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sabato 14 febbraio 2015

SCUOLA – Finisce in Parlamento europeo la mancata assunzione dei prof precari delle graduatorie d’istituto


Antonio Tajani, dirigente del Partito popolare europeo e vicepresidente del Parlamento europeo, avvia un’interrogazione ai colleghi di Bruxelles per richiedere la stabilizzazione dei docenti abilitati dopo la chiusura delle GaE: il piano straordinario di assunzioni di 148.100 docenti, proposto dal Governo italiano, risolve solo parzialmente le lacune del sistema giuridico italiano evidenziate dalla sentenza della Corte di Giustizia UE lo scorso 26 novembre. Si tratta di una soluzione discriminatoria.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è quanto sosteniamo da mesi. Il Governo non può continuare a ignorare queste indicazioni sovranazionali: farebbe bene ad accogliere la richiesta dell’UE inserendo il via libera direttamente nel decreto ‘La Buona Scuola’. Altrimenti la partita si giocherà tutta nei tribunali.

Si trasforma in un j'accuse sovranazionale la decisione del Governo italiano di non includere gli abilitati delle Graduatorie di istituto tra i 150mila docenti da assumere nel corso della prossima estate: dopo le proteste del fronte sindacale italiano, è di queste ore la notizia della decisione dell’europarlamentare Antonio Tajani, dirigente del Partito popolare europeo e attualmente vicepresidente dell'Europarlamento, di avviare un’interrogazione al Parlamento di Bruxelles per richiedere la stabilizzazione dei docenti precari abilitati dopo la chiusura delle Graduatorie ad esaurimento.

Nell’interrogazione si ricorda la storica sentenza emessa a novembre 2014 dalla Corte di Giustizia UE con cui i giudici di Lussemburgo hanno "stabilito che dopo tre supplenze annuali un docente debba essere assunto. Con la sentenza la Corte ha applicato la direttiva n. 70 del 1999 secondo cui dopo 36 mesi di servizio i ‘precari’ hanno diritto ad essere assunti a tempo indeterminato, a meno che non sussistano ‘ragioni oggettive’".

Secondo l’on. Tajani "il piano straordinario di assunzioni di 148.100 docenti, proposto dal Governo il 3 settembre 2014, risolve solo parzialmente le lacune del sistema giuridico italiano, evidenziate dalla sentenza della Corte di Giustizia UE. Infatti, se da un lato, il piano stabilizza la situazione contrattuale dei docenti "precari", dall'altro il piano è stato destinato solo agli iscritti nelle Graduatorie ad esaurimento (GaE). Si tratta di una soluzione discriminatoria a danno di docenti precari che hanno ottenuto l'abilitazione dopo la chiusura delle GaE".

"Si chiede alla Commissione – prosegue l’europarlamentare nella sua interrogazione – se è a conoscenza di questa soluzione discriminatoria derivante da un'applicazione parziale del Piano di stabilizzazione dei docenti precari italiani e se essa intende intervenire affinché il Governo italiano applichi in maniera imparziale e corretta la direttiva 1999/70 sul lavoro a tempo determinato".

Anief ricorda che le ultime notizie che giungono dalle istituzioni su coloro che verranno immessi in ruolo confermano l’esclusione di alcune decine di migliaia di docenti regolarmente abilitati ma considerati di serie B perché non inseriti nelle GaE. Eppure si tratta di insegnanti in possesso di regolari titoli, equivalenti a quelli conseguiti dai colleghi inseriti nelle graduatorie pre-ruolo fino al 2011: il fatto che la loro abilitazione sia stata conseguita tramite TFA, PAS, SFP, Diploma magistrale, all’Estero, oppure abbiano operato nell’AFAM per più di 360 giorni, non vuol dire che valgano meno di quelle prodotte per altre vie.

Tra questi abilitati, considerati figli di un dio minore, ve ne sono più della metà, almeno 60mila, che hanno diritto anche all’assunzione, poiché rientranti nel 36 mesi di servizio svolti su posti vacanti. L’amministrazione statale non può averli formati nelle proprie Università, aver investito su di loro e ora far finta che non esistano considerandoli dei lavoratori invisibili.

Anief su questo ha già presentato un apposito emendamento al decreto mille proroghe e ora si prepara a presentarne uno analogo al decreto legge in via di pubblicazione. Inoltre, il giovane sindacato è pronto a dare battaglia in tribunale: tutti i docenti precari che hanno svolto più di 36 mesi di servizio, anche non continuativo, su posti vacanti e volessero ricorrere con Anief possono ancora farlo rivolgendosi allo stesso sindacato.

“Tenere bloccati così tanti precari nelle graduatorie d’istituto – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – significa volerli continuare a reputarli invisibili. È invece arrivato il momento di rispettare la Costituzione e il diritto comunitario, nonché la professione di migliaia di italiani che ancora credono nell’alto valore dell’educazione e dell’insegnamento”.

“Il Governo non può continuare ad ignorare le indicazioni, trasformatesi in monito, provenienti dall’Europa: l’esecutivo farebbe bene ad accogliere la richiesta dell’Ue inserendo direttamente nel decreto Buona Scuola il via libera per l’inserimento dei precari abilitati, oggi collocati nelle graduatorie d’istituto, in una fascia aggiuntiva delle GaE. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché possano essere assunti al pari degli altri visto che detengono i medesimi titoli di coloro che risiedono nelle GaE. Anief lo chiede ormai da diversi mesi. In caso contrario, la materia diventerà di competenza dei tribunali. E laddove l’Anief riuscirà a diventare rappresentativa, a seguito del rinnovo delle Rsu di inizio marzo – conclude Pacifico – rivendicheremo questi diritti anche ai tavoli di trattativa all’Aran e al Ministero dell’Istruzione”.

Per approfondimenti:



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