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venerdì 29 maggio 2020

La Generazione Z è ordinata ma ha qualche problema con le gerarchie - I dati dell'Osservatorio Professioni in Divisa di Skuola.net e Nissolino Corsi

Sempre più giovani sognano la divisa: la carriera militare attrae 4 ragazzi su 10. Ecco l'identikit dell'aspirante recluta

 

In crescita il numero dei ragazzi interessati a una carriera nelle Forze Armate o di Polizia: si tratta del 39% degli oltre 50mila studenti di scuole superiori e università interpellati dall'Osservatorio Professioni in Divisa, elaborato da Skuola .net in collaborazione con Nissolino Corsi. Il motivo? Il prestigio e la funzione sociale di chi svolge questo lavoro. La maggior parte degli aspiranti già si "addestra" rifacendosi il letto e tenendo in ordine la stanza, ma ha qualche problema con le gerarchie

Continua a crescere il numero dei giovani italiani che vorrebbero indossare una divisa e intraprendere una carriera nelle Forze Armate o di Polizia. A valutare questa opzione sono, infatti, ben 4 ragazzi su 10. Non solo: per molti di loro (il 39%) sarebbe la prima opzione per l'immediato futuro e non un mero interesse di massima. A certificarlo è l'annuale monitoraggio dell'Osservatorio Professioni in Divisa – elaborato da Skuola .net in collaborazione con Nissolino Corsi – che, giunto alla sua terza edizione, ha visto la partecipazione di oltre 50mila studenti di scuole di secondo grado e università. Complice, forse, il ruolo svolto dalle varie Forze nella recente emergenza sanitaria, si registra una crescita significativa rispetto al 2019, quando a mostrarsi interessato alla strada militare era stato circa 1 giovane su 3 (ed era la prima scelta per il 35%). Il loro identikit? Generalmente consapevoli della difficoltà del percorso, disponibili a stare lontani da casa e dagli affetti (ma non troppo), si preparano già rifacendosi il letto da soli e ordinando la propria camera, ma avrebbero qualche problema con attività fisica intensa, regole e disciplina.

La funzione sociale che le Forze dell'Ordine incarnano è certamente al primo posto tra le ragioni che instradano tanti giovani su questa via. Tra i ragazzi che vorrebbero provare a entrare in una delle varie Forze in divisa, 1 su 4 lo farebbe soprattutto perché spinto dall'importanza dei valori di cui ci si fa portatori, mentre il 17% per il tipo di lavoro svolto, al servizio della gente. Solamente 1 su 10 è interessato allo stipendio fisso o alla stabilità lavorativa garantita. Da non sottovalutare un 5% che lo farebbe per continuare la tradizione di famiglia. A confermare questa lettura sono anche le risposte date da chi, invece, si è detto non interessato dalla carriera militare: appena il 7% non approva l'operato delle forze dell'ordine, gli altri la scartano per ragioni strettamente personali, legate al carattere o ai progetti per l'avvenire. Nel complesso, il 70% della Generazione Z dimostra di avere un atteggiamento positivo nei confronti delle Forze Armate e di Polizia. E anche i genitori, in larga parte (siamo nell'ordine di 2 su 3), appoggerebbero un figlio che volesse intraprendere questa strada; ma per alcuni solo a patto che la professione intrapresa non sia troppo a rischio.

Ma un conto è la vita sognata (o perlomeno immaginata), un altro è quella reale. Siamo sicuri che le nuove generazioni – quelli che, come si dice, 'non hanno fatto il militare' e per questo spesso additati di scarsa propensione al sacrificio – siano davvero pronte ad affrontare cosa li aspetta una volta entrati in caserma? A calarsi in una quotidianità scandita da regole, indubbiamente impegnativa? Anche qui il quadro che emerge è abbastanza confortante. È vero che solo 6 su 10 pensano di essere già pronti per affrontare un addestramento ferreo ma più di 8 su 10 sono consapevoli che non c'è alternativa: la formazione militare è dura e bisogna sottostare all'autorità dei superiori; sapendo già che non faranno sconti (solo il 17% spera nella loro comprensione). Anzi, la sensazione è che le aspiranti 'divise' la immaginino addirittura più provante di quello che effettivamente è.

Lo si capisce dalle risposte date ad alcune domande poste dall'Osservatorio per indagare sul livello di conoscenza dei vari momenti della giornata di un allievo di Scuole e Accademie delle Forze Armate e di Polizia. A partire dagli orari. Solo il 31% ha un'idea dell'orario tipico della sveglia, puntata alle 6.30. Molti meno - sono appena il 9% - quelli che individuano correttamente nelle 23 il momento di coricarsi (quasi tutti pensano debba avvenire prima). Stesso dicasi per il tempo destinato all'igiene personale e alla vestizione: solo 1 su 4 azzecca la risposta esatta (quasi dappertutto è circa 30 minuti). In generale, quelli che sbagliano lo fanno soprattutto per eccesso di rigore (o di pessimismo?).

Altro tema centrale è il netto cambio di abitudini che attende questi giovani una volta varcato quel cancello. I ragazzi sarebbero pronti a sostenere la vita militare? La motivazione, sulla carta, c'è. Ad esempio, il 58% non avrebbe problemi a dividere la stessa stanza con degli sconosciuti, mentre il 36% si sentirebbe inizialmente a disagio ma assicura di poter superare presto l'imbarazzo. Più complicato, ma ugualmente fattibile, è condividere i servizi igienici: il 46% si dice pronto, il 43% avrebbe bisogno di tempo per abituarsi, solo l'11% non ce la farebbe proprio. Rifarsi il letto da soli e tenere in ordine le proprie cose? Una passeggiata: 3 su 4 dicono di farlo già ora.

Sensazioni non proprio esaltanti, invece, sul fronte attività fisica: solamente il 29% si considera sufficientemente allenato per sopportare qualsiasi carico di lavoro, per il 50% la tenuta dipende dal tipo di sforzo richiesto mentre il 21% non crede di resistere a un'attività fisica prolungata e quotidiana. Altalenante pure l'approccio alle regole sulla 'libera uscita': 1 su 3 sa (giustamente) che è concesso uscire solo di sera, per massimo due ore, e per andare a trovare la famiglia (ogni 15 giorni), salvo ordine contrario. Ma 1 su 4 pensa che queste finestre siano sacrosante e che niente e nessuno le possa negare e il 14% crede di poterlo fare ogni volta che vuole. A influenzare le loro risposte, forse, la voce del cuore: metà di loro, infatti, è dubbioso sul fatto di poter restare lontano da casa per settimane.

