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martedì 6 ottobre 2015

RIFORMA SCUOLA – Piano triennale rinviato di un anno: 48mila docenti della Fase C saranno assunti senza sapere cosa andranno a fare se non i tappabuchi



Attraverso la Nota n. 2157, del 5 ottobre 2015, il Ministero dell’Istruzione sconfessa la scadenza di fine ottobre, prevista dalla Legge 107/15, e indica agli Uffici scolastici regionali di posticipare di due mesi la definizione dell’offerta formativa per realizzare l’organico potenziato: largo ad una tempistica dai “tempi distesi”, reputata necessaria per permettere “di garantire lo svolgimento delle successive procedure per l’avvio dell’anno scolastico 2016/17”. Ma rinviare a dopo le assunzioni la definizione del nuovo Pof triennale, propedeutico anche per realizzare la scuola autonoma con nuove “forze”, significa che verranno inizialmente assegnati alle scuole dei docenti senza “portafoglio” e senza riferimenti ai ruoli professionali da coprire.

Marcello Pacifico (presidente Anief): presto i Collegi dei docenti dovranno indicare al Miur solo le preferenze di organico rispetto alle sette macro aree di intervento. Rinviando ogni decisione sulla modifica del piano offerta formativa del triennio successivo al nuovo anno. In tal modo, da settembre i neo-assunti finiranno negli ambiti territoriali, da cui il dirigente potrà nominarli nel suo istituto per tre anni, in primis per coprire le supplenze brevi fino a 10 giorni e quelle annuali. Spesso, pur non possedendo nemmeno l’abilitazione all’insegnamento della cattedra priva di titolare. E ai 48mila docenti da assumere con la Fase C, la destinazione e il ruolo da svolgere verranno comunicati solo la prossima estate.

Brutte notizie per i 48mila docenti di discipline che il Ministero dell’Istruzione si accinge ad assumere attraverso la Fase C del piano straordinario di immissioni in ruolo: la pubblicazione della Nota Miur 2157, attraverso cui l’amministrazione annuncia in queste ore che il Piano triennale dell'Offerta Formativa potrà “essere definitivamente concluso entro il 15 gennaio 2016”, implica che saranno assunti senza sapere cosa andranno a fare. Rinviare a dopo le assunzioni la definizione del nuovo Pof triennale, propedeutico anche per realizzare l’organico potenziato, significa che verranno assegnati, in prima battuta, decine di migliaia di docenti senza alcun “portafoglio” alle scuole. E senza riferimenti ai ruoli professionali da coprire, che saranno definiti successivamente.

Eppure, il nuovo piano pluriennale, ai sensi del comma 12 della Legge 107/15, doveva essere approvato dalle scuole entro il mese di ottobre “dell'anno scolastico precedente al triennio  di  riferimento, il piano triennale dell'offerta formativa”, proprio per realizzare quanto precisato al comma 7 della stessa riforma e di procedere con le assunzioni previste dalla Fase C (contenuta nel comma 95): in particolare, il testo di legge ha previsto che le scuole, “individuano il fabbisogno di posti dell'organico dell'autonomia,  in relazione  all'offerta  formativa  che  intendono realizzare,  nel rispetto del monte orario degli insegnamenti  e  tenuto  conto  della quota di autonomia dei curricoli  e  degli  spazi  di  flessibilità, nonché in riferimento a  iniziative  di  potenziamento  dell'offerta formativa e delle attività progettuali, per il raggiungimento  degli obiettivi formativi individuati come prioritari”.

È evidente la discrepanza. Perché l’assegnazione dell’organico potenziato alle scuole non può essere fatta al buio, senza ancora avere gli obiettivi da attuare attraverso il Pof triennale: si tratta di un’esigenza imprescindibile, poiché l’organico maggiorato da definire in ogni scuola va realizzato in base agli obiettivi. Ma il concetto non è evidentemente chiaro al Miur, che posticipando al 16 gennaio 2016 la presentazione del piano dell’offerta formativa ha stravolto l'ordine naturale delle cose, individuando prima il personale da assumere e lasciando alle scuole solo in un secondo momento la possibilità di definire il perché di questa assunzione.

“Cosa accadrà ora è facile da spiegare – dice Marcello Pacifico, presidente Anief -, perchè nelle prossime settimane le istituzioni scolastiche, tramite i pareri espressi dai Collegi dei docenti, dovranno indicare al Miur solo le preferenze di organico, rispetto alle sette macro aree di intervento. Rinviando quindi ogni decisione sulla modifica del piano offerta formativa del triennio successivo al nuovo anno. Intanto, i docenti neo-assunti sono sempre più destinati a fare i tappabuchi delle cattedre vuote o dei colleghi malati”.

“Perché al momento, l’unica certezza che abbiamo – prosegue il presidente Anief - è che dal prossimo anno scolastico i docenti neo-assunti finiranno negli ambiti territoriali, da cui il dirigente potrà nominarli nel suo istituto per tre anni, proprio al fine di contribuire alla realizzazione del suddetto piano formativo, ma in primis per coprire le supplenze brevi fino a 10 giorni e quelle annuali pur non possedendo l’abilitazione all’insegnamento della cattedra priva di titolare. Per quanto riguarda, infine, i 48mila docenti che saranno assunti nella Fase C, le prospettive diventano davvero poco rosee. Perché al disagio del trasferimento di provincia, che diversi di loro dovranno subire e la cui destinazione verrà comunicata solo nel corso della prossima estate, indipendentemente dal l'abilitazione conseguita, sino all’ultimo momento non sapranno nemmeno cosa dovranno fare nella scuola dell'autonomia”.


Per approfondimenti:
















6 ottobre 2015                                                       

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