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venerdì 31 gennaio 2020

AUTISMO, IL SERAFICO INVESTE SULLA FORMAZIONE OFFRENDO AI SUOI OPERATORI IL CORSO ABA E LANCIA LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE #FUORIDALLABOLLA

Nel nostro Paese i Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) colpiscono 1 bambino su 77 (tra i 7 e i 9 anni), stima che mette in evidenza la necessità di adottare politiche sanitarie, educative e sociali atte a incrementare e migliorare i servizi a supporto dei pazienti e delle loro famiglie. 

In questo ambito, l'Istituto Serafico di Assisi è da sempre  in prima linea per garantire innovazione e le migliori competenze nella presa in carico di bambini e ragazzi con questi disturbi e fornire un supporto concreto alle famiglie, spesso abbandonate a se stesse. 

Per questo il Serafico ha scelto di investire sulla formazione dei propri educatori e terapisti, offrendo loro un corso sulla scienza applicata ABA (Applied Behavior Analysis), un metodo evidence-based molto efficace, che favorisce la riduzione di comportamenti disfunzionali, migliora e aumenta la comunicazione, l'apprendimento e i comportamenti socialmente appropriati. 

E per sensibilizzare un pubblico sempre più ampio sulla condizione delle persone con Disturbi dello Spettro Autistico e abbattere i pregiudizi e l'isolamento, l'Istituto Serafico lancia la campagna social #Fuoridallabolla a sostegno delle persone con autismo e delle loro famiglie, che lottano ogni giorno per ottenere pari opportunità e inclusione all'interno della società. 


Dal 30 gennaio 2020 tutti possono sostenere l'iniziativa condividendo sui propri social network (IG / Twitter / Facebook) un selfie o un post in cui sia presente una bolla di sapone che esplode, simbolo evocativo della campagna, ricordando sempre di utilizzare l'hashtag #Fuoridallabolla e di taggare i canali social dell'Istituto Serafico.


AUTISMO, IL SERAFICO INVESTE SULL'INNOVAZIONE E SULLA FORMAZIONE DEI SUOI OPERATORI  OFFRENDO LORO IL CORSO SULLA SCIENZA APPLICATA ABA


L'Istituto Serafico di Assisi offre gratuitamente il corso ABA a tutti i suoi operatori e terapisti con l'obiettivo di favorire l'evoluzione, l'inclusione e il miglioramento della qualità della vita delle persone con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie.


E per abbattere l'isolamento e i pregiudizi legati a questi disturbi, dal 30 gennaio 2020 l'Istituto lancia la Campagna social #Fuoridallabolla

I casi di autismo continuano a crescere a livello globale[1], a tal punto che le recenti statistiche internazionali ne rivelano un incremento 10 volte superiore rispetto agli ultimi 40 anni. 

In particolare, nel nostro Paese i Disturbi dello Spettro Autistico (ASD)[2] colpiscono 1 bambino su 77 (tra i 7 e i 9 anni), stima dovuta anche un affinamento delle capacità di intercettazione precoce del fenomeno, ma che mette in evidenza la necessità di adottare politiche sanitarie, educative e sociali atte a incrementare e migliorare i servizi a supporto dei pazienti e delle loro famiglie. 

Per garantire le migliori competenze nella presa in carico di bambini e ragazzi con queste problematiche e fornire un supporto concreto alle famiglie, il Serafico ha scelto di investire sulla formazione dei propri educatori e terapisti offrendo loro un corso sulla scienza applicata ABA (Applied Behavior Analysis), un metodo evidence-based[3] molto efficace, che favorisce la riduzione di comportamenti disfunzionali, migliora e aumenta la comunicazione, l'apprendimento e i comportamenti socialmente appropriati. 

Il corso è stato tenuto dalla Dott.ssa Fabiola Casarini, una ricercatrice che ha studiato il metodo ABA direttamente negli USA ed è tornata per insegnarlo in Italia.

In linea con i recenti dati internazionali, anche l'Istituto Serafico di Assisi ha registrato negli ultimi anni un forte aumento delle richieste relative a valutazioni e trattamenti di bambini e ragazzi con autismo. 

Nel solo 2019, infatti, il 44% degli utenti che si sono rivolti all'Unità Diagnostica dell'Istituto presentava problematiche riconducibili ai Disturbi dello Spettro Autistico

In quest'ambito, la ricerca oggi ha fatto importanti passi in avanti e, per la prima volta, il futuro dei bambini a cui viene riconosciuto il disturbo entro i due anni di vita è ricco di speranza. 

Anche per gli adolescenti e gli adulti con autismo e multi disabilità la scienza ABA è la principale strategia d'intervento che può aiutare tutti a progettare percorsi personalizzati che migliorino la comunicazione, il comportamento, la crescita continua e la realizzazione di sé. 

I dati che si raccolgono con ABA, infatti, mostrano inequivocabilmente che non si è mai troppo "grandi" o troppo "gravi" per imparare.

«L'ABA è il trattamento educativo per le persone con disturbi dello spettro autistico che ha mostrato i migliori risultati in tutto il mondo e consiste nell'utilizzo di un metodo per raccogliere dati sul comportamento delle persone al fine di migliorarne la salute, le relazioni con gli altri e la felicità. Il Serafico è il primo ente in Italia ad offrire gratuitamente il corso a tutto il personale assunto nel ruolo di educatore e si tratta di un investimento che non ha precedenti. Perché portare ABA in un luogo che si prende cura delle persone con pluridisabilità come l'Istituto Serafico ha una duplice valenza: significa cambiare mentalità rispetto ai modi tradizionali di curare i pazienti e al contempo dare vita a un Centro di lifelong learning in cui gli utenti non vengano valutati in base alla loro diagnosi o alla loro gravità, ma in base alle loro potenzialità e vengano così accolti come persone in grado di crescere ed imparare durante l'intero ciclo della loro vita», commenta la Dott.ssa Fabiola Casarini.

L'attenzione per l'uso di trattamenti educativi basati su evidenze scientifiche è arrivata da poco in Italia, come effetto delle linee guida per l'Autismo e su forte richiesta delle associazioni che si occupano di diritti delle persone con disabilità. 

È dunque fondamentale investire sulla formazione di personale specializzato al fine di garantire un alto standard di competenza ai propri utenti e questo il Serafico lo sa bene, tanto da rappresentare un modello di eccellenza italiana ed internazionale nella riabilitazione, nella ricerca e nell'innovazione medico scientifica per i ragazzi con disabilità plurime.

