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domenica 30 aprile 2017
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venerdì 28 aprile 2017
Revisori Legali, insediamento Comitato Esecutivo e Commissione Formazione Permanente
- all'allargamento dei soggetti abilitati alla rappresentanza tributaria;
- alla istituzione della cassa di previdenza per i Revisori Legali,
- ad accelerare il prossimo esame di stato per i Revisori Legali che ormai è da oltre sei anni che non viene svolto;
- alla rivisitazione delle Tariffe Professionali dei Revisori Legali degli EE.LL. e degli EE. Privati ferme ormai da oltre un lustro,
- all'allargamento dei soggetti abilitati all'attestazione del visto di conformità,
- autorevole, indipendente, terza, autonoma e trasversale che coinvolga tutti le altre professioni competenti per materia: Notai, Avvocati, Attuari, Consulenti del Lavoro e Commercialisti;
- a tutela della pubblica fede, degli equilibri economico finanziari del nostro ordinamento giuridico e della collettività che si affida alla credibilità delle attestazioni dei Revisori Legali.
- per la terzietà, l'importanza che il registro dei Revisori Legali resti sotto il controllo di un Ente Pubblico;
- per l'indipendenza ed autorevolezza, l'importanza che i Revisori Legali non condividano statuti di terze entità;
- per l'autonomia ed indipendenza dalla revisione, l'importanza che i Revisori Legali possano svolgere pienamente anche tutti i "not audit services", quando non svolgono l'attività di "audit services", indicati nell'art. 5.1 Reg. UE n.537/14 direttamente applicabile nell'ordinamento di ogni Stato membro dell'U.E.;
- per la formazione di eccellenza ed i contenuti di trasversalità, l'importanza che i Revisori Legali possano condividere competenze con altri professionisti quali quelli presenti nel Consiglio Nazionale dell'UNRL: Notai, Avvocati, Attuari, Consulenti del Lavoro e Commercialisti.
SCUOLA – Cyberbullismo, il disegno di legge a tutela dei minori va approvato entro l’estate
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www.CorrieredelWeb.it
Primo Maggio: il CNCA Lombardia chiede di affrontare seriamente la "questione giovanile"
Milano, 28 aprile 2017 - “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Il pensiero va sempre più spesso a chi il lavoro non ce l’ha, a chi dopo anni di studio stringe tra le mani un titolo “impotente” nel mercato di lavoro, a chi saluta il suo Bel Paese per cercare fortuna all’estero…
È questo il 1 maggio di tanti giovani, troppi per esprimere solo rassegnazione.
Per questo il CNCA chiede di tornare ad investire sul futuro: chiede di affrontare seriamente la “questione giovanile”.
Il 18 aprile 2017, durante le audizioni parlamentari in preparazione del DEF, Roberto Monducci - Direttore del Dipartimento per la produzione statistica (Istat) – evidenzia la gravità della situazione.
L’Italia rimane tra i Paesi europei quello con il tasso di occupazione degli under 35 più basso: tra i 25 e i 34 anni solo il 60,3% lavora e questa situazione, denuncia Monducci, "costituisce una criticità per il presente e il futuro di queste generazioni, che rischiano di non avere una storia contributiva adeguata". "Il loro scarso impiego - prosegue il direttore - inoltre, indica una grave situazione di sottoutilizzo di un segmento di popolazione ad elevato impatto potenziale sullo sviluppo economico del Paese".
Non è “solo” un problema economico, è una questione molto più complessa ed impatta sullo sviluppo sano della persona e sulla “salute” di un’intera comunità.
La marginalizzazione economica e sociale dei giovani ha generato infatti una profonda crisi della fiducia, spesso una rottura del patto di cittadinanza.
Sempre più spesso incontriamo giovani ripiegati su se stessi (anche con derive patologiche), e giovani che “fuggono” dalla comunità ed emigrano all’estero per costruirsi là un futuro: questo spreco di risorse non è sostenibile per nessuna società.
Carles Feixa Pàmpols, professore di Antropologia Sociale presso l´Università di Lleida, specializzato nello studio delle culture giovanili, parla apertamente di un “vero e proprio giovanicidio economico, sociale e simbolico”.
I giovani (in particolare la fascia 25-34 anni) sono essenziali per lo sviluppo economico, per produrre innovazione, per l’incremento demografico, per generare coesione sociale e senso civico. Senza i giovani siamo condannati a non avere futuro.
