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lunedì 29 febbraio 2016

ISTRUZIONE – È l’Annus Horribilis della scuola italiana


ISTRUZIONE  È l'Annus Horribilis della scuola italiana: laureati esclusi dal concorso, precari assunti senza poter insegnare, prof di ruolo su materie che non conoscono e tutti in cattedra fino a quasi 70 anni

 

La selezione per individuare 63.712 docenti, pubblicatavenerdì sera in Gazzetta Ufficiale, prevede la prima clamorosa esclusione nella storia dell'istruzione pubblica italiana di chi si è formato all'Università proprio per fare l'insegnante. Intanto, ai 48mila immessi in ruolo con il "potenziamento" della Buona Scuola, viene impedito di insegnare in attesa di essere inseriti nella "centrifuga" degli albi territoriali, che li potrebbe condurre chissà dove. Non vanno meglio i prof anche di ruolo, coinvolti nelle nuove classi di concorso approvate qualche giorno fa: vengono obbligati a confrontarsi con programmi d'insegnamento lontani dalle loro conoscenze. Intanto, con la nuova stretta pensionistica, dal 1° gennaio scorso, i docenti sono costretti a rimanere in servizio fino a 67 anni o a lasciare con quasi 43 anni di contributi.

 

Marcello Pacifico (presidente Anief): sono provvedimenti che hanno lo stesso comune denominatore, il peggioramento delle condizioni di vita degli insegnanti, con effetti negativi anche per la didattica e gli alunni. Noi non ci rassegniamo: laddove non arriva il legislatore, ci penserà il giudice a dare le risposte positive alle violazioni del diritto.

 

È l'Annus Horribilis della scuola italiana. Giovani laureati lasciati ai margini, precari immessi in ruolo senza poter insegnare se non per spezzoni di ore o come tappabuchi, docenti di ruolo che spiegano discipline che non conoscono, insegnanti con oltre 30 anni anzianità costretti a rimanere dietro la cattedra fino alle soglie dei 70 anni di età. L'incredibile scenario si è venuto a realizzare in queste ultime settimane, attraverso l'incrociarsi deiprovvedimenti approvati su scuola e previdenza sociale.

 

Partiamo dal concorso a cattedre per 63.712 posti, giunto venerdì sera in Gazzetta Ufficiale che, invece di selezionare anche i giovani laureati più meritevoli, prevede la loro prima clamorosa esclusione nella storia dell'istruzione pubblica italiana. I 57.611 posti comuni e 6.101 di sostegno – spalmati nei tre bandi riservati ad infanzia e primaria, alla secondaria e all'insegnamento agli alunni disabili – verranno distribuiti solo tra gli abilitati. Non potranno presentare la domanda d'accesso al concorso, attraverso il sito internet Istanze On Line predisposto dal Miurnemmeno i docenti già di ruolo e migliaia di abilitandi che hanno speso tra i 3mila e 4mila euro a testa proprio per questo scopo. Solo seguendo le indicazioni che Anief renderà pubbliche nelle prossime ore, potranno ricorrere entro i termini indicati e presentarsi, verosimilmente, alle prove d'esame dopo aver ottenuto una risposta positiva ad una palese violazione del diritto.

 

Si accingono a vivere anni difficili pure i docenti di ruolo impiegati su cattedra attraverso le nuove classi di concorso, le quali, avendo le "maglie" delle discipline sempre più allargate, si vedono svilire la loro professionalità, obbligandoli a confrontarsi con programmi di studio e d'insegnamento lontani dal loro backgroundformativo universitariodopo sette anni di bozze e di versioni riviste, il Governo ha infatti prodotto otto enormi "contenitori" di materie d'insegnamento, chiamati dal Miur ambiti disciplinari, all'interno dei quali sono state aggregate le oltre 150 classi di concorso della scuola sino a poche settimane fa esistenti ed ora ridotte di quasi un terzo.Senza contare l'alto concentrato di errori e refusiincredibilmente emersi a regolamento approvato.

