L'ELEMENTO CENTRALE DELLA RIVOLUZIONE DIGITALE A SCUOLA SONO I PROFESSORI, SECONDO UN'ANALISI CONDOTTA DA TRE STUDIOSI DELLA BOCCONI SULLA SPERIMENTAZIONE DEL TABLET NELLE SCUOLE SUPERIORI, PROMOSSA DA IMPARADIGITALE
La performance media degli studenti di scuola superiore coinvolti
dalla sperimentazione promossa dall’associazione ImparaDigitale
(utilizzo del tablet in classe in sostituzione dei libri di testo,
facendo affidamento su risorse online certificate) è del 3% superiore
rispetto a quella dei ragazzi di altre classi delle stesse scuole non
coinvolti dalla sperimentazione, ma nei casi in cui viene percepito un
forte supporto, coinvolgimento e incoraggiamento da parte dei docenti,
le performance possono aumentare del 20% (almeno un voto in più,
insomma).
Lo rivela un monitoraggio della sperimentazione di
ImparaDigitale effettuato da tre docenti di organizzazione della Bocconi
(Leonardo Caporarello, Massimo Magni e Ferdinando Pennarola), i cui risultati sono confluiti nel saggio When Teachers Support Students in Technology M ediated Learning.
“Le tecnologie, da sole, non sono in grado di rivoluzionare l’insegnamento e l’apprendimento, ma possono ottenere risultati sorprendenti quando il supporto dei professori è forte. L’elemento centrale della rivoluzione digitale rimane, insomma, il fattore umano”, afferma Pennarola.
L’analisi prende in considerazione un campione di 370 studenti appartenenti a classi sperimentali e ne monitora ogni singolo voto (tutti i test e le interrogazioni) per un intero anno scolastico, nonché le risposte a due questionari sull’esperienza di apprendimento. Quando possibile, la performance è comparata con quella di altre classi della stessa scuola, non esposte alla sperimentazione.
Quando si considerino solo le scuole con classi sperimentali e non sperimentali, il voto medio di chi usa il tablet è solo marginalmente migliore (6,9 contro 6,7), ma il questionario consente analisi più sofisticate, dalle quali si deduce che non tutti i ragazzi ottengono lo stesso vantaggio.
“Le tecnologie, da sole, non sono in grado di rivoluzionare l’insegnamento e l’apprendimento, ma possono ottenere risultati sorprendenti quando il supporto dei professori è forte. L’elemento centrale della rivoluzione digitale rimane, insomma, il fattore umano”, afferma Pennarola.
L’analisi prende in considerazione un campione di 370 studenti appartenenti a classi sperimentali e ne monitora ogni singolo voto (tutti i test e le interrogazioni) per un intero anno scolastico, nonché le risposte a due questionari sull’esperienza di apprendimento. Quando possibile, la performance è comparata con quella di altre classi della stessa scuola, non esposte alla sperimentazione.
Quando si considerino solo le scuole con classi sperimentali e non sperimentali, il voto medio di chi usa il tablet è solo marginalmente migliore (6,9 contro 6,7), ma il questionario consente analisi più sofisticate, dalle quali si deduce che non tutti i ragazzi ottengono lo stesso vantaggio.
Gli studenti migliori, già sufficientemente motivati,
non sembrano trarre vantaggi particolari dall’utilizzo delle tecnologie,
mentre ne beneficiano molto di più tutti gli altri, e soprattutto
quelli con voti medi.
La differenza di performance si accentua, inoltre,
per le classi in cui gli studenti percepiscono un forte supporto da
parte dei professori. All’intersezione tra i due effetti (studenti medi
in classi a forte supporto) il miglioramento delle performance può
arrivare anche al 20%.
“L’introduzione del tablet deve comportare anche un cambiamento di metodo didattico”, spiega Pennarola, “che deve diventare molto più collaborativo, privilegiare i lavori di gruppo e il coordinamento. Diventa, allora, fondamentale, investire nella formazione dei docenti, che sono l’elemento centrale del successo o insuccesso dell’innovazione”.
La sperimentazione si è dimostrata molto positiva per le materie umanistiche e più difficile per la matematica, proprio perché l’utilizzo delle nuove tecnologie nell’insegnamento di questa materia comporta maggiori cambiamenti nel modello didattico e di apprendimento.
Nell’anno scolastico che inizia in questi giorni la sperimentazione dell’utilizzo del tablet in classe in sostituzione dei libri, promosso dall’associazione ImparaDigitale, coinvolgerà circa 10.000 studenti.
“L’introduzione del tablet deve comportare anche un cambiamento di metodo didattico”, spiega Pennarola, “che deve diventare molto più collaborativo, privilegiare i lavori di gruppo e il coordinamento. Diventa, allora, fondamentale, investire nella formazione dei docenti, che sono l’elemento centrale del successo o insuccesso dell’innovazione”.
La sperimentazione si è dimostrata molto positiva per le materie umanistiche e più difficile per la matematica, proprio perché l’utilizzo delle nuove tecnologie nell’insegnamento di questa materia comporta maggiori cambiamenti nel modello didattico e di apprendimento.
Nell’anno scolastico che inizia in questi giorni la sperimentazione dell’utilizzo del tablet in classe in sostituzione dei libri, promosso dall’associazione ImparaDigitale, coinvolgerà circa 10.000 studenti.
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