Ma il vero aspetto sui cui dovrebbero realmente lavorare i ragazzi che si vogliono avvicinare alle carriere in divisa è quello disciplinare. Per qualcuno sarebbe il caso di smussare qualche angolo del proprio carattere. Visto che più di 1 su 2 ancora non è in grado di subire rimproveri e punizioni senza reagire: il 41% dice che solo col tempo imparerebbe, l'11% tenderebbe a reagire o replicare puntualmente. E solo la metà (50%) si sente pronta a ubbidire sempre agli ordini che vengono dall'alto; il 33% lo farebbe solo se li reputasse sensati, il 12% proverebbe a fare solo le scelte che ritiene più giuste. E che dire dell'obbligo di doversi separare per molte ore dal loro amico più fidato, lo smartphone? Circa 1 su 10 pensa di non farcela e un altro 42% avrebbe bisogno di un periodo di ambientamento per digerire questa prescrizione. Tutto sommato, però, la base di partenza è quella giusta. Basta solo un po' d'impegno in più.



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lunedì 25 maggio 2020

Un tavolo per bambini rivoluzionario. StartHub lo progetta insieme a oltre 1000 genitori, pedagogisti, psicologi, ed educatori

                               
Un tavolo per bambini rivoluzionario. StartHub lo progetta insieme a oltre 1000 genitori, pedagogisti, psicologi, ed educatori

Una diretta web unirà le idee dei vari soggetti interessati con il fine iniziare un percorso partecipativo per sviluppare un tavolino per la crescita educativa e ludica dei bambini.
 
Bologna, 25 maggio 2020. StartHub Rebel Change, la rete multidisciplinare di persone che sviluppa prodotti con la partecipazione collettiva dei consumatori si fa promotrice di un'iniziativa che si pone l'obiettivo di sviluppare un prodotto rivoluzionario per la crescita educativa e ludica dei bambini e al contempo aiutare i genitori a gestire al meglio la delicata fase del rientro a scuola dopo l'esperienza del Covid-19.
L'appuntamento è una diretta streaming aperta a tutti che si terrà mercoledì 27 maggio e durante il quale genitori, pedagogisti, psicologi, ed educatori si confronteranno inizialmente su tematiche riguardanti il rientro a scuola post-Covid, l'attenzione nei bambini e l'importanza di essere d'esempio, soprattutto in questo particolare periodo, nelle prime fasi di età.
Il tema specifico del rientro a scuola post-Covid sarà trattato dalla dott.ssa Elena Chiarillo che illustrerà quasi siano le misure per un rientro a scuola in sicurezza e come la scuola si sta preparando a questo cambiamento che non ha precedenti nella storia dell'istruzione.

Gli aspetti da trattare in una situazione complessa come quella che i più piccoli si apprestano ad affrontare nei prossimi mesi però non si limitano all'ambito logistico e organizzativo del rientro a scuola, per questo la psicologa Elizabeth Nobile interverrà sul tema dell'attenzione in termini di supporto e di spiegazione ai più piccoli. Come stiano cambiando queste dinamiche, quando accorgerci che possano essere problematiche e quando non devono essere demonizzate.
 
La prima parte sarà conclusa  dalla psicologa Alessandra Fioretti che tratterà il tema "Essere buoni esempi per i più piccoli" in cui si parlerà dei modelli sinceri di comportamento, che ci responsabilizzano rispetto all'esempio che quotidianamente dobbiamo dare ai bambini di tutte le età e che nei prossimi mesi saranno ancora più determinanti, visto che tutti noi dovremmo affrontare situazioni del tutto inedite e il modo in cui risponderemo sarà oggetto di attenzione da parte dei più piccoli.
 
Seguendo la filosofia di StutHub per la quale i prodotti sono occasione di confronto, incontri e condivisioni su temi connessi ai prodotti, la diretta streaming proseguirà con il confronto fra i genitori e i professionisti del settore con il fine di individuare non solo le problematiche e le necessità che riguardano i piccoli, ma anche lo sviluppo di una soluzione concreta; un tavolino capace di integrare in un unico strumento l'aspetto educativo, di crescita e di gioco. Sarà l'inizio di un percorso che porterà alla produzione del tavolino che accontenterà così le esigenze di tutti gli attori in gioco, dai bambini, ai genitori, agli educatori.

Per iscriversi all'evento gratuito è sufficiente seguire le istruzioni spiegate alla pagina 
https://rebelchange.it/percorso-27-maggio/
Gli iscritti avranno la possibilità anche di vedere il video successivamente in registrazione.


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sabato 23 maggio 2020

Innovazione e formazione, la risposta al lockdown dalla Lombardia

Innovazione e formazione, la risposta al lockdown dalla Lombardia

Il gruppo farmaceutico Aurora Biofarma ha scommesso su un piano di training con un'adesione della totalità degli oltre 250 Collaboratori costretti al blocco territoriale. Miglioramento delle competenze scientifiche e Role Play situazionali per crescere anche stando a casa

  

Milano -  Impatto negativo dall'epidemia da coronavirus per il 97,2% delle imprese italiane, con un dato del 43,7% di aziende per cui il lockdown si ripercuoterà con effetti "molto gravi" sulla prosecuzione delle attività. Sono i numeri che arrivano dall'ultima indagine sugli effetti della pandemia da Covid-19 per le aziende condotta da Confindustria.

Puntare su innovazione e formazione, soprattutto in questi giorni di lockdown è stata allora la risposta del gruppo Aurora Biofarma, azienda farmaceutica milanese nata nel 2010 e appena entrata tra le prime 150 imprese per fatturato del settore pharma attive in Italia.

«Di fronte al tutto si ferma Aurora Biofarma, in coerenza con la sua filosofia aziendale, ha scelto la strada del muoversi tutti insieme» - sono le parole di Nicola Valentini, Responsabile Formazione e Sviluppo di Aurora Biofarma - «In questo momento decisamente straordinario di limitazioni, chiusure, riorganizzazioni abbiamo colto l'opportunità di migliorare le persone e migliorarci come azienda».

