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sabato 29 dicembre 2018

Trovare lavoro. AMC Italia recluterà 1.700 nuovi venditori nel 2019

AMC Italia recluterà 1.700 nuovi venditori nel 2019

Inserimenti previsti in tutte le regioni italiane. Il 5 gennaio sarà inaugurato il nuovo quartier generale di Rozzano. Centro del business di AMC Italia sono i "party" al domicilio dei clienti

 

Una cucina sana ed equilibrata, ma allo stesso tempo gustosa e, perché no, anche facile e rapida, grazie all'innovazione tecnologica. È questo ciò che desiderano gli italiani, che a tavola sono sempre più attenti e consapevoli di ciò che mangiano, e quindi sono disposti a investire in prodotti di alta qualità. Si inserisce pienamente in questo trend il successo di AMC Italia, azienda leader dei sistemi di cottura, parte di un gruppo internazionale, che ha appena festeggiato i 55 anni di attività (in Italia è presente dal 1970) e, per moltissime famiglie, è diventata col tempo sinonimo di unità di cottura che durano una vita, con tecnologie avanzate per cucinare senza aggiunta di grassi e con funzioni di controllo di temperatura e risparmio del tempo.

 

L'azienda, il cui modello di business è basato sui "party" a casa dei clienti, chiude un 2018 di innovazione regalandosi una nuova sede di proprietà a Rozzano, moderna e ultratecnologica, che sarà inaugurata ufficialmente il 5 gennaio con un grande meeting in cui saranno annunciate le strategie per il 2019. «Strategie che, come sempre, avranno al centro le persone – spiega il direttore generale di AMC Italia Joerg Samulowitz –: per il 2019 abbiamo infatti in programma di inserire in tutta Italia 1.700 nuovi collaboratori, con focus nelle regioni dove non siamo ben rappresentati, come la Liguria, e altre dove intendiamo consolidare la nostra posizione, come la Sicilia.L'obiettivo a medio-lungo termine è quello di portare AMC in tutte le regioni italiane».

 

Le persone che decidono di entrare nell'organizzazione, dopo un periodo di formazione gratuita e affiancamento, diventeranno incaricate alla vendita dei prodotti tramite dimostrazioni nelle case. Il loro ruolo unirà all'aspetto della vendita anche quello consulenziale, come "Ambasciatori di benessere". Il lavoro è flessibile e dà spazio sia a chi desidera aggiungere un'entrata al proprio reddito, sia a chi punta ad una carriera professionale con guadagni più alti. «Le opportunità in un campo come il nostro, legato al food, sono molto attrattive – spiega Samulowitz – perché il mercato richiede sempre di più figure qualificate, in grado di proporre prodotti per la cucina di alto profilo, dalle mille potenzialità, adatti a un'alimentazione equilibrata».

 

La filosofia della sana e corretta alimentazione è alla base dell'attività di AMC Italia. Da sempre l'azienda punta su qualità e tecnologia e negli ultimi anni ha lanciato prodotti come Easyquick – coperchio che consente di cuocere a vapore con controllo totale della temperatura e risparmio del 50% del tempo, mantenendo inalterate le proprietà nutritive dei cibi – e Ovale Grill, la novità 2018: un'unità di cottura per grigliare sia in casa sia all'aperto senza aggiunta di oli e grassi.

«Questi e altri nuovi prodotti che lanceremo nel 2019 – spiega ancora Samulowitz – saranno protagonisti di numerose iniziative e showcooking, in tutte le nostre sedi italiane e in particolare nel nostro nuovo quartier generale di Rozzano, dove il rinnovato laboratorio del gusto AMC accoglierà non solo i nostri venditori, ma anche il pubblico».

 

Per candidarsi e ulteriori info: www.amc.info/it-it/diventare-consulente/cogli-la-tua-opportunita/

 

 

AMC Italia - "Mangiare meglio. Vivere meglio." è la filosofia di AMC Alfa Metalcraft Corporation Spa, azienda di vendita diretta leader mondiale nei sistemi di cottura di alta qualità in acciaio inossidabile. Dal 1963 AMC offre prodotti per cucinare in modo sano e gustoso e si dedica alla cultura del sano piacere. In Italia dal 1970, è presente in più di 35 paesi del Mondo con una rete vendita di oltre 18.000 collaboratori e distributori e più di 12 milioni di clienti. 

sabato 22 dicembre 2018

Sereni Orizzonti: 350 nuove assunzioni ed un fatturato 2018 da 160 milioni

Sereni Orizzonti è alla ricerca di personale: oltre 350 le posizioni aperte in tutta Italia

Il 2018 si chiude con 160 milioni di fatturato.

 

Con 75 residenze dedicate alla terza età e oltre una decina riservate a minori, Sereni Orizzonti riveste un ruolo da protagonista nel panorama italiano di settore. "Ospitiamo oltre 5000 anziani, occupiamo 2900 persone e, ormai da 5 anni, cresciamo del 30% annuo. Chiudiamo il 2018 con un fatturato di gruppo di 160 milioni" dichiara Massimo Blasoni, azionista di maggioranza del gruppo che costruisce e gestisce residenze sanitarie per anziani.

L'Azienda friulana continua con forza la sua espansione su tutto il territorio nazionale. E' di due mesi fa l'inaugurazione della Rsa costruita a Rodano in provincia di Milano a cui è seguita la settimana scorsa l'inaugurazione dell'ottava struttura sul territorio lombardo, nel bellissimo quartiere milanese di Lambrate. A ottobre ha aperto i battenti la residenza di San Mauro Torinese e per i primi di gennaio è previsto l'avvio dell'attività a Fiesco, nel cremasco, e a Genova a cui seguirà quella di due nuove realizzazioni in ultimazione in Veneto a Marcon e Cinto Caomaggiore. Gli 800 nuovi posti letto richiedono da subito oltre 350 assunzioni. Infermieri, fisioterapisti, operatori sociosanitari, personale ausiliario. 

