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giovedì 29 agosto 2019

UNITRE MILANO: UN’OPPORTUNITÀ CULTURALE, FORMATIVA E DI TEMPO LIBERO PER TUTTI I CITTADINI



UNITRE MILANO: UN'OPPORTUNITÀ CULTURALE, FORMATIVA E DI TEMPO LIBERO
PER  TUTTI  I  CITTADINI
L'Università delle Tre Età - UNITRE MILANO - rivolge la propria offerta culturale e formativa a tutti coloro (giovani - adulti) i quali desiderano arricchire il proprio patrimonio di conoscenze e sviluppare le proprie capacità relazionali nella consapevolezza che il sapere non ha confini anagrafici e che gli stimoli culturali e sociali accompagnano l'uomo durante il corso di tutta la vita.

Le iscrizioni all'UNITRE per l'anno accademico 2019-2020 sono pertanto possibili senza limiti di età e risultano particolarmente indicate:
  • Per i giovani ed adulti che vogliono valorizzare la propria esistenza sotto il profilo culturale e formativo;
  • Per chi desidera vivere la propria età matura in modo impegnato ed arricchente;
  • Per chi, uscito dal mondo del lavoro, desidera utilizzare proficuamente il proprio tempo libero;
  • Per chi è impegnato nel mondo del lavoro e desidera migliorare il proprio patrimonio di conoscenze;
  • Per chi vuole riprendere gli studi dopo una più o meno prolungata interruzione;
  • Per chi esercita un'attività professionale e desidera aggiornarsi e/o specializzarsi in singole materie;
  • Per tutti coloro i quali considerano il sapere e la vita di relazione come obiettivi qualificanti della propria vita civile;
  • Per i giovani che desiderano accrescere le proprie conoscenze in attesa dell'inserimento nel mondo del lavoro.
ATTENZIONE: Iscrivendosi fin d'ora all'UNITRE MILANO si acquisisce la possibilità di frequentare tutti i corsi dell'anno accademico 2019-2020 che iniziano ai primi di ottobre e si sviluppano fino a fine maggio 2020 più i Corsi Estivi 2020 (da giugno a fine settembre 2020).
Si ricorda che con la quota di € 290,00 si possono frequentare, senza ulteriori oneri di iscrizione, tutti i corsi che si desiderano, appartenenti ai vari campi del sapere, scegliendo fra oltre 1.000 opportunità di scelta (orario continuato da lunedì a venerdì: 9.30 – 22.00).
UNITRE MILANO – Università delle Tre Età
Segreteria per informazioni ed iscrizioni: tutti i giorni, esclusi i festivi
dalle ore 9.30 alle ore 21.00 - orario continuato
Via Ariberto n. 11 - 20123 Milano - Tel. 02 58102458 - 02 89415017 – 02 89422307 – Cell. 333 6092746
e-mail: segreteria@unitremilano.com


 
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sabato 10 agosto 2019

Università, boom a livello mondiale di studenti di prima generazione: dagli esperti i consigli per aiutarli a laurearsi e combattere l'abbandono

UNIVERSITÀ, È BOOM DI STUDENTI DI PRIMA GENERAZIONE: DAGLI ESPERTI I CONSIGLI PER AIUTARLI A LAUREARSI E COMBATTERE L'ABBANDONO

Primi in famiglia ad intraprendere il percorso universitario, con la loro istruzione possono stimolare la crescita economica e dare alle università l'opportunità di provvedere a una nuova demografia crescente e vitale. Per supportarli nelle difficoltà del percorso accademico, gli esperti consigliano agli atenei d'investire nel tutoraggio, aumentando la consapevolezza sulle sfide da affrontare e promuovendo il networking.

 