Così nonostante il blocco territoriale della rete degli oltre 250 Informatori Scientifici del Farmaco del gruppo Aurora l'azienda ha attivato un piano training dedicato al miglioramento delle conoscenze e delle competenze comunicazionali per portare più qualità nel mercato alla ripresa.
Un primo percorso delle durata di quattro settimane si è svolto attraverso questionari a distanza per linea, per prodotto e per target per dare modo alle persone di migliorare e allineare le proprie conoscenze scientifiche con un'adesione del 100% degli ISF dimostrando senso di responsabilità e appartenenza aziendale.

Dal 30 marzo il percorso di training si è orientato su una seconda fase dedicata alle competenze di comunicazione interattiva. L'intera rete Aurora è stata coinvolta in dieci sessioni settimanali, portate avanti quotidianamente e contemporaneamente per una durata di sei settimane che ha visto la partecipazione di tutta la squadra Marketing, Sales e Training inclusa la presenza dei Dirigenti nei ruoli di Relatori e Facilitatori.
Parola d'ordine di queste sessioni è stata l'innovazione con la strutturazione di aule virtuali e una metodologia di apprendimento svolta mediante Role Play situazionali in cui team di 10-15 Informatori Scientifici hanno lavorato a distanza, ma insieme.

«Aurora dunque non si è fermata ma ha puntato decisamente al miglioramento attraverso il coinvolgimento attivo e l'apprendimento delle proprie persone – conclude Valentini – Un messaggio che vogliamo divulgare all'esterno: la chiave per il successo, anche nei momenti di difficoltà, rimane lo scommettere sulle competenze e sentirsi parte di un progetto».



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venerdì 22 maggio 2020

Rekeep celebra il decimo anniversario di “Un futuro di valore”, l’iniziativa che premia ogni anno i migliori studenti d’Italia

Rekeep celebra il decimo anniversario di "Un futuro di valore", l'iniziativa che premia ogni anno i migliori studenti d'Italia

 

Zola Predosa (Bologna), 22 maggio 2020 – Rekeep, principale gruppo italiano attivo nell'integrated facility management, celebra la X edizione di "Un futuro di valore", l'iniziativa che premia ogni anno gli studenti più meritevoli d'Italia, e assegna in Lombardia 18 borse di studio ai migliori studenti della regione, figli di dipendenti del Gruppo.

In Lombardia, in particolare, saranno consegnate 12 borse di studio del valore di 400 euro a studenti delle scuole superiori e 6 del valore di 1.000 euro a studenti universitari, per un ammontare complessivo pari a circa 11mila euro. Il Gruppo Rekeep, del resto, in Lombardia vanta un'importante presenza e oltre 1.000 dipendenti.

I migliori studenti delle superiori sono risultati:

  • Martina Gamba, diplomatasi con 94/100, e Luca Lodini, con la media di 8,9/10.

Tra gli universitari, invece, i migliori sono stati:

  • Andrea Marabese, laureatosi con 110/110, e Francesco Albertini, con la media di 29,3/30.

Di seguito l'elenco completo dei 18 premiati:

  • Giorgio Bazzocchi, Matteo Belotti, Ilaria Cassaghi, Arianna Costantini, Martina Gamba, Luca Lodini, Alessia Lombardi, Paolo Mandaglio, Giada Riverso, Mariastella Sofia, Beatrice Vecchia, Iris Zucca, studenti delle scuole superiori;
  • Francesco Albertini, Chiara Balestrieri, Alessia Belotti, Hillary Di Lernia, Andrea Marabese, Elisa Tamellini, studenti universitari.

In tutta Italia, nell'edizione 2019-2020 saranno consegnate ben 290 borse di studio, di cui 201 a studenti delle scuole superiori e 89 a studenti universitari, per un ammontare complessivo pari a circa 170mila euro. I riconoscimenti sono destinati ai figli di dipendenti del Gruppo Rekeep assunti a tempo indeterminato (il 92% dell'organico complessivo) da almeno dodici mesi. Qualche curiosità: l'edizione di quest'anno ha visto un incremento delle richieste (381 quelle pervenute complessivamente) e un miglioramento della media degli studenti premiati, che per l'80,7% sono figli di operai e per il 14,5% figli di lavoratori nati all'estero. Emila Romagna, Lazio e Veneto risultano le regioni più premiate.

A dieci anni dall'avvio dell'iniziativa, nel 2010, il Gruppo Rekeep conferma quindi il proprio grande impegno per la promozione del merito e della solidarietà, attraverso un investimento che in questi anni è arrivato complessivamente a oltre 1,4 milioni di euro per circa 2.700 borse di studio a beneficio di quasi 1.200 studenti, molti dei quali pluripremiati nell'arco dell'intero percorso di studi. Nell'edizione appena conclusa, ad esempio, ben 191 assegnatari su 290 (il 65,9%) avevano già meritato la borsa in almeno una delle precedenti edizioni. L'importo, inoltre, si aggiunge ad altri fondi che il Gruppo Rekeep mette costantemente a disposizione dei propri dipendenti nell'ambito di progetti di welfare aziendale.

Per gli studenti delle scuole superiori, il premio era riservato a chi avesse concluso l'anno scolastico 2018/2019 con una media dei voti superiore a 7,5/10 (escluse le valutazioni riportate in educazione fisica, religione e condotta) o superato l'esame finale di maturità con votazione di 75/100. Per gli studenti universitari presso atenei sia pubblici sia privati, il premio era riservato a chi avesse sostenuto almeno 2/3 degli esami previsti dal proprio piano di studi con una media dei voti superiore a 27/30, o avesse concluso il ciclo di studi con votazione di laurea di almeno 99/110.

A causa dell'emergenza sanitaria da Covid-19, quest'anno purtroppo non si potrà svolgere il consueto tour delle cerimonie di consegna degli assegni, che toccava tutte le principali sedi del Gruppo e che vedeva la partecipazione di importanti esponenti del mondo economico e istituzionale, oltre che del top management di Rekeep. L'assegnazione del riconoscimento è stata, quindi, comunicata ai ragazzi nei giorni scorsi, mentre l'erogazione dei contributi è prevista nelle prossime settimane.

