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martedì 6 settembre 2016

CornerJob. Non siete Marissa Mayer: da CornerJob le "dritte" per un ritorno al lavoro sostenibile

Vi siete rilassati, avete giocato con i selfie, vi siete sentiti voi stessi. 
E ora? Continuate a essere voi stessi anche in un quotidiano che non è esattamente il "Club Tropicana". 
CornerJob, la app per le ricerche di lavoro geolocalizzate e feedback entro 24 ore, vi dice come. 


Siete tipi da vacanza last minute? Organizzate anche un rientro last minute.
Da sempre si pensa che sia meglio arrivare in città qualche giorno prima del rientro al lavoro  per non sentire troppo lo "choc". Niente di più falso. Lo sentirete ugualmente e anche più greve per la cosiddetta "sindrome della domenica sera" spalmata su più giorni. Rientrate all'ultimo minuto. Dopotutto, disfare la valigia è questione di mezz'ora e trovare un po' di sabbia nelle scarpe vi farà ancora brillare gli occhi. E non per piangere.  

Avete organizzato in modo ineccepibile le ferie? Fate lo stesso con il rientro.
Il lavoro non è una prigione e la vacanza non è l'ora d'aria. Ripetetelo come un mantra. Poi, prendete l'agenda e cominciate a organizzare la vostra prima settimana in città. Mettendoci dentro pilates, aperitivo con gli amici e magari un weekend fuori porta. In vacanza sapevate bene indulgere in voglie e desideri. Adesso avete tre, o anche quattro ore al giorno per fare lo stesso. Programmatelo! Gli impegni con se stessi sono preziosi quanto quelli del lavoro.  

 Il lavoro non è una vacanza ad Alcatraz. 
Anche al lavoro c'è vita e soprattutto c'è la vostra. Rispettatela. Non pensate alle beghe con il collega che non sopportate o al fardello di impegni imminenti. "Take it easy!". Iniziate con due momenti "rituali". Il primo, organizzando il vostro spazio di lavoro con qualche oggetto o immagine a cui tenete. Vanno bene una pianta, le foto dei figli ecc.  Ma niente che riguardi le vacanze appena trascorse. Restate su ciò che siete ora, non su quello che è stato. E, infine, organizzate una pausa pranzo fuori con i colleghi preferiti. Ma anche in questo caso niente discorsi sulle vacanze. Affliggono voi e, spesso, anche chi vi ascolta. 

Anche la vita è un viaggio. A che punto siete?
Se dicembre è il mese dei bilanci e dei buoni propositi, settembre è il mese ideale per fare progetti. Più solidi dei propositi di fine anno. Prendete un foglio e fissate per iscritto dieci obiettivi da raggiungere. Come se fosse un contratto con voi stessi. Volete passare più tempo in famiglia? Cambiare lavoro? Seguire n corso di cucina? Va bene tutto. Per ogni obiettivo stabilite la strategia d'azione, le tappe intermedie e le tempistiche. Non dividete obiettivi professionali da quelli personali. Sono tutti personali. Formeranno una mappa precisa delle vostre priorità e stupirete voi stessi per quanto sarà bilanciata. Poi, ovviamente, tenetela sempre a portata di mano e non chiudetela nel cassetto dei sogni che non si avverano mai.

Gli eroi non sempre vengono riconosciuti come tali. Sempre, però, finiscono male.
Il sacrificio e il martirio professionale spesso sono fini a se stessi. E quindi, anche mentre lavorate, fissatevi sui risultati e non, ad esempio, sul fatto che impiegherete, come Miss Marissa, 130 ore alla settimana per raggiungerli sacrificando anche i bisogni fisiologici. Ai superiori interessano i traguardi, non le maratone alla scrivania. Che tra l'altro incidono negativamente sui costi di energia elettrica. 

Prendete con le "pinze" i decaloghi sul "back to work".
In questi giorni moltissimi autorevoli istituti scientifici si affannano a pubblicare i loro decaloghi sullo "stress da lavoro". Quasi tutti esordiscono con le parole "ansia, insonnia, spossatezza, depressione".  E, ironia della sorte, solo a leggere il nome di questi disturbi se ne avvertono i sintomi. Rispettiamo l'autorevolezza di tutti gli studi clinici, ma da questi prendiamo solo le soluzioni, non il problema. Ricordando che il lavoro è, spesso, una condizione della vita, non una patologia. 

Le donne lo sanno.
Con diversi gradi di fatica e difficoltà, le donne, soprattutto quelle con famiglia, sanno cosa vuol dire determinare un rapporto bilanciato (o il meno sbilanciato possibile) tra la cosiddetta vita privata e quella professionale. Uomini, imparate da loro. Donne, per voi quindi valgono gli stessi consigli, anche se – a parte Marissa – molti di essi fanno già parte del vostro stile di vita. 
Perché dovreste fidarvi di noi e meno di Marissa Mayer?   


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