Milano - CornerJob, l'app leader per il  mobile recruitment, in Italia ha registrato, tra gennaio e ottobre 2018, un  incremento del 400% (rispetto allo stesso periodo del 2017) delle offerte di  lavoro in ambito retail/GDO pubblicate sulla piattaforma.     
I motivi  di questo "boom"? Da una parte un comparto economico che sta correndo sul  percorso della digitalizzazione per migliorare la propria competitività  (soprattutto nei confronti dei giganti dell'e-commerce). Dall'altra la  consapevolezza, ormai chiara, che il migliore mix tra competenze tecnologiche e  soft skills si trova tra i Millennials, una generazione cresciuta con lo  smartphone in mano e che vive tale strumento come prezioso alleato per ogni  aspetto della vita quotidiana.    
Con lo smartphone le nuove  generazioni giocano, si informano, acquistano, guardano i film e…cercano  lavoro.    
Nell'ambito  del  Report Cornerjob 2018 sui Millennials e il mondo del lavoro pubblicato a ottobre, su 1,2 milioni di under 35 intervistati, il 77% dichiara  di utilizzare lo smartphone per cercare lavoro e candidarsi alle offerte, a  questa attività dedica fino a dieci ore alla settimana, preferibilmente nelle  ore serali. Quando, evidentemente, terminati gli impegni della quotidianità, ci  si può concentrare maggiormente e in tutta tranquillità. È un segnale  importante, perché decreta definitivamente che oltre per comunicazione ed  entertainment, nelle vite dei giovani, questo strumento è ormai "normalizzato"  come alleato rapido, reattivo ed efficace per ogni tipo di esperienza o  bisogno.
Cercare lavoro con il  mobile recruitment?  Semplice,  ma non è un gioco.    
"Branding"  è una parola che ricorre spesso nell'era dei social network. Lo utilizzano i  politici, le aziende, gli HR manager. Significa costruire una strategia "di  marca" esattamente come accade con un prodotto. Vale anche per i candidati che,  proprio perché oggi hanno a disposizione strumenti per cercare e trovare  un'occupazione rapidi ed efficaci, devono lavorare sul proprio "candidate  branding" per rendersi, a "colpo d'occhio", attrattivi nei confronti dei  recruiter. CornerJob ha quindi identificato i passaggi chiave per ottimizzarlo.    
1.      In primo  luogo va creata la propria "brand identity", a partire dall'immagine
È ormai chiaro che l'avvento dei social media ha rivoluzionato il linguaggio portando in primo piano quello visivo. Per il candidato quindi è importante che la foto del profilo da utilizzare sulla piattaforma di mobile recruitment sia corretta. Il viso deve vedersi chiaramente e arrivare al "mezzo busto". Il look deve essere professionale senza eccedere in formalità. Una giacca e una camicia sono sufficienti. Un eccesso di formalità può infatti andare a discapito dell'autenticità e comunicare uno stereotipo al posto di un'identità.
È ormai chiaro che l'avvento dei social media ha rivoluzionato il linguaggio portando in primo piano quello visivo. Per il candidato quindi è importante che la foto del profilo da utilizzare sulla piattaforma di mobile recruitment sia corretta. Il viso deve vedersi chiaramente e arrivare al "mezzo busto". Il look deve essere professionale senza eccedere in formalità. Una giacca e una camicia sono sufficienti. Un eccesso di formalità può infatti andare a discapito dell'autenticità e comunicare uno stereotipo al posto di un'identità.
2.      La  compilazione del profilo deve essere sintetica e rilevante    
Oltre a contenere i  principali dati anagrafici, le esperienze maturate e, ad esempio, le lingue  conosciute (informazioni che comunque molte piattaforme raccolgono tramite  questionari guidati), è importante fornire tutte le informazioni, anche  riguardanti il carattere o la personalità, rilevanti per la posizione a cui ci  si candida. In modo sintetico e, allo stesso tempo, esaustivo. Il metodo  migliore è il ragionamento "per hashtag". Che significa selezionare circa dieci  parole chiave che identifichino sé stessi e, infine, inserirle in una breve  narrazione che, più o meno, stia entro le cento parole.    
3.      Verificare  la propria "reputazione digitale"    
Tutti oggi sono sotto gli  occhi di tutti. Anche dei recruiter. È quindi importante, quando si cerca  lavoro, fare una verifica accurata sulla propria presenza on-line. Dai profili  social in poi. Questo non significa doversi censurare: nessuno scarterà mai un  profilo di un candidato che ha pubblicato le foto delle vacanze o i selfie con  i calciatori. Basta tener presente che sui profili social vengono resi pubblici  anche dati circa opinioni, credenze e altri aspetti sensibili. Ma tramite un corretto  utilizzo dei livelli di privacy è possibile decidere chi può vedere cosa.    
4.      Candidarsi  solo per le posizioni per cui si è davvero qualificati      
Spesso, e soprattutto se  disoccupati, la tentazione di candidarsi a quante più posizioni possibili è  forte. Talvolta a prescindere dal fatto di possedere la corretta  qualificazione. È un errore fatale. Per i recruiter il tempo è una risorsa  fondamentale e un profilo che viene scartato perché fuori dal perimetro della  posizione da coprire pregiudica non solo la candidatura attuale, ma anche  quelle future.    
5.      Infine,  la tempestività è essenziale    
Così come le lunghe attese  di un feedback per un candidato possono essere snervanti, per un recruiter il  mancato riscontro a una segnalazione di positiva preselezione può denotare  scarso interesse o superficialità. Anche un ritardo nella risposta può essere  pregiudizievole.  Il "mobile recruitment"  è rapido, reattivo ed efficace. Per questo, quando viene utilizzata un app per  la ricerca di lavoro, è importante sempre attivare le notifiche "push" in modo  da rispondere in tempo reale alle segnalazioni del recruiter. Infine, anche nel  caso in cui la posizione non sia più d'interesse, è importante comunicarlo. Il  posto di lavoro meno rilevante ora non deve infatti precludere opportunità  future. E mantenere il contatto "vivo" con le aziende e gli HR manager,  soprattutto in tempi non facilissimi, è più che importante.    
A PROPOSITO DI CORNERJOB CornerJob è una piattaforma per  dispositivi mobili dedicata alla ricerca di lavoro oggi attiva in Italia,  Francia, Spagna e Messico. Tra i clienti in Italia vediamo nomi del calibro di Adecco,  Randstad, Eataly, Geox, Amnesty International, Generali, Manpower e  Angelini.  Con sede  principale a Barcellona, CornerJob è stata fondata da Miguel Vicente,  Gerard Olivé (già fondatori di Wallapop), David Rodriguez (CEO) e Mauro  Maltagliati (co-founder). Nel 2016 è entrata nella top ten delle app più  scaricate su AppStore e al primo posto delle app nella sezione "economia" di  AppStore e Google Play. E anche nel 2017 è entrata nella top ten AppStore.
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