Antonio Tajani, dirigente del Partito popolare europeo e vicepresidente del Parlamento europeo, avvia un’interrogazione ai colleghi di Bruxelles per richiedere la stabilizzazione dei docenti abilitati dopo la chiusura delle GaE: il piano straordinario di assunzioni di 148.100 docenti, proposto dal Governo italiano, risolve solo parzialmente le lacune del sistema giuridico italiano evidenziate dalla sentenza della Corte di Giustizia UE lo scorso 26 novembre. Si tratta di una soluzione discriminatoria.
Marcello Pacifico
(Anief-Confedir): è quanto sosteniamo da mesi. Il Governo non può continuare a ignorare
queste indicazioni sovranazionali: farebbe bene ad accogliere la richiesta
dell’UE inserendo il via libera direttamente nel decreto ‘La Buona Scuola’.
Altrimenti la partita si giocherà tutta nei tribunali.
Si trasforma in un j'accuse sovranazionale la decisione del
Governo italiano di non includere gli abilitati delle Graduatorie di istituto
tra i 150mila docenti da assumere nel corso della prossima estate: dopo le
proteste del fronte sindacale italiano, è di queste ore la notizia della
decisione dell’europarlamentare Antonio Tajani, dirigente del Partito popolare
europeo e attualmente vicepresidente dell'Europarlamento, di avviare un’interrogazione
al Parlamento di Bruxelles per richiedere la stabilizzazione dei docenti
precari abilitati dopo la chiusura delle Graduatorie ad esaurimento.
Nell’interrogazione
si ricorda la storica sentenza emessa a novembre 2014 dalla Corte di Giustizia
UE con cui i giudici di Lussemburgo hanno "stabilito che dopo tre
supplenze annuali un docente debba essere assunto. Con la sentenza la Corte ha
applicato la direttiva n. 70 del 1999 secondo cui dopo 36 mesi di servizio i
‘precari’ hanno diritto ad essere assunti a tempo indeterminato, a meno che non
sussistano ‘ragioni oggettive’".
Secondo l’on.
Tajani "il piano straordinario di assunzioni di 148.100 docenti, proposto
dal Governo il 3 settembre 2014, risolve solo parzialmente le lacune del
sistema giuridico italiano, evidenziate dalla sentenza della Corte di Giustizia
UE. Infatti, se da un lato, il piano stabilizza la situazione contrattuale dei
docenti "precari", dall'altro il piano è stato destinato solo agli
iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento (GaE). Si tratta di una soluzione
discriminatoria a danno di docenti precari che hanno ottenuto l'abilitazione
dopo la chiusura delle GaE".
"Si chiede
alla Commissione – prosegue l’europarlamentare nella sua interrogazione – se è
a conoscenza di questa soluzione discriminatoria derivante da un'applicazione
parziale del Piano di stabilizzazione dei docenti precari italiani e se essa
intende intervenire affinché il Governo italiano applichi in maniera imparziale
e corretta la direttiva 1999/70 sul lavoro a tempo determinato".
Anief
ricorda che le ultime notizie che giungono dalle istituzioni su coloro che verranno
immessi in ruolo confermano l’esclusione di alcune decine di migliaia di
docenti regolarmente abilitati ma considerati di serie B perché non inseriti
nelle GaE. Eppure si tratta di insegnanti in possesso di regolari titoli,
equivalenti a quelli conseguiti dai colleghi inseriti nelle graduatorie
pre-ruolo fino al 2011: il fatto che la loro abilitazione sia stata conseguita
tramite TFA, PAS, SFP, Diploma magistrale, all’Estero, oppure abbiano operato
nell’AFAM per più di 360 giorni, non vuol dire che valgano meno di quelle
prodotte per altre vie.
Tra
questi abilitati, considerati figli di un dio minore, ve ne sono più della
metà, almeno 60mila, che hanno diritto anche all’assunzione, poiché rientranti
nel 36 mesi di servizio svolti su posti vacanti. L’amministrazione statale non
può averli formati nelle proprie Università, aver investito su di loro e ora
far finta che non esistano considerandoli dei lavoratori invisibili.
Anief
su questo ha già presentato un apposito emendamento al
decreto mille proroghe e ora si
prepara a presentarne uno analogo al decreto legge in via di pubblicazione.
Inoltre, il giovane sindacato è pronto a dare battaglia in tribunale: tutti i
docenti precari che hanno svolto più di 36 mesi di servizio, anche non
continuativo, su posti vacanti e volessero ricorrere con Anief possono ancora
farlo rivolgendosi allo stesso sindacato.
“Tenere
bloccati così tanti precari nelle graduatorie d’istituto – spiega Marcello
Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – significa
volerli continuare a reputarli invisibili. È invece arrivato il momento di
rispettare la Costituzione e il diritto comunitario, nonché la professione di
migliaia di italiani che ancora credono nell’alto valore dell’educazione e dell’insegnamento”.
“Il
Governo non può continuare ad ignorare le indicazioni, trasformatesi in monito,
provenienti dall’Europa: l’esecutivo farebbe bene ad accogliere la richiesta
dell’Ue inserendo direttamente nel decreto Buona Scuola il via libera per l’inserimento
dei precari abilitati, oggi collocati nelle graduatorie d’istituto, in una
fascia aggiuntiva delle GaE. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché
possano essere assunti al pari degli altri visto che detengono i medesimi
titoli di coloro che risiedono nelle GaE. Anief lo chiede ormai da diversi
mesi. In caso contrario, la materia diventerà di competenza dei tribunali. E laddove l’Anief riuscirà a diventare rappresentativa, a seguito del
rinnovo delle Rsu di inizio marzo – conclude Pacifico – rivendicheremo questi
diritti anche ai tavoli di trattativa all’Aran e al Ministero dell’Istruzione”.
Per approfondimenti:
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