«Siamo orgogliosi di aver investito sulla formazione dei nostri operatori e terapisti offrendo loro il corso ABA, perché l'opera del Serafico è da sempre orientata a valorizzare le infinite potenzialità dei nostri bambini e ragazzi. Ci tengo pertanto a ringraziare la Dott.ssa Fabiola Casarini per il lavoro svolto e per aver tracciato un nuovo percorso nella direzione della ricerca delle autonomie e dei talenti dei ragazzi. Questo corso arricchisce l'offerta del Serafico e il nostro impegno affinché nessuno sia lasciato indietro», dichiara Francesca Di Maolo, Presidente dell'Istituto Serafico di Assisi.

Il corso ABA è regolato da un ente internazionale, il BACB, che garantisce a chi completa il percorso formativo lo stesso livello di competenze di base in tutto il mondo. 

Il corso si è svolto con 40 ore di formazione teorica, seguite da un tirocinio pratico e da una valutazione individuale, per poi culminare nello svolgimento di un esame internazionale in lingua inglese. 

Affrontando le complessità del corso per diventare a tutti gli effetti RBT (Registered Behaviour Technician, ovvero Tecnici del Comportamento Registrati), gli operatori hanno scoperto le potenzialità di ABA e vissuto personalmente la soddisfazione che comporta l'apprendimento continuo di un importante metodo innovativo.

«La scelta di adottare strategie educativo-abilitative-riabilitative basate su una solida metodologia scientifica validata, punta decisamente a promuovere lo sviluppo di interventi precoci e mirati, obiettivi cruciali per favorire positivamente l'evoluzione, l'inclusione e il complessivo miglioramento della qualità della vita delle persone con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie», spiega Sandro Elisei, Direttore Sanitario dell'Istituto Serafico di Assisi e coordinatore del Centro di Ricerca "InVita". 

«La complessità di questi disturbi rappresenta una sfida anche per il nostro Centro di Ricerca "InVita", attualmente impegnato a sviluppare un progetto già in atto nel nostro laboratorio espressivo a metodologia tecnologica, applicando nell'ambito dell'autismo le teorie successive alla scoperta dei "neuroni specchio" per favorire e migliorare il rispecchiamento affettivo della persona. Attraverso questo approccio, il Serafico si inserisce nella rete di servizi per l'autismo, ponendo al centro i bisogni del bambino e della sua famiglia per predisporre e offrire adeguati interventi di cura e sostegno», conclude Elisei.

LA CAMPAGNA SOCIAL PER ROMPERE LA BOLLA DELL'ISOLAMENTO E DEI PREGIUDIZI SULL'AUTISMO

Per sensibilizzare un pubblico più ampio sulla condizione delle persone con Disturbi dello Spettro Autistico e abbattere i pregiudizi e l'isolamento, l'Istituto Serafico di Assisi lancia la campagna social #Fuoridallabolla a sostegno delle persone con autismo e delle loro famiglie, che lottano ogni giorno per ottenere pari opportunità e inclusione all'interno della società. 

Dal 30 gennaio 2020 tutti possono sostenere l'iniziativa condividendo sui propri social network (IG / Twitter / Facebook) un selfie o un post in cui sia presente una bolla di sapone che esplode, simbolo evocativo della campagna, ricordando sempre di utilizzare l'hashtag #Fuoridallabolla e di taggare i canali social dell'Istituto Serafico.
 

Il Serafico, fondato nel 1871, è un modello di eccellenza italiana ed internazionale nella riabilitazione, nella ricerca e nell'innovazione medico scientifica per i ragazzi con disabilità plurime. Convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale per trattamenti riabilitativi residenziali, semiresidenziali ed ambulatoriali, il Serafico accoglie e cura ogni giorno 157 pazienti, provenienti da tutto il territorio nazionale, per un totale di 14.841 trattamenti riabilitativi e 15.842 trattamenti educativi-occupazionali all'anno (dati 2017). 

In una superficie complessiva di circa 10.000 mq, posta su di un'area di 40.000 mq, sono disponibili 84 posti letto in regime residenziale, 30 posti letto in regime semi-residenziale, oltre ad un servizio ambulatoriale e di valutazione diagnostica-funzionale. Le persone al servizio degli utenti sono oltre 200: circa 170 tra collaboratori e dipendenti e i numerosi volontari, che mettono in campo non solo capacità e competenze, ma anche un "capitale di umanità" in grado di entrare in sintonia con i pazienti.



[1] Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, a livello globale, 1 bambino su 160 ha un disturbo dello spettro autistico. Questa stima rappresenta un dato medio, alcuni studi hanno tuttavia riportato cifre sostanzialmente più elevate.    

[2] I Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) sono un insieme eterogeneo di alterazioni del neurosviluppo, causate da fattori genetici o ambientali, la cui condizione compare in età infantile, ma accompagna il soggetto per tutta la vita, con diverse possibilità relativamente all'acquisizione di autonomia personale. Questi disturbi sono inoltre caratterizzati da una compromissione della capacità di interazione sociale, della capacità di comunicazione, o dalla presenza di comportamenti, interessi e attività stereotipate.

[3] Tecnica che si basa soltanto sulle procedure la cui efficacia è stata comprovata dalle ricerche scientifiche.




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Nativi digitali, l'educazione scolastica diventa 4.0 grazie al "Blended Learning". Dagli esperti i benefici di una nuova tecnica di apprendimento misto.

NATIVI DIGITALI, L'EDUCAZIONE SCOLASTICA DIVENTA 4.0 GRAZIE AL "BLENDED LEARNING": 7 DOCENTI SU 10 FAVOREVOLI A QUESTA NUOVA TECNICA DI APPRENDIMENTO MISTO

Migliora l'interesse degli studenti nei confronti della lezione, aumenta il tasso di concentrazione e l'interazione con i docenti, stimola la creatività dei bambini e li prepara a un futuro digitale. 

Sono questi alcuni dei preziosi benefici sui più piccoli del "blended learning", nuova tecnica di apprendimento misto che, secondo gli esperti, rappresenta il trend educativo del 2020: il 62% dei docenti è favorevole alla sua introduzione nelle scuole.

L'avvento delle nuove tecnologie ha cambiato in maniera radicale il panorama educativo dei nativi digitali. Basti pensare che, secondo una recente indagine dell'American Health Association pubblicata sul portale della CNN, il 42% dei bambini al di sotto dei nove anni trascorre in media tre ore al giorno davanti allo schermo

Dato che si ripercuote sullo scarso tasso di attenzione in aula dal momento che, secondo una ricerca pubblicata su USA Today, il 67% dei bambini di fascia di età compresa tra i 6 e i 10 anni fa fatica a concentrarsi

Cosa bisognerebbe fare per renderli più partecipi durante le lezioni in classe? Gli esperti consigliano di utilizzare la tecnica del "blended learning", apprendimento misto che combina il metodo tradizionale in aula con attività mediate da sistemi digitali e che, come riporta Forbes, rappresenta il principale trend educativo del 2020. Ma quali sono i benefici del blended learning per i più piccoli? 