"Le Borse di Studio costituiscono un'ulteriore espressione della nostra azione imprenditoriale, intesa anche come capacità di ricoprire un ruolo sociale e solidale sui territori in cui operiamo." ha dichiarato Claudio Levorato, Presidente di Manutencoop Società Cooperativa, holding di controllo di Rekeep S.p.A., che ha ideato e sostenuto il progetto sin dal 2010. "Per dieci anni, abbiamo curato e fatto crescere un progetto che manifesta la nostra volontà di investire costantemente nel welfare delle nostre risorse: iniziative di questo tipo, del resto, sono anche un grande esempio di solidarietà intergenerazionale, che vede i lavoratori farsi carico dei bisogni degli studenti, con l'obiettivo di costruire insieme un futuro comune migliore".

"Per il decimo anno, con questa iniziativa incoraggiamo gli studenti che si siano realmente distinti per l'impegno nel proprio percorso di studi, affinché crescano con il desiderio di conoscenza e si perfezionino secondo le proprie inclinazioni", ha dichiarato Giuliano Di Bernardo, Presidente e Amministratore Delegato di Rekeep S.p.A. "Ciò è ancor più importante quest'anno, alla luce dell'emergenza sanitaria in corso, nella quale sono state travolte anche scuole e Università. I giovani rientrano nella fascia debole della società, occorre sostenerli e non disperdere i loro interessi e lo zelo con cui testimoniano di essere una risorsa per il futuro della società".

 

Rekeep SpA

Rekeep è il principale operatore italiano e uno dei principali player a livello europeo del settore dell'Integrated Facility Management, ovvero l'erogazione e la gestione di servizi integrati rivolti agli immobili, al territorio e a supporto dell'attività sanitaria. In particolare, i servizi forniti dal Gruppo Rekeep si suddividono in due principali aree di attività: 1. Integrated Facility Management - servizi di gestione e manutenzione di immobili (igiene ambientale, servizi tecnico - manutentivi, cura del verde, servizi logistici, servizi ausiliari, gestione calore, illuminazione, gestione documentale, impianti antincendio e di videosorveglianza) erogati anche attraverso società specializzate; 2. Laundering & Sterilization - servizi di "lavanolo" e sterilizzazione di biancheria e strumentario chirurgico a supporto dell'attività sanitaria erogati attraverso la società controllata Servizi Ospedalieri S.p.A. Rekeep ha sede direzionale a Zola Predosa (Bologna), e conta oltre 27.000 dipendenti, in Italia e all'estero.

mercoledì 20 maggio 2020

Lo smart working può nuocere alla salute, 7 lavoratori su 10 soffrono di lombalgia e problematiche posturali: dagli esperti ecco i 10 consigli per prevenirle e curarle

LO SMART WORKING PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE, 7 LAVORATORI SU 10 SOFFRONO DI LOMBALGIA E PROBLEMATICHE POSTURALI:
DAGLI ESPERTI I CONSIGLI PER PREVENIRLE E CURARLE

Fare delle brevi pause almeno ogni 30 minuti di lavoro, compiere esercizi di mobilità muscolare, munirsi di una sedia ergonomica e creare una routine rilassata. Sono questi alcuni dei consigli degli esperti per prevenire le più frequenti patologie legate allo smart working al tempo del Coronavirus: da ricerche internazionali è emerso come il 72% dei lavoratori soffra di lombalgia.

 

L'emergenza Coronavirus ha costretto milioni di persone, in Italia e all'estero, a lavorare da casa attuando la pratica dello smart working. Uno scenario strettamente correlato alle numerose problematiche posturali dovute a un periodo prolungato d'inattività: basti pensare che secondo una ricerca della World Health Organization pubblicata sul portale britannico Daily Mail il 72% dei lavoratori intervistati ha ammesso di soffrire di lombalgia, acutizzatasi in questa fase di quarantena. E ancora, l'utilizzo scorretto di smartphone e PC provoca a lungo andare quello che i britannici chiamano "tech neck", ovvero il collo segnato dalla postura tipica di chi china il capo e che, secondo un'indagine pubblicata sulla BBC, colpisce soprattutto i millennial. Problematiche che ottengono grande risalto anche sui social: da un monitoraggio su Instagram è emerso come l'hashtag #Backpain abbia oltre 1 milione di menzioni e #Techneck oltre 12mila. Ma quali sono i consigli degli esperti per prevenire e curare le patologie legate allo smart working? La prevenzione inizia a tavola con un regime alimentare sano ed equilibrato per combattere la sedentarietà e continua prestando attenzione all'utilizzo di sedie ergonomiche adeguate al tratto lombare, facendo inoltre delle brevi pause almeno ogni 30 minuti di lavoro. Fondamentale è anche compiere esercizi di allungamento per la mobilità muscolare e seguire una routine rilassata. Per curare la lombalgia, infine, un valido aiuto arriva dalla laserterapia Theal Therapy creata in Italia da Mectronic, che grazie al processo di fotobiomodulazione agisce sull'infiammazione e garantisce un recupero in tempi brevi.

 

"L'emergenza sanitaria ha drasticamente cambiato lo stile di vita di milioni di italiani soprattutto in relazione allo smart working che ha causato un aumento della sedentarietà e delle problematiche posturali – ha spiegato la dott.ssa Angela Amodio, fisioterapista specializzata in neuroriabilitazione – Rimanere seduti per ore e ore in una posizione scorretta provoca un intorpidimento muscolare che può portare a patologie più acute come cervicalgia, crisi vagali, nausee e vertigini. Per questo motivo è consigliabile fare una pausa almeno ogni 30 minuti e muoversi all'interno della propria abitazione, munirsi di una sedia ergonomica che valorizzi il tratto lombare e compiere una serie di esercizi finalizzati ad allenare la mobilità muscolare. Attenzione anche alla salute oculare: durante lo smart working lo schermo va tenuto all'altezza degli occhi per evitare ulteriori problematiche alla vista. Per curare le numerose problematiche posturali, infine, un valido aiuto arriva dalla Theal Therapy, che grazie alle sue lunghezze d'onda agisce direttamente sulla componente infiammatoria, riducendo alla radice il dolore associato". Ma quali sono le problematiche più diffuse a causa dello smart working prolungato? Al primo posto spicca la lombalgia, che colpisce il 52% dei soggetti, spesso dovuta a posture scorrette su sedie che comprimono in maniera eccessiva le vertebre lombari. A seguire le crisi vagali, che interessano il 24% delle persone, accompagnate da senso di nausea, spossatezza e vertigini, e cervicalgie, che riguardano il 20% dei lavoratori e provocano intorpidimento e formicolio al collo. Ma non è tutto, perché fissare lo schermo di dispositivi elettronici per un periodo di tempo prolungato può causare disturbi astenopici come secchezza oculare, affaticamento, senso di bruciore e visione offuscata.

