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lunedì 2 febbraio 2015

SCUOLA – È in arrivo la “banca ore”: servirà a far sparire le supplenze brevi, ma a danno degli studenti



Assieme all’introduzione dell’organico funzionale, permetterà alle scuole di non chiamare più i precari per le sostituzioni di pochi giorni: il prezzo però lo pagheranno le classi, dove verranno collocati insegnanti ‘tappabuchi’. Si vuole utilizzare il “tesoretto” di unità di personale a disposizione principalmente per le sostituzione dei titolari assenti.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il Governo sta prospettando un modello utopico. Non è una Buona Scuola quella che mette dietro la cattedra dei docenti che insegnano discipline a loro sconosciute. Il problema è che oggi non esistono 150mila posti vacanti da assegnare ad altrettanti neo-assunti. Ma invece di trovare soluzioni estemporanee, per fare ‘cassa’, il Governo farebbe bene a reintrodurre quel sesto di ore di tempo scuola cancellato con la riforma Gelmini”: si creerebbero i posti per tutti e ne guadagnerebbe l’offerta formativa.

Per risparmiare 350 milioni di euro, il Governo sta creando un nuovo sistema di sostituzione dei docenti che porterà a danneggiare l’apprendimento scolastico di 8 milioni di studenti: con la riforma, scrive oggi la rivista specializzata ‘Orizzonte Scuola’, si introdurranno “banca ore e organico funzionale”, al fine di permettere “l'eliminazione delle supplenze brevi, o almeno alla maggior parte di esse”. La novità è quindi “la cosiddetta ‘banca delle ore’, che prevede il recupero dei giorni di vacanza dei docenti sotto forma di supplenze. Secondo le stime, il docente metterà a disposizione circa 10 ore annue di lavoro in più non retribuite che serviranno per tappare i buchi dei colleghi assenti”.

Per supplenze brevi, il Ministero intende quelle fino a 30 giorni che costano 1 milione e 800 mila contratti distribuiti su circa 112 mila diversi supplenti ogni anno, concentrati soprattutto nell'infanzia e primaria. Sull'organico funzionale, da settembre 2015, saranno assunti circa 80 mila docenti che avranno il compito di fare supplenze e di occuparsi dell'ampliamento dell'offerta formativa”.

Si vuole utilizzare il “tesoretto” di unità di personale a disposizione principalmente per le sostituzione dei titolari assenti. “Ecco come funzionerà la "banca delle ore". Il calcolo è semplice, 721.590 docenti cui bisognerà aggiungerne altri 148.800 da settembre 2015 per 10 ore cadauno: le scuole avranno a disposizione 8.703.900 ore annue per coprire supplenze. Cifra che, se divisa per le 8.519 istituzioni scolastiche della penisola, fa 1.021 ognuna ogni anno di media. Chiaramente la disponibilità cambierà in base al numero di insegnati per istituzione scolastica”.

Il problema è che nella maggior parte di casi, agli alunni verrà assegnato un docente non specializzato nella materia del collega assente. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “quello che il Governo sta prospettando sulle supplenze nelle scuole è un modello utopico. In questo modo, infatti, dal prossimo anno scolastico tantissimi docenti si ritroverebbero ad insegnare discipline a loro sconosciute: è facile immaginare che purtroppo questi docenti, chiamati ad attuare le supplenze di durata più limitata, verrebbero assegnati su materie per le quali non sono abilitati all’insegnamento e per le quali non hanno attuato alcun percorso formativo specifico. In tal caso, il danno per gli alunni sarebbe assicurato”.

Questo modello, tra l’altro, snaturerebbe del tutto il motivo che ha portato alla necessità di introdurre l’organico funzionale, nel 2012: la costituzione di una Doa, una Dotazione organica aggiuntiva, che nel nostro Paese aveva avuto la luce già vent’anni prima per trovare un copertura di tutte le cattedre attraverso la costituzione di un organico di diritto dove i titolari venivano assegnati ai distretti e non alle singole scuole. Ma sempre sulla loro precipua materia d’insegnamento.

“Anief ribadisce ancora una volta che l’organico funzionale – continua Pacifico – deve essere adottato in favore degli utenti e a beneficio dello sviluppo dell’autonomia scolastica. Invece, quello che si sta paventando è esattamente il contrario: i docenti a disposizione delle scuole sembrerebbero infatti ad essere utilizzati come una sorta di ‘tappabuchi’. Comprendiamo che questa soluzione viene adottata anche perché al momento non esistono 150mila posti vacanti da assegnare ad altrettanti neo-assunti. Ma invece di trovare soluzioni estemporanee, utili a fare ‘cassa’, il Governo farebbe bene a reintrodurre quel sesto di ore di tempo scuola cancellato con la riforma Gelmini”.

“Incrementando il monte orario di insegnamento settimanale – dice ancora il sindacalista Anief-Confedir – si tornerebbe ad un’offerta formativa di qualità. E nel contempo si determinerebbero quelle nuove cattedre da assegnare proprio in occasione delle immissioni in ruolo previste nella prossima estate. Perché una Buona Scuola non può portare in cattedra dei docenti non abilitati nella materia”.

Per approfondimenti:


Organico funzionale: la confusione aumenta (Tecnica della Scuola, 14 gennaio 2015)


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