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lunedì 31 agosto 2015

Si amplia l’offerta per la scuola primaria di DolceCasa cameo

Nuovi servizi e spazi nell'anno scolastico 2015-2016


Desenzano del Garda, settembre 2015: DolceCasa cameo cresce, in tutti i sensi: lo spazio interattivo annesso all'azienda alimentare, utilizzato per visite guidate ed eventi per grandi e bambini, da settembre aumenta la sua offerta alle scuole primarie. L'anno scolastico 2015-2016, si apre infatti con alcune importanti novità, a partire dalle nuove esperienze didattiche multimediali, messe a disposizione delle classi. Per loro, DolceCasa ha ideato un percorso per riflettere in maniera divertente sul cibo, che prevede anche l'ausilio di supporti digitali. Quiz, giochi e filmati, sono studiati e proposti con la consulenza di esperti e in accordo con i Piani Formativi scolastici, per stimolare l'attenzione dei piccoli partecipanti con un approccio dinamico e positivo.

L'attività ruota intorno al concetto di cibo come relazione, differenziato nei contenuti tra Primo e Secondo Ciclo e declinato nei diversi aspetti e momenti della visita. Gli alunni, accompagnati dalle maestre e accolti dalle Guide cameo, possono mettere in pratica, nelle diverse attività proposte, il piacere del fare insieme e del condividere.

A ciò si aggiunge l'esperienza in cucina, in cui i piccoli, all'interno di una grande cucina attrezzata, possono mettere le mani in pasta seguiti da un pasticciere cameo e realizzare golosi dolcetti da regalare. I partecipanti imparano anche come realizzare colorati bigliettini con cui accompagnare le loro creazioni. Insieme, apprendono come si è evoluto il momento della condivisione del cibo, così come il piacere di collaborare nella realizzazione di una ricetta.

Altro aspetto clou della visita è il "viaggio" virtuale all'interno di una fetta di torta: con approfondimenti, immagini e alcuni semplici esperimenti, si possono scoprire gli ingredienti dei prodotti cameo e le varie tappe del processo di produzione.

Un'allegra merenda è poi la degna conclusione della visita, per sottolineare ancora l'importanza del tema della convivialità, vera regola del mangiar bene.

DolceCasa, inoltre, per poter ospitare fino a 50 studenti per ogni visita, apre una nuova stanza area: la stanza di Muu Muu, tutta dedicata alla mascotte di uno dei prodotti per bambini più amati di cameo.
La stanza di Muu Muu sarà il luogo deputato a divertenti attività creative sul tema dell'alimentazione: i bambini potranno usufruire, con l'aiuto della guida, di divertenti contenuti multimediali e di quiz sulla preparazione dei dolci, sui valori della convivialità e della condivisione.

In questo modo, l'azienda incrementa  la propria offerta: tra settembre 2014 e giugno 2015 sono stati oltre 2.000 i piccoli studenti accolti da DolceCasa e, grazie alla nuova stanza di Muu Muu, potrebbero potenzialmente raddoppiare.
cameo cerca così di venire incontro ad una necessità sentita da molti istituti: poter partecipare con più classi, in un'ottica di ottimizzazione dei costi di trasporto. Un potenziamento che denota la volontà di DolceCasa di rispondere alle richieste delle scuole primarie, alla ricerca di proposte educative originali e di qualità per arricchire i propri programmi.

Come conferma Federica Ferrari, Responsabile Relazioni Esterne cameo: «Il progetto didattico ed educativo che proponiamo in DolceCasa ha riscosso notevole successo tra le classi che ogni giorno partecipano, con curiosità e attenzione, alle attività pensate per loro. Non tutte le scuole, però, avevano la possibilità di partecipare, per questioni puramente pratiche: ci siamo fortemente impegnati affinché si potessero soddisfare anche queste richieste e siamo felici ora di poter accogliere anche gruppi più numerosi».


La partecipazione alle attività per le scuole primarie è gratuita.

DolceCasa cameo si trova a Desenzano del Garda (BS) in Via Ugo La Malfa, 30, accanto allo stabilimento. raggiungibile dall'autostrada A4, uscita Desenzano del Garda. La visita didattica in DolceCasa cameo può essere prenotata dalle scuole al numero verde 800-829170.

Il 71% degli italiani ha scaricato una app di educazione, nella maggior parte dei casi per imparare una lingua straniera

Gli italiani usano le app per studiare da tablet e cellulare?


Un recente studio, realizzato dall'accademia online ABA English tra 5.000 studenti di vari paesi, rivela che in Italia:

  • Le app di educazione sono le più usate dopo quelle della categoria Utility
  • Il 75% delle app scaricate nella categoria Educazione servono per imparare una lingua straniera
  • 8 italiani su 10 ricorrono alle app almeno una volta a settimana per studiare una lingua straniera

Milano, 31 agosto 2015 – Lo smartphone è da qualche anno il miglior amico degli italiani. Questo uso quotidiano delle nuove tecnologie sta generando nuove tendenze nei comportamenti degli abitanti dello stivale, tra cui l'aumento dell'uso delle app nell'ambito del Mobile Learning (ovvero l'apprendimento attraverso dispositivi mobili), abitudine in crescita sia nel nostro paese che a livello globale. Il fenomeno è messo in luce da un ampio studio realizzato da ABA English, accademia online con oltre 4 milioni di alunni, che ha recentemente lanciato una nuova app per imparare l'inglese con i film.


Le app per imparare le lingue predominano in Italia
Imparare una lingua straniera non è mai stato così facile. Con la diffusione di smartphone e tablet, le app si sono trasformate per molti italiani in uno strumento utile anche per studiare, tanto che il 71% degli italiani dichiara di aver scaricato almeno una app relativa all'ambito educativo.

Di fatto, tra tutti i tipi di app, quelle relative all'insegnamento risultano al secondo posto tra quelle che gli italiani dichiarano di usare con maggiore frequenza, superate solo da quelle generiche della categoria Utility e ben al di sopra di altri tipi di app (anche se il risultato in questione appare strano se si pensa alle numerose persone che ogni giorno usano il cellulare per giocare):

·         Il 63% usa app della categoria Educazione
·         L' 85% usa app della categoria Utility (es. per navigare o mappe)
·         Il 20% usa app della categoria divertimento
·         Il 17% usa app della categoria salute
·         Il 7% usa app per bambini

All'interno della categoria Educazione, le app per l'apprendimento delle lingue sono le più richieste (75%), seguite da quelle che servono per tenere in esercizio la memoria (29%), quelle di musica (11%) e quelle relative all'educazione infantile (6%).  

Migliorare la lingua con le app
Una percentuale elevata di italiani crede che le app per imparare le lingue siano uno strumento efficace: l'82% degli intervistati dichiara di aver migliorato il proprio livello linguistico grazie ad una app.

Per raggiungere un buon dominio della lingua è necessario però dedicarle tempo, cosa che gli italiani sembrano aver capito. Infatti, il 58% degli intervistati usa le app di lingua da 1 a 5 volte a settimana, mentre il 20% lo fa una o più volte al giorno. Solo il restante 22% afferma di non dedicarvi tempo.

Uso delle app in generale
Secondo la ricerca il 78% degli italiani scarica una o più app al mese, ben tre punti al di sopra della media mondiale (75%). Il restante 22%, invece, dichiara di non scaricarne affatto.

Se i risultati del sondaggio vengono analizzati a seconda del sesso, sembra che le app piacciano più agli uomini che alle donne, infatti la percentuale maschile è del 57% contro quella femminile del 43%. Questa tendenza si vede anche a livello globale, dove le cifre differiscono solo dell'1% (rispettivamente 58% e 42%).

Sono sempre di più gli italiani disposti a metter mano al portafoglio per una app: il 39% dice di essere disposto ad acquistare una app in assenza di valide alternative gratuite, mentre il 21% si dice disponibile a pagare per qualsiasi applicazione che gli piaccia. La tendenza in generale è quella di preferire le app gratuite, tuttavia in Italia non è così marcata come nel resto del mondo. Infatti, la percentuale di coloro che dichiarano di non aver mai acquistato una app nello stivale è inferiore alla media mondiale di ben 6 punti percentuali: il 41% degli italiani contro il 47% a livello mondiale.

Oggigiorno gli italiani sono più consapevoli che mai dell'importanza di padroneggiare l'inglese sia nel lavoro che nella vita quotidiana. Con l'ascesa del m-learning non è mai stato così facile riuscirci. Ora, con strumenti come la nuova applicazione di ABA English per imparare l'inglese, è possibile sfruttare ogni momento libero per migliorare il proprio livello di lingua senza sforzi.

ABA English – American & British Academy – è un'accademia online di inglese con più di 4 milioni di alunni che possono accedere al corso indistintamente da dispositivi mobile e computer. La sua metodologia unica basata sui principi del metodo naturale ricrea online il modo intuitivo e naturale in cui si impara la lingua materna attraverso l'uso di cortometraggi e altri materiali audiovisivi sviluppati per l'insegnamento dell'inglese, migliorando così l'esperienza dell'alunno da qualsiasi piattaforma.

Con sede a Barcellona, l'accademia vanta studenti da tutto il mondo e si caratterizza per il suo carattere multinazionale e multidisciplinare. ABA English è composta da un team di professionisti di diverse nazionalità - tra gli altri Italia, Regno Unito, USA, Francia, Bulgaria, Spagna, Russia, Argentina e Cina – con esperienza in varie aree: filologia inglese, linguistica, insegnamento dell'inglese, e-learning, m-learning, tecnologie dell'informazione, sviluppo software, social media, e-commerce e management.


JOBCUBE: COME TROVARE UN LAVORO ED ESSERE FELICI

JobcubeGrazie ad un algoritmo e ad un sofisticato questionario JobCube riesce a tirare fuori “il meglio” da tutti i candidati indirizzandoli verso la realizzazione professionale.

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare   [Seneca, 65 a.C.]

E' proprio così: il grado di felicità dipende anche e soprattutto dalla propria realizzazione personale e professionale. Eppure, molte persone vivono il proprio lavoro come una vera e propria “condanna” e quindi non si può certo dire che siano felici… Anzi, se ci si guarda anche solo un po' intorno, sorgono spontanee alcune domande.
Quanti sono davvero appassionati al proprio lavoro?
Quanti fanno ciò che hanno sempre sognato di fare?
Quanti non sfruttano appieno i propri talenti perché, incredibilmente, non sanno nemmeno di possederli?
Quanti svolgono un'attività che detestano solo per avere uno stipendio?
Quanti riescono a lavorare con creatività e autonomia, traendone una piacevole sensazione di benessere, prima ancora che un mero soddisfacimento delle proprie necessità di sopravvivenza?

Ecco: a tutte queste domande c'è una risposta: JobCube (www.jobcube.net).
Ma cos'è JobCube?

JobCube si rivolge a chi cerca un lavoro migliore o semplicemente a chi ne cerca uno.
JobCube, infatti, é il nuovo portale dedicato all'incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Ma non è solo questo, è molto di più. Basato su un innovativo algoritmo che sottende un questionario, JobCube permette a chi cerca un impiego di intraprendere un percorso di conoscenza di sé: attitudini, competenze, affinità, aspirazioni e potenzialità.

Chiunque dovrebbe poter svolgere un lavoro che esalti le proprie qualità perché alla base del piacere di lavorare ci dovrebbe essere la possibilità di valorizzare conoscenze, esperienze e capacità in un'attività che permetta di metterle a frutto.

L'obiettivo di JobCube è quello di aiutare ogni candidato a trovare la professione più adatta non solo alle proprie competenze, ma anche alle proprie attitudini. La scelta del lavoro “giusto”, infatti, è l'incontro - il matrimonio - tra il proprio profilo, la propria personalità e la cultura ed l'identità di una organizzazione.

Il candidato completa un set di domande, attraverso un questionario sul sito di JobCube, ottiene un'autovalutazione e può scoprire che tipo di lavoratore è, qual è il suo profilo professionale; questo lo aiuterà a farsi trovare più facilmente e ad individuare le organizzazioni con maggiore “affinità” rispetto alle caratteristiche del suo profilo.

Integrarsi bene in un team, sentirsi utili per gli altri, acquisire competenze nuove e diverse nel tempo, sviluppare un sano senso di appartenenza grazie alla collaborazione con altri colleghi, sentirsi sicuri e accettati… sono tutte condizioni che possono far sì che ogni mattina ci si alzi con la gioia nel cuore al pensiero della giornata lavorativa.

Ecco perché JobCube può fare di ogni candidato una persona “felice”.

HELEN DORON ENGLISH - OPEN DAY MILANESE

HELEN DORON ENGLISH
Un OPEN DAY da non lasciarsi scappare presso sede milanese di Via Tolstoj!

Sabato 26 SETTEMBRE 2015  dalle ore 10.00 alle ore 12.00
 Via Tolstoj, 14/A – Milano (Filobus 90-91 – Tram 14)
Tel: 366-4975380 – e-mail: milanosolari@helendoron.com

Studi e ricerche effettuati negli anni hanno dimostrato come un bambino bilingue sia più capace di gestire conflitti tra informazioni diverse, dovendo infatti 'inibire' le competenze relative ad una lingua per esercitare l'altra, egli sviluppa sensibilmente la propria capacità di concentrazione.
Perché quindi non donare al tuo bambino un regalo per tutta la vita: la lingua inglese con il metodo HELEN DORON ENGLISH!

Sabato 26 settembre 2015 , dalle ore 10.00 alle ore 12.00 il centro milanese di Helen Doron English di Via Tolstoj 14/A organizza un open day per famiglie e bambini dove sarà possibile farsi coinvolgere da tante attività tutte in inglese, intrattenimento, proiezioni di cartoni animati e lezioni dimostrative gratuite su prenotazione, che divertiranno i più piccoli come i più grandi.
Per le lezioni dimostrative è indispensabile prenotarsi perché i posti sono limitati.