 

Ecco infine i 10 consigli degli esperti per prevenire e curare le più frequenti patologie legate allo smart working:

 

1.         Fare una pausa almeno ogni 30 minuti e muoversi in giro per la casa: è fondamentale per evitare una stasi muscolare legata a prolungati periodi di inattività e rimettere in moto la circolazione sanguigna.

2.         Munirsi di una sedia adeguata al tratto lombare: le posture scorrette sono spesso dovute a postazioni non ergonomiche. Utilizzare una sedia da ufficio oppure autotrattarsi con cuscini o rialzi che allineino le vertebre è utile a prevenirle.

3.         Attenzione allo sguardo fisso rivolto verso il PC: lo schermo andrebbe tenuto alla stessa altezza degli occhi in modo da evitare disturbi astenopici e rigidità nel tratto cervicale.

4.         Effettuare esercizi dinamici di mobilità: compiere il cosiddetto "allenamento da scrivania" innalzando le braccia verso l'alto o effettuando degli squat aiuta a mantenere attivo il comparto muscolare.

5.         Creare uno spazio di lavoro adeguato: è consigliabile lavorare seduti con le braccia appoggiate sulla scrivania, favorendo il giusto distanziamento tra i polsi ed evitando di lavorare sulla poltrona o sul letto.

6.         Non sottovalutare l'importanza di un regime alimentare equilibrato: la prevenzione inizia a tavola con una dieta sana che prediliga fibre, frutta e verdura in modo da combattere la sedentarietà prolungata e il rischio di sovrappeso.

7.         Creare una routine mattutina rilassata: è consigliabile mantenere ritmi e orari regolari, iniziando a lavorare o studiare all'orario consueto e terminando alla stessa fascia oraria.

8.         Idratarsi è fondamentale: tenere sempre a portata di mano una bottiglietta d'acqua aiuta a regolare la temperatura corporea, favorisce la digestione e l'eliminazione di tossine in eccesso.

9.         Assumere una giusta postura anche a letto: riposare bene aiuta a essere meglio concentrati e produttivi. Per questo motivo è consigliabile dormire in posizione supina con un cuscino sotto le gambe oppure di fianco con un cuscino tra le gambe.

10.     Un valido aiuto arriva dalla laserterapia: grazie al processo di fotobiomodulazione della Theal Therapy è possibile recuperare in tempi brevi da lombalgie e altre problematiche posturali.



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lunedì 11 maggio 2020

Oltre lo smart working: SKS365 inaugura i corsi di e-learning per i propri dipendenti

SKS365 INAUGURA I CORSI DI E-LEARNING PER I PROPRI DIPENDENTI

Siglata la partnership tra il bookmaker e la piattaforma Udemy per offrire migliaia di lezioni virtuali con cui i lavoratori potranno accrescere competenze professionali e coltivare interessi e obiettivi personali

Roma, maggio 2020 – Dalla Leadership & Management allo yoga, dal Marketing al Data Science, passando per le lezioni di chitarra e i corsi di design, fino alla fotografia, al pilates e persino ai corsi per pilotare un drone. Sono alcuni dei contenuti a disposizione dei dipendenti di SKS365, uno degli operatori leader del mercato internazionale del betting e del gaming, in Italia con il brand Planetwin365.

Quasi 500 lavoratori dislocati tra Italia, Austria, Serbia e Malta, tutti operativi da remoto a causa dell'emergenza sanitaria globale da Covid-19, su cui l'azienda continua ad investire, nonostante la situazione di incertezza generale, mettendo a disposizione lezioni e corsi utili non solo all'accrescimento delle skill per l'avanzamento e la carriera professionale, ma anche per migliorare o approfondire i propri hobby e interessi personali. Più di 4.000 corsi on demand, alcuni con possibilità di conseguire una vera certificazione a seconda dell'ambito, tutti disponibili su un'unica piattaforma: Udemy, uno dei marketplace più famosi e ricchi al mondo.

"È appurato che investire in una cultura dell'apprendimento accresce il valore delle risorse umane e contribuisce a garantire la sostenibilità a lungo termine del business – ha dichiarato Milena Miosevic, HR Director di SKS365 – In SKS365 puntiamo decisamente a far nostra questa cultura. La formazione non dovrebbe essere concepita come un dovere in cima alla lista dei nostri impegni, piuttosto come un approccio alle cose, un bisogno intrinseco di crescita umana e professionale. Nel nostro percorso verso la cultura della formazione – ha proseguito Milosevic – Vogliamo offrire ai nostri dipendenti una piattaforma coinvolgente, ricca di contenuti differenti, utilizzabile sempre e dovunque e plasmata sulle esigenze di ogni persona. Abbiamo individuato in Udemy for Business il partner ideale. Il messaggio è semplice e stimolante allo stesso tempo: la formazione come supporto per il tuo percorso professionale ma anche per la tua crescita personale, il che vuol dire spaziare da nozioni di musica, graphic design alla programmazione o a elementi di leadership. Uno strumento completo che ci permetterà di esplorare migliaia di opportunità."

Nel 2019, SKS365 aveva intrapreso un percorso di inclusione e integrazione rivolto ai dipendenti, attraverso la pubblicazione del company culture book – disponibile online e aperto a tutti gli utenti – una sorta di 'manifesto' aziendale con cui il management si è impegnato a valorizzare il rapporto con le risorse umane non solo a parole, ma anche in forma di bonus economici, benefit extra e misure per il bilanciamento tra lavoro e vita privata.

