A confermarlo è stato lo stesso Miur: si concluderà quello
per oltre 63mila nuovi docenti (una bella fetta di insegnanti potranno essere
immessi in ruolo già nella prossima estate), nelle prime settimane del nuovo
anno è atteso il via della selezione pubblica per dirigenti scolastici, per la
prima volta gestito interamente da Viale Trastevere. Che ha anche preso l’impegno
ad avviare, dopo tantissimi anni, il concorso per Direttore dei servizi generali
e amministrativi. In forse rimane il Tirocinio formativo attivo abilitante
all’insegnamento su discipline comuni, ma non quello per il sostegno che
partirà invece a breve.
Il concorso più atteso rimane quello per presidi, anche
perché in estate i posti da coprire sfioreranno quota 2mila: nella bozza di
testo del regolamento per nuovi dirigenti scolastici, è stato inclusa la
possibilità, su cui si è espresso favorevolmente pure il Consiglio di Stato, di
considerare utile per il raggiungimento dei cinque anni di servizio anche il
periodo di precariato. Anief, che chiedeva questa modifica da anni, si ritiene
soddisfatta, ma non del fatto che continui ad essere indispensabile lo status
di docente di ruolo.
Marcello
Pacifico (Anief-Cisal): il Miur acceleri i tempi di uscita del bando, perché occorre
assolutamente porre fine al problema delle reggenze, visto che senza nuovi capi
d’istituto, le nostre scuole continuerebbero a vivere nell’emergenza. Si faccia
però in modo di fornire questa possibilità anche al personale precario, sempre
se abilitato ed in possesso dei cinque anni d’insegnamento: ciò permetterebbe
anche di ridurre molto l’età media dei nostri capi d’istituto, oggi davvero
troppo alta. Altrimenti, la questione tornerà in mano ai giudici. Che si sono
già espressi a favore dei ricorrenti in occasione dell’ultimo concorso bandito
nel 2011.
Il 2017 sarà l’anno dei
concorsi: lo ha confermato il Ministero dell’Istruzione, attraverso l’Atto
d’Indirizzo del nuovo ministro Valeria Fedeli pubblicato a fine anno. Perché,
“si concluderà – scrive La
Stampa - quello per oltre 63mila nuovi docenti (una bella fetta di
insegnanti potranno essere immessi in ruolo già nella prossima estate) e nelle
prime settimane del nuovo anno dovrebbe essere pubblicato il bando del nuovo
concorso per dirigenti scolastici, per la prima volta gestito interamente dal
Miur e non più dalla scuola ad hoc della pubblica amministrazione. Viale
Trastevere ha preso inoltre l’impegno ad avviare, dopo tantissimi anni, il
concorso per Direttore dei servizi generali e amministrativi”.
Anche secondo Orizzonte
Scuola si sbilancia: “nessun dubbio, quindi, che non siano banditi”.
L’unica incertezza riguarda il Tirocinio formativo attivo, utile a conseguire
l’abilitazione all’insegnamento su discipline comuni: il Tfa, scrive la rivista
specializzata, “probabilmente sarà prorogato considerato che è stata decisa e
pubblicata in Gazzetta Ufficiale la norma che prevede la normale apertura della
III fascia delle graduatorie d’istituto per i non abilitati per il prossimo
triennio”. Di sicuro, però, si svolgerà il Tfa per il sostegno per il quale è
stato già tutto predisposto, stabilendone anche i posti (circa 5.600).
