CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Ultime news di Lavoro e Formazione

Cerca nel blog

giovedì 1 novembre 2018

Lo smartworking è anche per le PMI. Il caso di un'azienda tessile del Varesotto: lavoro agile e tecnologia per migliorare produttività e conciliazione

Lo smartworking è anche per le PMI

Il caso di un'azienda tessile del Varesotto: lavoro agile e tecnologia per migliorare produttività e conciliazione

Eurojersey di Caronno Pertusella (VA), azienda del gruppo Carvico, esporta in tutto il mondo tessuti hi-tech: «Orari flessibili e autonomia dei dipendenti permettono di lavorare meglio e di dare un servizio migliore ai clienti». Il progetto è stato seguito dai consulenti di Methodos: «Lo smartworking funziona se c'è un programma strutturato e condiviso. In Italia ancora poche le PMI consapevoli»

 

Lo smartworking è ormai una realtà consolidata fra le multinazionali e le imprese più grandi, ma lo stesso non può dirsi per le PMI, che raccolgono la stragrande maggioranza dei lavoratori italiani. Grazie alla legge 81 del 2017 sul lavoro agile, qualcosa però si sta muovendo anche per i "piccoli", e a fare da aprifila sono quelle imprese che portano la tradizione manifatturiera italiana a competere sui mercati globali.

È il caso di Eurojersey, una realtà da circa 200 dipendenti, di cui 140 impiegati in produzione e una sessantina negli uffici. La missione di Eurojersey è quella di portare in tutto il mondo i suoi tessuti tecnici indemagliabili prodotti a Caronno Pertusella (VA). «E per farlo dobbiamo essere rapidi, flessibili, saper anticipare i trend, offrire prodotti e servizi personalizzati al massimo per ogni cliente. In una parola, dobbiamo essere agili: anche nel nostro modo di organizzare il lavoro e gestire le persone». A parlare è Matteo Cecchi, direttore commerciale di Eurojersey, che racconta come l'azienda ha raccolto la sfida dell'innovazione introducendo lo smartworking. In Eurojersey, infatti, dalla fine di settembre una decina di persone sta sperimentando, su adesione volontaria e in base a un accordo definito con dipendenti e RSU, la possibilità di lavorare da casa per un giorno alla settimana, organizzando in autonomia impegni e tempi. Le ricadute sono positive sia per l'azienda (maggiore produttività e flessibilità nel seguire i clienti internazionali), sia per il benessere dei lavoratori, che beneficiano di una maggiore conciliazione con gli impegni familiari. Entro fine anno, a sperimentazione conclusa, la platea degli interessati allo smartworking potrebbe raddoppiare di numero.

 

Un accordo win-win che, sottolinea, Cecchi, «È frutto prima di tutto di un cambiamento di mentalità. Non abbiamo improvvisato: all'inizio abbiamo avuto una difficoltà a trovare modelli e case history incentrati sulle PMI come la nostra. Anche le associazioni di categoria sono ancora impreparate a dare indicazioni ad hoc. Occorre farsi seguire da consulenti, non solo per tutta la parte contrattualistica, ma soprattutto per supportare una trasformazione che coinvolge moltissimi aspetti della vita aziendale».

Per questo Eurojersey ha scelto Methodos, società di consulenza specializzata nell'affiancare le imprese nei processi di change management organizzativo e culturale, che è stata chiamata a mettere a punto un progetto di smartworking strutturato e condiviso per l'azienda di Caronno Pertusella.

