Con l’inizio dell’estate si dovrebbe
procedere allo svolgimento della prova pre-selettiva, successivamente allo scritto,
all’orale e ai quattro mesi di corso, d’ora in poi gestito dal Miur e riservato
a coloro che verranno reputati idonei. Tutti i pareri, vincolanti e non, sono
cosa fatta o in via di definizione. Intanto, l’anno prossimo, considerando
l’attuale situazione e i pensionamenti, le reggenze sfioreranno proprio quota
2mila. Visto che i vincitori verranno spalmati per il successivo triennio e la
quota eccedente di idonei, i 2mila posti sono il minimo che l’amministrazione
possa prevedere. Ci sono novità nel nuovo regolamento, ma non quella che avrebbe dovuto
permettere l’accesso al concorso dei docenti precari già abilitati. Eppure, precise
norme ordinarie e costituzionali, giudicano illegittima tale esclusione: pertanto,
Anief ha deciso di
ricorrere per far partecipare tutti i precari con cinque anni di servizio
svolto nelle scuole pubbliche o paritarie.
Marcello Pacifico
(Anief-Cisal): il disastro accaduto nel corso di quest’anno, con una scuola
italiana su tre costretta ad avere il dirigente scolastico in ‘condominio’ con
altri istituti, non è servito a nulla. Alla fine, i soliti immancabili intoppi
legislativi hanno rimandato l’approvazione del bando. Ora ci siamo, ma nel
nuovo regolamento del concorso non è stato sistemato tutto: l’apertura ai
precari storici avrebbe fatto bene pure a ridurre l’età media dei nostri
presidi. Noi, però, non ci stiamo: invitiamo i diretti interessati a non
demordere e a intraprendere l’ennesima battaglia legale durante la quale faremo
valere le nostre ragioni.
L’attesa è
finita: entro 30 giorni il bando di concorso per diventare dirigente scolastico,
finalmente, dovrebbe vedere la luce ed essere pubblicato. Già con l’inizio
dell’estate si potrà procedere allo svolgimento della prova pre-selettiva;
successivamente si passerà allo scritto, all’orale e ai quattro mesi di corso, d’ora
in poi gestito dal Miur e riservato a coloro che verranno reputati idonei. Anche
i pareri mancanti sul nuovo regolamento, in particolare quelli della Presidenza
del Consiglio dei ministri, della Funzione pubblica e del Ministero
dell’Economia, oltre che il visto della Corte dei Conti, tutti indispensabili
per permettere l’autorizzazione a bandire il corso-concorso, sono cosa fatta o in
via di definizione.
A riferirlo è la
stampa nazionale e specialistica secondo cui il bando sarà pubblicato in G.U.
entro il prossimo 30 aprile, con i posti messi a bando che dovrebbero
raddoppiare passando da più 1.000 a 2.000. “Se i numeri dovessero essere
confermati – scrive Orizzonte
Scuola - si tratterebbe di un’ottima notizia, considerato che solo le
reggenze sono circa 1.233 e altrettanti dirigenti, allo stato attuale, sono
costretti a fare salti mortali per dirigere due Istituti con numerosi plessi,
spesso dislocati lontani l’uno dall’altro”.
Anche Anief
reputa che l’incremento dei posti da assegnare per il concorso per dirigenti
scolastici sia una condizione necessaria, anzi indispensabile, per evitare
grossi problemi nell’organizzazione e conduzione scolastica di tanti istituti
pubblici. Se si tiene conto del turn over
e della quota eccedente di idonei prevista per i concorsi pubblici, ma anche
del fatto che i vincitori della selezione andranno “spalmati” sul prossimo
triennio, un bando per 2mila dirigenze pubbliche scolastiche è il minimo che
l’amministrazione possa prevedere. A meno che non si vogliano ripetere i
disastri degli ultimi anni, con i presidi a rincorrere anche 8-10 e più sedi,
nemmeno collocate troppo vicine. Con il caso limite di un capo
d’istituto lombardo a cui sono state assegnate 21 sedi e 3mila alunni.
Questa condizione, tuttavia, si ripeterà, anche il prossimo anno scolastico:
considerando i pensionamenti, arriveremo a sfiorare le 2mila scuole orfane del
loro preside, che quindi andranno in reggenza, su un totale di 8.400.
