Didattica a distanza: emarginati 2 milioni di studenti su 8
Durante l'emergenza sanitaria, il lavoro dei docenti è moltiplicato, ma gli esiti educativi sono stati deludenti. Tempi troppo stretti per implementare in emergenza forme di e-learning efficaci.
Un alunno su 4 poco o mai raggiunto dagli insegnanti. Nelle scuole d'infanzia sono ben il 37%.
Scuole di Sud e Isole più attive del Nord: 22% e 24% già abituate alla DAD contro il 15-16%.
31 luglio 2020
Due milioni di studenti, degli otto complessivi italiani, sono stati raggiunti poco o per niente dall'insegnamento a distanza durante i mesi di lockdown per Covid19. È quanto emerge dall'indagine della SIRD, Società Italiana di Ricerca Didattica, su oltre 16.000 docenti italiani di ogni ordine e grado, dalla materna alla maturità.
Gli studenti mai raggiunti sono l'8%, quelli solo raggiunti parzialmente sono il 18%: nell'insieme quasi uno studente su 4 durante il lockdown ha interagito poco o per nulla coi propri insegnanti. Percentuale che sale al 37% fra i bambini della primaria.
La ricerca è stata condotta con questionari on line di 122 domande, cui hanno risposto 16.084 insegnanti di 1.834 Comuni(il 23% di tutti quelli italiani), in rappresentanza del 70% della popolazione studentesca, con una copertura dell'intero territorio nazionale, e da oggi è visibile sul sito di Campus Orienta Digital, salonedellostudente .it , il portale interattivo per l'orientamento allo studio e al lavoro post-diploma, nonché motore di ricerca con tutti i corsi di laurea e tutte le università italiane.
I docenti che hanno risposto provengono anzitutto dall'Emilia Romagna (3.424 pari al 6,1% della regione); a seguire dallaLombardia, epicentro della pandemia (3.053), e dalla Toscana (1.160). La ricerca è stata svolta in collaborazione con le principali associazioni di insegnanti: AIMC, CIDI, FNISM, MCE, Saltamuri, UCIIM.
I temi sondati sono stati 10: rimodulazione della programmazionedidattica; strumenti tecnologici utilizzati; modalità di svolgimento della didattica (sincrona e asincrona); strategie didattiche utilizzate, preparazione, collaborazione e criticità nella DAD (didattica a distanza); valutazione degli studenti; interventi per allievi con DSA, Disturbi specifici dell'apprendimento e BES, Bisogni educativi speciali; valutazione degli apprendimenti e opinioni sull'esperienza.
Gli insegnanti hanno incontrato difficoltà su diversi piani della didattica a distanza e nella capacità di discostarsi dalle tradizionali metodologie didattiche, evidenziando quanto siano necessarie strategie pensate ad hoc per la formazione "in remoto".
Al grande sforzo organizzativo di docenti e scuole, infatti, non si riscontrata una commisurata soddisfazione degli insegnanti per la qualità degli esiti, specie nella trasmissione dei contenuti, nell'efficacia delle valutazioni e nell'inclusione degli allievi con difficoltà.
I processi di valutazione si sono orientati principalmente verso interrogazioni orali e prove scritte tradizionali, a scapito della valutazione continua, indispensabile nella DAD come nella didattica in presenza. Difficoltà anche a stabilire sinergie tra scuole e famiglie nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, mentre in quella primaria e d'infanzia la collaborazione con i genitori è stata migliore
Non mancano tuttavia piani in cui la Dad ha offerto risultatiefficaci: a partire dai rapporti con i colleghi dei consigli di classe e con le dirigenze scolastiche. E, a sorpresa, la maggiore familiarità alla didattica a distanza nelle regioni del Sud e delle Isole, con il Nord-Est e il Nord-Ovest fanalini di coda sia prima sia durante il covid. Nelle Isole (Sicilia e Sardegna) il 24% delle scuole aveva già realizzato forme di e-learning prima della pandemia, contro soltanto il 15% del Nord-Ovest e il 16% del Nord-Est.
Va precisato che la valutazione di un così alto numero di studenti 'emarginati' è una proiezione tramite il campione dei 16mila intervistati, che nel complesso costituisce il 2% del corpo docente italiano. L'esito sembra tuttavia verosimile, e in certi ambiti forse persino migliore della realtà complessiva, in quanto gli interpellati sono docenti già in contatto con la società pedagogica o membri di associazioni insegnanti, e quindi potenzialmente più attivi e impegnati.
A settembre verrà ultimata la seconda tranche dell'indagine, relativa alle domande aperte, e presentato un focus sulle difficoltà degli studenti e sulle proposte dei docenti per migliorare la Dad. In seguito verrà avviato un confronto tra ricercatori e insegnanti che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe portare a una maggiore collaborazione tra Scuola e Università nella definizione di modelli e strategie operative.
L'intera indagine Sird verrà pubblicata sul sito di Campus Orienta Digital, la nuova iniziativa interattiva per l'orientamento allo studio e al lavoro post-diploma, che a giugno e luglio ha già realizzato oltre 120 webinar di informazione e orientamento alle varie discipline di studio e alle professioni, tutte visibili in streaming sul sito salonedellostudente .it. La piattaforma resterà attiva anche ad agosto e nei mesi successivi, arricchendosi di sempre nuovi contenuti utili a studenti, genitori e docenti per capire il futuro della formazione e delle professioni, e accompagnerà il mondo scolastico anche alla ripresa dell'insegnamento in aula, e al ritorno dei Saloni dello Studente in presenza previsto a partire da ottobre.
La SIRD è una società scientifica che associa circa 250 docenti e ricercatori di 40 università italiane che si occupano di didattica e metodologia della ricerca educativa.
Il gruppo di ricerca è costituito dai componenti del Direttivo SIRD: Pietro Lucisano (Università Roma La Sapienza, presidente), Loredana Perla (Università di Bari, vicepresidente), Antonio Marzano (Università di Salerno, segretario), Giovanni Moretti (Università di Roma Tre), Ira Vannini (Università di Bologna), Roberto Trinchero (Università di Torino), Ettore Felisatti (Università di Padova), Maria Luisa Iavarone (Università di Napoli), Alessandra La Marca (Università di Palermo), Loretta Fabbri (Università di Siena) e dai colleghi Giordana Szpunar, Patrizia Sposetti, Andrea Marco De Luca e Gianluca Consoli (Università Roma La Sapienza), Federico Batini (Università di Perugia).
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