Assieme all’introduzione dell’organico funzionale,
permetterà alle scuole di non chiamare più i precari per le sostituzioni di
pochi giorni: il prezzo però lo pagheranno le classi, dove verranno collocati
insegnanti ‘tappabuchi’. Si vuole utilizzare il “tesoretto” di unità di
personale a disposizione principalmente per le sostituzione dei titolari
assenti.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il Governo sta
prospettando un modello utopico. Non è una Buona Scuola quella che mette dietro
la cattedra dei docenti che insegnano discipline a loro sconosciute. Il
problema è che oggi non esistono 150mila posti vacanti da assegnare ad altrettanti
neo-assunti. Ma invece di trovare soluzioni estemporanee, per fare ‘cassa’, il
Governo farebbe bene a reintrodurre quel sesto di ore di tempo scuola
cancellato con la riforma Gelmini”: si creerebbero i posti per tutti e ne
guadagnerebbe l’offerta formativa.
Per risparmiare 350
milioni di euro, il Governo sta creando un nuovo sistema di sostituzione dei
docenti che porterà a danneggiare l’apprendimento scolastico di 8 milioni di
studenti: con la riforma, scrive oggi
la rivista specializzata ‘Orizzonte Scuola’, si introdurranno “banca ore e organico funzionale”, al
fine di permettere “l'eliminazione delle
supplenze brevi, o almeno alla maggior parte di esse”. La novità è quindi “la cosiddetta ‘banca delle ore’, che
prevede il recupero dei giorni di vacanza dei docenti sotto forma di supplenze.
Secondo le stime, il docente metterà a disposizione circa 10 ore annue di
lavoro in più non retribuite che serviranno per tappare i buchi dei colleghi
assenti”.
“Per supplenze brevi, il Ministero intende quelle fino a 30 giorni che
costano 1 milione e 800 mila contratti distribuiti su circa 112 mila diversi
supplenti ogni anno, concentrati soprattutto nell'infanzia e primaria.
Sull'organico funzionale, da settembre 2015, saranno assunti circa 80 mila
docenti che avranno il compito di fare supplenze e di occuparsi
dell'ampliamento dell'offerta formativa”.
Si vuole utilizzare il
“tesoretto” di unità di personale a disposizione principalmente per le
sostituzione dei titolari assenti. “Ecco
come funzionerà la "banca delle ore". Il calcolo è semplice, 721.590
docenti cui bisognerà aggiungerne altri 148.800 da settembre 2015 per 10 ore
cadauno: le scuole avranno a disposizione 8.703.900 ore annue per coprire
supplenze. Cifra che, se divisa per le 8.519 istituzioni scolastiche della
penisola, fa 1.021 ognuna ogni anno di media. Chiaramente la disponibilità
cambierà in base al numero di insegnati per istituzione scolastica”.
Il problema è che nella
maggior parte di casi, agli alunni verrà assegnato un docente non specializzato
nella materia del collega assente. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief
e segretario organizzativo Confedir, “quello che il Governo sta prospettando
sulle supplenze nelle scuole è un modello utopico. In questo modo, infatti, dal
prossimo anno scolastico tantissimi docenti si ritroverebbero ad insegnare discipline
a loro sconosciute: è facile immaginare che purtroppo questi docenti, chiamati
ad attuare le supplenze di durata più limitata, verrebbero assegnati su materie
per le quali non sono abilitati all’insegnamento e per le quali non hanno
attuato alcun percorso formativo specifico. In tal caso, il danno per gli
alunni sarebbe assicurato”.
Questo modello, tra
l’altro, snaturerebbe del tutto il motivo che ha portato alla necessità di
introdurre l’organico funzionale, nel 2012: la costituzione di una Doa, una
Dotazione organica aggiuntiva, che nel nostro Paese aveva avuto la luce già
vent’anni prima per trovare un copertura di tutte le cattedre attraverso la
costituzione di un organico di diritto dove i titolari venivano assegnati ai
distretti e non alle singole scuole. Ma sempre sulla loro precipua materia
d’insegnamento.
“Anief ribadisce ancora
una volta che l’organico funzionale – continua Pacifico – deve essere adottato
in favore degli utenti e a beneficio dello sviluppo dell’autonomia scolastica.
Invece, quello che si sta paventando è esattamente il contrario: i docenti a
disposizione delle scuole sembrerebbero infatti ad essere utilizzati come una
sorta di ‘tappabuchi’. Comprendiamo che questa soluzione viene adottata anche
perché al momento non esistono 150mila posti vacanti da assegnare ad altrettanti
neo-assunti. Ma invece di trovare soluzioni estemporanee, utili a fare ‘cassa’,
il Governo farebbe bene a reintrodurre quel sesto di ore di tempo scuola
cancellato con la riforma Gelmini”.
“Incrementando il monte
orario di insegnamento settimanale – dice ancora il sindacalista Anief-Confedir
– si tornerebbe ad un’offerta formativa di qualità. E nel contempo si
determinerebbero quelle nuove cattedre da assegnare proprio in occasione delle
immissioni in ruolo previste nella prossima estate. Perché una Buona Scuola non
può portare in cattedra dei docenti non abilitati nella materia”.
Per approfondimenti:
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