Il centro e il suo staff vi aspettano!

https://www.facebook.com/HelenDoronMilanoSolari



A Milano città i centri Helen Doron English sono presenti in Via Tolstoj 14/a
e in Via Previati 74 (ang. Via Faruffini)

www.helendoron.it

Ford con l’Università di Udine per l’ambiente: dall’Ovale Blu un fondo di ricerca per lo studio di nuovi catalizzatori

·         Ford ha selezionato l'Università di Udine, Dipartimento di Fisica, Chimica e Ambiente, per partecipare all'University Research Program, un'iniziativa dell'Ovale Blu che consente ad atenei di tutto il mondo, i cui progetti di ricerca si distinguono per innovazione, di accedere a contributi a sostegno delle proprie attività

 

·         Grazie al supporto di Ford, l'Università di Udine lavorerà all'identificazione di soluzioni innovative per catalizzatori per il trattamento dei gas di scarico di nuova generazione, in grado di ridurre le emissioni e incrementare l'efficienza dei veicoli alimentati a gas naturale compresso

 

·         Ford contribuirà allo studio, della durata di 3 anni, con un programma di supporto alla ricerca che include ogni anno l'erogazione di un fondo da 40.000 dollari, per un totale di 120.000 dollari

 

Roma, 31 agosto 2015 – Ford ha selezionato l'Università di Udine, Dipartimento di Fisica, Chimica e Ambiente, per partecipare all'University Research Program, un'iniziativa dell'Ovale Blu che consente ad atenei di tutto il mondo i cui progetti di ricerca si distinguono per innovazione, di accedere a contributi a sostegno delle proprie attività.

 

L'University Research Program viene condotto da Ford a livello globale per supportare, attraverso progetti collaborativi, le università che portano avanti la ricerca nei settori sicurezza, ambiente, ingegneria dei materiali ed elettronica, nonché in quello delle propulsioni alternative. L'University Research Program è una delle strade che l'Ovale Blu percorre globalmente per stabilire nuove connessioni tra il mondo dell'industria e quello delle università.

 

Grazie al supporto di Ford, l'Università di Udine lavorerà all'identificazione di soluzioni innovative per catalizzatori di nuova generazione per il trattamento dei gas di scarico di nuova generazione, in grado di ridurre le emissioni e incrementare l'efficienza dei veicoli alimentati a gas naturale compresso. Ford contribuirà allo studio, della durata di 3 anni, con un programma di supporto alla ricerca che include ogni anno l'erogazione di un fondo da 40.000 dollari, per un totale di 120.000 dollari.

 

Lo studio sarà focalizzato in particolare sulla sperimentazione di nuove combinazioni di metalli nobili per migliorare l'efficienza dei catalizzatori a freddo, incrementarne la resistenza alle temperature più elevate e garantire la migliore elasticità di funzionamento nel passaggio continuo attraverso i diversi cicli e le differenti fasi della combustione. L'obiettivo della ricerca è la realizzazione di nuovi catalizzatori per futuri veicoli alimentati a gas naturale compresso in grado di ridurre sia le emissioni inquinanti che i consumi, incrementando contemporaneamente anche le prestazioni.

domenica 30 agosto 2015

SCUOLA – Il paradosso della mancanza dei prof di sostegno, l’anno parte con 3.671 assunzioni perse e i dirigenti che non sanno a chi dare le cattedre: eppure ci sono 12mila specializzati che rimarranno supplenti


A Milano il provveditore lamenta 1.900 cattedre libere e destinate ad aumentare, perché solo nell’ultimo mese sono arrivate 700 certificazioni di alunni disabili. Nel Lazio mancano all’appello 700 insegnanti. In provincia non va meglio: a Pistoia 46 cattedre vuote, a Prato rimangono da coprire 34 posti. Persino al Sud c’è carenza. Intanto, delle 8.797 assunzioni su sostengo della fase B della riforma, quasi la metà (3.671) andranno perse.

Marcello Pacifico, presidente Anief: siamo all’assurdo, perché i docenti formati con i Tfa negli ultimi anni potevano tranquillamente essere immessi in ruolo attraverso il piano straordinario della Buona Scuola. Ancor di più perché ci sono 30mila posti che rimarranno vacanti: le lezioni si avviano a partire con 90mila cattedre di sostegno coperte da personale di ruolo, a fronte di oltre 120mila cattedre da coprire.

Con l’inizio dell’anno scolastico, arriva l’impietosa notizia: non ci sono insegnanti di sostegno. Il grido d’allarme è partito nelle ultime ore. “A Milano il grosso dei posti vuoti sono sul sostegno: ne mancano 1.900”, ha detto il provveditore di Milano, Marco Bussetti, ricordando anche che i numeri di studenti disabili negli ultimi anni sono sempre in aumento: "più di 12mila. Sono arrivate 700 certificazioni in più solo nell'ultimo mese. E noi non abbiamo insegnanti per loro nonostante potremmo assumerne tantissimi”. E non è solo una necessità dei grandi centri del Nord, "perché lo stesso problema c'è in Sicilia o in Calabria: mancano gli specialisti, non ce ne sono in tutta Italia”. Anche perché quelli che ci sono continuano a fare i supplenti.

La gravità del dato è che si tratta del remake di un film già visto: anche “lo scorso anno, pur essendovi la copertura, ben 4.000 posti di sostengo al nord non sono stati assegnati”. E oggi siamo punto e daccapo. La carenza di docenti specializzati per i disabili riguarda tutte le regioni: “nel Lazio mancano circa 700 insegnanti di sostegno”. La situazione in provincia non è migliore: a Pistoia ci sono “46 cattedre vuote sul sostegno, ma mancano gli insegnanti”, a Prato le immissioni in ruolo non sono bastate: rimangono da coprire 34 cattedre per il sostegno. Potremmo andare avanti, ma ci fermiamo qui.

Eppure, quello delle graduatorie esaurite è un problema che poteva essere tranquillamente superato. Governo e Parlamento, infatti, non hanno permesso l’accesso nelle GaE dei 12.840 insegnanti di sostegno specializzati negli ultimi anni, attraverso il primo e secondo ciclo di Tfa: si tratta di docenti – selezionati su un numero preciso di posti individuato annualmente dal Miur - che hanno svolto lo stesso percorso formativo dei colleghi che si sono specializzati nel sostegno alla disabilità, sino al 2011, attraverso le Ssis. Invece, tutti questi specializzati, malgrado la Buona Scuola, anche quest’anno continueranno a sottoscrivere una supplenza – ad anno scolastico iniziato - su convocazione del dirigente scolastico.

Dai conteggi della rivista Tuttoscuola risulta che, complessivamente, se si tiene conto anche delle cattedre comuni, “delle 71.143 domande presentate ne dovrebbero andare a buon fine soltanto 55.373”. Un’analisi dettagliata della situazione è stata svolta dalla rivista Orizzonte Scuola: sulle immissioni in ruolo che non si potranno effettuare, per mancanza di aspiranti nelle graduatorie riconosciute dal Miur, “il dato che sicuramente salta all’occhio è quello relativo ai posti di sostegno. Non c’è dubbio infatti sull’assunzione già in fase B di tutti i docenti che hanno un punteggio più alto, rispetto ad altri ordini di scuola, nell’infanzia sostegno, nella primaria sostegno, nel primo grado sostegno. Il file infatti mostra chiaramente come i posti di sostegno in questi ordini di scuola siano superiori rispetto alle domande presentate. Infanzia: domande presentate 431 per 569 posti in fase B (rimarrebbero 138 posti al 31/8 non assegnati al ruolo e liberi per le supplenze); Primaria: domande presentate 2981 per 3118 posti in fase B (rimarrebbero 137 posti); I grado: domande presentata 1264 per 4660 posti in fase B (rimarrebbero 3396)”. In tutto, quindi, sono 3.671 i posti di sostegno della fase B (su 8.797) che andranno persi.

“Si tratta di un vero e proprio bug contenuto nella riforma – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché invece di cancellare la piaga del precariato scolastico, quella che il premier ha più volte chiamato ‘supplentite’, si è agito nel modo opposto: si continuano a tenere ai box, come supplenti, oltre 12mila docenti che, dopo essersi formati loro spese nelle università indicate dallo Stato, pagando circa 3mila euro a testa, potevano tranquillamente essere immessi in ruolo attraverso il piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma. Ancor di più perché i posti vacanti sono tre volte tanto: l’anno prossimo, infatti, partirà con 90mila cattedre di sostegno coperte da personale di ruolo su oltre 120mila posti a tutti gli effetti vacanti”.

Non sono affatto numeri ingigantiti, ma quelli necessari per garantire il diritto allo studio di più di 240mila alunni disabili certificati con problemi di apprendimento. Ora, è vero che il legislatore, nell’approvare la L. 128/2013, che ha comportato le assunzioni dell’ultimo triennio, ha preso come riferimento i numeri della disabilità scolastica di alcuni anni prima. Dimenticando di rispettare il rapporto uno a due tra docenti e studenti disabili. L’adeguamento, però, era stato già ribadito dalla sentenza n. 80/2010 della Corte Costituzionale, che ha annullato i commi 413 e 414 dell’art. 2 della Legge 244/2007: pertanto, l'organico dei docenti di sostegno va tarato con l’obiettivo primo di garantire il rapporto uno a due tra docenti specializzati e alunni disabili certificati.

“Il problema è che al Miur si continuano a considerare in deroga, assegnabili a supplenza solo fino al 30 giugno dell’anno successivo, dei posti liberi. Se nel 2014/15 abbiamo chiamato 38.000 supplenti di sostegno, al netto dei posti in deroga attivati, perché oggi stabilizziamo soltanto 8 docenti? Che fine hanno fatto gli altri posti? Tra l’altro, la situazione può solo che peggiorare, visto che i dati degli disabili certificati iscritti ad un corso scolastico sono in progressivo aumento. La verità è che si continua a ignorare la direttiva europea 70/1999 e la sentenza della Corte di Giustizia europea sui posti vacanti e sulle assunzioni di tutto il personale che ha svolto più di 36 mesi di servizio”.

Anief ricorda che contro il sottodimensionamento dei posti vacanti, possono ricorrere tutti i docenti di sostegno con contratto annuale sino al 30 giugno, che prestano servizio su posto vacante senza sostituire nessun collega di ruolo. Possono presentare ricorso, inoltre, anche i supplenti di disciplina, su cattedra al 30 giugno, sempre su posto vacante. Per ricorrere basta cliccare qui. A ricorrere, con alte possibilità di riuscita, possono essere anche le famiglie di alunni a cui si continua a negare il sostegno. Oppure possono scrivere a sostegno@anief.net.