Il CNCA dal 2004 si occupa di politiche giovanili, promuovendo a livello nazionale e di singole federazioni regionali, reti tra organizzazioni che promuovono progetti e azioni a favore del protagonismo dei giovani e della loro cittadinanza attiva.
Dal 2006 ha creato un network di politiche giovanili con le principali reti nazionali: rete Iter, CGM Gruppo cooperativo consorzio Mestieri, Politichegiovanili.it; CESV, CEMEA.
Ci si è posizionati rispetto al Ministero (Dipartimento Gioventù e Welfare), promuovendo la partecipazione dei giovani e il loro contributo per lo sviluppo organico e competitivo dei sistemi locali, la universalizzazione dei diritti sociali e civili, la crescita della cultura della legalità e della giustizia.
Ha collaborato con Italia Lavoro per una riflessione congiunta su Garanzia Giovani e sulle altre misure europee e nazionali di occupabilità dei giovani; in Lombardia ha partecipato all’avvio e consolidamento del tavolo inter-direzionale per la programmazione dei Piani Territoriali Giovani.
Nell’ultimo anno, è stato avviato un dialogo strutturato (nazionale e regionale) sul raccordo giovani talenti e beni comuni, per la rigenerazione del tessuto economico, sociale, urbano.
- Chiediamo alle istituzioni di investire con coraggio in formazione, occupabilità, senso civico e coesione sociale.
- Chiediamo un Piano nazionale per i giovani e lo sviluppo del Paese che integri le diverse competenze ministeriali agendo come “effetto leva” rispetto ad altre risorse pubbliche e private.
- Chiediamo che gli interventi territoriali promuovano la partecipazione dei giovani alla programmazione e alla gestione degli interventi stessi.
- Chiediamo di dare fiducia ai giovani, perché dando fiducia ai giovani rendiamo migliori le comunità che abitiamo.
Lavori del passato? Il futuro grazie alle opportunità della rete
Istruzione: ENEA presenta i nuovi percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro
Tra le altre notizie: Un nuovo sistema di previsione oraria dell’inquinamento atmosferico a 3-5 giorni su aree grandi come un piccolo comune italiano, un livello di dettaglio mai raggiunto prima su scala nazionale.
Lo ha messo a punto l’ENEA per supportare politiche e azioni dei ministeri dell’Ambiente e della Salute e delle amministrazioni locali in materia di qualità dell’aria.
Inoltre, l’Agenzia ha realizzato la prima mappa italiana degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute con informazioni su mortalità per età, sesso e patologia a livello di singolo comune.
www.enea.it/it/Stampa/news/ambiente-e-salute-enea-sistemi-innovativi-per-affrontare-emergenze-smog
IL 40% DEGLI ITALIANI HA PERSO OPPORTUNITÀ LAVORATIVE A CAUSA DEL PROPRIO LIVELLO D’INGLESE
- Il 40% degli italiani dichiara di avere perso almeno un'occasione lavorativa a causa del proprio livello d'inglese; il problema è più marcato tra i giovani, dove il tasso raggiunge il 54%
- L'inglese è la lingua più richiesta sul posto di lavoro per il 76% degli italiani
- Le persone più giovani studiano l'inglese per lavoro mentre le persone over45 per ragioni personali
Credi di aver perso opportunità professionali a causa del tuo livello d'inglese? | NO | SI |
Dai 20 ai 45 anni | 46% | 54% |
Oltre i 45 anni | 66% | 34% |
Ragioni per imparare l'inglese | Per lavoro | Personali | Per viaggiare | Per comunicare con famiglia e amici | Studio |
(gruppi generazionali rilevanti) | |||||
Dai 20 ai 45 anni | 54% | 24% | 16% | 2% | 4% |
Oltre i 45 anni | 28% | 39% | 26% | 5% | 2% |
“Scelgo io! Digito positivo” Giovani a confronto per costruire una Rete
giovedì 27 aprile 2017
Parte il Corso Intensivo di Europrogettazione a Firenze
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SOFT STRATEGY: I GIOVANI TROVANO LAVORO CON LE LEZIONI IN AZIENDA
Deduplicare, comprimere e ottimizzare i dati in tempo reale con le infrastrutture iperconvergenti - 16 maggio
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