 

Anche gli ultimi assunti stanno pagando dazio. In attesa di essere inseriti nella "centrifuga" della nuova mobilità e degli albi territoriali, che li potrebbe condurre chissà dove,la maggior parte dei 48mila docenti immessi in ruolo sul 'potenziamento' scolastico, attraverso la fase c della Buona Scuola, tra i 5 e gli 8 per istituto, continua ad essere impegnata su progetti più o meno forzati, se non improvvisati, o su supplenze brevi. Invece di impiegare questi insegnanti sulla didattica ordinaria, come è giusto che sia, perché è per quello che sono stati formati e selezionati, si è preferito far entrare a regime la deleteria riforma pensionistica Monti-Fornero, che dal 1° gennaio scorso permette di lasciare il servizio solo dopo 66 anni e 7 mesi di età, oppure, se si è in possesso di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi di contributi per donne.

 

Proprio stamani è stato denunciato che in provincia di Bari le domande di pensionamento hanno subìto un vero crollo, confermando il quadro di lavoro forzato su scala nazionale. Solo che in questo modo, lo svecchiamento del personale docente italiano diventa sempre più una chimera. E la qualità della vita peggioraricordiamo solo che l'8,2% dei docenti francesi ha meno di 30 anni, mentre in Italia della medesima età sono appena lo 0,4%. Senza dimenticare che in Spagna appena il 29,3% degli insegnanti ha più di 50 anni, mentre nella nostra Penisola sfiorano il 60%.

 

"Quest'anno stiamo assistendo ad una lunga serie di record aventi tutti lo stesso comune denominatore - diceMarcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: il peggioramento delle condizioni di vita degli insegnanti, con effetti negativi anche per la didattica e gli alunni. Si va dal docente precario di Pordenone immesso in ruolo a 67 annialle stabilizzazioni di decine di migliaia di precari sulla base di un algoritmo ministeriale segreto che ne ha spediti tanti lontano da casa pur in presenza di posti liberi molto più vicino casa"

 

"Per non parlare dell'età pensionabile portata a livelli indecenti, mentre in Germania gli insegnanti continuano ad andare in pensione dopo 28 anni di contributi. Il fondo si è toccato oggi, quando ai tanti giovani laureati, che hanno costruito negli anni il loro corso di studi ai fini dell'insegnamento scolastico, il sistema telematico del Miur ha negato la possibilità di presentare domanda. Dal Miur si dice che non si è fatto altro che adottare il decreto legislativo 297/1994, ma allora perché nei concorsi a cattedre del 1999 e 2012 la norma non è stata applicata? Rispondere – conclude Pacifico – spetterà anche stavolta ai giudici".



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AL VIA IL MASTER IN CURE PALLIATIVE


IL BANDO SUL SITO WWW.HOSPICECAMPANIA.IT

 

 

 

 

Un Master di II livello per promuovere in Regione Campania tra i professionisti della sanità la conoscenza delle cure palliative, che nonostante la Legge n. 38/10,con disposizioni che ne regolano l'accesso, sono ancora poco conosciute. L'evento formativo è stato promosso dal professor Giuseppe Servillo (direttore della Scuola di Specializzazione di Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore dell'Aou Policlinico Università di Napoli Federico II), dal dottor Gaetano D'Onofrio (direttore sanitario aziendale Aou Policlinico Università di Napoli Federico II)dalla dottoressa Maddalena Zampi(dirigente medico dell'Aou Policlinico Università di Napoli Federico II), dal dottor Armando De Martino(direttore Dipartimento Scienza per la Vita Associazione House Hospital onlus Regione Campania), dal dottorGeppino Genua (coordinatore Tecnico Scientifico ReteHospice - Cure Palliative Asl Avellino Regione Campania), dal dottor Sergio Canzanella (segretario Società Italiana Cure Palliative Regione Campania edirettore Osservatorio Regionale in Cure Palliative e Medicina del Dolore in Campania), e dall'avvocatoNicola Cantone (direttore amministrativo Associazione House Hospital onlus), in collaborazione con la Scuola di Alta Formazione Regionale in Cure Palliative e Medicina del Dolore in Campania. 