Il giovane sindacato ricorda, infine, di aver prorogato al 31 agosto 2015 i termini per aderire ai ricorsi per l’ammissione alle fasi nazionali (B e C) del piano straordinario di assunzioni di cui alla Legge 107/2015, sia per l’accesso su sostegno che su cattedra comune: si tratta di abilitati con Tfa, Pas, a seguito di un corso di Scienze della formazione primaria oppure con altre abilitazioni. Per gli interessati – che debbono comunque aver inviato al Miur la domanda cartacea predisposta dall’Anief - è disponibile l’apposito Form di adesione on line. Sempre al 31 agosto sono stati prorogati i termini per impugnare la chiamata diretta, sia dal personale già inserito nelle graduatorie, sua da chi è abilitato però fuori dalle stesse GaE e di merito.


Per approfondimenti:



Tra cattedre vuote e turnover. La carica dei supplenti (Corriere della Sera del 21 agosto 2015)

15 mila domande per l'infanzia irricevibili (Tuttoscuola del 28 agosto 2015)

Bussetti: “Mancano gli insegnanti per centinaia di disabili” (La Repubblica, ed. Milano, del 28 agosto 2015)




30 agosto 2015                                                                                         

giovedì 27 agosto 2015

A RICCIONE L’ALTA FORMAZIONE SUL GIORNALISMO D’INCHIESTA

DAL 4 AL 6 SETTEMBRE OLTRE VENTI WORKSHOP GRATUITI CON MAESTRI DELL'INCHIESTA E DEL REPORTAGE
"I WANNA BE YOUR (WATCH) DOG"
A RICCIONE L'ALTA FORMAZIONE SUL GIORNALISMO D'INCHIESTA

Matteo Scanni: "Il giornalismo investigativo e l'inchiesta televisiva in particolare sono saperi di bottega: non esistono libri di testo, conta solo l'esperienza".


Milano, 27 agosto 2015 – Si chiama I WANNA BE YOUR (WATCH) DOG ed è la novità dell'anno per i giornalisti appassionati di informazione investigativa. Le Giornate del giornalismo di Riccione, in programma dal 4 al 6 settembre, insieme a un nutrito calendario di incontri, proiezioni e spettacoli propongono tre giorni di workshop gratuiti, pensati appositamente per chi si occupa di informazione: più di venti incontri con professionisti, consulenti, documentaristi e reporter di fama internazionale.

Ideati per favorire l'aggiornamento di professionisti e pubblicisti iscritti all'Ordine, i workshop affrontano aspetti tradizionali e nuove frontiere del mestiere con un taglio pratico e divulgativo. Si analizzano le tecniche dell'intervista e il data journalism, il mestiere del fotoreporter e quello dell'autore di webdoc. Si danno suggerimenti concreti su come raccogliere informazioni online, analizzare dati complessi e costruire narrazioni accattivanti, rispettando l'etica professionale e tutelandosi da qualsiasi rischio legale. E non solo: giornalisti e professionisti di lungo corso insegnano come produrre inchieste in linea con i più alti standard internazionalie come vendere i propri lavori ai grandi broadcaster europei.

Tra i docenti, solo per citare i professionisti di gruppi e testate straniere, Juliana Ruhfus (Al Jazeera), Elena Cosentino e Paul Kenyon (BBC), Juliet Ferguson e Gavin Mac Fadyen (Centre for Investigative Journalism), Margo Smit (International Consortium of Investigative Journalists), Alexandre Brachet (Upian). E ancora, autori e dirigenti di emittenti e testate italiane, avvocati, sceneggiatori, blogger e un grande maestro di fotogiornalismo come Livio Senigalliesi.

L'unico modo per imparare il giornalismo investigativo è praticarlo con competenza. È questo il punto di partenza che ha seguito l'associazione DIG | Documentari Inchieste Giornalismi nel costruire il programma. Matteo Scanni, presidente dell'associazione: "Il giornalismo investigativo e l'inchiesta televisiva in particolare sono saperi di bottega: non esistono libri di testo, conta solo l'esperienza. Così abbiamo deciso di organizzare dei workshop molto operativi, affidandoli ad alcuni dei migliori reporter in circolazione. Verrà trattato ogni aspetto dell'inchiesta, anche quelli molto tecnici, come l'uso della camera nascosta e il doorstepping. È un pacchetto pensato soprattutto per i freelance e i giornalisti indipendenti, abituati ad autoprodursi, è il loro lavoro che DIG vuole sostenere".