Aumenta l'interazione con i docenti, rende l'istruzione più accessibile, stimola la loro creatività e li prepara a un futuro digitale.

"La giusta sinergia tra lezioni frontali e l'impiego di dispositivi tecnologici aiuta i bambini a essere più attivi e partecipi in classe – spiega Eva Balducchi, co-fondatrice di Baby e Junior College – Per questa ragione nella nostra scuola adoperiamo lavagne interattive touchscreen, tablet, microscopi digitali e computer come strumenti per stimolare la curiosità dei più piccoli, avvicinandoli non solo ad un approccio ludico, ma di utilizzo funzionale alle attività didattiche, cercando di sviluppare in loro anche uno spirito critico dello strumento così che ne limitino l'uso passivo. La tecnologia mette a disposizione strumenti utili per studiare e promuovere apprendimenti significativi attraverso l'attenta guida dei nostri docenti, esperti in campo pedagogico".

Ma non è tutto, secondo una ricerca pubblicata su Psychology Today l'utilizzo di dispositivi tecnologici in classe migliora il rendimento scolastico degli studenti e li aiuta a essere più responsabili. E ancora, un'indagine della University of Michigan, pubblicata sulla CBS, afferma che il 62% dei docenti ritiene che il blended learning possa aiutare a colmare il gap digitale e a migliorare le lezioni. Mettere in pratica questa nuova forma di apprendimento, dunque, comporta un'evoluzione radicale del modo in cui docenti e partecipanti affrontano l'esperienza formativa.

Pensiero condiviso da Mariarosa Porro, pedagogista: "L'utilizzo di nuove tecnologie in aula permette di realizzare simulazioni, reperire informazioni da fonti diverse e confrontarle tra loro, scrivere testi a più mani in modo cooperativo, guardare video tutorial e svolgere esercizi interattivi. Sono tutte esperienze formative che prevedono un coinvolgimento attivo da parte degli alunni, utilizzando strumenti a loro familiari, e stimola la loro creatività. In questo modo la tecnologia diventa una risorsa aggiuntiva che integra nel progetto educativo e formativo quanto una volta era rappresentato dal semplice spazio e dai materiali utilizzati nel gioco scolastico".

Ecco infine i benefici del "Blended Learning" come nuova forma di apprendimento scolastico:

-          Aumenta l'interazione tra docenti e studenti: l'utilizzo di strumenti tecnologici permette a entrambe le parti di comunicare in maniera più immediata ed efficace.

-          Migliora il tasso di concentrazione dei ragazzi: gli studenti riescono a immergersi totalmente nella lezione, partecipando in maniera attiva.

-          Rende l'istruzione più accessibile: i materiali didattici sono accessibili in qualunque momento anche da casa.

-          Stimola la creatività e rende gli studenti più responsabili: gli strumenti tecnologici permettono di tener conto del percorso formativo, gestendolo in maniera personalizzata.

-          Migliora il rendimento scolastico: gli studenti sono più invogliati allo studio delle materie e alla scoperta di novità da imparare.



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Terminato il Seminario di Perfezionamento Scuola per Librai UEM 2020

Si è concluso a Venezia il XXXVII Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri

 

Si è concluso venerdì 31 gennaio a Venezia, alla Fondazione Giorgio Cini nell'Isola di San Giorgio Maggiore, il 37esimo Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, consueto e atteso appuntamento organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri in collaborazione con Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, l'Associazione Librai Italiani, l'Associazione Italiana Editori e il Centro per il Libro e la Lettura.

 

Il Seminario è un importante appuntamento in cui l'editoria italiana e internazionale si confrontano sul presente e sul futuro del libro. I lavori del Seminario prevedono l'intervento, a fianco dei manager delle principali catene librarie europee e dei vertici dell'editoria italiana, di figure professionali e di personalità di altri settori con l'obiettivo di ampliare con i loro contributi l'orizzonte del dibattito.

 

La giornata conclusiva, curata da Achille Mauri e coordinata da Stefano Mauri e Giovanna Zucconi, ha avuto come tema "Le grandi sfide".

Dopo i lavori di Angelo Tantazzi (Prometeia) con un intervento sulle Proiezioni per il 2020: dove va la spesa delle famiglie italiane? e di Ricardo Franco Levi (Associazione Italiana Editori) con alcune riflessioni su Il mercato del libro in Italia, si sono svolte la consegna del Premio per Librai Luciano e Silvana Mauri a Giorgio Pignotti della Libreria Rinascita di Ascoli Piceno, e della prima Borsa di Lavoro Nick Perren a Irene Quercioli della Libreria Rinascita di Empoli.

Sono seguiti gli inteventi di James Daunt (Waterstones e Barnes & Noble) Il libraio dei due mondi e di Arnaud Nourry (Hachette) Editoria libraria: una visione per il futuro. Entrambi hanno partecipato alla successiva tavola rotonda moderata da Stefano Mauri, Alberto Ottieri e Giovanna Zucconi.

Dopo l'intervento dello scrittore, giornalista e antropologo indiano Amitav Ghosh Imparare dal passato: i libri e il loro futuro in un'epoca di catastrofe, il Presidente della Scuola Achille Mauri ha chiuso il Seminario.

 

Dal 1984 la Scuola (primo esempio in Italia) ha organizzato 318 corsi, per un totale di 3.597 ore di lezione, a cui hanno partecipato 6.008 allievi e 2.043 librerie. È un importante momento di confronto sulle dinamiche dell'universo librario e promuove una discussione estesa a tutti gli aspetti che coinvolgono l'attività della libreria: gestione, organizzazione, distribuzione, commercializzazione e promozione. Un laboratorio dunque in cui sia possibile progettare, discutere, conoscere le dinamiche di quel mondo così complesso ma sempre vitale che ha al suo centro il libro.

