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mercoledì 30 dicembre 2015

SCUOLA – Concorso a cattedra: il Governo autorizza 63.712 posti ma mancano quelli di sostegno e dell'infanzia. Esclusi senza motivo precari storici e prof di ruolo




Da questa procedura concorsuale risultano defenestrati in modo illegittimo anche i giovani laureati. Ciò nonostante sentenze definitive di Tar e Consiglio di Stato, emesse su impugnazione dell’Anief, che sostenevano esattamente il contrario. Il giovane sindacato si prepara quindi a presentare nuovi ricorsi contro il bando di concorso in uscita per oltre 63mila nuovi insegnanti, che avranno lo scopo di permettere l’immissione in ruolo a dei partecipanti illegittimamente esclusi.

Marcello Pacifico (presidente Anief): consigliamo ai laureati e ai docenti di ruolo esclusi di presentare comunque domanda. E, contestualmente, di ricorrere al Tar. Indicazioni dettagliate verranno fornite nei prossimi giorni: l’obiettivo rimane quello, come già accaduto in occasione di analoghe esclusioni illegittime, di partecipare con riserva alle prove selettive per ottenere, in caso di prove superate, l’agognato ruolo.

Il Governo, con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha dunque dato il via libera alle procedure concorsuali per reclutare 63.712 docenti: si tratta di 52.828 posti messi a bando per le discipline comuni, 5.766 per il sostegno (la metà di quelli annunciati) e 5.118 posti di ulteriore “potenziamento” degli istituti. Si prevedono circa 200mila docenti partecipanti, tutti già abilitati, ed i vincitori andranno a coprire i posti lasciati vacanti e disponibili nel corso del triennio 2016-2018.

Ancora una volta, l’Anief si ritrova a fare i conti con delle errate scelte ministeriali. Da questa procedura concorsuale, infatti, risultano esclusi ancora i giovani laureati, come i docenti di ruolo. Ciò nonostante sentenze definitive di Tar e Consiglio di Stato Consiglio di Stato, emesse su impugnazione dell’Anief, sostenevano esattamente il contrario. Il giovane sindacato si prepara quindi a presentare nuovi ricorsi, contro il bando di concorso in uscita per oltre 63mila nuovi insegnanti, che avranno lo scopo di permettere l’immissione in ruolo a dei partecipanti illegittimamente esclusi.

Tra i docenti che non potranno partecipare figurano poi i precari storici, con 36 mesi di servizio svolto. Risultano ignorate le loro proteste, di cui si è fatto carico il sindacato, a cui poteva essere riservata la metà dei posti a legislazione vigente: vengono esclusi, infatti, dalla candidatura sugli stessi posti che da anni coprono come supplenze. Molti dei quali hanno già avviato vertenze milionarie per ottenere risarcimenti danni.

Anief ribadisce, a tal proposito, che l’articolo 35, comma 3-bis, lettera a) del decreto legislativo 165/2001, introdotto con la Legge di stabilità 147/2013, riconosce la possibilità di indire un concorso pubblico con riserva, nel limite del 40% dei posti banditi, ai dipendenti a tempo determinato che, alla data di pubblicazione del bando, abbiano maturato almeno tre anni di servizio presso la stessa amministrazione pubblica che emana il bando di concorso. Una norma, tra l’altro, ribadita dalla Funzione pubblica, con la Circolare 5/2013, che ha disegnato il quadro normativo entro il quale le PA si devono muovere dal 2014 per l'assunzione di personale, alla luce delle novità introdotte dal Dl 101/2013.

Se è vero, infatti, che il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, a partire dall’articolo 399, limita l’accesso agli abilitati, è altrettanto vero che tale disposizione è stata superata già nel “concorsone” del 1999: una sentenza del Consiglio di Stato, infatti, stabilì che potevano partecipare anche tutti i laureati sino all’emanazione del bando di concorso. E tale pronunciamento, favorevole al libero accesso di coloro che sono in possesso del regolare titolo accademico richiesto per l’accesso al concorso, è stata di recente ribadita, sempre dal Consiglio di Stato attraverso la sentenza 15/2015, in occasione dell’ultimo concorso a cattedre con D.D.G. per il Personale Scolastico n. 82 del 24 settembre 2012. Che, non a caso, è stato aperto a tutti i laureati.

“Il nostro sindacato – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – consiglia quindi ai laureati e ai docenti di ruolo esclusi, di presentare comunque la domanda di partecipazione al concorso a cattedra. E contestualmente di ricorrere al Tar. Indicazioni dettagliate verranno fornite nei prossimi giorni: l’obiettivo rimane quello, come già accaduto in occasione di analoghe esclusioni illegittime, di partecipare con riserva alle prove selettive. E di ottenere, se superate le prove, l’agognato ruolo”.

Nel frattempo Eurosofia mette a disposizione i suoi formatori per prepararsi sia per i posti comuni sia per il sostegno dopo essersi specializzata nella preparazione per l'ammissione ai corsi TFA su materie curricolari e sulla specializzazione per il sostegno.


Per approfondimenti:

L’articolo 114 della Legge 107/2015 che ha previsto l’indizione del concorso per Esami e Titoli per nuovi docenti, da pubblicare entro l’ormai passato 1° dicembre 2015:
114. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ferma restando la procedura autorizzatoria, bandisce, entro il 1 dicembre 2015, un concorso per titoli ed esami per a tempo indeterminato di personale docente per le istituzioni scolastiche ed educative statali ai sensi dell'articolo 400 del testo unico di l'assunzione cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come modificato dal comma 113 del presente articolo, per la copertura, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, di tutti i posti vacanti e disponibili nell'organico dell'autonomia, nonché per i posti che si rendano tali nel triennio. Limitatamente al predetto bando sono valorizzati, fra i titoli valutabili in termini di maggiore punteggio:
a) il titolo di abilitazione all'insegnamento conseguito a seguito sia dell'accesso ai percorsi di abilitazione tramite procedure selettive pubbliche per titoli ed esami, sia del conseguimento di specifica laurea magistrale o a ciclo unico;                                 
b) il servizio prestato a tempo determinato, per un periodo continuativo non inferiore a centottanta giorni, nelle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado.

Indagine Jobrapido sul mercato del lavoro: Che tipo di lavoro cercano gli Italiani nel periodo delle festività natalizie e come lo trovano?

Il 79% desidera un impiego con la speranza di mantenerlo anche dopo le festività e il 64% utilizza motori di ricerca come Jobrapido. 

Il 61% è disposto a fare un secondo lavoro per guadagnare di più e solo il 3% dichiara di averlo già.  Inoltre, il settore del largo consumo è preferito dal 58% degli italiani, mentre la conoscenza delle lingue è importante solo per l'8% degli intervistati.


Milano, 30 dicembre 2015 — Il periodo delle festività di fine anno è un'occasione preziosa per chi ricerca lavoro, grazie alla più elevata richiesta di personale da parte di negozi, ristoranti, alberghi e strutture operanti in diversi settori. Quale tipo di lavoro stagionale preferiscono gli italiani? Sarebbero disponibili a svolgere due lavori? Quali strumenti utilizzano per candidarsi?

A queste domande ha cercato di rispondere Jobrapido, primo motore di ricerca di lavoro al mondo attivo in 58 Paesi con oltre 20 milioni di offerte di lavoro postate al mese e più di 60 milioni di utenti registrati – attraverso un'indagine ad-hoc sulle tendenze nella ricerca di un impiego durante il periodo natalizio, svolta a dicembre su un campione di circa 5.000 iscritti alla propria community.

I dati principali della ricerca (vedi infografica in allegato) evidenziano che:

1.      Tra le modalità di candidatura durante il periodo natalizio, il 64% degli italiani ha preferito utilizzare piattaforme online di ricerca lavoro come Jobrapido, Il 17% ha portato il proprio CV direttamente nei negozi e locali vicino a casa, l'11% ha fatto riferimento a contatti personali. Solo l'8% ha usato i social media come canale.

2.      Oltre tre italiani su quattro cercano un lavoro nella speranza di poterlo mantenere successivamente (79%). Al secondo posto delle preferenze c'è un impiego part-time da svolgere in aggiunta al proprio lavoro quotidiano (10%), mentre solo il 4% ricerca un impiego esclusivamente per il periodo natalizio.