Inseriti nel programma delle Giornate del Giornalismo di Riccione, i workshop (tutti gratuiti e della durata di tre ore) sono tenuti in italiano o inglese. Per iscriversi è necessario compilare i form disponibili sul sito www.associazionedig.org e poi completare la registrazione sulla piattaforma SIGeF

Per ogni workshop sono assegnati tre crediti OdG, validi ai fini della formazione continua. L'Ordine di riferimento è quello della regione Emilia-Romagna.

Droni: la qualifica professionale nasce a Milano ed è in fase di convalida in Regione Lombardia

I Droni sono conosciuti principalmente come quei piccoli robot volanti a quattro o più eliche. Tuttavia i Droni non solo solo quadricotteri, esacotteri o ottacotteri, ma sono robot con limitate capacità decisionali, che possono essere comandati a distanza. Nell'immaginario comune i droni sono volanti, ma esistono anche Droni subacquei e terrestri.  Quelli volanti, per la legislazione Italia, sono chiamata SAPR, ovvero Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto.

EBinForm (Ente Bilaterale Nazionale Macchine Industriali) attraverso la propria divisione di formazione "Azienda Sicura" (www.aziendasicura.net) accreditata in Regione Lombardia, e ProjectEMS, azienda operante nel settore dei Droni riconosciuta da ENAC organizzano il primo corso sui Droni  realizzato in conformità al Quadro Regionale degli Standard Professionali di Regione Lombardia con qualifica professionale riconosciuta.

Il "Tecnico Specialista di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto SAPR per Applicazioni di Aerofotografia, aerofotogrammetria e telerilevamento" sarà un profilo professionale chiaro con competenze e conoscenze ben definite. Il corso verrà realizzato in conformità al  Quadro Regionale degli Standard Professionali in applicazione dell' European Qualification Framework per la realizzazione degli standard professionali (http://ec.europa.eu/education/policy/strategic-framework/).

La prima edizione del corso si terrà a Milano in Via Luigi Pasteur 16, nella sede di EbinForm/Azienda Sicura, ed i docenti saranno i due fondatori di ProjectEMS Noemi Salaris e Andrea Zamuner Cervi e Marco Avolio, responsabile della divisione Sicurezza sul Lavoro di EbinForm. Il corso durerà 64 ore e la prima lezione si terrà Sabato 2 ottobre 2015 con incontri prevalentemente nel weekend così da permettere la partecipazione ad occupati e non (http://www.aziendasicura.net/corsi-pilotaggio-droni.asp).

La nuova figura professionale, che EbinForm e ProjectEMS hanno chiesto di inserire nel QRSP (attualmente in fase di validazione) per la prima volta identifica le competenze necessarie ad un tecnico specialista SAPR e permette la creazione di uno standard didattico e metodologico certificato che sia garanzia per gli utenti/allievi di un percorso di crescita professionale realmente utile e completo.

Il corso è professionalizzante, ovvero è mirato a dare tutte quelle competenze da usare direttamente sul campo. E' infatti vero che non basta acquistare un drone per essere in grado di effettuare la manutenzione, le riprese aeree oppure i telerilevamenti fotogrammetrici. Per ciascuna di queste applicazioni è necessario possedere delle competenze. Competenze che spesso, in assenza di altre fonti, gli operatori acquisivano facendo prove, tentativi e purtroppo anche errori, oppure le acquisivano all'estero, dove questo settore è molto più sviluppato.

Una delle applicazioni più gettonate e quindi trattata durante il corso professionalizzante, è il telerilevamento fotogrammetrico, ovvero la ricostruzione 3D di un luogo tramite delle foto aeree fatte con il drone. Si tratta di una tecnologia che permette di creare una veduta tridimensionale di un luogo sullo schermo di un computer. Questa tecnologia è utilizzata soprattutto per creare riproduzioni tridimensionali di luoghi su una mappa. Risulta in particolar modo utile in caso di avvenimenti come frane, disastri naturali e simili, oppure in caso di cantieri e di luoghi di costruzione edile: è infatti vero che permette di controllare vaste zone e di poterne ricavare diversi dati per effettuare misurazioni di altezze e distanze.

Il corso realizzato da EbinForm e ProjetEMS fornisce tutte le competenze teoriche e pratiche per operare in sicurezze ed in applicazione delle normative emanate da ENAC. Ma non basta ottenere l'attestato finale della formazione per poter operare come pilota SAPR. E' necessario compiere i passi formali e sostanziali per essere riconosciuto come operatore: visita medica, esame teorico sulle regole dell'aria, redazione dei documenti di volo ed invio dei documenti ad ENAC per la loro convalida. EbinForm fornirà agli gli allievi del corso l'assistenza tecnico/professionale per l'adempimento del percorso per essere riconosciuti come operatori in collaborazione con primarie scuole di volo ed organizzazioni di consulenza.

In Italia è ENAC, l'Ente Nazionale dell'Aviazione Civile che regola i voli dei droni. La prima proposta legislativa per regolamentare i droni è uscita in bozza nel Dicembre 2013 ed è entrata in vigore a partire da Aprile 2014. Ad oggi siamo in attesa che entri in vigore la seconda edizione del regolamento per i SAPR, ovvero i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto, che entrerà in vigore il 17 Settembre 2015.

Attualmente sono circa 500 gli operatori di droni riconosciuti dall'ENAC che possono volare legalmente in Italia. Tuttavia anche in questo settore è presente il fenomeno dell'abusivismo. Diversi sono i Droni che solcano i cieli senza aver alcun permesso di volo: le associazioni di categoria stanno lavorano a delle contromisure efficaci per contrastare questo fenomeno.


Contatto Telefonico Andrea Zamuner Cervi - Responsabile ProjectEMS +39 3290999745

martedì 25 agosto 2015

Con il digitale raddoppiano le iscrizioni in una piccola scuola primaria

Grazie al digitale boom di iscrizioni

in una scuola primaria della provincia di Monza

 

In seguito all'adozione di videoproiettori Epson per la didattica, la scuola elementare di Villanova ha ricevuto il doppio delle richieste d'iscrizione per il nuovo anno scolastico.

 

Cinisello Balsamo, 25 agosto 2015 - Che le nuove tecnologie aiutino la didattica è risaputo, ma che riescano a risollevare le sorti di una piccola scuola primaria non è certo comune. La scuola primaria di Villanova è una realtà mono-sezione che fa parte di un plesso scolastico che si trova nel comune principale (Bernareggio, vicino a Monza) e vive una situazione difficile dal punto di vista logistico. La scuola, infatti, ha oggettive limitazioni dovute al territorio, perché tutti i servizi sono lontani e non raggiungibili a piedi, compreso l'istituto principale dove ci sono i vari laboratori. Gli alunni devono quindi completare il quinquennio potendo contare unicamente sulle infrastrutture presenti in loco. Fino all'anno scolastico 2013/2014, l'unica strumentazione informatica a disposizione delle cinque classi erano 10 vecchi computer nell'aula informatica, gestiti al meglio dalla buona volontà del personale.

In seguito all'interessamento dei docenti, la direzione ha deciso di adottare nuovi strumenti per la didattica e nel giugno 2014 in ciascuna classe è stato installato un videoproiettore Epson EB-1485Wi. Da quel momento la situazione è completamente cambiata.

"Villanova - afferma Giuseppe Alaimo, Preside della scuola - è una piccola frazione di un migliaio di abitanti. Le iscrizioni alla nostra scuola sono sempre state numericamente basse, tanto che facevamo fatica ad arrivare ad un numero adeguato di bambini per formare la nuova prima. Quest'anno, invece, ci sono arrivate addirittura il doppio delle richieste e purtroppo non abbiamo potuto accettare tutti perché le dimensioni della struttura non lo permettono."

 

I videoproiettori Epson hanno trasformato la didattica, migliorando la qualità dell'insegnamento e favorendo l'apprendimento.

L'esperienza dell'anno scolastico concluso a giugno ha dimostrato ampiamente che l'utilizzo dei videoproiettori Epson è risultato utile e costruttivo in tutte le materie, oltre che gradito da alunni e docenti. Particolarmente apprezzata è stata la possibilità di gestire l'interazione con la classe sia attraverso la classica lezione frontale, potenziata dall'utilizzo dei supporti visivi multimediali locali e dall'accesso all'immensa quantità di informazioni presente su internet, sia attraverso il rapporto a due (insegnante-alunno o alunno-alunno) per coinvolgere maggiormente gli alunni e rendere più attrattivi, gradevoli e coinvolgenti anche gli argomenti tradizionalmente meno interessanti.   

"Siamo convinti che la nuova modalità di insegnamento - spiega Alaimo -sia il motivo principale di questo boom di iscrizioni: l'entusiasmo di bambini e insegnanti ha contagiato i genitori e il passaparola ha completato l'opera, facendo crescere l'interesse di altre famiglie che hanno scelto di iscrivere i figli nella nostra scuola. E' chiaro che con un risultato così positivo stiamo pensando di ampliare questa nuova didattica raggiungendo anche gli altri plessi."

"Il caso della scuola primaria di Villanova - ha dichiarato Carla Conca, Sales Manager Visual Instruments di Epson Italia - è un bell'esempio di come la tecnologia ben utilizzata e "sposata" da tutto il corpo docente sia in grado di coinvolgere positivamente gli alunni, migliorandone l'apprendimento, con la conseguente soddisfazione di tutti: bambini, genitori e insegnanti. I ragazzi sono abituati alla tecnologia e usarla anche a scuola non può che stimolarli e renderli più partecipi."

 

Gruppo Epson

Epson è leader mondiale nell'innovazione con soluzioni che superano le aspettative dei clienti in mercati diversi quali ufficio, casa, retail e industria. La gamma dei prodotti Epson comprende stampanti inkjet, meccanismi di stampa, videoproiettori 3LCD così come robot industriali, visori e sensori, e si basa su tecnologie proprietarie che garantiscono compattezza, riduzione dei consumi energetici e affidabilità elevata.

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