L'espansione della classe media globale entro il 2020 comporterà un boom degli studenti universitari di prima generazione. Basti pensare che secondo l'Higher Policy Institute di Oxford soltanto in Cina se ne conteranno 37 milioni e in India 27 milioni, mentre in Italia secondo AlmaLaurea nel 2018 i laureati di prima generazione sono stati il 70,1% del totale, circa 196mila. Ma durante il percorso accademico questi studenti sono anche i più esposti a difficoltà economiche e sociali, come conferma una ricerca pubblicata sul Washington Post, secondo cui il 69% degli studenti di prima generazione esprime addirittura il desiderio di aiutare la propria famiglia, rispetto al 39% dei ragazzi i cui genitori hanno conseguito la laurea. Secondo uno studio pubblicato su Business Insider, negli USA negli ultimi 25 anni anche i costi universitari sono incrementati: le tasse delle università private sono aumentate del 587% e quelle delle pubbliche del 683%. Ma non è tutto, anche il costo dell'alloggio è aumentato del 60%, rappresentando una spesa onerosa per gli studenti che provengono da famiglie a basso reddito. Fattori che si ripercuotono sul percorso accademico: secondo una ricerca pubblicata da USA Today, soltanto l'11% degli studenti di prima generazione riesce a conseguire una laurea triennale entro i 24 anni. Per rispondere efficacemente a questo scenario, gli esperti consigliano alle università di offrire servizi di sostegno come l'onboarding e il tutoraggio, promuovere sessioni di formazione e seminari sulle sfide da affrontare e favorire il networking, al fine di costruire una potente rete sociale di supporto.

 

È quanto emerge da uno studio condotto da Sodexo con l'Institute for Quality of Life, consultabile gratuitamente a questo link e finalizzato a individuare i trend che stanno ridefinendo la qualità della vita nei campus. "Gli studenti di prima generazione hanno il potenziale per stimolare la crescita economica con la loro istruzione superiore, ma necessitano di essere supportati attraverso l'ascolto e la comprensione dei loro bisogni – afferma Franco Bruschi, Head of Schools & Universities Segment di Sodexo Italia, azienda leader mondiale nei servizi di Qualità della Vita – Si tratta di un supporto che può partire dalla ridefinizione di alcuni servizi, come l'offerta di ristorazione. È per questo motivo, che, grazie alla nostra esperienza con più di 700 college e università in tutto il mondo, abbiamo scelto di creare Eat, un'offerta food così eterogenea da soddisfare una molteplice varietà di gusti, migliorando concretamente la quotidianità nei campus attraverso un ristorante articolato su 8 isole tematiche. Ma non è tutto, perché i nostri servizi alberghieri, di conciergerie, accoglienza e reception, attivi ad esempio presso l'Università Bicocca di Milano, rappresentano una valida risposta in grado di porre attenzione agli studenti di prima generazione e dare un supporto concreto ai ragazzi italiani e stranieri".

 

L'importanza di un supporto morale nei confronti degli studenti di prima generazione è condivisa anche dalla dott.ssa Linda Banks-Santilli, preside associato del Boston University Wheelock College of Education and Human Development: "Gli studenti di prima generazione hanno bisogno di un'attenzione e di un sostegno mirati, a differenza di quelli i cui genitori hanno intrapreso e concluso il percorso accademico universitario. Necessitano di provare un senso di appartenenza verso l'università e sentire di meritare il loro posto al suo interno: in questo senso gli atenei possono offrire corsi obbligatori in diverse modalità e tempistiche per aiutarli a ridurre i tempi per il conseguimento della laurea e risparmiare denaro. Inoltre, fornire alternative meno dispendiose, espedienti o finanziamenti per i materiali didattici più costosi può anche compensare i costi da sostenere per l'istruzione". Pensiero condiviso dal dott. David Beard, professore associato della Facoltà di Comunicazione Retorica, Scientifica e Tecnica presso la University of Minnesota: "Ho vissuto sulla mia pelle le difficoltà dell'essere il primo della mia famiglia a frequentare l'università. Gli studenti di prima generazione affrontano il percorso accademico con il peso di numerose pressioni derivate da condizioni economiche, sociali e a volte anche barriere linguistiche. Uno scenario negativo che spinge la maggior parte di loro ad abbandonare l'università perché non si sentono accettati. Gli atenei e l'intero personale devono essere in prima linea per aiutarli nel miglior modo possibile attraverso servizi di tutoraggio e onboarding".