"Questo periodo di isolamento forzato ridefinisce le dinamiche di lavoro e interazione, rischiando di far pesare la distanza tra dipendenti e azienda – ha commentato Brian Dean, CPO e Head of Communication di SKS365 – Si tratta di una situazione inedita e improvvisa, che lascerà un segno in tutti noi e dirà molto su come è stato affrontato il rapporto con i propri lavoratori, non solo in termini di supporto tecnico e garanzia del ruolo, ma anche come presenza, stimolo e coinvolgimento. Abbiamo pensato al modo migliore per investire sulle nostre risorse, sulla loro crescita, allargando l'attenzione non solo alla loro posizione

lavorativa, ma anche alle loro attitudini e passioni. Ognuno di loro saprà trovare il suo corso preferito tra gli innumerevoli contenuti offerti da Udemy."

L'accordo con Udemy per l'e-learning on demand va ad arricchire i programmi di formazione, aggiornamento e, soprattutto, concretizza l'impegno da sempre dichiarato a incoraggiare la coltivazione delle passioni individuali e la realizzazione personale anche lontano da pc e scrivanie.



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Trovare lavoro. Visiotalent: L'evoluzione dell'iter di assunzione ai tempi del Coronavirus


Clever logoVisiotalent by CleverConnect

L'evoluzione dell'iter di assunzione ai tempi del Coronavirus

 

 

Stéphane Brunner,

International Director di Visiotalent by CleverConnect

 

In che modo la recente crisi determinata dal COVID-19 sta influenzando il processo di assunzione in tutti i settori produttivi e quale dovrebbe essere la risposta delle aziende? Mentre la pandemia di coronavirus continua a far pressione sulle economie di tutto il mondo, poche industrie sono rimaste indenni dalle ricadute della crisi, con conseguenze enormi non solo per la forza lavoro ma anche per l'iter di selezione del personale. La pandemia di COVID-19 sta rapidamente cambiando il modo in cui ogni organizzazione attira e recluta dipendenti nei propri team virtuali, rendendo il lavoro da remoto la nuova normalità. Il modo in cui le persone lavorano è cambiato da un giorno all'altro e i nuovi processi operativi potrebbero diventare permanenti.

 

La situazione attuale ha costretto molte persone in tutto il mondo a ripensare la loro quotidianità, dal lavoro alla scuola, allo svago. Si è imposta con urgenza la necessità di trasformare digitalmente i nostri luoghi di lavoro e di formazione, per poter operare in modo efficace. Mentre la possibilità di lavorare da casa è un vantaggio che molti dipendenti apprezzano, tante aziende non dispongono delle infrastrutture tecnologiche per offrire la stessa produttività senza sacrificare il "business as usual". Eppure, un risultato inaspettato del COVID-19 è che le aziende si rendono conto dei vantaggi di una rapida trasformazione digitale. Le aziende in grado di utilizzare bene la tecnologia per continuare a lavorare e ripensare il proprio modello di business nel futuro saranno quelle che avranno un vantaggio competitivo. Questa sfida offre un'opportunità basata su una nuova realtà digitale e contactless. La digitalizzazione ha acquisito un nuovo, importante significato e sta per raggiungere aree inizialmente impensabili.

 

L'impatto sul settore della selezione del personale

 

L'epidemia di Coronavirus ha già fatto registrare un impatto significativo sulla selezione del personale nel suo complesso. È chiaro che i professionisti della selezione del personale dovranno pensare fuori dagli schemi per mantenere il settore in movimento. Secondo gli esperti del settore, il clima generale in ambito di assunzioni registra probabilmente ritardi pari al 60-65 per cento nei colloqui, soprattutto nei servizi. D'altra parte, molti altri continuano a reclutare nel tentativo di evitare un rallentamento dell'attività. L'epidemia sta influenzando il nostro modo di lavorare ma non le esigenze delle aziende e, di conseguenza, la necessità di assumere è ancora cruciale e le posizioni aperte devono continuare a essere occupate per garantire risultati e valore di business importanti.

 

In realtà, a prescindere dall'economia in cui ci troviamo, sussiste sempre una certezza: ci sono ancora aziende che assumono, alcune stanno addirittura aumentando il numero di nuovi dipendenti. Ora più che mai il personale delle risorse umane si sta modernizzando e orientando verso il lavoro di squadra per continuare a reclutare in sicurezza con l'evolversi della situazione. Strumenti di videoconferenza come Skype e Microsoft Teams e strumenti di video-reclutamento personalizzati, quali Visiotalent di CleverConnect, sono usati sia per comunicare con i clienti sia per intervistare e incontrare virtualmente i candidati.

 

I vantaggi degli strumenti di video reclutamento

 

I colloqui di lavoro possono essere facilmente condotti in modalità digitale. In questo modo non solo si evitano rischiosi contatti sociali ma si beneficia anche di altri vantaggi in termini comunicativi. Sia per i candidati che per le aziende, un colloquio in video offre un alto grado di flessibilità ed efficienza.

 

Inoltre, con gli strumenti di video selezione personalizzati non serve che i selezionatori effettuino il colloquio in tempo reale. I candidati possono rispondere alle domande del colloquio in un momento a loro congeniale e i reclutatori sono in grado di esaminare le risposte anche in un lasso temporale sfasato. Ciò consente di risparmiare tempo rispetto ai tradizionali colloqui telefonici e permette una minore programmazione, soprattutto per chi è in casa con bambini piccoli.

 

Infine, le videointerviste di selezione del personale non solo fanno risparmiare tempo ma consentono di attrarre talenti più adatti alla propria azienda, in vista di dipendenti felici e motivati, oltre a svolgere un ruolo importante nel promuovere i valori dell'azienda e nel migliorare l'esperienza del candidato in modo più amichevole, informativo e coinvolgente rispetto a qualsiasi altra forma di branding.

 

L'utilizzo del video colloquio nel processo di reclutamento mostrerà ai candidati che un'azienda è all'avanguardia e sfrutta i vantaggi che le nuove tecnologie possono offrire, rendendola ancora più attrattiva. Inoltre, si traduce nel rispetto delle esigenze dei candidati, in quanto questi ultimi avranno la possibilità di presentare se stessi, le loro motivazioni e capacità senza sacrificare parte del tempo libero o intraprendere viaggi o spostamenti.