I curricula possono essere inviati al sito sereniorizzonti .it, alla voce corporate - lavora con noi.



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mercoledì 19 dicembre 2018

Infermieri. Cives su venti anni e corsi di formazione maxi-emergenze

Vent'anni di Cives: gli infermieri nella protezione Civile. 

Al via i corsi nazionali per le maxi-emergenze

 

Gli infermieri sono anche volontari della salute e dell'assistenza. E lo sono con il Cives (Coordinamento infermieri volontari emergenza sanitaria), che fa capo alla Protezione civile e che ha festeggiato i suoi primi venti anni di operatività, essendo nato nel 1998.

Bilancio positivo del periodo trascorso, ma già il Cives punta al futuro. Come hanno spiegato alla celebrazione Federico Federighi, dirigente funzione sanità, e Massimo La Pietra, dirigente ufficio volontariato della Protezione Civile Nazionale, gli infermieri saranno da subito coinvolti nel progetto di alfabetizzazione delle maxi-emergenze che la Protezione civile sta mettendo in atto in tutta Italia.

Il progetto condiviso tra Cives, Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (FNOPI) e Dipartimento di Protezione Civile, prevede una serie di incontri informativi che possano diffondere la cultura di Protezione Civile tra le figure infermieristiche del territorio che potrebbero essere interessate dal coinvolgimento nelle attività dei centri operativi a livello comunale provinciale e regionale in caso di calamità.

Il percorso dovrebbe essere strutturato in incontri della durata di 8 ore con un programma che ricalca le giornate di formazione che Cives Nazionale ha già proposto per tutto il 2017-2018 ai nuclei di tutta Italia.

La condivisione del progetto prevede che Cives assuma il ruolo di organizzatore degli eventi, che i funzionari del dipartimento di Protezione Civile siano in prima persona i relatori e che la FNOPI patrocini e monitori tutto il percorso.

Le figure infermieristiche interessate dalle giornate informative dovrebbero essere soprattutto i coordinatori infermieri del territorio, i coordinatori del 118 e i direttori infermieristici del territorio.

È necessario infatti che ogni tessera del mosaico che forma la macchina dei soccorsi in caso di emergenza sappia come coordinarsi e cosa può ottenere dagli altri componenti.

"E' il momento dell'urgenza infatti - hanno spiegato i responsabili della Protezione civile – quello che ha necessità di non far perdere nemmeno un minuto ai soccorsi per salvare vite e risolvere situazioni ai limiti della gestibilità. Poi nella successiva fase resta l'emergenza, la cui gestione è pur sempre difficile, ma che rientra di più nella normalità delle azioni proprie di ogni settore coinvolto"

I volontari del Cives, in particolare, svolgono la loro azione senza compensi e solo su autorizzazione delle aziende di appartenenza, come supporto a volte essenziale alle strutture e agli operatori del Servizio sanitario nazionale presenti sul territorio dove l'urgenza-emergenza ha origine e nel caso i responsabili dei soccorsi facciano scattare il meccanismo dei soccorsi provenienti anche da altre Regioni.

"L'organizzazione del volontariato nella Protezione civile come è presente e attivo in Italia – hanno sottolineato ancora i responsabili della Protezione civile - è unica nel suo genere probabilmente anche in Europa e nel mondo e questo ci ha fatto decidere e motivare il passo avanti rappresentato dall'organizzazione dei corsi grazie ai quali ogni professionista potrà intervenire nel minor tempo possibile con il massimo risultato. Ovviamente a favore e a supporto delle popolazioni colpite".

"Gli infermieri – ha sottolineato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), che durante l'evento è stata ufficialmente nominata direttore operativo ad honorem di Cives per averne assunto il ruolo con professionalità nel terremoto del centro Italia coordinando gli interventi richiesti alla professione – non si fermano però all'emergenza-urgenza, ma sono essenziali anche oltre, quando si dovrebbe essere in una normalità che purtroppo non è mai tale, ma resta solo un'assenza di urgenza, come ci hanno insegnato gli eventi catastrofici degli ultimi anni. Gli

infermieri in quel momento assumono il ruolo di case manager dell'assistenza ai cittadini, soprattutto se fragili e bisognosi di cure particolari, affiancandoli, seguendoli e coadiuvandoli anche dal punto di vista sociale nel recupero della condizione migliore possibile sia rispetto alla loro salute, sia allo stato d'animo che si crea in queste situazioni".

E questo anche perché, come ha sottolineato Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, intervenuto alla celebrazione "la professione infermieristica è attore dell'innovazione 'che serve' per la sostenibilità del Ssn, per la tutela dei diritti dei pazienti e per il contrasto alle disuguaglianze del diritto alla salute, presenti soprattutto nelle aree interne e più disagiate del Paese. È leva indispensabile per l'attuazione dello spostamento del baricentro del Ssn dall'ospedale al territorio, soprattutto attraverso l'esperienza dell'infermiere di famiglia. Un'esperienza che riavvicina la sanità ai cittadini, porta con elevate competenze professionali e umane il Ssn nelle case delle persone, facendone percepire sino in fondo il suo straordinario valore. Un Servizio sanitario lungimirante dovrebbe investire di più nella professione infermieristica e superare le resistenze al cambiamento che questa può e deve realizzare".

"Gli infermieri - ha aggiunto Aceti riferendosi al Cives - sono anche volontari dell'emergenza sanitaria, esempio di spontaneità, solidarietà e umanizzazione dell'assistenza nei momenti più difficili che vivono le comunità locali. Un valore, questo, che il SSN non deve comprimere, come purtroppo accade in alcuni casi per la carenza cronica di personale sanitario, ma al contrario che deve incoraggiare, promuovere e rafforzare. Un valore che i cittadini riconoscono, apprezzano e che considerano irrinunciabile".

"Dalla fine del 2016 a oggi - ha detto il presidente Cives, Maurizio Fiorda - Cives ha continuato il suo percorso di espansione e ha ridefinito la propria natura giuridica e organizzativa aderendo alla riforma del Terzo settore e dando la possibilità ai nuclei territoriali di avere una propria autonomia. Attraverso l'adesione al nuovo statuto abbiamo avuto la possibilità di poter far iscrivere negli elenchi di protezione civile regionali i vari nuclei che hanno aderito, oltre a dare un sostanziale aiuto economico con la ripartizione delle quote associative tra nazionale e provinciali.

Oggi Cives è presente in tredici regioni molte delle quali presentano più nuclei, e per il 2019, ormai alle porte, siamo in contatto per definire la costituzione di nuovi nuclei. Un occhio di riguardo lo ha avuto sempre la formazione, tassello fondamentale per poter avere dei professionisti che già hanno un background di competenze importanti ma che occorreva ulteriormente contestualizzare nell'ambito della protezione civile.

Per questo sono partiti nel 2017 numerosi corsi di formazione Ecm, gratuiti, aperti a tutti gli iscritti, in cui si sono formati diversi soci come formatori che hanno poi proposto nel loro ambito territoriale lo stesso percorso formativo. Da tutto questo è stato elaborato un manuale, frutto del lavoro di un gruppo di soci che hanno raccolto il lavoro fatto".

 




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Lavorare. 5 motivi per cui la vendita a domicilio sarà di tendenza nel 2019

5 motivi per cui la vendita a domicilio sarà di tendenza nel 2019

Comprare in salotto è l'esperienza d'acquisto che soddisfa le richieste dei consumatori contemporanei: consulenza personalizzata e possibilità di testare i prodotti, uniti alla comodità del servizio a domicilio. Il presidente di Univendita Ciro Sinatra: «Anche in tempi di crescita dell'e-commerce vince chi punta sul fattore umano»

 

 

Fare acquisti personalizzati, seguiti da un consulente esperto, con la possibilità di provare a casa con calma i prodotti e, magari, condividere il momento con amici e familiari, trasformando l'appuntamento di vendita in un piccolo evento. È l'essenza della vendita a domicilio, che si basa sul fattore umano: ponendosi da questo punto di vista comel'opposto degli acquisti online (eppure, è notizia recente che proprio Amazon manderà dei consulenti a casa di chi acquista prodotti hi-tech), la vendita a domicilio si rivela un modello apprezzato perché unisce la comodità, requisito ormai imprescindibile per il consumatore contemporaneo, con la sartorialità dell'esperienza d'acquisto, aspetto su cui l'e-commerce è carente.

«La vendita a domicilio è un modello vincente quando prodotti di alta qualità vengono presentati da professionisti competenti, capaci innanzitutto di ascoltare, orientare e consigliare»: osserva Ciro Sinatra, presidente di Univendita, associazione di categoria che riunisce le più importanti aziende della vendita a domicilio. Aziende che propongono i prodotti più vari (cosmetici, alimentari, beni durevoli e di consumo per la casa, elettrodomestici e viaggi), fatturano 1,66 miliardi di euro (+1,8% nel 2017 rispetto al 2016) e danno lavoro a 158mila persone, per il 37% millennial sotto i 35 anni.

 

Forte quindi di una base di venditori giovani, oltre che motivati e preparati, e di una proposta di prodotti di qualità che non si trovano in commercio attraverso altri canali, la vendita a domicilio è capace di offrire una customer experience unica nel suo genere, in linea con le aspettative del mercato. Secondo Univendita, sono cinque i motivi per cui la vendita a domicilio sarà di tendenza nel 2019.

 

  1. Acquisti senza muoversi da casa – Una comodità che i consumatori apprezzano e ricercano sempre di più e che nella vendita diretta si realizza attraverso due modelli, il porta a porta e il party plan (vendita per appuntamento). «In entrambi c'è un'alta componente di servizio, con il venditore che si reca a casa del cliente in orari flessibili, anche la sera o nel weekend» spiega Sinatra.
  2. Prodotti da toccare con mano – Un ambito in cui la vendita a domicilio non teme confronti: nessun altro metodo di vendita prevede la dimostrazione nell'ambiente domestico. «Poter testare i prodotti in situazioni reali è un vantaggio apprezzato, perché permette di essere sicuri di ciò che si acquista» sottolinea il presidente di Univendita.
  3. Consulenza personalizzata e competente – Chi fa acquisti a domicilio allaccia un rapporto diretto con un venditore che sa dare consigli giusti e personalizzati per ogni cliente. «Ed è un rapporto che nella maggior parte dei casi poi continua nel tempo – spiega Sinatra –. Non a caso molte imprese associate Univendita sono aziende storiche, caratterizzate da una grande fedeltà della clientela».
  4. Consegna a domicilio – È un aspetto al quale i consumatori sono ormai sempre più abituati, «Un servizio che viene apprezzato in particolare per i prodotti ingombranti come gli elettrodomestici o per i surgelati, dove c'è la garanzia della non interruzione della catena del freddo» fa notare Sinatra.
  5. Assistenza post vendita puntuale ed efficace – Il cliente si interfaccia con l'azienda innanzitutto attraverso il venditore, che ha un nome e un volto, e non attraverso lo schermo di un computer, un call center o un robot, come succede nell'e-commerce. «Anche dopo la vendita, l'incaricato è sempre disponibile per fornire un supporto al cliente» conclude Sinatra.

 

Univendita

Qualità, innovazione, servizio al cliente, elevati standard etici. Sono queste le parole d'ordine di Univendita, la maggiore associazione del settore che riunisce l'eccellenza della vendita diretta a domicilio. All'associazione aderiscono: AMC Italia, Avon Cosmetics, bofrost* Italia, CartOrange, Conte Ottavio Piccolomini, Dalmesse Italia, Fi.Ma.Stars, Just Italia, Lux Italia, Nuove Idee, Ringana Italia, Starline, Tupperware Italia, Uniquepels Alta Cosmesi, Vast & Fast, Vorwerk Italia - divisione Bimby, Vorwerk Italia - divisione Folletto, Witt Italia, che danno vita a una realtà che mira a riunire l'eccellenza delle imprese di vendita diretta a domicilio con l'obiettivo di rafforzare la credibilità e la reputazione del settore tra i consumatori e verso le istituzioni. Univendita, che aderisce a Confcommercio, rappresenta il 46% del valore dell'intero comparto della vendita diretta in Italia (fonte: Format Research, marzo 2017).



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venerdì 14 dicembre 2018

Jobtome studia dove gli utenti cercano lavoro: il 65 percento da agenzie e GDO il settore più ricercato

JOBTOME STUDIA DOVE GLI UTENTI CERCANO LAVORO

Il 65% consulta le offerte di lavoro da agenzie e, per quanto riguarda il settore più ricercato, la GDO conquista la prima posizione.

L'Osservatorio Jobtome, dipartimento di analisi del mercato della società tecnologica tra le leader nel campo del recruitment online, ha analizzato le ricerche dei propri utenti per capire meglio dove gli italiani cercano lavoro e quali aziende preferiscono.

Studiando il comportamento di oltre 4 milioni di italiani, dal 1 gennaio 2018 al 1 dicembre 2018, è emerso come essi preferiscono affidarsi alle agenzie di lavoro. Oltre il 65% consulta, infatti, un'offerta proveniente da un'agenzia, contro il 35% che invece preferisce valutare le offerte provenienti direttamente da aziende

Oltre all'analisi del comportamento degli italiani durante il processo per trovare un posto di lavoro, l'Osservatorio Jobtome ha anche studiato le aziende e i settori che attirano il maggior interesse, in termini di numero di ricerche da parte degli utenti.

Gli italiani hanno dimostrato un notevole interesse nel settore della GDO con Esselunga in testa con quasi l'8% delle preferenze. Una persona su otto, che effettua una ricerca su Jobtome, vorrebbe infatti lavorare in Esselunga. Subito dopo, Ikea, con il 6%, e Lidl con il 4%.

Non solo il settore della GDO, gli italiani hanno dimostrato anche un importante interesse per il settore bancario e finanziario. Dall'analisi dei dati, effettuate dall'Osservatorio Jobtome, si evince, infatti, che Unicredit e Deloitte si posizionano subito dopo i player della GDO.

Le analisi condotte dimostrano sempre più che, al di là delle tipologie di settori del possibile impiego futuro, gli italiani, nella fase di job search, sono sempre più alla ricerca di una soluzione che sia semplice, intuitiva e personalizzata in base alle proprie esigenze.
Le agenzie attive nel campo del job recruitment, Jobtome in primis, diventano quindi attori fondamentali per far incontrare i talenti e le aziende in un mercato, come quello del lavoro, che cambia ogni giorno.

"Nel corso degli ultimi anni, la crescente trasformazione in atto nel mercato del lavoro ha rivoluzionato le strategie di gestione del personale delle aziende." – ha dichiarato Gabriele Borga, CEO Jobtome. "I dati analizzati dal nostro Osservatorio dimostrano, infatti, come sempre più aziende per avere maggiore flessibilità, decidano di appoggiarsi alle agenzie del lavoro per la ricerca di personale. Questo ha fatto sì che 2 offerte su 3 consultate nel nostro sito da oltre 4 milioni di italiani provenissero da queste ultime, e solo un terzo dalle aziende dirette. Nell'ambito aziendale resta la forte crescita della GDO e del settore bancario dove i brand hanno un forte peso ai fini della ricerca di lavoro degli italiani. Esselunga, in tal senso, è risultata essere in assoluto la società più ricercata." – aggiunge Borga.



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QUADRUPLICATE LE OFFERTE DI LAVORO NEL SETTORE RETAIL/GDO PUBBLICATE SU CORNERJOB NEL 2018


 
Milano - CornerJob, l'app leader per il mobile recruitment, in Italia ha registrato, tra gennaio e ottobre 2018, un incremento del 400% (rispetto allo stesso periodo del 2017) delle offerte di lavoro in ambito retail/GDO pubblicate sulla piattaforma.
I motivi di questo "boom"? Da una parte un comparto economico che sta correndo sul percorso della digitalizzazione per migliorare la propria competitività (soprattutto nei confronti dei giganti dell'e-commerce). Dall'altra la consapevolezza, ormai chiara, che il migliore mix tra competenze tecnologiche e soft skills si trova tra i Millennials, una generazione cresciuta con lo smartphone in mano e che vive tale strumento come prezioso alleato per ogni aspetto della vita quotidiana.
 