3.      La maggioranza degli italiani sarebbe disposta a svolgere un secondo lavoro, per poter guadagnare di più a fine mese (61%). Sono pochi invece gli intervistati che hanno già una seconda occupazione (3%), mentre il 15% si dichiara non soddisfatto del proprio lavoro e cerca un secondo impiego per potersi esprimere al meglio.

4.      Il 58% degli italiani vorrebbe lavorare nel settore del largo consumo, mentre al secondo posto si posizionano il settore turistico-alberghiero e quello della ristorazione, con il 12% delle preferenze.

5.      La capacità di relazionarsi con il cliente e il saper sostenere alti ritmi di lavoro sono le qualità che gli italiani reputano tra le più importanti per svolgere un lavoro "natalizio", scelte rispettivamente dal 40% e dal 34%, mentre la conoscenza delle lingue è prioritaria solo per l'8% degli intervistati.

"Tra gli aspetti che emergono in questa indagine" - spiega Rob Brouwer, CEO di Jobrapido – "c'è l'affermarsi della tendenza a ricercare una seconda occupazione, a conferma di un mercato del lavoro in continua evoluzione. I professionisti infatti, non solo desiderano incrementare il proprio reddito mensile, ma sono anche alla ricerca di nuovi stimoli e opportunità per esprimere al meglio il proprio talento."

"Un altro indicatore dei tempi" – continua Rob Brouwer -  "è che i motori di ricerca online come Jobrapido stanno prendendo sempre più piede anche per lavori stagionali, e vengono preferiti, ad esempio, alla consegna manuale del CV o all'affidarsi a contatti personali".


Jobrapido
Jobrapido è il motore di ricerca di lavoro leader a livello mondiale. Azienda all'avanguardia, Jobrapido sta delineando una nuova modalità nell'online recruitment, per rivoluzionare il modo in cui le persone trovano lavoro. Jobrapido analizza e aggrega le offerte di lavoro sul web, per fare in modo che i candidati possano trovare i lavori in linea con le proprie aspettative. Grazie a una tecnologia pionieristica e a prodotti innovativi, Jobrapido mette in relazione le aziende con i migliori candidati e potenziali lavoratori. Fondato nel 2006, Jobrapido conta ora oltre 20 milioni di lavori pubblicati ogni mese, 35 milioni di unique users mensili e oltre 60 milioni di utenti registrati. Dal suo headquarter a Milano, Jobrapido è presente in 58 Paesi, e aiuta chi cerca lavoro a candidarsi per un ruolo in linea con le proprie aspettative, e chi offre lavoro a  trovare il candidato adatto al ruolo. Da aprile del 2014, Jobrapido fa parte di Symphony Technology Group (STG).




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I CARE ITALIA: STUDENTI PER IL PROGRESSO SCIENTIFICO-TECNOLOGICO

"Il divertimento della ricerca scientifica è anche trovare sempre altre frontiere da superare, costruire mezzi più potenti d'indagine, teorie più complesse, cercare sempre di progredire pur sapendo che probabilmente ci si avvicinerà sempre di più a comprendere la realtà, senza arrivare mai a capirla completamente"

Margherita Hack



Ci piacerebbe collaborare con gli studenti di tutta Italia per unirci assieme nella richiesta, indirizzata ai Dipartimenti scientifici di tutti gli Istituti Universitari, di offrire la possibilità agli studenti non solo di discutere e confrontarsi sul tema dei metodi alternativi, ma anche di introdurre corsi teorici e/o pratici, bandi e concorsi che promuovano i suddetti.

E' un'iniziativa aperta a tutti gli studenti che credono in una ricerca medico-scientifica tecnologicamente avanzata di rilevanza umana che abbandoni definitivamente il modello animale, una ricerca che si metta sempre in discussione, in modo tale che possa rinnovarsi costantemente.

