Il sindacato ha constatato forti preoccupazioni tra i lavoratori interessati alle 150mila assunzioni a tempo indeterminato già previste dalla Legge di Stabilità 2015: va data loro la possibilità di procedere subito al trasferimento o all’assegnazione provvisoria. Solo in Italia si continua a non ottemperare all'articolo 8 della Convenzione sulla giurisprudenza europea in tema di diritto familiare.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): le regole concordate dai sindacati
non sono più adeguate a fronteggiare il “piano straordinario” di immissioni in
ruolo. Sarebbe un segnale importante per la tutela di chi verrà collocato in scuole a centinaia di chilometri da
casa, con non indifferenti spese di trasporti, vitto e alloggio.
Decine di
migliaia di insegnanti da assumere nella scuola pubblica nei prossimi mesi rischiano
seriamente di essere assegnati in un istituto collocato in una regione diversa
dalla propria e di rimanervi per almeno tre anni: l’amministrazione scolastica
provveda al più presto ad azzerare il vincolo sulla mobilità territoriale
previsto dal contratto nazionale vigente, perché non è più adeguato ad
affrontare il “piano straordinario” di immissioni in ruolo, previsto in estate,
la cui copertura economica è stata giù prevista dal Governo attraverso i commi
3 e 4 della Legge di Stabilità 2015. A chiederlo è l’associazione sindacale
Anief, dopo aver registrato, nel corso di centinaia di seminari svolti nelle
ultime settimane sulla riforma ‘La Buona Scuola’, forti preoccupazioni tra il
personale docente precario interessato alle 150mila assunzioni a tempo
indeterminato.
Secondo alcune
stime attendibili, da verificare attraverso il censimento in corso da parte del
Miur, sarebbero circa un terzo i docenti precari, oggi inseriti nelle
graduatorie ad esaurimento, che verranno assunti e collocati all’interno dell’organico
funzionale oppure in quello di fatto, quindi su posti sganciati da quelli
inizialmente prefissati dall’amministrazione in vista del prossimo anno
scolastico.
“È necessario che
si provveda sin da ora a modificare le regole sulla mobilità territoriale,
prevedendo il trasferimento o l’assegnazione provvisoria per i tanti precari
assunti lontano da casa”, chiede Marcello
Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.
“Va al più presto
messo mano all’ipotesi di Contratto
collettivo nazionale di lavoro sulla mobilità 2015/16, sottoscritto il 26
novembre scorso. Ma anche alla bozza iniziale della ‘Buona Scuola’, perché proprio
nelle linee guida di riforma governativa del settore si prevede l’assunzione
fuori regione. Solo che le regole concordate dai sindacati non sono più
adeguate a fronteggiare tale eventualità. Soprattutto perché potrebbe
riguardare davvero tanti neo immessi in ruolo. Si preveda, in sostanza, a dare
loro la possibilità di accedere al trasferimento o all’assegnazione provvisoria
immediata. Se ciò non dovesse essere possibile, al massimo – conclude Pacifico –
si permetta ai nuovi assunti di avvicinarsi a casa immediatamente dopo aver
svolto l’anno di prova”.
Va ricordato che
il maxi piano di 150mila assunzioni, conseguente alla sentenza della Corte di
Giustizia europea del 26 novembre scorso, avverrà in regime di invarianza
finanziaria: se passera la ‘Buona Scuola’, almeno fino al 2021 i neo-assunti non
potranno accedere ad alcun aumento stipendiale legato al merito. Ciò significa
che per almeno 6 anni consecutivi un docente percepirà una busta paga che non
andrà oltre i 1.200 euro netti. Il
rinnovato Contratto collettivo nazionale di categoria, sottoscritto il 4 agosto
2011 da altri sindacati accondiscendenti la linea del Governo, ha infatti
permesso l’attuazione delle assunzioni in cambio della cancellazione per
diversi anni degli oneri di cui lo Stato dovrebbe farsi carico: l’accordo ha
legalizzato, di fatto, un vero e proprio scippo del primo gradone stipendiale
dei neo-assunti. Con il sistema in vigore degli scatti stipendiali, questo
accordo farebbe rimanere incredibilmente congelato lo stipendio dei neo-assunti
per ben nove anni.
“Alla luce di tutto ciò, considerando anche gli stipendi davvero ridotti
che tutti questi insegnanti dovranno percepire per diversi anni, almeno si permetta loro di presentare subito domanda di trasferimento
o assegnazione provvisoria: ciò comporterebbe un segnale importante, soprattutto
nei confronti di chi è collocato in scuole a centinaia di chilometri da casa,
con non indifferenti spese di trasporti, vitto e alloggio. Anche perché, è bene
ricordarlo, quella di bloccare la sede di lavoro per così tanto tempo è
un'ingerenza tutta italiana, in palese contrasto – conclude il presidente Anief
- con l'articolo 8 della Convenzione sulla giurisprudenza europea in tema di
diritto familiare”.
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