 

Il modo più efficace per attirare i talenti

 

Oggi il mercato del lavoro è fortemente competitivo e attrarre i migliori talenti è sempre più impegnativo. Le aziende si trovano a dover rafforzare i propri brand e appeal nonché l'esperienza dei loro candidati e i numerosi vantaggi dei videocolloqui non possono che andare a loro vantaggio. Grazie al progresso digitale, anche in tempi di pandemia, non ci sono praticamente restrizioni per condurre colloqui di lavoro e trovare il lavoratore più indicato alle proprie esigenze.

 

A proposito di Visiotalent:

 

Visiotalent viene fondata nel 2014 dagli imprenditori francesi Gonzague Lefebvre e Louis Coulon, e dal 2017 si trasforma nel Gruppo CleverConnect unendosi a Meteojob.

Unica soluzione nel mondo delle HR che coniuga EmployerBranding e Tecnologia, Visiotalent contribuisce a rendere il processo di pre-selezione e selezione più semplice ed efficace, con notevoli benefici sia per i professionisti delle risorse umane, che per i candidati.

Con sede centrale a Lille e Parigi, dal 2017 Il gruppo CleverConnect, con Visiotalent, ha ampliato la propria attività a livello internazionale con l'apertura di sedi a Milano, Madrid, Bruxelles ed in Svizzera. Oltre 600 aziende hanno scelto di utilizzare Visiotalent, di cui più di 60 solo in Italia. Ad oggi, Visiotalent può vantare collaborazioni con prestigiose realtà del calibro di Generali, Lavazza, Engie, Welcome Italia, Volkswagen, Fineco, Mutti e molte altre.




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Lavoro e occupazione: Future of Italy racconta un’Italia in attesa, sospesa tra speranza e paura

LAVORO E OCCUPAZIONE: FUTURE OF ITALY RACCONTA UN'ITALIA IN ATTESA, 
SOSPESA TRA SPERANZA E PAURA

Il gruppo operativo presenta la seconda indagine che analizza il tema del lavoro per raccontare qual è il percepito sociale come idecision maker dovrebbero affrontare questa situazione di attesa e incertezza

 

Milano, 11 maggio 2020  Cosa accade nel momento in cui un virus porta i governi di tutto il mondo a mettere in quarantena miliardi di persone, generando di fatto il blocco totale della domanda e dell'offerta a livello mondiale? Nasce da questa domanda la seconda analisi di Future of Italy, il gruppo operativo per la narrazione di un mondo nuovo e la rinascita dell'Italia ideato e composto da Matteo Florafondatore di The FoolAndrea Fontanaco-fondatore e Presidente di Storyfactory, e Oscar Di Montignyfondatore e Presidente di BYour Essence

Covid-19, in questa prima parte del 2020, sancisce la crisi del lavoro e della ricchezza, ma ancora di più può rappresentare la perdita di sé nella più grande catastrofe economica e sociale mai vissuta dall'umanità. Un dramma che ha portato il gruppo di Future Of Italy ad indagare cosa gli italiani stiano dicendo in merito al tema lavoro nelle loro conversazioni socialquale saràil racconto del lavoro da fare nella crisi e quale progettualità organizzativa portare avanti in questo momento di transizione.Permangono i gruppi individuati nel precedente report: paurosi, confusi, critici e speranzosi. Emerge una sorta di negazione delle minacce futureda una parte c'è una certa ritrosia in molti pubblici ad accettare le difficoltà della nuova realtà in cui siamo entratidall'altra parte emerge una fatica di istituzioni e aziende a raccontare la crisi e a preparare le fasi successive a quello che verrà dopo. Una mancanza di immaginazione e progettualità a cui si dovrà rimediare.

L'analisi data-driven, basata su 1.308.088 conversazioni, ha indagato la percezione degli italiani sul concetto di Italia e italianità, con focus sul tema lavoro e occupazioneNei riguardi del lavoro i numeri parlano di uno scenario completamente dedicato a un dualismo di emozioni estremamente polarizzate: speranza e paura. In uno scenario di mancanza di dati certi su dove e quando ripartiremo, la condizione che sembra chiara a entrambe le parti è quella di attesa: si attende un segnale. È proprio questa sospensione in un'area senza certezze - in cui il dato potrebbe essere frainteso e alimentare le critiche - a lasciare il posto alle emozioni primarie e alla divisione tra chi pensa che ce la faremo e chi teme un drammatico insuccesso.

Gli Spaventati 

Gli spaventati pensano che le misure attuali siano insufficienti e inadeguate, e che il Governo e le istituzioni stiano dando dati non corretti o manipolati. Spaventa l'assenza di tamponi e ancora di più spaventano le misure di sostegno costruite più sui debiti che sugli aiuti. Spaventa il futuro: del lavoro, delle aziende, dei lavoratori, della scuola. E si inizia ad avere il timore che gli slogan positivi dell'"andrà tutto bene" siano solamente momenti dispirito. Il social distancing fa paura anche nel futuro, portando le persone a chiedersi se e quando avranno voglia di viaggiare, di andare al cinema, di essere in un "gruppo" che inizia ad essere meno gruppo, insomma una realtà di mezzo in cui si percepirà la presenza di molte mancanze e abitudini in meno e qualche paurain più.

 

 

 

 

I Confusi

La confusione nel mondo del lavoro emerge per quanto riguarda la tutela delle persone: dalle mascherine (chi le darà? Le dovremo tenere in ufficio? Dove le compreremo?) ai viaggi all'estero (si potranno fare per lavoro? Quando?). Ma è forte anche la confusone e disillusione verso la burocrazia e la burocratizzazione degli aiuti e dei movimenti, a questo si aggiunge anche lo smarrimento rispetto ai razionali dietro ad alcune riaperture e il relativo impatto economico. Ci si chiede quali conseguenze affronteranno i vari settori aziendali e le attività ricreative, e - forse complice il bel tempo - moltaconfusione ha a che fare con le vacanze e la non comprensione dicome, quando e se andremo.