 

"Un grande impegno mantenuto da quanti perseguono lapolitica del fare – ha affermato il dottor Sergio Canzanella –, il dire e l'apparire lo lasciamo agli altriSignificativi anche i risvolti economici. Un paziente in Hospice assistito con le cure palliative costa alla comunità in media 250 euro al giorno rispetto agli 800 euro di quello seguito in ospedale, con l'assistenza a domicilio addirittura si arriva 100 euro rispetto a 800, con assistenza 24 ore su 24. Numeri che in un momento in cui il governatore De Luca è impegnato nella spending review dovrebbero essere presi in considerazione in termini di appropriatezza. La scadenza della domanda di partecipazione al Master – ha concluso il dottor Canzanella –, il cui bando è consultabile sul sito web www.hospicecampania.it, è il 15 aprile 2016".



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Last minute per il corso di tecniche di vendita | Basta essere in due!

IL NUOVO PARADIGMA DI MARKETING E VENDITE
Offerta last minute: una sola quota per 2 persone!
Valido soltanto dal 1/03 al 3/03 (data di inizio del corso).

Stavi giusto pensando di iscriverti? Come già ti abbiamo raccontato, questa edizione è l'ultima in programma perchè i nostri esperti Alberto Aleo e Alice Alessandri dovranno partire per una nuova esperienza presso le Università americane MIT, Harvard e Babson College di Boston.

Non puoi farti scappare questa occasione! 
Il corso ha una durata complessiva di 24 ore, potrai conoscere tutte le strategie per ottenere risultati professionali migliori attraverso la relazione, l'etica e la fiducia con lo scopo di fidelizzare la tua clientela.
Al termine del corso riceverai, sempre inclusi nella quota di iscrizione, una consulenza ad-hoc per creare un piano adatto alla tua attività e il libro "La Vendita Etica", scritto da Alberto e Alice per guidarti e darti le risposte ad ogni situazione.
Programma:
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• Il marketing relazionale: il cliente al centro delle strategie di mercato

Sede: Cescot Rimini, Via Clementini 31.
Frequenza: dal 03/03/2016 al 07/04/2016 - I Giovedì
Orario: 16.00-20.00

Per informazioni e iscrizioni:
Barbara Morotti
0541441914
barbara@cescot-rimini.com

ISCRIZIONI ONLINE


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Grotte turistiche, la Societa' speleologica italiana continua la formazione di accompagnatori e guide

 
GROTTE TURISTICHE, LA SOCIETÀ SPELEOLOGICA ITALIANA
CONTINUA LA FORMAZIONE DI ACCOMPAGNATORI E GUIDE

Positivo il bilancio del quinto Corso di formazione per accompagnatore
in grotta turistica che l'Associazione Grotte Turistiche Italiane e
la Società Speleologica Italiana hanno organizzato
dal 24 al 26 febbraio scorsi a Fornovolasco (LU)

Bologna, 29 febbraio 2016

Sessanta persone provenienti da tutta Italia hanno partecipato dal 24 al 26 febbraio 2016 al quinto Corso di formazione per accompagnatore in grotta turistica, organizzato dall’Associazione Grotte Turistiche Italiane (AGTI) e dalla la Società Speleologica Italiana (SSI) presso la Grotta del Vento di Fornovolasco (Lucca). E' stata significativa la presenza di guide delle grotte turisticizzate della Toscana.
Il confronto ha approfondito numerose tematiche riguardanti il ruolo delle guide turistiche e il valore delle grotte come luogo, ambiente e risorsa del territorio.