Con lo smartphone le nuove generazioni giocano, si informano, acquistano, guardano i film e…cercano lavoro.
Nell'ambito del  Report Cornerjob 2018 sui Millennials e il mondo del lavoro pubblicato a ottobre, su 1,2 milioni di under 35 intervistati, il 77% dichiara di utilizzare lo smartphone per cercare lavoro e candidarsi alle offerte, a questa attività dedica fino a dieci ore alla settimana, preferibilmente nelle ore serali. Quando, evidentemente, terminati gli impegni della quotidianità, ci si può concentrare maggiormente e in tutta tranquillità. È un segnale importante, perché decreta definitivamente che oltre per comunicazione ed entertainment, nelle vite dei giovani, questo strumento è ormai "normalizzato" come alleato rapido, reattivo ed efficace per ogni tipo di esperienza o bisogno.
 
Cercare lavoro con il mobile recruitment?  Semplice, ma non è un gioco.
"Branding" è una parola che ricorre spesso nell'era dei social network. Lo utilizzano i politici, le aziende, gli HR manager. Significa costruire una strategia "di marca" esattamente come accade con un prodotto. Vale anche per i candidati che, proprio perché oggi hanno a disposizione strumenti per cercare e trovare un'occupazione rapidi ed efficaci, devono lavorare sul proprio "candidate branding" per rendersi, a "colpo d'occhio", attrattivi nei confronti dei recruiter. CornerJob ha quindi identificato i passaggi chiave per ottimizzarlo.
 
1.     In primo luogo va creata la propria "brand identity", a partire dall'immagine
È ormai chiaro che l'avvento dei social media ha rivoluzionato il linguaggio portando in primo piano quello visivo. Per il candidato quindi è importante che la foto del profilo da utilizzare sulla piattaforma di mobile recruitment sia corretta. Il viso deve vedersi chiaramente e arrivare al "mezzo busto". Il look deve essere professionale senza eccedere in formalità. Una giacca e una camicia sono sufficienti. Un eccesso di formalità può infatti andare a discapito dell'autenticità e comunicare uno stereotipo al posto di un'identità.
 
2.     La compilazione del profilo deve essere sintetica e rilevante
Oltre a contenere i principali dati anagrafici, le esperienze maturate e, ad esempio, le lingue conosciute (informazioni che comunque molte piattaforme raccolgono tramite questionari guidati), è importante fornire tutte le informazioni, anche riguardanti il carattere o la personalità, rilevanti per la posizione a cui ci si candida. In modo sintetico e, allo stesso tempo, esaustivo. Il metodo migliore è il ragionamento "per hashtag". Che significa selezionare circa dieci parole chiave che identifichino sé stessi e, infine, inserirle in una breve narrazione che, più o meno, stia entro le cento parole.
 
3.     Verificare la propria "reputazione digitale"
Tutti oggi sono sotto gli occhi di tutti. Anche dei recruiter. È quindi importante, quando si cerca lavoro, fare una verifica accurata sulla propria presenza on-line. Dai profili social in poi. Questo non significa doversi censurare: nessuno scarterà mai un profilo di un candidato che ha pubblicato le foto delle vacanze o i selfie con i calciatori. Basta tener presente che sui profili social vengono resi pubblici anche dati circa opinioni, credenze e altri aspetti sensibili. Ma tramite un corretto utilizzo dei livelli di privacy è possibile decidere chi può vedere cosa.
 
4.     Candidarsi solo per le posizioni per cui si è davvero qualificati 
Spesso, e soprattutto se disoccupati, la tentazione di candidarsi a quante più posizioni possibili è forte. Talvolta a prescindere dal fatto di possedere la corretta qualificazione. È un errore fatale. Per i recruiter il tempo è una risorsa fondamentale e un profilo che viene scartato perché fuori dal perimetro della posizione da coprire pregiudica non solo la candidatura attuale, ma anche quelle future.
 
5.     Infine, la tempestività è essenziale
Così come le lunghe attese di un feedback per un candidato possono essere snervanti, per un recruiter il mancato riscontro a una segnalazione di positiva preselezione può denotare scarso interesse o superficialità. Anche un ritardo nella risposta può essere pregiudizievole.  Il "mobile recruitment" è rapido, reattivo ed efficace. Per questo, quando viene utilizzata un app per la ricerca di lavoro, è importante sempre attivare le notifiche "push" in modo da rispondere in tempo reale alle segnalazioni del recruiter. Infine, anche nel caso in cui la posizione non sia più d'interesse, è importante comunicarlo. Il posto di lavoro meno rilevante ora non deve infatti precludere opportunità future. E mantenere il contatto "vivo" con le aziende e gli HR manager, soprattutto in tempi non facilissimi, è più che importante.
 
 
A PROPOSITO DI CORNERJOB CornerJob è una piattaforma per dispositivi mobili dedicata alla ricerca di lavoro oggi attiva in Italia, Francia, Spagna e Messico. Tra i clienti in Italia vediamo nomi del calibro di Adecco, Randstad, Eataly, Geox, Amnesty International, Generali, Manpower e Angelini.  Con sede principale a Barcellona, CornerJob è stata fondata da Miguel Vicente, Gerard Olivé (già fondatori di Wallapop), David Rodriguez (CEO) e Mauro Maltagliati (co-founder). Nel 2016 è entrata nella top ten delle app più scaricate su AppStore e al primo posto delle app nella sezione "economia" di AppStore e Google Play. E anche nel 2017 è entrata nella top ten AppStore.


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giovedì 13 dicembre 2018

FORMAZIONE SU RINNOVABILI E EFFICIENZA, IL GSE AL FIANCO DEL COMUNE DI MILANO - Comunicato stampa

FORMAZIONE SU RINNOVABILI E EFFICIENZA,

IL GSE AL FIANCO DEL COMUNE DI MILANO

 

Il corso rivolto a 240 funzionari del Comune di Milano sui meccanismi d'incentivazione per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici. Vetrò, Presidente GSE: "La collaborazione con Milano è il primo atto concreto di un nuovo approccio per rendere tutti gli interlocutori più consapevoli e informati"

 

Milano, 13 dicembre 2018. Rendere tutti gli interlocutori, pubblici e privati, più consapevoli e informati sulle tematiche riguardanti  fonti rinnovabili, efficienza energetica e i relativi meccanismi di sostegno. È questo uno degli obiettivi che il nuovo Vertice del GSE si è posto, partendo dal supporto al Comune di Milano in tema di formazione dei funzionari pubblici.

