Nell'Isola, a fronte di 15.275 posti totali di sostegno da distribuire per nove province siciliane, solo 10.669 posti vanno in organico di diritto, gli altri 4.606 solo su quello di fatto (con Palermo che sfiora quasi 2mila posti e 1.176 su Catania): oltre 4.600 docenti verranno anche quest'anno collocati su dei posti liberi ma solo attraverso un conferimento annuale. E questo perché per i trasferimenti, né per le future immissioni in ruolo, sono stati reputati validi. Lo saranno, invece, per le assegnazioni provvisorie che si attuano sugli organici di fatto. E qui sta l'errore. Perché, nella realtà, sono cattedre vacanti. Ancora di più perché ogni anno i numeri del sostegno aumentano: a livello nazionale solo 96mila su 140mila posti sono occupati da titolari. Secondo Anief, la soluzione di questo assurdo blocco normativo non può essere nemmeno quella adottata in questi giorni in Sicilia e in Sardegna, dove attraverso i contratti integrativi regionali sugli organici si assegneranno migliaia di posti in deroga a personale privo di specializzazione per il sostegno agli alunni disabili. La soluzione esiste: il Governo deve superare il vincolo del 70% imposto con la Legge 128/13.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): bisogna muoversi subito, perchè altrimenti verrà meno proprio quella continuità didattica che al Ministero sembrano voler difendere, ma che poi nei fatti viene sistematicamente elusa: avere un docente su tre che ogni anno cambia, che senso ha? E pensare che i tribunali continuano a produrre migliaia di sentenze a favore della collocazione di quei posti in organico, con tanto di cospicui risarcimenti a favore delle famiglie e a danno del Miur.
La riforma della Buona Scuola non ha risolto l'annoso problema dei docenti di sostegno che, anche nell'anno scolastico che si sta aprendo, saranno per il 30 per cento coperti da supplenti pur in presenza di posti a tutti gli effetti vacanti: la riprova di questa assurda situazione è arrivata con la nota 14790 dell'Usr Sicilia, firmata dal direttore generale Maria Luisa Altomonte, attraverso cui si formalizza a livello regionale il limite massimo del 70 per cento dell'organico di diritto introdotto con la Legge 128/2013, approvata quando era a capo del Miur il ministro Maria Chiara Carrozza. In ossequio a questa sempre più anacronistica inadeguata proporzione, la Sicilia dispone, a fronte di 15.275 posti totali di sostegno da distribuire per nove province siciliane, solo 10.669 posti in organico di diritto e ben 4.606 su quello di fatto (con Palermo che sfiora quasi 2mila posti e 1.176 su Catania).
"Il risultato di questa procedura – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - è che oltre 4.600 docenti verranno anche quest'anno collocati su dei posti vacanti ma solo attraverso un conferimento annuale. E questo perché per i trasferimenti, né per le future immissioni in ruolo, sono stati reputati validi. Lo saranno, invece, per le assegnazioni provvisorie che, infatti, si attuano pure sugli organici di fatto. E qui sta l'errore: considerare quelle cattedre non nell'organico di diritto. Perché, nella realtà, lo sono a tutti gli effetti. Ancora di più perché ogni anno i numeri del sostegno aumentano: tanto che, se si allarga il discorso su tutta la Penisola, ci ritroviamo con 96mila posti in organico di diritto su 140mila complessivi. Ecco perchè la nota della Sicilia presto verrà replicata dalle altre Regioni".
Il problema è che mentre si continua a discutere sulla legge delega, con appena 5mila posti di sostegno messi a concorso, non si realizza il provvedimento che potrebbe risolvere tutto: attuare la sentenza della Consulta n. 80/2010 che, annullando i commi 413 e 414 dell'art. 2 della Legge 244/2007, ha chiesto al Parlamento di superare il vincolo del 70 per cento di posti di diritto. L'amministrazione sapeva bene, così come il Governo, che quella norma si basava su un numero massimo di assunzioni di 90mila docenti che si rifacevano al contingente sottodimensionato del 2006. Invece, oggi, i posti di sostegno sono diventati 140mila.
Secondo Anief la soluzione di questo assurdo blocco normativo non può essere quella adottata in questi giorni in Sicilia e in Sardegna dove attraverso i contratti integrativi regionali sugli organici si assegneranno migliaia di posti in deroga di sostegno a personale non specializzato: "l'emigrazione dei docenti che l'algoritmo mobilità ha destinato verso province lontane dalla propria residenza – scrive oggi Orizzonte Scuola - potrà essere mitigata dagli accordi raggiunti a livello territoriale dai sindacati con i rispettivi Uffici Scolastici". La stessa rivista specializzata parla di "nota dolente: quale insegnante si assicura all'alunno? Un insegnante non specializzato, che si trova lì solo per non lasciare il proprio territorio". Dove li mettiamo, in queste condizioni, i diritti all'integrazione e all'istruzione degli studenti disabili?
"Anief – continua il presidente Pacifico - si appella a chi gestisce le sorti della scuola italiana, ad iniziare dal Governo, perché superino i limiti imposti dalla Legge 128/2013. Ma bisogna farlo subito perché, altrimenti, verrà meno proprio quella continuità didattica che al Ministero sembrano voler difendere, ma che poi nei fatti viene sistematicamente elusa: avere un docente su tre che ogni anno cambia, che senso ha? Ora, poi, si supera la fantasia, andando a mettere su quei posti del personale non specializzato. E pensare che i tribunali, qui sta il paradosso, continuano a produrre migliaia di sentenze a favore della collocazione di quei posti in organico, con tanto di cospicui risarcimenti a favore delle famiglie e a danno del Miur".
Per questi motivi, nei giorni scorsi, l'Anief ha deciso di riattivare l'iniziativa "Sostegno: non un'ora di meno!", mettendo a disposizione delle famiglie un modello di lettera per richiedere sin dal primo settembre le ore di sostegno per l'intera durata dell'orario di servizio settimanale dell'insegnante specializzato: la richiesta si lega a doppio filo alla necessità di assumere, come previsto dall'art. 40, comma 1, della legge 27 dicembre 1997 n. 449, degli insegnanti di sostegno, in deroga al rapporto docenti-alunni. Al silenzio-rigetto da parte dell'USR seguirà ricorso gratuito presso il tribunale competente.
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