“La formazione delle guide è un valore aggiunto per le grotte turistiche, che ogni anno accolgono oltre due milioni di visitatori. Contiamo di dare una regolare continuità a queste esperienze, che sono sempre molto positive. Come in tutte le altre occasioni la partecipazione è stata attenta e motivata”, affermano dalla Società speleologica italiana. 
 
“Riteniamo che il rapporto tra AGTI e SSI sia decisivo per gli approfondimenti scientifici, storici e culturali delle grotte e per la promozione e la veicolazione della conoscenza degli ambienti ipogei e carsici”.
Nell'ambito del programma del corso i partecipanti hanno frequentato lezioni in aula e visitato, oltre alla Grotta del Vento, la Grotta Giusti di Monsummano Terme (PT) e la parte turisticizzata del Complesso del Monte Corchia.

Sono intervenuti, tra gli altri, Giampietro Marchesi (già presidente SSI), Vittorio Verole Bozzello, (presidente onorario AGTI), Francescantonio D’Orilia (presidente dell AGTI), Paolo Forti e Jo De Waele (docenti Università di Bologna), Leonardo Piccini (docente Università di Firenze) e Massimo Goldoni (Società Speleologica Italiana).

I corsi si sono tenuti in regioni sempre diverse: Liguria, Marche, Sardegna, Puglia hanno preceduto quest'ultimo in Toscana.
 
SSI - Società Speleologica Italiana
Sede sociale
via Zamboni, 67 - 40126 Bologna
Telefono & Fax: +39 051250049
Fax: +39 0518490103
e- mail: info@socissi.it
Sito Web: www.ssi.speleo.it

IN CAMPANIA CORSI MASTER OF WINE E GRANDI MARCHI

VINO: RIPARTONO DALLA CAMPANIA I CORSI DELL'INSTITUTE MASTERS OF WINE IN COLLABORAZIONE CON I GRANDI MARCHI

MASTROBERARDINO (PRES GRANDI MARCHI): GRANDE RICONOSCIMENTO ANCHE PER I VINI DEL MEZZOGIORNO SEMPRE PIU' IN CRESCITA SUI MERCATI INTERNAZIONALI


Produttori, agronomi, brand and export manager, wine marketing consultant ma anche giornalisti, responsabili hospitality e sommelier. Sono alcuni profili dei 27 candidati che dal 4 al 6 marzo parteciperanno alla quinta edizione dei corsi organizzati dall'Institute of Masters of Wine in collaborazione con l'Istituto Grandi Marchi, la compagine più rappresentativa del vino italiano di qualità da Nord a Sud. Due i livelli delle masterclass intensive in programma presso la cantina Mastroberardino ad Atripalda (Avellino): il corso base (intoductory) e l'intermediate dedicato a coloro che, avendo già superato l'esame propedeutico, stanno proseguendo il percorso per acquisire il titolo internazionale più ambito per chi lavora nel settore vino.

"Per la prima volta una regione del Sud ospiterà i corsi di formazione dell'Institute of Masters of Wine, considerati tra i più qualificati e selettivi al mondo - ha commentato il presidente dell'Istituto Grandi Marchi, Piero Mastroberardino -. Si tratta di un risultato ottenuto grazie al lavoro e alla stretta collaborazione instaurata ormai da anni tra l'Istituto Grandi Marchi e l'Institute of Masters of Wine che quest'anno premia l'intrinseca vocazione vitivinicola del Mezzogiorno che esprime vini di qualità con valori in crescita anche sui mercati internazionali. Infatti – ha concluso Mastroberardino – nei primi nove mesi dello scorso anno l'export di vino 'Made in Sud' è aumentato in valore del 7,2%, ben al di sopra della media nazionale".
Dati: Istat, Gen-Set 2015 su Gen-Set 2014.

Istituto del Vino Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca' del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D'Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.

US Istituto del vino Grandi Marchi: interCOM
Benny Lonardi, 334/6049450; direzione@agenziaintercom.it



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sabato 27 febbraio 2016

ISTRUZIONE– Concorso a cattedra, rivoluzione del Governo Renzi: mai più giovani laureati assunti a scuola.....

ISTRUZIONE Concorso a cattedra, rivoluzione del Governo Renzi: mai più giovani laureati assunti a scuola. Anief si oppone: hanno pieno diritto a concorrere, faranno ricorso con noi

 

Il sindacato ricorda che una parte dei precari scorrettamente esclusi, almeno diecimila, insegnano già stabilmente: fanno funzionare i nostri istituti e vengono nominati attraverso le graduatorie d'Istituto. Altre migliaia sono supplenti 'brevi': costoro, nelle intenzioni del legislatore della Legge 107/15, saranno sostituiti dagli insegnanti assunti con il cosiddetto "potenziamento", la fase C del piano straordinario di assunzioni. Esclusi, pure loro in modo illegittimo, i precari non abilitati, docenti di ruolo e gli abilitandi: nessuno di loro potrà presentare la domanda on line di accesso alla selezione pubblica, da attuare on line tra il 29 febbraio e le ore 14.00 del 30 marzo. La prossima settimana, il giovane sindacato comunicherà le modalità per ricorrere e partecipare comunque al concorso: l'obiettivo è chiedere ai giudici del Tar un provvedimento cautelare che permetta di sedersi alle prove scritte di primavera.

 

Marcello Pacifico (presidente Anief): dopo anni di supplenzeviene detto loro che non servono più. Dopo che hanno tarato il loro un piano di studi universitario per fare gli insegnanti,sostenendo gli esami utili, richiesti proprio dal Miur attraverso letabelle predisposte a questo scopo, gli si dice che è stato tutto inutile. Più che il Governo del merito o dello "Sblocca Italia", quello attuale si sta dimostrando un Esecutivo che separa i cittadini: con la laurea possono diventare dirigenti degli enti locali, ma non possono fare l'insegnante. Nel Paese dove operano i docenti più vecchi al mondo occorrerà rivolgersi al giudice per far accedere al concorso i giovani titolati a farlo. I precedenti ci danno ragione: nel 2012 ci aveva provato il ministro dell'Istruzione Profumo bloccando i laureati dopo il 2002 e perse la disputa giudiziaria di fronte ai legali dell'Anief. Ora toccherà al ministro Giannini.

 

Sta provocando reazioni vibranti il regolamento sul concorso acattedre per 63.712 posti, previsto dalla legge Buona Scuola giunto ieri sera in Gazzetta Ufficiale. Scorrendo i bandi pubblicati sul sito del Ministero dell'Istruzione, i giovani laureati hanno avuto conferma delle indiscrezioni che circolavano da settimane: nessuno di loro potrà partecipare all'unica selezione nazionale che permette, in caso di idoneità, di arrivare all'immissione in ruolo nella scuola pubblica. I57.611 posti comuni e 6.101 di sostegno – spalmati nei tre bandi riservati ad infanzia e primaria, alla secondaria e all'insegnamento agli alunni disabili – verranno distribuiti solamente tra gli abilitati. Non potranno accedere nemmeno i docenti già di ruolo e migliaia di abilitandi che hanno speso tra i 3mila e 4mila euro a testa proprio per questo scopo.

 

Attraverso il sito internet Istanze On Line predisposto dal Miurdalle ore 8.00 di lunedì prossimo, fino alle ore 14.00 del 30 marzo, il Ministero dell'Istruzione non permetterà quindi loro di far presentare la domanda di accesso al concorso. Nel prendere atto di queste esclusioni illegittime, Anief conferma quanto annunciato nei giorni scorsi: siccome chi ha i titoli per concorrere ad una selezione pubblica non può essere estromesso, la prossima settimana Anief renderà pubbliche le modalità per far impugnare l'esclusione e far comunque partecipare tutti i precari non abilitati con 36 mesi di servizio, in possesso di adeguata laurea o diploma di maturità, i docenti già di ruolo e i giovani laureati, anche loro forniti del titolo previsto. Il giovane sindacato, inoltre, come annunciatoimpugnerà l'esclusione illegittima dal concorso a cattedre dei circa 5mila abilitandi di sostegno e di tutti gli abilitandi su disciplina che stanno completando il percorso formativo universitario.