 

 

Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri - Scuola per Librai

Facebook: Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri

Twitter @ScuolaLibraiUEM - #UEM37



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Lavoro: Tris di certificazioni “Top Employers” per JTI

Tris di certificazioni "Top Employers" per JTI

Successo in Italia, in Europa e nel mondo

JTI è stata riconosciuta a livello italiano, europeo e mondiale come azienda impegnata nell'offrire il miglior ambiente di lavoro possibile e nel promuovere la valorizzazione dei talenti

 

Roma, 31 gennaio 2020 – Anche quest'anno JTI fa il pieno di certificazioni ottenendo per il decimo anno consecutivo il riconoscimento di Top Employer Italia, quello di Top Employer Europa per il nono anno e per la sesta volta di fila si conferma tra una selezionata cerchia di aziende a conquistare anche la certificazione Top Employer Global. Il riconoscimento è assegnato alle aziende che hanno dimostrato di poter offrire condizioni di lavoro eccellenti ai propri dipendenti.

 

JTI vede confermato così il suo impegno rivolto a valorizzare i suoi talenti e sviluppare una strategia HR focalizzata sulla centralità delle persone e sulla cultura del cambiamento, come ricorda Daria Andreeva, People & Culture Director di JTI Italia, funzione recentemente rinominata proprio per sottolineare l'attenzione alla cultura aziendale come vantaggio competitivo per attirare e coinvolgere i talenti più variegati, in termini di diversità, provenienza geografica, età, abilità e ambizioni professionali.

 

"Come parte di questa nuova funzione, il nostro ruolo è aiutare i dipendenti a lavorare in un contesto in continua evoluzione e assicurarci che le persone, i dipendenti e i consumatori, siano sempre al centro delle nostre scelte di business, promuovendo la cultura del cambiamento per assecondare la grande trasformazione che JTI sta vivendo su più livelli, organizzativi, di digitalizzazione, ma soprattutto di approccio al lavoro" commenta Andreeva.

 

In JTI la cultura del cambiamento si concretizza a partire dalla valorizzazione dei talenti, attraverso un'offerta formativa articolata e alla proposta di piani carriera calibrati su misura. Esperienze all'estero, progetti inter-funzionali o programmi di mentoring con i top manager, sono solo alcune delle opportunità di crescita e sviluppo per i migliori talenti dell'azienda che, fin dall'inizio del loro percorso, acquisiscono una grande libertà d'azione, autonomia nella gestione dei progetti e la possibilità di scegliere piani di carriera a livello mondiale.



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PER IL 3’ ANNO CONSECUTIVO VODAFONE È TOP EMPLOYER 2020


 

PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO VODAFONE È TOP EMPLOYER 2020

 

Milano, 30 gennaio 2020 – Per il terzo anno consecutivo, Vodafone Italia è stata ufficialmente certificata da Top Employers Institute tra le aziende "Top Employer Italia 2020", grazie alla qualità della formazione offerta ai suoi dipendenti, al continuo impegno nell'innovazione del welfare e alla valorizzazione delle diversità.

 

Top Employers Institute è l'ente che, ogni anno, certifica a livello globale le eccellenze aziendali in ambito HR, premiando le aziende che si distinguono per l'impegno a fornire le migliori condizioni di lavoro ai propri dipendenti, per la formazione e lo sviluppo di talenti a ogni livello aziendale e per l'attuazione di Best Practice che mettono le persone al centro.

 

Vodafone, che in Italia impiega circa 6 mila dipendenti, ha avviato un processo di profonda trasformazione digitale che, oltre a modificare in modo radicale l'esperienza del cliente, cambia anche il modo di lavorare dei dipendenti, a cui viene offerta una formazione sempre più orientata al digitale. Vodafone offre a tutti i dipendenti una formazione dedicata alle competenze digitali e ai principi dell'"agile working", oltre a percorsi verticali orientati alle professioni più innovative (tra cui Digital Marketer, Data Scientist, IT Developer, User Experience Designer).  Vodafone ha inoltre investito in maniera significativa nello sviluppo di sistemi e contenuti di e-learning: con più di 100.000 corsi online completati, il portale YouLearn permette di accedere a 1200 corsi a catalogo, a infiniti corsi digitali e permette di ottenere tra le più importanti certificazioni.

 

La digitalizzazione, in Vodafone, passa anche attraverso spazi di condivisione e strumenti di lavoro smart, per rendere il modo di lavorare delle persone sempre più agile, interattivo e orientato alla collaborazione cross-funzionale. Vodafone è stata la prima azienda in Italia a introdurre lo smart working, nel 2014, e oggi è tra le esperienze che coinvolgono il maggior numero di dipendenti in Italia, con oltre 3500 persone che possono scegliere di lavorare da remoto un giorno a settimana.

 

Vodafone si è storicamente distinta per l'impegno nella valorizzazione della leadership femminile: oltre a mantenere un alto livello di occupazione femminile (con il 58% di dipendenti donne e il 35% di figure femminili nella popolazione manageriale), l'azienda garantisce sempre la presenza di almeno una donna nella rosa di candidati per una promozione o un'assunzione.

In Vodafone la maternità è retribuita a stipendio pieno per 9 mesi e mezzo e, in coerenza con le esigenze organizzative, può essere seguita da soluzioni part-time per le dipendenti che ne fanno richiesta e da turni agevolati per le madri che lavorano nei call center. Nelle sedi di Milano, Padova e Napoli sono presenti asili aziendali, con condizioni agevolate per i dipendenti.

 

Alle iniziative a favore delle donne, Vodafone ha affiancato l'impegno a riconoscere e valorizzare tutte le sfaccettature della diversità: da quella di genere a quella di orientamento sessuale, generazionale e di background.

 

Vodafone è tra le prime aziende in Italia a essersi dotata di un "Inclusion commitment" che valorizza la diversità come un fattore positivo di cambiamento, un modo per meglio interpretare i bisogni dei clienti, un incentivo per valutare le persone in base al merito e far emergere così diversi stili di leadership.

 

Vodafone in particolare:

 

-     raddoppia lo smart working per le mamme e i papà al rientro dalla maternità o congedo di paternità che potranno usufruire di un giorno di smart working in più alla settimana. Inoltre, le dipendenti in maternità avranno un Maternity Angel: una persona all'interno dell'azienda che le terrà costantemente aggiornate per facilitare il loro rientro. Vengono introdotte anche le "ferie solidali", che le persone possono scegliere di donare a colleghi in caso di particolari necessità di salute.

-     riconosce diritti e welfare per le unioni civili, dalla licenza matrimoniale per le coppie dello stesso sesso, fino all'estensione della copertura sanitaria integrativa.

-    favorisce lo scambio di conoscenze reciproche tra generazioni. Tra i progetti già lanciati, il progetto "Digital Ninja" attraverso cui alcuni nativi digitali affiancano i colleghi più senior per aggiornarli nella continua evoluzione dell'ecosistema digitale.

-     promuove la valorizzazione dei diversi background culturali all'interno dell'azienda attraverso percorsi dedicati ai neoassunti e attraverso iniziative per la comprensione e la semplificazione dei linguaggi interni.