Secondo l’Anief,
l’indizione dei concorsi per dirigenti scolastici e per Dsga costituisce un’importante
occasione per andare a stabilizzare del personale precario che andrà a coprire
i tanti posti vacanti, circa 1.400 per profilo professionale, che nella
prossima estate sono destinate anche ad aumentare per via dei pensionamenti. È
evidente che il Miur dovrà pubblicare entrambi i bandi, si spera anche quello
per Coordinatore amministrativo, nel volgere di pochissime settimane, perché
qualora i tempi si allungassero ulteriormente sarebbe impossibile mettere in
ruolo i vincitori di concorso dal prossimo 1° settembre. In tal caso, le
reggenze sfiorerebbero quota 2mila, andando così ad incrementare il caos
organizzativo delle nostre scuole, con presidi costretti a dividersi su una
miriade di plessi e assistenti amministrativi ancora una volta prestati a
svolgere il ruolo di Dsga in cambio di indennità minimali.
Per Marcello Pacifico,
presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, “occorre
assolutamente porre fine al problema
delle reggenze e del concorso per presidi che continua a essere rimandato,
poiché senza nuovi capi d’istituto, le nostre scuole continuerebbero a vivere
nell’emergenza. Andando così a peggiorare
quanto accaduto quest’anno, con un dirigente scolastico italiano su tre
costretto a gestire contemporaneamente fino a 20 plessi, nemmeno troppo vicini
uno all’altro, e 4mila studenti con le rispettive famiglie. Il tutto, per un compenso
aggiuntivo di 250-300 euro netti, che si aggiungono allo stipendio iniziale di nemmeno
2.400 euro netto. Perché un dirigente
scolastico, che ha più responsabilità di tutti, guadagna
in media 57 mila euro lordi l’anno, mentre un dirigente amministrativo
della Pubblica Amministrazione 100 mila euro e un collega del settore privato
in media 107 mila euro”.
Di buono, c’è che nella bozza di testo del regolamento per nuovi dirigenti
scolastici, è stato inclusa la possibilità, su cui si è espresso favorevolmente
pure il Consiglio di Stato, di considerare utile per il
raggiungimento dei cinque anni di servizio anche il periodo di precariato. Anief,
che chiedeva questa modifica da anni, si ritiene soddisfatta per la decisione,
ma non del fatto che continui ad essere indispensabile lo status di docente di
ruolo. Il giovane sindacato, infatti, già in occasione dell’ultimo concorso per
dirigenti scolastici ha avuto piena ragione da parte dei tribunali chiamati ad
esprimersi. Tanto è vero che dei docenti precari, accettati al concorso con la
modalità della ‘riserva’, hanno vinto il concorso e sono stati poi anche
assunti a tutti gli effetti come presidi.
Del resto, con la sentenza
5011/2014 del Tar del Lazio, i giudici amministrativi hanno confermato che
per partecipare al concorso per dirigenti non serve in modo tassativo aver
sottoscritto un contratto a tempo indeterminato: per svolgere le prove
selettive bisogna solo dimostrare di essere in possesso dell’adeguato titolo di
studio e aver insegnato almeno 5 anni, ovviamente non continuativi. In linea
con quanto statuito nel 2011 dalla Corte
di Giustizia europea sul procedimento C-177/10. Il Tar del Lazio ha
confermato la posizione con la sentenza n. 9729 del 16 settembre
2014, patrocinata dall’Anief, con cui si è stabilito che il servizio
pre-ruolo deve essere valutato esattamente come quello di ruolo.
“Visto che ci sono quasi 2mila posti vacanti – conclude il presidente Anief - fornire
questa possibilità al personale docente precario, sempre se abilitato ed in
possesso dei cinque anni d’insegnamento minimi, permetterebbe anche di ridurre
molto l’età media dei nostri capi d’istituto, oggi davvero troppo alta. Altrimenti,
la questione tornerà, è chiaro, in mano ai giudici”.
Si ricorda che Eurosofia,
Ente Qualificato al Miur, in
collaborazione con Anief, ha strutturato un efficace corso di preparazione
al superamento della prova per il Concorso a Dirigente scolastico, affinché
i candidati siano preparati ad affrontare le selezioni con una ricca conoscenza
dell’istituzione e della legislazione scolastica, delle modalità gestionali e
amministrative più idonee, nonché delle novità introdotte dalla L. 107/2015.
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