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giovedì 12 dicembre 2019

È una squadra di Milano la vincitrice di BIG, il Business Intergenerational Game organizzato da CFMT, il Centro di Formazione Management del Terziario

È una squadra di Milano la vincitrice di BIG, il Business Intergenerational Game organizzato da CFMT, il Centro di Formazione Management del Terziario

 

La cerimonia di premiazione ha avuto luogo questa mattina al MUDEC di Milano. Al progetto hanno partecipato in 1268 fra giovani laureati, laureandi e manager divisi in 163 squadre provenienti da tutto il territorio nazionale ed europeo. Scopo del progetto: fare in modo che le diverse competenze di professionisti affermati e giovani appassionati di business si fondano, creando nuove sinergie e raggiungendo gli obiettivi di business.

 

 

Milano, 12 dicembre 2019

 

È una squadra di MilanoThe eightful eight, composta da 6 Junior provenienti dalle Università Milanesi Università Cattolica del Sacro Cuore e il Politecnico di Milano e 2 senior, la vincitrice di BIG il primo Business Intergenerational Game organizzato da CFMT - Centro di Formazione Management del Terziario nato nel 1994 da un'intuizione di Manageritalia e Confcommercio - a cui hanno partecipato più 1268 fra giovani laureatilaureandi e manager provenienti da tutta Italia ed Europa suddivisi in 163 team che, nell'arco di un mese di simulazione, hanno dovuto prendere decisioni complesse riguardo a temi di strategia, gestione aziendale e sviluppo organizzativo in uno scenario di partenza, uguale per tutti,che prevedeva la il risanamento di un'azienda nel settore alberghiero in difficoltà.

Al secondo posto Grand Hotel Marni i cui ragazzi provengono da diverse Università Italiane, Università degli studi di Napoli ParthenopeUniversità degli studi di TorinoUniversità BocconiUniversità della CalabriaUniversità Niccolò Cusano e al terzo posto Hotel Marni, i cui ragazzi Università Bocconi di MilanoUniversità degli Studi di Milano-BicoccaUniversità degli studi dell'InsubriaIULM - Libera Università di Lingue e Comunicazione, tutti i Junior si sono aggiudicati corsi di formazione nelle più prestigiose Università italiane e Business School.

 

BIG è una vera e propria simulazione della realtà aziendale, un "business game" sviluppato su una piattaforma tecnologica web-based, al quale hanno aderito studenti provenienti da tanti atenei italiani: dall'Università degli Studi di Brescia, che si presenta con ben 82 junior, record di partecipazione, all'Università degli Studi di Catanzaro "Magna Graecia" con 58 concorrenti, fino all'Università degli Studi di Napoli "Federico II", l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, "La Sapienza" di Roma, la "Cattolica" di Milano. Non mancano giovani dell'Università Ca' Foscari di Venezia, della LUISS Guido Carli e anche Istituti stranieri come l'Università del Liechtenstein, la Ghent University o l'International School Basel. Da segnalare anche il dato riguardante l'età media dei partecipanti: 24 anni per i junior e 46 anni per i senior.

 

I risultati del progetto sono stati presentati oggi a MUDEC di Milano, nel corso di un evento dal titolo "La collaborazione che premia: generazioni in gioco". BIG aveva preso il via lo scorso 21 ottobre e per quattro settimane, corrispondenti nella simulazione a quattro anni di gestione aziendale, le squadre hanno gareggiato contro il mercato, per cercare di ottenere i migliori risultati.

Prestigiosa la giuria chiamata a valutare le performance dei partecipanti: Guido Carella - Presidente Manageritalia; Cristiano Ghiringhelli - Associate Professor of Organization and HRM & Head of the Master's Degree in Human Resource Development Università Milano Bicocca; Pietro Luigi Giacomon - Presidente CFMT; Roberta Guaineri - Assessora a Turismo, Sport e Qualità della vita Comune di Milano; Giovanna Manzi - Ceo di Best Western Italia, Raoul Nacamulli - Senior di Ateneo & Professore di Organizzazione Aziendale Università Milano Bicocca; Alessandro Nucara - Direttore Generale di Federalberghi; Giorgio Rapari - Vice Presidente CFMT; Carlo Sangalli - Presidente di Confcommercio Imprese per L'Italia; Manuela Vitulli - Travel blogger.

 

Secondo il Presidente di CFMT Pietro Luigi Giacomon "BIG non è soltanto un gioco. Si potrebbe piuttosto definire un "serious game", un racconto verosimile del mondo lavorativo delle imprese che ha stimolato i partecipanti nella scelta di strategie per il raggiungimento di obiettivi complessi. Scopo del business game: apprendere concretamente, attraverso il fare, competenze implicite ed esplicite e adottare un linguaggio e un metodo di lavoro intergenerazionale. Protagoniste di BIG, dunque, due generazioni a confronto destinate a rimanere a lungo insieme e a collaborare in un mercato del lavoro sempre più condizionato dalla velocità del cambiamento tecnologico".

