Sonig Tchakerian è un personaggio inconfondibile nel panorama concertistico internazionale. Il suo carattere unisce all'umiltà meticolosa nello studio, l'ardimento nell'interpretazione dove non vuole alcuna nota inerte, né una pausa o un fraseggio, vivendo in prima persona il linguaggio e le scelte degli autori. Per questo, nella trasmissione L'infedele, il brillante pianista iraniano Ramin Bahrami l'ha presentata come una protagonista di quella libertà pur rigorosa che caratterizza "il nuovo Bach". Di Bach è da poco uscita per la Decca l'incisione integrale della Sonate e Partite per violino solo: Sonig vi è arrivata per un percorso con i grandi classici e dalla messa a fuoco di opere fatte di pezzi diversissimi quasi segretamente uniti. Così l'incisione precedente è dedicata ai 24 Capricci di Paganini, dove ha maturato quel dominio del virtuosismo più ardito che carica la furia o l'abbandono, poi offerto in Bach. Il "fascino soggiogante, il carismatico rigore morale e la potente bellezza d'una capacità tutta sua d'affondare il fraseggio" (Lorenzo Arruga) non è per lei un punto d'arrivo; vive con un'inquieta voglia di cercare oltre, esplorare cose nuove. Se fin da bambina ha imparato a imporsi con l'archetto e con l'esistenza sotto la guida del padre, carismatico medico e violinista; se ha potuto godere di grandi maestri diversissimi, come Accardo e Milstein, e ha creato esperienze intense e coraggiose come la direzione, insieme al marito Titta Rigon – pianista e direttore d'orchestra – delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico, suonando con artisti famosi o divenuti tali; e infine se ha il crisma della classicità ufficiale insegnando violino nella scuola di alto perfezionamento dell'Accademia di Santa Cecilia in Roma, oggi ha aperto anche nuovi percorsi: una performance di Bach a confronto con le sacre pagine di Anselmo d'Aosta; un'avventura oltre il confine del jazz con strumentisti spericolati come il sassofonista Pietro Tonolo e il pianista Paolo Birro; un viaggio di concerti e incontri alla riscoperta delle origini armene. Radici e futuro, per lei due realtà da non tradire.Ultime news di Lavoro e Formazione
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lunedì 1 dicembre 2014
Sonig Tchakerian racconta Bach al corso di musicologia del CTP Petrarca, Mercoledì 3 dicembre, ore 17.00, alla Scuola Petrarca (via Concariola, 9 - Padova)
Sonig Tchakerian è un personaggio inconfondibile nel panorama concertistico internazionale. Il suo carattere unisce all'umiltà meticolosa nello studio, l'ardimento nell'interpretazione dove non vuole alcuna nota inerte, né una pausa o un fraseggio, vivendo in prima persona il linguaggio e le scelte degli autori. Per questo, nella trasmissione L'infedele, il brillante pianista iraniano Ramin Bahrami l'ha presentata come una protagonista di quella libertà pur rigorosa che caratterizza "il nuovo Bach". Di Bach è da poco uscita per la Decca l'incisione integrale della Sonate e Partite per violino solo: Sonig vi è arrivata per un percorso con i grandi classici e dalla messa a fuoco di opere fatte di pezzi diversissimi quasi segretamente uniti. Così l'incisione precedente è dedicata ai 24 Capricci di Paganini, dove ha maturato quel dominio del virtuosismo più ardito che carica la furia o l'abbandono, poi offerto in Bach. Il "fascino soggiogante, il carismatico rigore morale e la potente bellezza d'una capacità tutta sua d'affondare il fraseggio" (Lorenzo Arruga) non è per lei un punto d'arrivo; vive con un'inquieta voglia di cercare oltre, esplorare cose nuove. Se fin da bambina ha imparato a imporsi con l'archetto e con l'esistenza sotto la guida del padre, carismatico medico e violinista; se ha potuto godere di grandi maestri diversissimi, come Accardo e Milstein, e ha creato esperienze intense e coraggiose come la direzione, insieme al marito Titta Rigon – pianista e direttore d'orchestra – delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico, suonando con artisti famosi o divenuti tali; e infine se ha il crisma della classicità ufficiale insegnando violino nella scuola di alto perfezionamento dell'Accademia di Santa Cecilia in Roma, oggi ha aperto anche nuovi percorsi: una performance di Bach a confronto con le sacre pagine di Anselmo d'Aosta; un'avventura oltre il confine del jazz con strumentisti spericolati come il sassofonista Pietro Tonolo e il pianista Paolo Birro; un viaggio di concerti e incontri alla riscoperta delle origini armene. Radici e futuro, per lei due realtà da non tradire.Disclaimer
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