Nasce "MADE IN MEDITERRANEO", un progetto che punta a riaffermare il valore e l'importanza degli antichi mestieri e del lavoro artigiano, per favorire la sopravvivenza e il ritorno delle botteghe artigiane a Roma, ma anche l'avvicinamento e la formazione dei giovani in questo settore, che può ancora offrire importanti opportunità occupazionali.
Il progetto è stato presentato oggi a Roma, presso la Sala del Consiglio della Camera di Commercio di Roma, dalle ACLI di Roma e provincia con il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, istituzione da tempo impegnata a sostenere e incentivare la realizzazione di iniziative fondate sui valori della solidarietà, della mutualità e dell'inclusione nelle zone più svantaggiate prevalentemente del Meridione d'Italia, del Mediterraneo e del Sud del Mondo, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele.
"Made in Mediterraneo" prevede l'inserimento di 6 giovani, con un contratto di apprendistato, in 6 botteghe artigianali che operano nel cuore di Roma: un laboratorio di pasta fatta in casa, una bottega di lavorazione del legno, una di restauro di libri antichi e una che si occupa di opere d'arte. In particolare, quest'ultima è stata anche impegnata nel restauro di alcuni lavori presenti nella basilica di San Silvestro, a L'Aquila, in seguito al terremoto del 2009. Tra le botteghe coinvolte nel progetto anche l'antica manifattura Cappelli che ha realizzato copricapi per molti personaggi famosi tra cui Madonna, Jude Law ed Enrico Montesano.
Alla presentazione sono intervenuti: Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma aps, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio Roma, Claudio Bianchi, coordinatore scientifico del progetto, Emiliano Monteverde, Assessore alle politiche sociali del Municipio Roma I Centro, Claudio Di Berardino, Assessore al lavoro della Regione Lazio.
Il Presidente della Fondazione Terzo Pilastro, Prof. Emmanuele Emanuele ha affermato, a proposito del progetto: "In un momento storico in cui la globalizzazione incontrollata ha ormai sopraffatto il pianeta, i prodotti di massa si realizzano in serie e sono uguali a loro stessi ovunque (in Italia come in Giappone o negli Stati Uniti), gli acquisti si effettuano prevalentemente on-line ed i servizi passano per le App degli "smartphone", ritengo fermamente che le tradizioni artigiane di qualità – figlie di antichissime memorie e tratto distintivo e caratterizzante di ogni cultura – siano un valore da salvaguardare con tutte le nostre possibilità. Sono, peraltro, persuaso che contribuire a perpetuare in futuro l'attività delle botteghe artigiane – quelle stesse che hanno reso famosa l'Italia nel mondo – attraverso la formazione delle nuove generazioni, introducendole ed appassionandole a questo prezioso universo di conoscenze e tradizioni, significhi non soltanto salvaguardare la specificità del nostro Paese ma anche aprire nuove prospettive di studio ed occupazione per i giovani, in un momento in cui sia l'industria che l'agricoltura arrancano".
"Questo progetto – commenta Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma aps – ha un triplice obiettivo: sostenere le botteghe storiche, conservare, valorizzare e dare un futuro alla memoria degli antichi mestieri che hanno bisogno della forza della creatività delle giovani generazioni affinché la loro eredità non vada perduta, e infine formare i ragazzi ai mestieri manuali che ad oggi rappresentano una reale possibilità di inserimento nel mondo del lavoro il tutto per contribuire a tess coesione sociale. In questi settori, infatti, i giovani hanno voglia ed energia da investire, ce lo ha confermato anche la ricerca "il lavORO...nonostante tutto" che abbiamo realizzato insieme all'IREF su un campione di oltre 1000 giovani Romani e i cui risultati sono stati presentati nel maggio scorso, dalla quale è emerso che il 50,2% del campione si dichiara disponibile ad imparare un lavoro manuale mentre oltre il 40% ritiene che i mestieri manuali siano un lavoro come un altro e non un lavoro per chi non ha potuto studiare (10,6%) o un modo per evitare la disoccupazione (10%). C'è quindi una buona predisposizione che però va accompagnata e orientata per questo l'avvicinamento dei giovani al lavoro, attraverso molteplici iniziative e progetti, è uno dei pilastri dell'impegno che ACLI di Roma portano avanti per rimettere al centro il lavoro dignitoso quale perno di cittadinanza attiva e sviluppo integrale della persona e della comunità, con un approccio valoriale, educativo e al tempo stesso concreto".
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