«Siamo partiti facendo una mappatura dei dipendenti che avrebbero partecipato alla sperimentazione – racconta Maria Vittoria Mazzarini, esperta di Smart Working di Methodos–. L'azienda ipotizzava la partecipazione piena di una quindicina di persone, ma è emerso che i vantaggi dello smartworking potevano essere estesi a circa il doppio».  Lo smartworking infatti non è applicabile per i dipendenti che lavorano a stretto contatto con la produzione o utilizzano particolari strumentazioni, ma ci sono reparti che possono cogliere significative opportunità. «La sperimentazione è partita con la divisione commerciale, composta da venditori e personale di back office – spiega Matteo Cecchi –. Abbiamo dotato i lavoratori degli strumenti adeguati (pc personale e smartphone) per lavorare anche in mobilità, rendendoli autonomi nell'organizzarsi il lavoro». Alla fine dell'anno, sulla base dell'esperienza e valutati i risultati, si estenderà lo smartworking anche ad altre aree aziendali fra cui marketing, amministrazione, programmazione della produzione, acquisti, ufficio stile.

 

Altra fase importante è stata incontrare i vertici dell'azienda e i responsabili dei vari reparti. «Lo scopo – spiega Mazzarini – oltre a capire insieme a loro in quali situazioni era realmente possibile e vantaggioso applicare lo smartworking, era agire proprio sulle figure chiave che avrebbero dovuto trainare il cambiamento in azienda. I responsabili infatti hanno il compito di gestire le persone e il funzionamento di un progetto di lavoro agile dipende in gran parte da loro. In più, può essere complicato, per chi ha sempre esercitato un certo tipo di controllo sui propri collaboratori, imparare a dare loro autonomia organizzativa. Per questo serve formazione ad hoc».

Secondo Eurojersey, accordare ai dipendenti flessibilità si è rivelato subito un vantaggio, «Per esempio nel gestire le trasferte e nel seguire meglio i nostri clienti, che si trovano in tutto il mondo e in diversi fusi orari – spiega Matteo Cecchi –. L'altro vantaggio, preziosissimo, è quello di avere aumentato il benessere lavorativo del personale. La nostra azienda ha fatto della sostenibilità un valore, e non poteva non applicarla anche ai rapporti con le persone». Un lavoratore facilitato nel gestire gli impegni familiari, poi, è un lavoratore coinvolto e motivato, continua Cecchi: «E devo dire che è stato recepito il vero senso del lavoro agile: non un modo per godere di una giornata a casa, ma uno strumento per organizzare il proprio tempo in modo razionale, lavorando in funzione di un obiettivo e al contempo potendo gestire con più serenità la vita familiare».

 

Ed è proprio questo, secondo Maria Vittoria Mazzarini, l'elemento chiave che ha permesso a Eurojersey di cominciare con il piede giusto il suo progetto. «In Italia le aziende, specialmente le PMI, rischiano di interpretare lo smartworking in modo molto vecchio, paternalistico, cioè come semplice telelavoro o come "premio" per qualche dipendente meritevole. Bisogna superare questo approccio e intendere il lavoro agile come opportunità di business e driver di competitività. Un'opportunità che va colta tenendo conto delle caratteristiche peculiari di ciascuna azienda, piccola o grande che sia: analisi preliminare, incontri e formazione per condividere con il personale ogni step, e infine monitoraggio dei risultati, sono i passi imprescindibili che ogni progetto di smartworking deve avere per concludersi con un successo».

 

 

Methodos Spa – Società di consulenza di direzione fondata nel 1979, e parte di Methodos Group SpA con sedi in Francia e Germania, è tra le più significative realtà internazionali nei processi di change management organizzativo e culturale a supporto delle trasformazioni (M&A; Digital Transformation, New Ways of Working, Integrated Thinking…), nei programmi di coinvolgimento e comunicazione con gli stakeholder, nello sviluppo di una leadership efficace.

 

Eurojersey Spa – Azienda fondata nel 1960 a Caronno Pertusella (VA), del Gruppo Carvico, produce tessuti tecnici brevettati con il marchio Sensitive® Fabrics made in Italy. Si tratta di un sistema unico di tessuti indemagliabili altamente performanti utlizzati dai migliori marchi del settore abbigliamento, sport, bagno e intimo. 



--
www.CorrieredelWeb.it

Nessun commento:

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *