in
Italia, spetterà ai tribunali farsi carico delle mancanze del legislatore”.
“Qualsiasi azione sulla
mobilità – dice ancora Pacifico – deve rispettare l’articolo 8 della
Cedu e i principi costituzioni che tutelano il personale. Sia per il buon
andamento della scuola e della Pubblica Amministrazione, ma anche per la
salvaguardia del diritto alla famiglia: come si fa ad assumere migliaia di persone,
anche con decenni di supplenze alle spalle, attraverso un algoritmo secretato e
poi dire loro che non è possibile avvicinarsi alla propria terra chissà per
quanto tempo. Lo stesso, vale per chi insegna da tanto tempo e rischi di
vedersi catapultato in graduatorie gestite in modo parziale, non graduato,
direttamente dai presidi. Non possiamo accettarlo e siamo pronti ad impugnare
qualsiasi contratto che avallasse questo genere di trattamento del personale
scolastico”, conclude il presidente Anief.
Il giovane
sindacato ritiene paradossale, ad esempio, che un docente di filosofia, magari
di 60 anni, possa essere trasferito in modo coatto su altre scuole, forse anche
in altre province se non regioni, ed impegnato su discipline affini. Come ritiene inaccettabile che le nuove norme che regolano trasferimenti,
utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie poggino su parametri soggettivi e non
regolati. Si tratta di prospettive sin d’ora foriere di ricorsi. A tal fine,
Anief sta realizzando in questi giorni una serie di incontri con tutte le altre
organizzazioni sindacali che promuovono iniziative referendarie per cancellare
le norme su albi territoriali e chiamata diretta.
Nel frattempo, l’Anief
invita ancora una volta l'amministrazione scolastica a procedere secondo le
vecchie regole, garantendo la mobilità di tutto il personale neo assunto o
sovrannumerario. Oppure a definire preliminarmente gli ambiti territoriali
che sostituiranno i movimenti inter-provinciali, inserendo comunque delle
graduatorie stilate sulla base di parametri certi e predefiniti.
Per approfondimenti:
Riforma
scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto
Quotidiano del 29 giugno 2015)
Organico
di fatto, le tabelle per Regioni. Tagliati 2.145 posti (Orizzonte Scuola
dell’8 luglio 2015)
Scuola,
l'ultimo fronte: se i bidelli si ammalano si rischia la chiusura (La
Repubblica del 16 settembre 2015)
Mobilità
2016/17: analisi delle 3 fasi previste dal Miur. Fase B e C: domanda
facoltativa o obbligatoria? (Orizzonte Scuola del 4 dicembre 2015)
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