 

"I componenti della squadra vincitrice - si legge nella motivazione - sono stati capaci di ottenere un ottimo risultato di redditività facendo spiccatamente leva sulla dimensione intergenerazionale e valorizzando il territorio". Ogni team si è organizzato in maniera autonoma e diversa. Alcuni hanno addirittura creato un logo, altri hanno utilizzato al meglio gli strumenti tecnologici per incontrarsi virtualmente dalla chat presente in piattaforma alla videoconferenza. Tutti i team hanno inoltre cercato al meglio di valorizzare il travaso di competenze reciproco: una maggior dimestichezza con gli applicativi digitali proveniente dai ragazzi ed una maggiore e consolidata esperienza manageriale da parte dei senior.

 

"Come in ogni processo competitivo ovviamente questo progetto prevedeva dei vincitori, ma al di là di questo, ritengo che sia la formula stessa del progetto a caratterizzarsi secondo una logica win-win. - commenta Nicola Spagnuolo, Direttore di CFMT - E' possibile affermare che tutti i partecipanti di BIG abbiano di fatto vinto, al netto delle giuste e doverose classifiche, poiché tutti hanno avuto l'opportunità di imparare. Abbiamo infatti assistito ad una interazione costruttiva fra le generazioni che deve costituire la base per una crescita competitiva delle nostre aziende e che può fornire a noi indicazioni importanti per adattare l'offerta formativa ai nuovi stili emergenti di leadership e di management. Per questo ritengo che un progetto come BIG possa essere la dimostrazione che la formazione non si limita all'aula classica".

 

L'esperienza di questo progetto ha insegnato che in uno scenario come quello che stiamo vivendo, le aziende dovranno dimostrare la capacità di cogliere l'opportunità derivante dalla fusione dell'entusiasmo delle generazioni più giovani con la visione dei manager che da più tempo si muovono in ambito business, creando un'innovazione di valore. In BIG il dialogo tra generazioni non si è rivelato così difficile come si poteva ipotizzare in partenza. Manager e studenti hanno subito capito l'importanza dello scambio e della collaborazione, insieme alla possibilità di una maggiore motivazione derivante dalle scelte condivise e dalla capacità di trovare soluzioni migliori partendo proprio da punti di vista diversi.

 

Tra le sfide da superare in questo vero e proprio scambio di competenze intergenerazionale si evidenziano gli stili di comunicazione diversi, la differente disponibilità a correre rischi, il rapporto con l'innovazione e la ricerca di equilibrio tra slancio ed esperienza. Tutte le squadre in gara formate in assetto misto da senior e junior, si sono sin da subito messe al lavoro in modo sinergico, trovando equilibri e strategie ideali al gruppo di lavoro.

 

BIG ha saputo infine mettere in luce azioni di mentoring e reverse mentoring fondamentali oggi per le aziende che si muovono in uno scenario in cui emerge la necessità di costruire un ponte, un momento d'incontro e di scambio tra le generazioni. Se fino ad oggi eravamo abituati a ad un processo di mentoring, ovvero di trasferimento di conoscenze e competenze dal senior al junior, con BIG si è evidenziato il valore del reverse mentoring, un approccio originale in cui tutti i membri del gruppo, senior e junior, si sono trasformati reciprocamente in risorsa gli uni per gli altri.

 

Ma BIG rappresenta anche un ottimo osservatorio per migliorare la formazione delle imprese italiane: i risultati finali del progetto saranno infatti rielaborati da CFMT in chiave formativa, così da poter evidenziare le migliori modalità di collaborazione intergenerazionale in modo concreto ed esperienziale, attraverso la creazione di modelli e prassi di gestione efficace dei gruppi di lavoro, articolati per competenze e per valori generazionali di riferimento.

 

 

 

 

 


CFMT - Centro di formazione management del terziario - si occupa dei dirigenti e delle aziende del Terziario, e lo fa da oltre venti anni. È nato da un'intuizione di Manageritalia e Confcommercio per affermarsi come il centro di formazione di alto livello pensato per guardare al futuro. La rete di CFMT si compone di 8.200 aziende e 22.000 dirigenti che partecipano ogni anno a più di 900 iniziative interaziendali e a oltre 40 progetti aziendali attivati. A tutti loro CFMT si affianca con specialisti e professionisti uniti dalla passione per l'innovazione e lo sviluppo di conoscenze per fornire le migliori risposte e gli strumenti più efficaci per soddisfare le esigenze specifiche di ognuno.



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