 

Anticipando l'evoluzione della società, Vodafone è stata anche tra le prime aziende a introdurre in tutti i paesi in cui opera una policy di paternità che prevede due settimane retribuite al 100%.




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RAI WAY SI CONFERMA ANCORA UNA VOLTA TOP EMPLOYER


 

RAI WAY SI CONFERMA ANCORA UNA VOLTA TOP EMPLOYER

 

Roma, 30 gennaio 2020 - Rai Way S.p.A. per il quarto anno consecutivo ha ottenuto la certificazione Top Employers Italia, confermando l'impegno e la capacità di creare le migliori condizioni di lavoro e di valorizzare i talenti dei propri dipendenti. Rai Way viene premiata per essere in grado di conciliare il benessere della sua forza lavoro con le istanze di competitività aziendale.

 

La survey di Top Employers Institute ha confermato l'eccellenza dell'impegno dell'Azienda con particolare riferimento alla Pianificazione forza lavoro; gli altri ambiti d'indagine in miglioramento sono risultati essere: Apprendimento e Sviluppo, Comp&Ben e Cultura Aziendale.

 

Stefania Cinque, Chief Human Resources Officer di Rai Way ha evidenziato che "in linea con la visione strategica e i valori della società, il conseguimento della certificazione Top Employers per il quarto anno consecutivo attesta la centralità delle risorse umane, riconoscendo l'impegno costante di Rai Way nello sviluppo e nell'arricchimento delle competenze".

 

 

 COMUNICATO STAMP

Rai Way S.p.A. 

Rai Way è attiva nella gestione e sviluppo di reti di trasmissione e diffusione radiotelevisiva per la RAI, concessionaria italiana del servizio pubblico, e nell'erogazione di servizi a clienti business. 

Rai Way possiede un patrimonio di know-how tecnologico, ingegneristico e gestionale, oltre che di infrastrutture, di assoluta eccellenza nel settore della trasmissione e diffusione dei segnali radiotelevisivi a livello nazionale. Questo patrimonio unito all'alta professionalità, la specifica formazione e il continuo aggiornamento dei suoi oltre 600 dipendenti, rendono Rai Way un partner ideale per le aziende che cercano soluzioni integrate per lo sviluppo della propria rete e per la trasmissione dei segnali. 

Rai Way è presente capillarmente su tutto il territorio nazionale e può contare su una sede centrale a Roma, 21 sedi territoriali e oltre 2.300 siti dislocati sul territorio italiano. 





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MEET: l’incontro di 4 prestigiosi Atenei per una formazione medica all’ avanguardia



Nasce MEET: grazie all'incontro di quattro prestigiosi Atenei,

una formazione medica all'altezza delle nuove tecnologie


Pavia, 31 gennaio 2020 - L'Università di Pavia, l'Università di Pisa, la Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna di Pisa e la Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia, dal prossimo anno accademico proporranno ai loro studenti di Medicina e Chirurgia un programma comune di insegnamenti denominato MEET, Medicine Enhanced by Engineering Technologies.

L'obiettivo è quello di integrare la formazione del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia con un percorso di eccellenza, ampliando le conoscenze dei futuri medici sulle nuove tecnologie che sempre più impattano l'attività clinica, sia diagnostica che terapeutica.

Telemedicina, chirurgia robotica, intelligenza artificiale, big data & deep learning, protesica, stampa 3D, wearable sensors,…: sono moltissime le nuove tecnologie che potenziano l'attività medica, ma che richiedono una loro comprensione per potere essere adeguatamente utilizzate a beneficio della qualità di vita del paziente ed in un modo che sia eticamente responsabile ed economicamente sostenibile.

Per rispondere a questa esigenza e preparare al meglio i medici del futuro, le due Università e le due Scuole Universitarie Superiori di Pavia e Pisa hanno unito le loro competenze in modo da offrire una preparazione integrativa agli studenti di merito di Medicina e Chirurgia.

I contenuti sono mirati alle esigenze specifiche di formazione tecnologica e gestionale del medico: dalla biomeccanica alla strumentazione biomedica, dalle bioimmagini alla robotica e alla chirurgia assistita, dalla stampa 3D ai big data e all'intelligenza artificiale, oltre a insegnamenti riguardanti il management sanitario, gli aspetti etici della medicina e delle tecnologie biomediche.

I docenti di MEET saranno dei quattro Atenei, mantenendo la relativa affiliazione, ma costituiranno un corpo docente unitario.

Le lezioni si terranno prevalentemente in presenza a Pavia e Pisa, con un'ampia parte dedicata all'utilizzo di strumenti e all'acquisizione di competenze tecniche avanzate. Saranno anche previste lezioni a distanza in modalità e-learning, così che gli studenti possano beneficiare delle docenze differenziali presenti nei quattro Atenei.


Attraverso MEET gli studenti acquisiranno 60 crediti extracurriculari (che, cioè, si aggiungono a quelli del normale corso di laurea in Medicina e Chirurgia), ma che consentiranno, dopo la laurea, di conseguire un Master di secondo livello congiunto dei quattro Atenei coinvolti.

Potrà partecipare a MEET una selezione degli studenti iscritti ai Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia di Pavia e Pisa scelti tra i più meritevoli e motivati.

"E' con grande gioia – ha dichiarato il rettore dell'Università di Pavia Francesco Svelto – che annunciamo l'avvio di un nuovo percorso formativo MEET. Un percorso integrato e interdisciplinare, che integra la conoscenza medica con la tecnologia dell'ingegneria. MEET è anche l'incontro di quattro atenei che con dinamismo e grande volontà di cooperare hanno, in tempi rapidi unito il loro bagaglio di conoscenza e ricerca, per la formazione dei medici del futuro."

"La crescente complessità della medicina pone il nostro sistema sanitario davanti a nuove sfide, alle quali è nostro dovere dare una risposta adeguata in termini di alta formazione – commenta il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella – MEET nasce da questa consapevolezza e, mettendo a sistema le competenze di due Atenei prestigiosi e di due altrettanto prestigiose Scuole, punta a formare l'eccellenza medica del futuro: una nuova generazione di professionisti che deve necessariamente avere un orizzonte di conoscenze ampio e multidisciplinare".

"Si tratta di un percorso integrativo destinato agli studenti di alto merito – sottolinea la rettrice della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa Sabina Nuti - che mette in campo le competenze e le strutture di avanguardia nel campo della ricerca dei quattro atenei coinvolti, per formare futuri medici capaci di operare nel sistema sanitario e consapevoli dei vantaggi e delle opportunità che l'innovazione tecnologica può offrire".

