Oggi a Viterbo apre i battenti Tuscia Food Valley, una mostra che raccoglie le ultime novità dell'agroalimentare, spaziando dallo "smartfood" all'ecosostenibilità fino alle colture integrate. L'Università della Tuscia, in collaborazione con L'Università di Roma Tre e L'Università la Sapienza, condivide i risultati dei propri progetti con imprenditori e mondo agricolo.
Questi sono alcuni degli spunti presenti in un'esposizione ricca, complessa e concepita non solo per addetti ai lavori, anche grazie ad un allestimento speciale che attraverso installazioni originali e interattive traduce in termini divulgativi i risultati di ricerche scientifiche.
Ci sono il pomodoro nero e la mela a polpa rossa, i vigneti mappati da satellite o le acque irrigue purificate con energia solare: Tuscia Food Valley è il risultato delle più recenti ricerche scientifiche nell'agroalimentare, che l'Università della Tuscia ha deciso di divulgare perché dalle aule degli atenei raggiungano il pubblico più vasto, soprattutto attraverso i giovani e le start-up.
All'interno di un percorso espositivo creato attraverso installazioni interattive e sensoriali, si scoprono i segreti di un settore all'avanguardia, in cui il recupero del passato e della biodiversità in estinzione si unisce alle ultime tecnologie al servizio del risparmio energetico, idrico e del recupero degli scarti.
Ma non solo. A Viterbo scopriamo come il cibo diventi smart in modo del tutto naturale. Come il "Sunblack" il pomodoro nero ricco di antociani, ottenuto da semplici incroci di più specie: la presenza di sostanze nutritive normalmente assenti nell'ortaggio rosso e con azione antiossidante trasformano il pomodoro in un concentrato di proprietà anti-invecchiamento.
Altro esperimento riuscito è "Italian red passion" la mela a polpa rossa ottenuta dall'impollinazione libera delle tante mele dimenticate dell'Appennino centrale, dimostrazione di come la ricerca scientifica spesso incontri la tradizione agricola passata.
O ancora, il "grano duro soft", un frumento a metà tra il duro e il tenero, che riunisce le caratteristiche qualitative della semola e quelle fisiche della farina, adattandosi a tutte le trasformazioni e capace di unire le tecniche di molitura e di abbattere i costi produttivi.
Tutti esempi di prodotti che soddisfano nuove esigenze nutritive e anche commerciali, andando incontro ai gusti esigenti dei palati di oggi.
Nella sezione Colture, è esposta una delle innovazioni più interessanti: l'acquaponica, un sistema di produzione a ciclo chiuso che integra una coltivazione idroponica con acquacoltura. L'associazione tra piante e pesci crea un circolo virtuoso dal punto di vista energetico, che permette di risparmiare sui fertilizzanti, forniti dai pesci, e sulla depurazione delle acque, garantita dalle piante. Si crea così un sistema integrato di fertilizzazione e ittio-depurazione delle acque efficiente, ecologico e capace di abbattere i costi di produzione.
Un altro ambito dove la tecnologia e la ricerca possono essere determinanti per lo sviluppo dell'agroalimentare è nell'applicazione delle tecnologie satellitari: con Vitimap si ottiene la mappatura ad altissima definizione dei vigneti. In questo modo, ogni filare sarà monitorato nel dettaglio, e si potrà individuare il momento più adatto per la raccolta, oltre ad ottimizzare le operazioni di fertilizzazione e di irrigazione, evitando gli sprechi.
Riguardo il risparmio idrico, un sistema di purificazione dell'acqua salata e a costo energetico zero illustra una modalità di irrigazione, che sfrutta la sola energia solare per desalinizzare l'acqua con progressive evaporazioni e condensazioni del vapore: una valida alternativa all'irrigazione tradizionale in zone aride o costiere.
Le ricerche intorno al cibo dell'Università della Tuscia non guardano solo all'innovazione, ma sono altresì rivolte alla ricostruzione delle antiche tradizioni alimentari, a testimonianza del fatto che Smart Food Valley è il risultato di un lavoro corale portato avanti dai vari dipartimenti dell'ateneo viterbese, in collaborazione con Roma Tre e La Sapienza.
Ne è un esempio la sezione Cultura costituita dalle ricerche archeologiche, in cui è inoltre esposto il più antico servizio di piatti da simposio etrusco.
Sempre in questa sezione, il visitatore può attraversare virtualmente un antico vigneto riprodotto con un'installazione emozionale e interattiva, che mostra la tecnica caratteristica di coltivazione della vite che veniva consociata a piante arbustive o ad alberi da frutto, sviluppandosi come un rampicante.
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