Questa mattina si è svolto il corso di formazione rivolto a 240 professionisti, tra architetti e ingegneri, sul funzionamento del meccanismo degli incentivi dedicati alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio pubblico.  Nel corso della mattinata è stata anche presentata la best practice relativa all'edifico che ospita il Municipio di Via Oglio, quale proposta metodologica per valutare le possibilità di applicazione degli strumenti di sostegno GSE, in particolare il Conto Termico, negli interventi previsti dal Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2018-2020 del Comune di Milano.

"La collaborazione con Milano è il primo atto concreto di un nuovo approccio del GSE per rendere tutti gli interlocutori più consapevoli e informati, creando un'importante sinergia, la più ampia possibile, con tutti gli stakeholder", ha sottolineato il Presidente del GSE, Francesco Vetrò, ribadendo la volontà del GSE "di fare formazione e informazione sui meccanismi di sostegno e sulle risorse disponibili per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, in particolare verso quelle categorie di professionisti fondamentali per stimolare e alimentare la progettualità della Pubblica amministrazione"

La collaborazione tra il GSE e il Comune di Milano ha un importante valore strategico istituzionale, dal momento che Milano risulta essere una delle Amministrazioni locali più virtuose rispetto ai temi della sostenibilità ambientale, rappresentando al contempo una delle città "modello" per il perseguimento degli obiettivi europei al 2030 sottoscritti a Parigi.  



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venerdì 7 dicembre 2018

Tovare lavoro: necessari Soft Skills, Digital Transformation e Recruiting 2.0:

Soft Skills, Digital Transformation e Recruiting 2.0: come cambia il mondo del lavoro

 

Andrea Pedrini,

Country Manager Italia - Visiotalent

 

Oggi le soft skills, le cosiddette "competenze trasversali", sono al centro dell'attenzione del mercato del lavoro e rappresentano una componente chiave all'interno del processo di selezione.

 

Ma cosa sono esattamente queste competenze trasversali? Per soft skill intendiamo una particolare abilità di natura cognitivo-relazionale propedeutica all'interazione efficace e produttiva con gli altri, sia sul posto di lavoro che al di fuori di esso.

 

Non si tratta, quindi, di competenze tecnico-specialistiche: tutte quelle conoscenze che dipendono dal bagaglio formativo e dalle esperienze professionali pregresse sono denominate hard skills. Le hard skills sono misurabili, quantificabili e facilmente dimostrabili, e possono essere acquisite con lo studio e la pratica.

 

In un momento in cui la collaborazione, il benessere sul posto di lavoro e l'integrazione culturale tra un dipendente e la propria azienda sono tematiche di grande attualità, non è più sufficiente avere un buon bagaglio di hard skills, ma è necessario dimostrare anche piena padronanza delle proprie soft skills.  Queste "competenze trasversali" non costituiscono un semplice valore aggiunto, ma possono rivelarsi abilità vincenti e capaci di fare la differenza.

 

Nel 2017 Google ha diffuso i risultati di uno studio condotto internamente in cui sono stati esaminati vari team per determinare i gruppi più innovativi e produttivi in azienda. La ricerca ha stabilito che i team con le migliori performance non erano quelli composti da "luminari", bensì quelli interdisciplinari in cui i dipendenti avevano messo in campo le proprie "competenze trasversali" durante il processo collaborativo.

 

Ma non sono solo le multinazionali hi-tech a trovare valore in questo tipo di competenze. La crescente importanza data al "saper essere", in contrapposizione a quella del "saper fare", è un fenomeno sempre più condiviso dalle imprese che cercano personale.

L'avvento della digitalizzazione sta portando non solo ad un miglioramento della tecnologia e dell'automazione, ma ad un vero e proprio ripensamento a 360 gradi del modo di lavorare.

Il World Economic Forum ha pubblicato un rapporto, "The Future of Jobs", in cui ha messo in luce che entro i prossimi due anni più di un terzo delle competenze considerate importanti nelle risorse umane di oggi cambieranno.

 

Secondo il WEF, le 10 skills che nel 2020 verranno ritenute indispensabili per avere successo sono: risoluzione di problemi complessi, pensiero critico, creatività, gestione delle persone, capacità di coordinarsi con gli altri, intelligenza emotiva, capacità di giudizio e di prendere decisioni, orientamento al servizio, negoziazione e flessibilità cognitiva.

 

Le abilità trasversali sono, però, spesso assenti nei curricula e di più difficile valutazione rispetto alle competenze tecniche oggettive.

Come riportato dal Global Recruiting Trends 2018, frutto di una ricerca condotta da LinkedIn su 9.000 professionisti delle risorse umane, si sta assistendo ad una vera e propria rivoluzione nel campo del recruiting.

Nuove modalità di colloquio e tool tecnologici stanno prendendo sempre più piede. Il tutto nell'ottica di abbandonare il classico CV e di scendere in campo per valutare in modo più efficace la preparazione di una risorsa.

 

Grazie a queste nuove pratiche i candidati hanno la possibilità di mettersi maggiormento in gioco, permettendo, così, ai recruiters d'identificarne più rapidamente e con accuratezza sia le hard che le soft skills.

 

Il colloquio tradizionale potrebbe essere presto un ricordo lontano grazie all'avvento di queste nuove modalità di selezione:

 

Video colloquio. Il video colloquio è una delle ultime frontiere del recruiting ed una pratica sempre più diffusa all'interno del processo di selezione dei candidati.

L'azienda francese Visiotalent è attualmente una delle realtà di maggior successo del settore.

Rapido, intuitivo e basato sulle tecnologie più avanzate, il tool ideato da Visiotalent consente ai professionisti delle risorse umane d'invitare i candidati a registrare un video che simuli un colloquio reale. Grazie al video, le competenze emergono immediatamente, con benefici per le aziende in termini di tempo, costi ed efficacia. Il video colloquio rappresenta anche un'occasione unica per i candidati in quanto dà loro la possibilità di esprimersi al di là del CV, mostrare la propria personalità e far emergere le soft skills.

 

Test della personalità. Un'altra strategia che le aziende possono utilizzare per valutare le soft skills è sottoporre un test della personalità ai propri candidati.

Attraverso alcune domande, questi test consentono di far emergere i tratti principali del carattere ed evidenziare i comportamenti che il candidato adottarebbe in determinate situazioni. A volte sono talmente accurati da svelare persino il potenziale tasso di affinità tra un manager ed il suo futuro collaboratore.

 

Realtà virtuale. Negli ultimi anni, la realtà virtuale e la realtà aumentata sono state impiegate per l'innovazione di diversi settori, quindi non sorprende che abbiano un impatto anche nel mondo del recruiting. Ad esempio, alcune importanti realtà, come Lloyds Banking e la Commonwealth Bank of Australia, utilizzano questa tecnologia per valutare le capacità decisionali e di problem solving dei candidati.

 

Assessment di gruppo. Il colloquio collettivo è una soluzione di analisi e valutazione del candidato: il fine è quello di valutare le capacità necessarie per svolgere un'attività professionale attraverso la simulazione di una tipica situazione aziendale. Dalla discussione e dal confronto tra i membri del gruppo, il selezionatore può valutare la capacità del singolo candidato di lavorare in team e il possesso o meno dei requisiti interpersonali che il lavoro di squadra inevitabilmente richiede.

 

Audizioni di lavoro. Queste non sono altro che attività nelle quali al candidato viene chiesto di cimentarsi al fine di mettere in mostra quello di cui è effettivamente capace. Durante l'audizione di lavoro, il candidato che ha dato un'impressione tutt'altro che stellare, potrebbe invece rivelarsi più valido rispetto ad uno che, durante il colloquio, ha fatto faville.

 

Come abbiamo visto, sono numerose le nuove modalità di colloquio che permettono un'analisi dei diversi aspetti del candidato e della sua personalità. Il proliferare di nuovi strumenti nel campo dell'HR ha sicuramente semplificato la vita ai professionisti del settore rendendo maggiormente efficace la scelta finale del candidato, ma  potrebbe, invece, creare delle difficoltà a chi verrà giudicato sulla base di competenze che non ha allenato nel corso della propria formazione.

 

Un consiglio per chi è alla ricerca di lavoro arriva da Visiotalent, il cui tool di video interviste è già stato utilizzato da oltre 10.000 candidati solo nel nostro Paese: "Il migliore approccio per far emergere le proprie capacità comunicative, di leadership o di problem solving è quello di rimanere se stessi, evidenziando al massimo i propri punti di forza", commenta Andrea Pedrini, Country Manager Italia dell'azienda.   

 

Le cosiddette competenze trasversali, al pari delle hard skills, si possono potenziare con un'attività di vero e proprio allenamento.  "Sul sito e sull'app di Visiotalent – continua Pedrini - è possibile effettuare la simulazione di una video intervista attraverso cui il candidato può prendere consapevolezza della propria capacità di comunicare, sia a parole che con il linguaggio del corpo, ed imparare a far emergere le proprie soft skills in fase di colloquio."

 

Il coaching e le simulazioni sono uno strumento prezioso ed estremamente efficace per coltivare e sviluppare queste "competenze trasversali" che hanno natura sostanzialmente relazionale e comunicativa, e che trovano la loro massima espressione nei rapporti interpersonali.

 


 

A proposito di Visiotalent:

Fondata nel 2014 dagli imprenditori francesi Gonzague Lefebvre e Louis Coulon, Visiotalent è azienda leader in Europa nell'ambito del Video Recruitment.

Rapido, intuitivo e basato sulle tecnologie più avanzate, il sistema di video colloqui ideato da Visiotalent contribuisce a rendere il processo di assunzione più semplice ed efficace, con notevoli benefici sia per i professionisti delle risorse umane, che per i candidati.

Ad oggi, oltre 300 realtà - tra cui Generali, Prysmian, ING Direct, Burger King, Blablacar, Leroy Merlin, Sephora, Deloitte, Cartier, Gazprom - hanno scelto di utilizzare Visiotalent.

Con sede centrale a Lille ed uffici a Parigi, Lione e Nantes, Visiotalent ha recentemente ampliato la propria attività a livello internazionale con l'apertura delle nuove sedi di Milano, Madrid e Bruxelles.

lunedì 3 dicembre 2018

‘Dillo con parole...nostre’, il nuovo progetto di Mediatyche contro il cyberbullismo

Il cyberbullismo spiegato dai ragazzi ai ragazzi per trasformarli in "ambasciatori di responsabilità" verso i più piccoli: D-Link sposa il progetto "Dillo con parole…nostre"

di Mediatyche e Laboratorio Adolescenza

 

• "Dillo con parole…nostreè un progetto innovativo di alternanza scuola lavoro che permette di far dialogare i ragazzi delle superiori con quelli delle medie su temi di rilevanza sociale
• Due gruppi di lavoro dei licei milanesi Berchet e Manzoni diventano per l'occasione professionisti della comunicazionesfidandosi nella realizzazione di una campagna contro il cyberbullismo che li vede attori protagonisti
• La campagna vincitrice verrà messa a disposizione dei docenti delle scuole medie per sensibilizzare i ragazzi su un tema così delicato

 

Milano, 3 dicembre 2018 - Cresce l'impegno di D-Linkaziendache da oltre 30 anni offre prodotti e soluzioni per la connettività cablata e wireless, sul fronte della responsabilità sociale d'azienda per promuovere un uso responsabile della tecnologia. L'azienda hainfatti deciso di supportare il progetto di alternanza scuola-lavoro "Dillo con parole…nostre" il cui esito darà vita a una campagna di sensibilizzazione destinata ai ragazzi delle scuole medie. "Dillo con parole…nostre" è un'iniziativa ideata da Laboratorio Adolescenza - libera associazione che ha lo scopo di promuovere e diffondere lo studio e la ricerca sugli adolescenti Mediatycheagenzia milanese di comunicazione sostenibile per sensibilizzare i ragazzi delle scuole contro un tema tanto attuale quanto allarmante come quello del cyberbullismo.

 

"Siamo entusiasti di supportare questo progetto, in quantoparticolarmente in linea con l'impegno di D-Link nel promuovere un uso consapevole e attento delle nuove tecnologie"dichiara Mattia BusuMarketing Manager di D-Link. "Sappiamo che è importante insegnare ad utilizzare correttamente internet e i social network, ma spesso è difficile comunicare con i ragazzi più giovani, anche perché il loro mondo si muove a una velocità superiore alla nostra. Combattere il cyberbullismo lavorando a fianco dei ragazzi attraverso il loro linguaggio è un'esperienza umanamente stimolante e la loro "freschezza" ha già contagiato tutta la filiale italiana".

 

"Dillo con parole…nostre" diventerà il quarto pilastro della campagna di D-Link #CONNETTITIRESPONSABILMENTEnata un anno fa perpromuovere un uso consapevole della connettività e per far riflettere sull'importanza del linguaggio, dei contenuti e della sicurezza nel momento in cui stiamo navigando e comunicandoonline.

 

Parlare ai ragazzi delle scuole medie, si sa, non è certo un compito semplice, ma se al posto degli adulti a raccontare il cyberbullismofossero i "colleghi" delle scuole superiori, il messaggio può risultare più credibile e veritiero. È questa l'idea da cui nasce "Dillo con parole…nostre".

Non si tratta delle solite lezioni frontali, ma di un progetto che vede protagonisti attivi i ragazzi, in questo caso due gruppi di lavoro dei licei classici milanesi, il Liceo Manzoni e il Liceo Berchet che, comportandosi come vere e proprie agenzie di comunicazione, si sfideranno nella realizzazione di un video e di un Manifesto contro il cyberbullismo destinati alle scuole medie. In aggiunta è prevista la realizzazione di un video tutorial della campagna con il contributo di D-Link, sugli aspetti specificamente tecnologici della lotta al cyberbullismo, e di un vademecumdell'equipe di psicologi di Laboratorio Adolescenza, per un approfondimento del problema da un punto di vista psico-comportamentale.

 

"Dillo con parole…nostre" è l'espressione di una nuova proficua collaborazione con Mediatyche, già intrapresa con diverse realtà, tra cui Avis, per promuovere tra i ragazzi la donazione di sangue in maniera ludicaSulla base degli ottimi risultati ottenuti, abbiamo deciso di alzare il livello della sfida affrontando il tema del cyberbullismo e trasformando i ragazzi in "ambasciatori di responsabilità" verso i più piccoli, sicuramente molto più credibili ai loro occhi e molto più efficaci di tante lezioni", dichiara Maurizio TucciPresidente di Laboratorio Adolescenza.

 

fare da "tutor" tenendo le fila dell'attività saranno gli esperti di comunicazione di Mediatyche, che metteranno a disposizione alcune linee guida utili allo sviluppo delle campagne creative, attenti però a non interferire con il lavoro dei ragazzi. 

 

"Dillo con parole…nostre" nasce dalla volontà di trasmettere un messaggio di responsabilità in modo originale e soprattutto rendendo i ragazzi i veri protagonisti di un cambio culturale nei confronti dei loro quasi coetanei", dichiara Elena RabaglioResponsabile Clienti e Co-founder di Mediatyche. "Con questo progetto possiamo inoltre aprire una "finestra sul futuro" mostrando ai ragazzi cosa significa lavorare in un'agenzia di comunicazione e sviluppare una vera campagna creativa".

 

Al termine del percorso, una giuria composta dall'equipe di psicologi di Laboratorio Adolescenza, D-Link e Mediatychevaluterà le proposte e decreterà il gruppo vincitore tra le due scuole.

La campagna vincitrice verrà messa a disposizione delle scuolemedie nel settembre 2019. Fondamentale sarà la landing page di D-Link dedicata, contenente tutti i contenuti della campagna da scaricare e aggiornata in tempo reale con la lista delle scuole aderenti. 

 

Mediatyche

Mediatyche è una compagnia di comunicazione, giovane ma di grande esperienza, italiana ma attiva a livello internazionale, specializzata in campagne e progetti di comunicazione integrati e multicanale

Alla base del suo modello di lavoro, un approccio consulenziale, gruppi multidisciplinari, un modo di pensare non convenzionale, un sistema integrato di marketing e comunicazione. Tra i vantaggi, una comunicazione fortemente orientata a sostenere gli obiettivi di business, e un pool di esperti con competenze complementari. 

I mercati di riferimento: Green, IT, Consumer TechPharma, Automotive, Non profit, mondo politico, Food & Beverage.



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