"E' indubbio che la tecnologia, la gestione della complessità, gli aspetti etici legati al progresso tecnologico e all'innovazione – spiega il rettore della Scuola IUSS Pavia, Riccardo Pietrabissa - siano entrati nella vita di tutti con crescente impatto. Fra le diverse professioni, quella del medico è fra le più esposte a tali innovazioni ed è sempre più necessario creare nel medico una più consapevole capacità di usare, gestire e migliorare la tecnologia. I quattro atenei hanno deciso di proporre un percorso non medico agli allievi più capaci e meritevoli dei corsi di laurea in medicina e chirurgia di Pavia e Pisa, per valorizzare le competenze di bioingegneria, management sanitario, bioetica già presenti nei quattro atenei e che si concluderà con il rilascio di un Master".




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Lavoro, tappa allo IED a Roma per la campagna “Open your mind” della Commissione Europea

Lavoro, tappa allo IED per la campagna "Open your mind" della Commissione Europea

 

Roma, 31 gennaio 2020 – Appuntamento allo IED di Roma, martedì 4 febbraio, dalle 9 alle 13 con la campagna "Open your mind" della Commissione Europea. L'iniziativa, nata per promuovere l'occupazione dei giovani di età compresa tra i 14 e i 30 anni nei settori tessile, abbigliamento, calzaturiero e conciario (settori TCLF), si rivolge ad alcuni comparti strategici per l'economia europea, tra i più innovativi, soprattutto nelle tecnologie digitali. Lanciata da EASME, Agenzie Europea per le piccole e medie imprese, e DG GROW, Direzione generale della Commissione Europea per il mercato interno, l'industria, imprenditoria e PMI, l'iniziativa coinvolge Italia, Romania, Portogallo, Spagna, Germania e Polonia, ovvero i sei paesi europei con la maggiore rappresentanza di industrie TCLF.

I settori manifatturieri europei del Tessile, Abbigliamento, Pelletteria e Calzature sviluppano un fatturato di oltre 200 miliardi di euro, con circa 225.000 imprese attive nei settori e forniscono occupazione a oltre 2 milioni di lavoratori in Europa. L'obiettivo del progetto "Open your Mind" è quello di arrivare ai giovani attraverso un triplo canale, quello degli istituti didattici, quello degli eventi di maggior rilievo per l'industria e quello delle aziende, mostrando le opportunità legate ai settori TCLF, accrescendo l'attenzione sulle occasioni che offrono questi comparti.

Sono previsti in totale 72 eventi in 60 locations diverse, 14 stand periodici, due contest on line, una campagna di comunicazione in 6 lingue più una, ovvero nelle lingue dei sei paesi target e in inglese. La tappa del 4 febbraio in IED Roma s'inserisce nel calendario dei Creative Days dedicati alle professioni della moda. «Per IED è un piacere collaborare a un'iniziativa così importante, che rivolgendosi ai più giovani consente di rimarcare il ruolo centrale dei settori TCLF in Europa e nell'ambito del nostro made in Italy», afferma il Direttore IED Roma Laura Negrini. Nel corso della giornata diversi gruppi di studenti delle ultime classi delle scuole secondarie di secondo grado della Capitale parteciperanno, guidati da professionisti del settore, a workshop ed esercitazioni in laboratorio di Fashion Design, Design degli Accessori, Design del Gioiello e Fashion Stylist.



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mercoledì 29 gennaio 2020

IWG: i trend del lavoro nel 2020

Workplace 2020 - I trend del futuro 
che influenzano il luogo di lavoro già oggi

 

IWG, leader nella fornitura di spazi di lavoro flessibile, illustra i 5 trend che caratterizzeranno il mondo del lavoro nel 2020

 

Milano, 29 gennaio 2020 - Le nuove tecnologie e le tendenze che si sono affermate nel 2019 hanno avuto un impatto significativo sul mondo del lavoro, tanto da cambiare per sempre il nostro modo di lavorare. Come? Il 5G rende le attività quotidiane più veloci, il benessere dei dipendenti è diventato fondamentale per le aziende, i lavoratori chiedono maggiore flessibilità e un'intera nuova generazione è entrata a far parte della forza lavoro. Per le aziende che vogliono ottenere un vantaggio competitivo o vincere la battaglia per assicurarsi i migliori talenti, riconoscere e sfruttare questi fattori potrebbe essere cruciale per l'anno a venire.

 

1) Il benessere dei dipendenti non è un "di più"

 

Nel 2019 le aziende hanno posto particolare attenzione al benessere dei propri dipendenti, maturando una maggiore consapevolezza degli effetti dannosi che la sindrome da burnout può avere sulla salute, sia fisica sia mentale. Un recente studio di Levell ha rivelato che il 60% dei lavoratori sperimenta un calo delle prestazioni causato da stress cronico sul posto di lavoro, mentre una ricerca di Kronos mostra che il 95% dei responsabili delle risorse umane pensa che lo stress equivalga a "sabotare la fidelizzazione della forza lavoro".  

 

Per affrontare queste problematiche e mantenere sempre vivo il coinvolgimento dei dipendenti, è possibile ricorrere alla pratica della mindfulness al lavoro. Aziende come McKinsey, Nike, Google e Apple hanno implementato programmi che vanno dalla meditazione ai corsi di formazione cognitivo-comportamentale. Queste tecniche aiutano a rifocalizzare e a imparare a rilassarsi: alcuni studi neurologici dimostrano infatti che la meditazione è in grado di potenziare le aree del cervello che regolano le emozioni, migliora la durata dell'attenzione, aumenta le prestazioni e la produttività e, in generale, migliora il grado di soddisfazione sul lavoro.  

 
2) I professionisti di tutto il mondo chiedono la flessibilità
 

Oggi, la possibilità di lavorare in modo flessibile non è un semplice desiderio, ma una vera e propria richiesta dei professionisti, tanto che proprio per questo motivo il 45% delle aziende sta implementando politiche di smart working. In generale, con il 62% delle aziende in tutto il mondo ad adottare questa policy, il lavoro flessibile si è rivelato una super tendenza (Global Workspace Survey di IWG). 

 

I rapidi progressi tecnologici e la crescente globalizzazione dei luoghi di lavoro hanno permesso a questo trend di diffondersi. Il lavoro flessibile va incontro alle necessità dei dipendenti e offre loro la libertà di lavorare nel modo che meglio si adatta alle loro esigenze (ad esempio, iniziare all'orario che si preferisce o lavorare fuori dall'ufficio). Quando le aziende consentono una maggiore autonomia durante la giornata lavorativa, aumentano di conseguenza la soddisfazione dei dipendenti, la loro fidelizzazione, lealtà e benessere.  