 

Nonostante gli ostacoli considerevoli, gli studenti di prima generazione apportano numerosi punti di forza all'esperienza universitaria: sono motivati, intraprendenti, riconoscenti all'assistenza e resilienti di fronte alle avversità. Basti pensare che secondo un sondaggio pubblicato da Psychology Today su 12mila studenti americani, l'87% ha dichiarato di sentirsi privilegiato di frequentare l'università e di essere disposti a tutto per laurearsi con successo. E la loro positività, se adeguatamente supportata, migliora l'intero circuito accademico. Pensiero condiviso dalla dott.ssa Amy Baldwin, direttore del Department of Students Transitions presso la University Central Arkansas: "Qualsiasi azione venga fatta a supporto degli studenti di prima generazione va a beneficio di tutti. Dopotutto, quanto più uno studente è preparato per gestire gli aiuti finanziari a sua disposizione, collaborare con i tutor, connettersi con i servizi di supporto e collaborare con i compagni di studio, tanto più è forte il corpo studentesco nella sua totalità. Il risultato è una reazione a catena che si propaga tra le generazioni".

 

 

Tra le varie azioni che possono essere intraprese dagli atenei per agevolare l'integrazione degli studenti di prima generazione gli esperti hanno individuato 4 ambiti su cui le università devono concentrarsi:

 

1)    OFFRIRE UN SUPPORTO BASATO SULL'AFFINITÀ

L'onboarding e il tutorato da persone che hanno avuto un'esperienza simile sono esempi di servizi di supporto che le università possono offrire per aiutare gli studenti di prima generazione nella transizione.

2)    AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA

Prevedere sessioni di formazione e seminari per il corpo docenti per riconoscere le sfide che incontrano gli studenti di prima generazione, così come offrire alternative meno dispendiose e finanziamenti, può ridurre i tempi di conseguimento della laurea e permettere di risparmiare denaro.

3)    PROMUOVERE PROGRAMMI DI NETWORKING

Promuovere relazioni significative con altri studenti, personale e tutor può aiutare gli studenti di prima generazione a costruire una potente rete di supporto. Inoltre, usare i canali di comunicazione online può aiutare a preparare e iniziare gli studenti in arrivo.

4)    RENDERE ACCESSIBILI LE INFORMAZIONI

Personalizzare il sostegno alla qualità della vita per gli studenti di prima generazione può aiutare a rafforzare il senso di appartenenza.



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Lavoro, 7 startup su 10 falliscono per incomprensioni tra soci in affari: dagli esperti i consigli per trovare il “business partner” ideale

LAVORO, 7 STARTUP SU 10 FALLISCONO PER INCOMPRENSIONI TRA SOCI IN AFFARI: DAGLI ESPERTI I CONSIGLI PER TROVARE IL "BUSINESS PARTNER" IDEALE

Impostare chiaramente gli accordi sin dall'inizio, comprendere le dinamiche di ruolo e approfondire le reciproche visioni lavorative. Ecco alcuni dei consigli che la master coach Marina Osnaghi ha stilato per scegliere con attenzione il socio in affari ideale, evitando spiacevoli rotture: da studi internazionali è emerso che il 70% delle startup fallisce a causa di incomprensioni interne e che il 45% dei soci sposati divorzia.

 

In un mondo lavorativo sempre più dominato dalla competizione, avere un'idea brillante non sempre equivale a una grande opportunità di business se non supportata dal giusto socio in affari. Basti pensare che alcune delle compagnie più famose al mondo sono nate da proficue partnership lavorative capaci di superare le avversità, visto che non sempre i rapporti societari tra "Il Gatto e la Volpe" sono idilliaci: Steve Jobs e Steve Wozniak hanno fondato Apple, Mike Krieger e Kevin Systrom hanno creato Instagram, Larry Page e Sergey Brin hanno portato alla luce  Google, William Procter e James Gamble hanno ideato l'omonima Procter & Gamble, mentre Bill Gates e Paul Allen hanno fondato Microsoft. Ma cosa accade quando a prevalere sono le incomprensioni tra soci? Secondo una ricerca americana pubblicata su Forbes, oltre il 70% delle giovani startup fallisce nel giro di 5 anni a causa di conflitti interni. Molte partnership si concludono infatti per una mancanza di valori condivisi che diventa a lungo andare una fonte crescente di attrito. E ancora, secondo un'indagine di Harvard Business Review, lo scontro tra personalità differenti è una delle cause principali che porta alla rottura di una partnership, seguita soltanto dalla mancanza di fiducia. Ma quali sono i consigli degli esperti per trovare il business partner ideale e iniziare un percorso duraturo? Bisogna possedere delle competenze complementari in modo da creare sinergie virtuose, impostare correttamente gli accordi della partnership sin dall'inizio per evitare beghe legali in futuro e comprendere in maniera onesta le dinamiche di ruolo.

