Il workshop ha rappresentato un’occasione per Elisabetta D’Errico e Daniele Manni, docenti della scuola, e per gli studenti della classe 3B (che da circa un anno si stanno specializzando sulla stampa 3D) di conoscere questa metodologia didattica innovativa, la quale prevede la partecipazione attiva degli allievi che, oltre ad apprendere i contenuti, possono sperimentare la creazione di modelli in 3D ed il lavoro di gruppo sugli oggetti in esame, in questo caso, rari reperti custoditi da oltre 100 anni nell’istituto.
Il concept del workshop si è incentrato sull’avvicinare gli studenti all’uso dei reperti museali come strumento educativo e all’applicazione delle tecniche di scansione e stampa 3D per la riproduzione di oggetti del patrimonio territoriale. Si è parlato del processo che dalla scansione porta alla creazione di un modello 3D più corrispondente possibile alla realtà e, soprattutto, si è operato fattivamente e concretamente all’interno del prestigioso Museo di Scienze Naturali che “abita” nella scuola e che è stato creato e curato agli inizi del secolo scorso dagli scienziati salentini, docenti della scuola, Cosimo De Giorgi e Liborio Salomi.
Antonella Poce è una ricercatrice di Pedagogia Sperimentale presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi Roma Tre. Le sue ricerche sono incentrate perlopiù sulle pratiche innovative di insegnamento a livello nazionale e internazionale. Nel 2008 ha vinto il premio come Nuovo Ricercatore dell’Anno istituito dall’AEA Europe (Association for Educational Assessment). Ha preso parte a diversi progetti europei ed è stata co-manager del progetto Tempus DEMED (Development of Master study programmes in Education). Attualmente è direttore del corso post-laurea “Standard per l’Educazione Museale” dell’Università Roma Tre.
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