Alla luce anche
di tale situazione, oltre che per il rispetto del diritto dell’equo
trattamento, per il sindacato si deve anche provvedere all’approvazione urgente
di una sanatoria per tutti i contenziosi
pendenti, non solo per quelli del concorso del 2004, attraverso l’organizzazione
di un corso formativo ad hoc di 80
ore.
Per quanto
riguarda l’accesso al concorso, sembra che il Miur abbia deciso di dare seguito
solo in parte alla richiesta dell’Anief di considerare utile per il
raggiungimento dei cinque anni di servizio minimo anche il periodo di
precariato, continuando però a escludere dalle prove concorsuali tutti i
docenti precari già abilitati all’insegnamento. Il giovane sindacato,
supportato da precise norme ordinarie e costituzionali, giudica illegittima
l’esclusione del personale precario dal concorso, benché in possesso dei titoli
e dell’anzianità minima richiesta d’insegnamento svolto: pertanto, ha deciso
sin d’ora di
ricorrere per far partecipare tutti i precari con cinque anni di servizio
svolto nelle scuole pubbliche o paritarie. Inoltre, Anief ritiene importante
riservare una quota dei posti da assegnare per le immissioni in ruolo ai vicari
che hanno svolto per almeno tre anni il
ruolo di reggente in una scuola.
“La burocrazia –
commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale
Cisal – ancora
una volta ha prevalso sul buon senso: il disastro accaduto
nel corso di quest’anno, con una scuola italiana su tre costretta ad avere
il dirigente scolastico part time, in
‘condominio’ con altri istituti, non è servito a nulla. Alla fine, i soliti
immancabili intoppi legislativi hanno rimandato l’approvazione del bando. Ora ci siamo, ma
nel nuovo regolamento del concorso non è stato sistemato tutto: il Miur,
infatti, non vuole aprire ai precari storici, con almeno cinque anni di servizio
alle spalle. Eppure, quest'apertura farebbe bene pure anche a ridurre l’età
media dei nostri presidi, davvero troppo alta. Noi, però, non ci stiamo:
abbiamo predisposto un apposito ricorso e invitiamo i diretti interessati a non
demordere e a intraprendere l’ennesima battaglia legale durante la quale faremo
valere le nostre ragioni”.
La normativa,
d’altronde, dà sostegno alla tesi del sindacato: con la sentenza
5011/2014 del Tar del Lazio, i giudici amministrativi hanno confermato che
per partecipare al concorso per dirigenti non serve in modo tassativo aver
sottoscritto un contratto a tempo indeterminato: per svolgere le prove
selettive bisogna solo dimostrare di essere in possesso dell’adeguato titolo di
studio e aver insegnato almeno 5 anni, ovviamente non continuativi. Il tutto, in
linea con quanto statuito nel 2011 dalla Corte
di Giustizia europea sul procedimento C-177/10. Il Tar del Lazio ha
confermato la posizione con la sentenza n. 9729 del 16 settembre
2014, patrocinata dall’Anief, con cui si è stabilito che il servizio
pre-ruolo deve essere valutato esattamente come quello di chi ha un contratto a
tempo indeterminato.
A seguito dello slittamento dei termini del concorso per
dirigenti scolastici, Anief ha quindi riaperto i termini di presentazione del ricorso
al Tar del Lazio finalizzato a far partecipare alla selezione nazionale anche i
docenti precari abilitati. Possono aderire al ricorso i
docenti precari abilitati che hanno prestato almeno cinque anni di servizio
utile (180 gg di servizio per anno scolastico prestato anche in modo non
continuativo, oppure servizio ininterrotto dal 1° febbraio fino al termine
delle operazioni di scrutinio finale) con contratti a tempo determinato in
scuola statale o paritaria. Per le modalità di adesione con il patrocinio del
sindacato cliccare
qui.
Si ricorda,
infine, che Eurosofia,
Ente Qualificato al Miur, in
collaborazione con Anief, ha organizzato un efficace corso di preparazione al
superamento della prova per il Concorso a Dirigente scolastico, affinché i
candidati siano preparati ad affrontare le selezioni con una ricca conoscenza
dell’istituzione e della legislazione scolastica, delle modalità gestionali e
amministrative più idonee, nonché delle novità introdotte dalla Legge 107 del
2015.
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