 

"La partnership societaria può rappresentare una notevole forza propulsiva verso risultati di successo, ma al tempo stesso configurarsi come una gabbia da cui non si riesce a uscire facilmente.  Le ragioni di successo o insuccesso sono da ricercarsi sia nella dinamica che si crea fra i soci stessi, sia nelle caratteristiche individuali – spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che ha affiancato grandi imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obbiettivi – Per dinamica s'intende il tipo di relazione che si sviluppa tra le due parti, caratterizzata da ruoli ufficiali che vengono determinati anche dal tipo di comportamento. Molto spesso accade che una persona si sacrifica e l'altra si lamenta in continuazione, una rimane in silenzio e l'altra si sente incompresa. Per questo motivo è fondamentale impostare correttamente gli accordi commerciali sin dall'inizio, comunicare in maniera costante e, se necessario, avere la capacità di chiudere al momento giusto".

 

Ma non è tutto, perché le partnership lavorative tendono a diventare più ostiche e difficili da mantenere nel tempo se i soci in affari sono coinvolti in una relazione amorosa o addirittura legati da un vincolo matrimoniale. Basti pensare che secondo una ricerca americana pubblicata su Entrepreneur, il 45% delle coppie sposate che decide di instaurare una partnership lavorativa finisce poi per interrompere la propria relazione o addirittura divorziare. Dato che si amplifica anche nel mondo dello star system dove, nel corso degli anni, sono state numerose le coppie di celebrities americane ad aver iniziato un business assieme per poi mollare il colpo: Jay-Z e Beyoncé hanno lanciato nel 2014 Tidal, un servizio musicale in streaming che si prefiggeva lo scopo di rivoluzionare l'intero settore, salvo poi decidere di estromettersi, Demi Moore e Bruce Willis hanno fondato negli anni '90 Planet Hollywood, una catena di ristorazione ispirata al mondo glamour del cinema, decidendo poi di non investirci più, Debi Mazar e lo chef Gabriele Corcos hanno aperto nel 2015 un ristorante a Brooklyn chiamato Tuscan Gun Officine Alimentari, andato in bancarotta nel giro di 3 anni. 

 

"La situazione potrebbe complicarsi e degenerare soprattutto se si tratta di soci fondatori che prima di unire le forze sono amici, famigliari o addirittura coniugi. In questa dinamica professionale si inserisce inevitabilmente anche l'intero vissuto personale che rende complessa la partnership – prosegue la master coach Marina Osnaghi – Si potrebbero creare cortine di fraintendimento che possono dare vita a conflitti e dissapori, rallentamenti, fino ad arrivare a blocchi dell'efficacia decisionale. Per questo motivo non bisogna mai affidarsi alla semplice alchimia di coppia per decidere e gestire un grande affare. Anche la fiducia diventa un sentimento inaffidabile se i due soci non dimostrano gli stessi interessi organizzativi".

 

 

Ecco infine il decalogo di consigli della master coach per scegliere il socio in affari ideale:

 

  1. Condividere dei valori comuni è fondamentale per sentirsi rispecchiati in ciò che si fa e si vuole ottenere.
  2. Avere competenze complementari al fine di creare sinergie virtuose e potenziare i risultati del programma di business stabilito.
  3. Impostare correttamente gli accordi dal principio è il monito principale per generare una collaborazione trasparente sin da subito.
  4. Comprendere in maniera saggia le dinamiche di ruolo per gestire con attenzione le relazioni professionali e personali senza che l'una abbia effetti negativi sull'altra.
  5. Scambiarsi feedback sinceri permette di evitare i fraintendimenti che alimentano insoddisfazione e dissapori.
  6. Approfondire le reciproche visioni lavorative è il monito principale per portare insieme l'azienda al successo.
  7. Focalizzarsi sul contributo individuale permette ad ognuno di esprimersi al meglio nella partnership.
  8. Essere proattivi e generosi quanto basta consente ai soci in affari di garantire il giusto equilibrio tra dare e avere.
  9. Stabilire brevi periodi di reset lavorativi per mettere a punto le strategie in corso e confrontarsi sull'andamento generale della partnership.
  10. Dimostrare la capacità di chiudere al momento giusto: bisogna essere pronti a capire le evoluzioni naturali che portano alla fine di una specifica relazione o progetto.   


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