Critici

La critica è incentrata principalmente su tre fronti: la disillusione e sfiducia, le discussioni sulle misure economiche e il fronte delturismo. Sul tema della disillusione ci si concentra sulla mancata percezione di una diminuzione dei contagi e su una critica allemetodologie adottate per gestire l'emergenza: entrambe impattano su economia e professioni senza la percezione del beneficio. Altro tema caldo è quello dei finanziamenti alle imprese, che portano con loro critiche sia alle modalità di intervento - a debito per le imprese - sia per le trattative europee in essere, con una fortecritica al MES. Il turismo, leva dell'economia italiana, spaventa perché ritenuto incapace di adattarsi in breve tempo e di reggere ilcontraccolpo.

Gli Speranzosi

La visione degli speranzosi è legata principalmente ad una auto-narrazione di convincimento, più che appartenenza, e alla "spinta" dei motti motivazionali di #andràtuttobene e #iorestoacasa. Una tenue speranza accarezza, invece, le misure economiche a supporto dei lavoratori, con una quantificazione di miliardi che - se non proprio convince - dà almeno gli strumenti per una narrazione possibilista. Rimane alto, anche negli speranzosi, il sentimento di vicinanza con il Premier e con il suo operato, raccontato con elogi ed espresso anche con umorismo, riconoscendo una funzione di guida autorevole e talvolta anche"benevola".

 

Tra speranza e timore, un ruolo cruciale spetta ai decision makerche per forza di cose devono imparare a parlare trasparentemente con ogni categoria analizzata e che vive, agisce e pensa in maniera differente. È tempo di pensare al mondo del post virus: un pensiero in cui le aziende devono porsi domande, per guardare oltre prefigurando modelli nuovi di impresa. Occorrono sistemi rigenerativi e resilienti, capaci di iniziative tempestive, coraggiose e lungimiranti. Bisogna cominciare a creare le condizioni per produrre valore, accogliendo il cambiamento e prendendo decisioni sostenibili.

Quali nuovi modelli di impresa per crescere, trasformarsi ed evolvere in organizzazioni sostenibili e resilienti? Il pericolo principale è pensare al Coronavirus come a un fenomeno isolato, senza storia, senza contesto sociale, economico o culturale. In effetti, nel mondo nuovo del dopo virus il vero pericolo sarebbe tornare alla vecchia normalità. Perché la normalità si è rivelata con tutti i suoi problemi, fatta - almeno in Italia - di burocrazia,assistenzialismo, attendismo, resistenza all'innovazione o interpretazione riduttiva di quella. Insostenibile. È dunque il tempo delle domande, per guardare oltre prefigurando modelli nuovi di impresa. Occorrono sistemi rigenerativi e resilienti, capaci di iniziative tempestive, coraggiose e lungimiranti. Bisogna cominciare a creare le condizioni per produrre valore, e non limitarsi a distribuirlo o riceverlo.

 

"Apparentemente, in queste pagine ci siamo occupati del tema lavoro e della sua percezione nel contesto dell'epidemia" commenta Matteo Flora, fondatore di The Fool. "Il risultato però ci mostra il vero indicatore trasversale a ogni tematica e che segna questa nuova fase come un ricorso storico: possiamo dire che la paura è al centro, sia essa catastrofe sia essa speranza. E così, proprio mentre ci avviciniamo forse a una nuova apertura, la critica sociopolitica e la critica «a ogni costo» lasciano spazio di nuovo alla paura e a tutte le sue forme, dalla rassegnazione alla speranza. Diventa fondamentale ripensare il framework di valori e di posizionamento dei brand e delle aziende. Il nuovo frame dovrà incontrare primariamente le attenzioni di un pubblico spaventato, i confuso e speranzoso, attraverso risposte, azioni e messaggi che esprimano protezione e cura. È necessario ascoltare costantemente come si muovono emozioni e personalità in rete,ridefinire i singoli pubblici sulla base del costante cambiamento di contorni, definire chi sono gli stakeholder a cui è più opportuno parlare, ed essere consapevoli che il bisogno di avere in tasca un messaggio che esprima protezione e cura trasversalmente dei pubblici ci accompagnerà per molto tempo. Solo così è possibile ottenere una comunicazione che non ci danneggerà e darà risultati certi e concreti".

"Credo ormai sia chiaro: non siamo in mezzo ad una guerra, ma nel vortice di una tempesta perfetta" analizza Andrea Fontana, co-fondatore e Presidente di Storyfactory"Non è una guerra, perché le guerre si combattono con lo scopo di difendere e preservare il proprio territorio, il proprio stile di vita, o aumentare i propri interessi. Non dobbiamo essere soldati, ma persone consapevoli. Non ci serve la retorica, ma la visione in una comunità. Non è la patria che va salvata, ma la dignità personale che il lavoro porta con sé e il rispetto reciproco. Ciò però non significa che le conseguenze sul mondo del lavoro non saranno meno pesanti che dopo una guerra, anzi. L'emergenza attuale, se la si vuole superare con successo, chiede non solo di progettare cambiamenti sostanziali, ma di ridiscutere interamente la gerarchia dei valori e il modo di pensare. Non si tratta di personal marketing, ma di dialogo human to human mirato a creare un racconto nuovo, all'interno di un mercato in cui non siamo mai stati, non avevamo mai affrontato e mai pensato. Un agone dove la moneta di scambio è la testimonianza e l'esempio, portati a fattor comune con sincerità, onestà e fermezza.

"La storia ha dimostrato che i cambiamenti sociali avvenuti in un periodo di crisi diventano spesso permanenti" dichiara Oscar Di Montigny, fondatore e Presidente di BYour Essence. "Il Coronavirus sta già avendo un forte impatto sulla nostra società ed economia mondiale, che porterà a forti cambiamenti nel nostro modo di lavorare. Nel frattempo i dati raccontano di aziende che si trovano in una posizione difficile e sotto pressione pubblica. La 'lezione' di questa pandemia dovrebbe portare il mondo del lavoro ad entrare in una nuova era in termini di aspettative pubbliche per la responsabilità sociale delle imprese. Le aziende dovrebbero riconsiderare seriamente la loro missione e i loro valori evolvendoli in una vera e propria vocazione, iniziando dal porsi domande come: perché l'azienda esiste? Chi la anima? In che modo la sua operosità può (e deve!) contribuire ad un futuro nuovo?".



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