Per qualsiasi informazione o per aderire a questa iniziativa scriveteci a: 
studpdprogresso@gmail.com


ricerCARE: www.ricer.care
La Ricerca Scientifica che non uccide e non crea sofferenza

lunedì 28 dicembre 2015

Lavoro & Professioni. Federprivacy: necessari 100.000 esperti di privacy

Tra quelle obbligate per legge e quelle chiamate ad adeguarsi per rimanere competitive, con il Regolamento UE le aziende avranno bisogno di esperti di protezione dei dati e privacy officer. 
In attesa di specifiche norme UNI per definire gli standard professionali, competenze sotto la lente degli head hunter.


Firenze, 28 dicembre 2015 - Dopo quattro lunghi anni di tira e molla a Bruxelles, l'iter del Regolamento Europeo é finalmente arrivato al traguardo, e con l'accordo raggiunto nei negoziati finali del 15 dicembre la nuova normativa sulla protezione dei dati diventa adesso una realtà.

Oltre che misure più adeguate per tutelare la privacy dei cittadini nell'era digitale, la nuova normativa sulla protezione dei dati personali introduce le tanto attese regole che permetteranno alle imprese italiane ed europee di giocare la partita del mercato unico digitale alla pari con le aziende che hanno sede fuori dall'area UE, colossi americani del web compresi, che avranno due anni di tempo per conformarsi.

Secondo le stime dell'Osservatorio di Federprivacy, con 20mila pubbliche amministrazioni, circa 25mila imprese che attualmente dichiarano di trattare dati soggetti a rischio elevato, e 3.500 grandi aziende operanti sul territorio nazionale, arriveranno a quasi 50.000 le aziende e le pubbliche amministrazioni che rientrano direttamente nell'obbligo normativo di nominare un responsabile della protezione dei dati.

"A prescindere dai parametri dettati dal Regolamento UE per stabilire se ricadono o meno nell'obbligo di nominare un responsabile, le aziende che per restare competitive dovranno necessariamente adeguarsi ed avere le carte in regola per giocare la partita del mercato digitale sono molte di più: basti pensare alle 75mila aziende italiane che operano già nei settori dell'ICT, che adesso dovranno avvalersi di privacy officer ed altri professionisti specializzati della materia in grado di affrontare una normativa complessa con problematiche che non possono essere gestite da consulenti improvvisati o da dipendenti tuttofare - spiega il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi - Anche professionisti con una conoscenza meramente accademica non completata da competenze specifiche e comprovate, esporrebbero le aziende a rischi di sanzioni pesantissime. Dati alla mano, ci sono quindi i presupposti per un fabbisogno di oltre 100mila professionisti della privacy, ma a condizione che coloro che si propongono come esperti della materia rispondano alle reali esigenze di mercato, perché le aziende dovranno essere molto selettive."

Con il Regolamento UE violazioni ed errori costeranno infatti cari ai trasgressori, con multe severissime che potranno arrivare a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato globale dell'azienda, e affidare la consulenza al professionista sbagliato potrebbe risultare un errore fatale.

Una difficoltà in più che dovranno affrontare le aziende e le agenzie di recruiting‎ nel processo di selezione, viene dal fatto che non esiste al momento un albo ufficiale dei professionisti della privacy e neanche standard riconosciuti, e chiunque si può potenzialmente proporre come esperto di privacy o data protection officer.

Un importante contributo per fare chiarezza sul mercato, verrà dalla pubblicazione di specifiche norme tecniche, per le quali i lavori stanno procedendo in UNI con l'obiettivo di definire precisamente nei prossimi anni gli standard che dovranno rispettare i professionisti della privacy.

Nel frattempo, Federprivacy iscritta presso il Ministero dello Sviluppo Economico come associazione professionale ai sensi della Legge 4/2013, si è comunque attivata elaborando un proprio disciplinare, attraverso il quale i professionisti possono ottenere la certificazione rilasciata dal TÜV Examination Institute. Coloro che hanno iniziato il processo di certificazione sono oltre 1.000, e di questi quasi 300 hanno già ottenuto il riconoscimento dell'ente tedesco.

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Con lo smart working si lavora di più


Manager e professionisti sono sempre connessi
e aumenta il tempo dedicato al lavoro
La tecnologia consente di lavorare fuori ufficio con numerosi vantaggi, ma riduce il tempo libero. Il lunedì è il giorno più lungo e anche nei weekend sono previsti impegni lavorativi.
Milano, 28 dicembre 2015. Lavorare diverse ore in più oltre i tradizionali orari d'ufficio è ormai una consuetudine per la maggior parte dei manager e professionisti. In Italia il 21% degli intervistati dichiara di lavorare anche 15 ore in più alla settimana. E' quanto emerge dai dati raccolti da Regus, (www.regus.it) il principale fornitore globale di uffici flessibili e spazi di coworking, attraverso una ricerca condotta su un vasto panel internazionale di imprese clienti (44.000 interviste in 105 paesi).
Le nuove tecnologie e le connessioni di rete sempre più veloci consentono di essere sempre connessi attraverso i dispositivi digitali e di poter lavorare in modalità smart working anche lontano dall'ufficio tradizionale oltre il classico orario 9-18.
Scopri cos'è il lavoro agile: http://bit.ly/1WQ7Kzg
Sicuramente ciò costituisce un grande vantaggio in termini di flessibilità e di produttività, con notevoli benefici nella gestione delle relazioni con clienti, fornitori e colleghi. Ma il corretto bilanciamento tra lavoro e vita privata (worklife balance) viene messo a rischio da un sovraccarico di lavoro e da una sensibile riduzione del tempo libero da dedicare al riposo.
Europei sempre connessi e al lavoro
Anche negli altri paesi europei la situazione è analoga all'Italia, in Francia addirittura un intervistato su tre (27%) dichiara di lavorare oltre 15 ore settimanali in più, mentre anche in Germania (16%) Spagna (16%) e Regno Unito (17%) le percentuali degli "stakanovisti" con oltre 15 ore lavorative di straordinari ogni settimana è molto elevata e la media globale si attesta al 14% degli intervistati.
Il lunedì è il giorno dove si lavora per più tempo
Il giorno lavorativo più lungo è lunedì: il 14% degli intervistati italiani dichiara infatti che il primo giorno della settimana richiede un impegno lavorativo per un tempo maggiore rispetto agli altri; questo dato è allineato alla media globale degli altri paesi che registra il 16%.
Anche sabato richiede molto tempo da dedicare al lavoro, sino ad essere il secondo giorno più impegnativo della settimana per il 12% dei manager e imprenditori italiani intervistati.  Mentre in Francia (6%) e in Germania (4,7%) i sabati lavorativi registrano percentuali più contenute.

Mauro Mordini, country manager di Regus in Italia ha dichiarato: "Grazie alle connessioni di rete e ai dispositivi mobili cresce il lavoro agile con notevoli benefici in termini di efficienza e produttività, anche se il fatto di essere sempre connessi e disponibili può creare una limitazione del proprio tempo libero. Questa situazione di overworking può essere compensata con la riduzione dei tempi dedicati ai viaggi e agli spostamenti, in particolare negli orari di punta, lavorando da remoto con l'utilizzo di spazi di lavoro flessibili e professionali vicino a casa o dove si è più comodi per il tempo che serve".
Informazioni su Regus:
Regus è il fornitore mondiale di spazi di lavoro flessibili
La sua rete, composta da oltre 2.300 business center dislocati in 850 citta e 106 Paesi, offre spazi di alta qualità, pratici e completamente attrezzati, sia per pochi minuti che per più anni. Aziende come Google, Toshiba e GlaxoSmithKline scelgono Regus per lavorare in modo agile e assicurare maggiori possibilità di successo alle proprie attività.
Il segreto di un ufficio flessibile è la praticità, per questo Regus continua ad aprire centri ovunque i suoi 2,1 milioni di clienti abbiano bisogno di supporto: centri cittadini, distretti suburbani, centri commerciali e outlet, stazioni ferroviarie, stazioni di servizio in autostrada e persino community center.
Regus è stata fondata a Bruxelles, in Belgio, nel 1989. La sua sede centrale è in Lussemburgo ed è quotata presso la Borsa di Londra. 



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domenica 27 dicembre 2015

Incontro sulla didattica ludico-inclusiva al Teatro Margherita di Bari

INCONTRO
Lunedì 28 dicembre dalle 10,30 alle 12

Teatro Margherita di Bari



Il prossimo appuntamento de Il Mondo di San Nicola è previsto per lunedì 28 dicembre dalle 10,30 alle 12 sempre al Teatro Margherita. L'incontro sarà dedicato alla "didattica ludico-inclusiva" e illustrerà le buone pratiche per rendere "l'inclusione" uno stile di vita partendo dalla scuola primaria.
L'associazione Centro Volontari della Sofferenza di Bitritto, in collaborazione con la sua responsabile Chiara Iaccarini, Roberto Di Marcantonio, vice presidente della Fondazione Nikolaos, e Patrizia Barbaro, docente della Scuola Primaria "Re David" di Bari, offriranno un momento ludico in cui verranno coinvolti oltre 20 alunni della 4 classe primaria che collaboreranno con 10 ragazzi disabili in un percorso giocosamente inclusivo.
ll Mondo di San Nicola, diretto artisticamente da Francesco Brollo, è un evento mutidisciplinare organizzato dalla Fondazione Nikolaos, con l'associazione CinEthic, con il sostegno del Comune di Bari (Assessorato alle Culture, Turismo, Partecipazione e Attuazione del Programma), e in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bari, Teatro Pubblico Pugliese, Apulia Film Commission, Università degli Studi di Bari, la cooperativa Coar, l'agenzia di comunicazione Pooya e PugliArte (con il patrocinio della Regione Puglia e del Corpo Consolare di Puglia e Basilicata).
Ingresso libero. Info e prenotazioni sul sito www.ilmondodisannicola.it.


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sabato 19 dicembre 2015

SCUOLA – Docenti precari, gli abilitati con diploma magistrale e provvedimento favorevole vanno inseriti nelle GaE: partite le diffide Anief agli uffici scolastici che non si adeguano


Solo alcuni Ambiti Territoriali hanno scritto ai dirigenti scolastici per ricordare loro che, laddove vi siano supplenti destinatari di positivo provvedimento del giudice, in virtù di ordinanze emanate nella stessa direzione dal Consiglio di Stato o dal Tribunale del Lavoro, le graduatorie non possono considerarsi esaurite. In presenza di posti disponibili, va quindi dato seguito alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato, con tutti gli effetti giuridici ed economici che ne derivano.

Marcello Pacifico (presidente Anief): non c’è tempo da perdere, perché un ulteriore ritardo nella corretta ottemperanza di tali disposizioni può determinare un danno enorme ai ricorrenti, anche in vista delle nuove convocazioni per l’attribuzione di contratti di lavoro a tempo determinato che hanno avuto inizio in questi giorni e che, in alcune province, non sono ancora concluse.

Sulla gestione dei precari della scuola c’è un punto fermo, che però non tutte le amministrazioni scolastiche hanno ancora compreso: le graduatorie ad esaurimento della primaria e dell’infanzia non possono essere considerate esaurite e prive di candidati, in tutti quei casi che vi siano docenti con il diploma magistrale abilitante conseguito entro il 2001/02, destinatari di favorevole provvedimento del giudice. In pieno rispetto di quanto disposto dalle ordinanze emanate nella stessa direzione dal Consiglio di Stato. A ben esplicitare tale comportamento da assumere a livello di amministrazione scolastica locale è stato sinora l’Ambito Territoriale di Siena, che ha inviato a tutte le scuole dell’area una nota, la n. 4604, con cui invita i dirigenti scolastici “a tener conto sia degli aspiranti muniti di sentenza o provvedimento cautelare del Giudice del Lavoro, che siano stati ritualmente notificati e per cui quindi sia stato avviato da parte di questo UST il necessario provvedimento di esecuzione, sia degli aspiranti muniti di provvedimento, anche cautelare, del Giudice Amministrativo”.

L’ufficio scolastico periferico toscano, dunque, fornisce disposizioni operative per dare seguito a tutti i provvedimenti dei giudici favorevoli ai precari con diploma magistrale ricorrenti. Come indicato da precedente nota operativa dell'Usr Toscana sul conferimento delle supplenze annuali. Il riferimento dei due uffici scolastici è alle ordinanze del Consiglio di Stato n. 3900/2015, n. 3901/2015, n. 3951/2015 e n. 3952/2015 nonché successive Ordinanze di Ottemperanza emanate dal Consiglio di Stato nn. 5490/15, 5493/15, 5497/15, 5495/15. Anche altri Ambiti Territoriali scolastici, come Rieti, stanno correttamente ottemperando inserendo i ricorrenti con provvedimento favorevole nelle GaE e chiarendo che possono firmare contratti di qualsiasi natura giuridica. Tuttavia, dalla maggior parte delle Amministrazioni interessate permane un silenzio imbarazzante, purtroppo tipico delle amministrazioni scolastiche italiane o addirittura si mostrano atteggiamenti a dir poco “ostruzionistici” come quello posto in essere dall’AT di Roma, già diffidato per tempo dall’Anief ad operare una corretta esecuzione dei provvedimenti ottenuti in tribunale.

Il sindacato, che tutela oltre 9mila diplomati magistrale ancora non inseriti nelle GaE, non può però tollerare tale comportamento. Perché lede i diritti dei docenti precari ricorrenti. E soprattutto determina un danno evidente alla loro professione. Pertanto, Anief ha deciso di diffidare tutti gli Ambiti Territoriali che non ottemperano a quanto stabilito dai giudici a favore dei ricorrenti abilitati con diploma magistrale: costoro, infatti, devono essere immediatamente inseriti nella III fascia delle graduatorie ad esaurimento dell’ambito territoriale di interesse per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, valide per il triennio 2014/2017. Il loro inserimento, inoltre, va realizzato a “pettine”, attraverso l’attribuzione del punteggio derivante dai titoli e dai servizi posseduti. Dando quindi seguito, come previsto dalla Legge, in presenza di posti disponibili, alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato, con tutti gli effetti giuridici ed economici che ne derivano.

“Non c’è tempo da perdere, perché – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – un ulteriore ritardo nella corretta ottemperanza di tali disposizioni può determinare un danno enorme ai ricorrenti, anche in vista delle nuove convocazioni per l’attribuzione di contratti di lavoro a tempo determinato che hanno avuto inizio in questi giorni e che, in alcune province, non sono ancora concluse. Per questo, abbiamo deciso di diffidare tutte le amministrazioni che non si adeguano”.

In queste ore l’Anief ha, quindi, richiesto ad Ambiti Territoriali e Usr che vengano immediatamente trasmessi a mezzo Pec “i provvedimenti di esecuzione delle Ordinanze citate emanati dal competente Ambito Territoriale di interesse di ciascun ricorrente e che dimostrino l’opportuna e corretta esecuzione dei provvedimenti giudiziali” ottenuti in favore degli stessi. Inoltre, sempre gli Ambiti Territoriali, dovranno provvedere “all'immediato inserimento dei ricorrenti nella III fascia delle GAE, e nella correlata I fascia delle GI, secondo il punteggio maturato dai ricorrenti stessi come risultante in base ai titoli e servizi indicati nelle domande di aggiornamento già in possesso di ciascun Ambito Territoriale competente e di provvedere all’eventuale convocazione degli stessi al fine dell’individuazione quali destinatari di contratti di lavoro”.

In caso negativo, il giovane sindacato tutelerà i docenti danneggiati avviando apposite azioni legali, da attuare “presso tutte le opportune sedi, anche penali, al fine di dare corretta applicazione a quanto già disposto dal Giudice in loro favore e volte al riconoscimento del diritto al corretto inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento in base al punteggio posseduto, alla conseguente convocazione e individuazione per l’eventuale stipula di contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato e all’eventuale risarcimento di tutti danni subiti”.

Il sindacato rammenta che il passaggio dalle graduatorie d’istituto a quelle ad esaurimento non è estensivo a tutta la categoria dei diplomati magistrale: a fronte di una sentenza del Consiglio di Stato, i benefici derivanti vengono adottati con certezza solamente ai ricorrenti.


Per approfondimenti:







19 dicembre 2015