 

Anief ricorda che una parte dei precari scorrettamente esclusi, almeno diecimila, insegnano già stabilmente: ogni anno fanno funzionare i nostri istituti e vengono nominati attraverso le graduatorie d'Istituto. Altre migliaia sono supplenti 'brevi': costoro, nelle intenzioni del legislatore della Legge 107/15, saranno sostituiti dagli insegnanti assunti con il cosiddetto "potenziamento", la fase C del piano straordinario di assunzioni

 

"Ora, improvvisamente, dopo anni di supplenze, viene detto loro che non servono più", tuona Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. "Eppure, sino ad oggi, quando ci si iscriveva all'Università, lo studente era chiamato a scegliere un piano di studi. Tutti quelli che avevano intenzione di insegnare hanno scelto gli esami utili, richiesti proprio dal Miur attraverso una serie di tabelle predisposte a questo scopo. Ora, si decide di cambiare"

 

"Ma gli effetti di questa politica, qui sta il paradosso, sono retroattivi. Si vanno a colpire – continua Pacifico - tutti coloro che si erano preparati, nel corso di quattro o cinque anni di studi universitari, per accedere all'insegnamento. Ora, quando è giunto il loro turno, il Governo Renzi e il ministro Giannini gli dicono che è stato tutto inutilePiù che il Governo del merito o dello "Sblocca Italia", quello attuale si sta alla lunga dimostrando un Esecutivo che separa i cittadini: con la laurea possono diventare dirigenti degli enti locali, ma non possono fare l'insegnante. Il timore che si tratti del primo passo verso l'abolizione del valore legale del titolo del studio non è poi così infondato. E che dire dell'accorpamento di un terzo delle classi concorsuali, che porterà in molti casi dei docenti in cattedra pur non avendo l'adeguata preparazione?".

 

"Con queste scelte – commenta ancora il presidente Anief - si sta rasentando l'assurdità, perché un cittadino che si è laureato per insegnare una disciplina ora non può partecipare al concorso a cattedre. Ma chi si è laureato e abilitato in un'altra disciplina, d'ora in poi potrà insegnarne un'altra pur non conoscendola. Forti deiprecedenti in tribunale, che hanno dato ragione alle nostre tesi a tutela dei docenti danneggiati, la battaglia nelle aule giudiziarie si prospetta infuocata. E questo ha dell'incredibile. Perché nel Paese dove operano i docenti più vecchi al mondo, occorrerà rivolgersi al giudice per far accedere al concorso i giovani titolati a farlo".

 

"Ci dispiace dirlo, ma soltanto il ricorso dell'Anief potrà garantire l'immediato ricambio generazionale che il Miur ha voluto negare. E non è la prima volta: ci aveva provato il ministro dell'Istruzione Profumo, nel 2012, bloccando i laureati dopo il 2002. E perse la disputa giudiziaria, di fronte ai legali dell'AniefOra toccherà al ministro Giannini, che avrebbe dovuto prendere atto di questi precedenti, il quali fanno giurisprudenza".

 

Il sindacato Anief, pertanto, consiglia di presentare domanda di accesso al concorso a cattedre ai non abilitati con 36 mesi di servizio, i docenti di ruolo, tutti i giovani laureati con titolo adeguato, gli oltre 5mila abilitandi di sostegno e tutti gli abilitandi su disciplina: seguendo le indicazioni che il sindacato renderà pubbliche la prossima settimana, potranno ricorrere entro i termini indicati. L'obiettivo è chiedere ai giudici del Tar un provvedimento cautelare che permetta di sedersi alle prove scritte di primavera.




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