 

Le politiche di lavoro flessibile vanno a vantaggio anche dei datori di lavoro stessi. La Global Workspace Survey di IWG ha mostrato, infatti, che la maggior parte dei leader aziendali ritiene che queste policy migliorino l'efficienza dell'ambiente di lavoro, con oltre due terzi di essi che testimoniano un aumento della produttività del 20% o più. Non solo, i dipendenti che si avvalgono dello smart working fanno meno assenze poiché possono adeguare l'orario lavorativo alle esigenze della vita privata.

 

3) La Generazione Z entra a far parte della forza lavoro

 

Quest'anno la Generazione Z si è unita per la prima volta alla forza lavoro attiva. È conosciuta come la prima generazione completamente digitale. Alcuni studi sostengono che il 60% della Generazione Z preferisce imparare attraverso tutorial e video di YouTube. Questo rappresenta una nuova sfida per le Risorse Umane, che dovranno adattare gli attuali metodi di formazione includendone altri più visivi che coinvolgano al meglio i nativi digitali. 

 

4) Il 5G accelera il luogo di lavoro

 

Nel 2019 è stata introdotta la rete 5G, che offre alle aziende velocità di connessione significativamente più elevate, tempi di risposta più rapidi e maggiore affidabilità rispetto alle reti 4G. Questa tecnologia di nuova generazione vedrà tempi di latenza quasi inesistenti, che consentiranno di condividere i dati quasi in tempo reale. Le aziende saranno inoltre in grado di eseguire compiti più complessi con una velocità e potenza di rete tali da aprire nuove possibilità. Il 5G contribuirà poi alla digitalizzazione e all'automazione di più processi, per supportare nuovi livelli di produttività. 

 

Nonostante il 5G sia ancora agli inizi, chi sarà in grado di adottare e adattarsi a questa tecnologia prima della concorrenza, ne raccoglierà i frutti in futuro.

 
5) Spazi di lavoro flessibili   
 

Flessibilità è stata la parola d'ordine nel 2019: gli spazi di lavoro flessibili sono infatti sempre più strategici per le aziende, poiché offrono ai professionisti la possibilità di lavorare in un ambiente adatto a loro (sia che si tratti di un ufficio più vicino a casa per ridurre gli spostamenti, sia nel caso di un edificio che amano nella loro città preferita).

 

Dare ai dipendenti la possibilità di lavorare in spazi di lavoro flessibili si traduce in un aumento della produttività, con il 54% dei dipendenti che afferma che lavorare da remoto permette di lavorare di più. I risultati dell'annuale Global Workspace Survey di IWG hanno inoltre rivelato che il 65% delle persone ritiene che la possibilità di personalizzare il proprio ambiente di lavoro le renda più produttive. Un bel vantaggio per le aziende nel 2020.

 
 
NOTE PER GLI EDITORI
 
IWG, International Workplace Group
 

IWG ritiene che il successo di un'azienda sia merito dell'efficienza e della soddisfazione dei suoi collaboratori. Per questo motivo la sua mission è trasformare ogni giorno in una splendida giornata di lavoro per milioni di persone. 

 

Grazie alla sua esperienza trentennale nel settore degli spazi di lavoro flessibili, IWG ha creato una piattaforma di immobili commerciali leader al mondo. Il suo portfolio di marchi operativi, che include Regus, Spaces, Signature by Regus, HQ e No18, garantisce un livello di scelta senza paragoni per aziende di tutte le dimensioni e con qualsiasi budget. Con oltre un milione di spazi di lavoro e la presenza in centinaia di Paesi, cittàe hub di trasporto in tutto il mondo, IWG ha stabilito la più ampia rete di spazi di lavoro flessibili globale, con una suite completa di servizi di supporto per le aziende, che consentono alle persone di concentrarsi sulla loro attività e vivere un'ottima giornata al lavoro.



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martedì 28 gennaio 2020

CDP Academy - Corporate MBA, il primo progetto di alta formazione per i nuovi manager

 

 

Al via CDP Academy – Corporate MBA

Il master in collaborazione con Luiss Business School

Primo progetto di alta formazione per i nuovi manager

Tra i selezionati ben 10 giovani del Lazio

 

 

Prende il via CDP Academy – Corporate MBA, il primo progetto di alta formazione aperto ai dipendenti del Gruppo CDP e di otto società partecipate. Il master, organizzato in collaborazione con la Luiss Business School, che è stata selezionata al termine di un articolato processo, ha l'obiettivo di promuovere la crescita di manager al servizio del Paese, facendo leva sulle competenze e sul network di primarie realtà industriali che contribuiscono alla crescita e allo sviluppo dell'economia italiana. Tra i selezionati ben 10 giovani del Lazio.

 

CDP Academy – Corporate MBA, presentato oggi dal Presidente di CDP Giovanni Gorno Tempini e dall'Amministratore Delegato Fabrizio Palermo, coinvolge le società del Gruppo CDP e le partecipate Ansaldo Energia, Fincantieri, Italgas, Open Fiber, Poste, SIA, Snam e Terna. Il nuovo master mette a fattor comune le competenze e i percorsi di crescita delle persone e favorisce il dialogo tra le sue eccellenze, in una logica di sistema.

Il corso di alta formazione, della durata di due anni, si svolgerà a Villa Blanc, sede della Luiss Business School diretta da Paolo Boccardelli, e vedrà il coinvolgimento nelle docenze anche dei professionisti e dei manager delle società partecipanti. Per la prima edizione del master sono state selezionate 30 persone, dopo un processo altamente competitivo in più fasi, a cui hanno partecipato oltre 500 profili di professionisti delle società coinvolte nel progetto.

CDP Academy – Corporate MBA si inserisce in una serie di iniziative che mirano ad investire sul capitale intellettuale del Paese per creare maggiore ricchezza: il Graduate Program, il nuovo programma di selezione e assunzione di giovani talenti neo laureati (15 quelli selezionati quest'anno dopo lo screening di 1.800 candidature) che hanno l'opportunità di partecipare a un percorso di formazione e job rotation che coinvolge anche le società partecipate; Finanza e Mercati, un percorso di formazione dedicato ai finance professional del Gruppo CDP e delle partecipate (87 i partecipanti); e la Scuola del Turismo, l'iniziativa di CDP in collaborazione con TH Resorts, che ha l'obiettivo di supportare la diffusione dell'eccellenza italiana nell'ospitalità, attraverso l'attrazione di giovani talenti da tutto il mondo.



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venerdì 24 gennaio 2020

Odontoiatria pediatrica: tre diplomi, tra i primi in Italia

Odontoiatria pediatrica: l'Insubria diploma tre specialisti, tra i primi in Italia

Varese e Como, 24 gennaio 2020 – L'Università dell'Insubria ha consegnato i suoi primi tre diplomi in Odontoiatria pediatrica, disciplina istituita nel 2016: in Italia sono state attivate solo sedici scuole, di cui tre in Lombardia, e dunque gli specialisti dell'ateneo di Varese e Como sono di fatto tra i primi ad affacciarsi nel panorama nazionale.

La cerimonia si è svolta oggi a Varese, nella Sala Campiotti della Camera di Commercio, alla presenza del rettore Angelo Tagliabue, del presidente della Scuola di medicina Giulio Carcano e del direttore del dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita Luigi Valdatta. Nel discorso di Lucia Tettamanti, direttrice della Scuola di specializzazione in Odontoiatria pediatrica, un ricordo sentito del professor Aldo Macchi a cui è seguito l'applauso del pubblico presente.

Hanno ricevuto il diploma: Vittorio Maurino, 36 anni di Gallarate, Andrea Alain Orsina, 32 anni di Stresa, e Jacopo Padalino, 29 anni di Legnano, tutti e tre laureati con lode in Odontoiatria e protesi dentaria all'Insubria.

La scuola di specializzazione in Odontoiatria pediatrica ha sede a Velate e conta attualmente 11 specializzandi divisi nei tre anni di durata del corso, durante il quale vengono affrontate tutte le problematiche legate alla salute del cavo orale del bambino. In particolare, si maturano conoscenze relative alla fisiologia della crescita, dello sviluppo psicologico, sociale e intellettivo del soggetto in età evolutiva, e alla fisiopatologia, clinica, terapia e prevenzione delle malattie specialistiche odontostomatologiche in età pediatrica.

«L'Odontoiatria si conferma eccellente nel nostro ateneo ­– spiega Lucia Tettamanti – e la nascita della scuola di specializzazione in Odontoiatria pediatrica nel 2016 ne è una conferma: siamo stati tra i pochi atenei in Italia a poterla attivare al momento della sua istituzione da parte del Ministero. E questo grazie all'alto numero di prestazioni effettuate in un decennio nell'ambulatorio riservato ai bambini nell'ambito dell'Odontostomatologia dell'Asst-Settelaghi. Oggi la Scuola coniuga perfettamente la formazione specialistica con i livelli essenziali di assistenza richiesti in ambito odontostomatologico; fare della buona odontoiatria pediatrica è fare prevenzione a 360 gradi».



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CONFINDUSTRIA PREMIA GRUPPO CAP COME MIGLIORE AZIENDA LOMBARDA GUIDATA DA UN MANAGER UNDER 40

Confindustria premia Gruppo CAP CoME migliorE aziendA lombardA guidata da un MANAGER Under 40

Unica utility pubblica tra le 58 premiate, il Premio Industria Felix- L'Italia che compete è stato consegnato ad Alessandro Russo, 38enne alla guida del Gruppo da 6 anni

 

Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, è la migliore impresa "under 40" della Regione Lombardia per performance gestionale e affidabilità finanziaria. Questa è la motivazione con cui ieri Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato dell'unica utility pubblica premiata, ha ricevuto il Premio Industria Felix - L'Italia che compete, giunto alla sua quarta edizione.

 

Organizzato dal trimestrale Industria Felix Magazine, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, Regione Lombardia, A.C. Industria Felix, con il patrocinio di Confindustria e Confindustria Lombardia, il riconoscimento è stato assegnato ieri 23 gennaio a Milano all'Auditorium Testori di Palazzo Lombardia alla presenza del Vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala.

 

"Sono orgoglioso di ricevere questo premio a nome di tutte le persone che rappresento, collaboratori, Comuni, cittadini che ogni giorno ricevono l'acqua che Gruppo CAP da oltre 90 anni porta nelle abitazioni dei 134 Comuni della Città metropolitana di Milano, ha dichiarato Alessandro Russo. Con una governance gestionale industriale all'avanguardia, rappresentiamo "il pubblico che innova", con un primato nazionale di 100 milioni di euro di investimenti nel 2019".

 

"Imprese competitive, affidabili e sostenibili. In una parola resilienti": sono circa 32.000 imprese di cui sono 58 le aziende premiate, su un campione di 32mila bilanci relativi al 2018, le società di capitali lombarde con fatturato sopra i due milioni di euro. Di cui solo 2.000 hanno un amministratore delegato "under 40". Aspetto singolare al di là della retorica, "l'azienda dei Comuni" si rivela essere un'azienda eccellente per performance gestionale e affidabilità finanziaria.

 

Da 6 anni alla guida dell'azienda, Alessandro Russo, che ha assunto la carica a soli 32 anni, rappresenta la generazione di giovani manager under 40 che rivestono un ruolo importante nel rinnovare i settori dell'impresa e dell'industria italiani. Russo dal 2018 è Vicepresidente di Utilitalia (Federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell'Acqua, dell'Ambiente, dell'Energia Elettrica e del Gas), con delega al Settore Idrico, e dal 2015 è portavoce di Water Alliance, la rete delle 8 aziende lombarde dell'acqua che presidiano un bacino di oltre 5 milioni di cittadini. Dal 2014 al 2019 è stato Vicepresidente di Ape, associazione europea che raggruppa i gestori interamente pubblici del servizio idrico. Nel 2018 è stato eletto presidente di Confservizi Lombardia.

 

Con 326.950.00 di euro di fatturato, e un utile di 31.945.000, l'azienda che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano porta ogni anno 200 milioni di metri cubi di acqua a 200 comuni della Lombardia. Con un patrimonio di 810 milioni di euro Gruppo CAP, si pone tra le più importanti monoutility nel panorama nazionale, grazie a una lungimirante strategia di governance sostenibile.

 

Una realtà che ha fatto della sua natura pubblica una vera e propria leva per innovare ed efficientare il sistema idrico integrato e il territorio dei Comuni presidiati in ottica di economia circolare, grazie agli ingenti investimenti in Ricerca & Sviluppo che hanno sede al Centro Ricerche Salazzurra, polo dell'innovazione per la gestione sostenibile dell'acqua che ospita start up e progetti di simbiosi industriale tra i più avanzati. Ne è esempio concreto CE4WE, la cui definizione ufficiale è Circular Economy for Water and Energy, tra i 33 progetti vincitori del bando "Call Hub Ricerca e innovazione", fiore all'occhiello della strategia di Open Innovation della Regione Lombardia.



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