in collaborazione con
presenta
LA PERCEZIONE VISIVA TRA ARTE E SCIENZA
con la partecipazione di
dott.ssa MARIASTELLA MARGOZZI
curatrice della mostra Arte Programmata e Cinetica. da Munari a Biasi a Colombo e...
di cui l'Istituto Quasar ha curato
allestimento architettonico e immagine grafica coordinata
per la Galleria Nazionale d'Arte Moderna
prof. FRANCESCO FERRETTI
docente di Filosofia del Linguaggio e della Comunicazione
Università degli Studi Roma Tre
GIOVEDI' 26 APRILE 2012 h 18:30
presso la Libreria Assaggi - Via degli Etruschi 4
ingresso libero su prenotazione
www.istitutoquasar.com tel. 06.8557078
L’Istituto Quasar ha curato per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma l’allestimento architettonico e l’immagine grafica coordinata della mostra sull’Arte Programmata e Cinetica, che sarà aperta al pubblico fino al 27 maggio 2012.
Questo incarico rientra nel progetto di protocolli d’intesa che, da oltre venticinque anni, l’Istituto Quasar stringe con le più importanti realtà istituzionali di tutta Italia. A riconferma del prestigio della Scuola e della qualità formativa, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ha affidato all’Istituto Quasar questo prestigioso e stimolante progetto.
Gli studenti coinvolti hanno partecipato a tutte le fasi della progettazione, da quella iniziale di sopralluogo dell’area di intervento fino all’allestimento e alla verifica del montaggio del progetto. Un’occasione preziosa, fulcro della Scuola-Laboratorio e del metodo didattico dell’Istituto Quasar, per imparare a gestire le problematiche reali del mondo del lavoro e per crescere sia professionalmente che culturalmente.
La mostra si occupa della storia dei gruppi e delle personalità più significative dell’arte programmata e cinetica operanti sia in Italia che all’estero tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta - quando le esperienze collettive si concludono - ed illustra gli sviluppi che negli anni settanta i nuovi interpreti di questa espressione artistica continueranno in modo autonomo a condurre.
La dott.ssa Mariastella Margozzi, storico dell’arte contemporanea e curatrice della mostra, interverrà insieme a Francesco Ferretti, docente di Filosofia del Linguaggio e della Comunicazione all’Università degli Studi Roma Tre, all’evento “La percezione visiva tra arte e scienza”, organizzato dall’Istituto Quasar presso la Libreria Assaggi.
L’arte programmata e cinetica, protagonista dell’evento, è l’arte in continuo divenire, alla base della quale c’è l’idea della forma in movimento, intesa non tanto come spostamento fisico dell’oggetto o di parti di esso, quanto come sua trasformazione nel momento in cui essa viene percepita dall’osservatore.
“L’arte programmata, cinetica, visuale, tenta non solo il recupero, ma l’inglobamento dei metodi scientifici e tecnici nell’ambito del suo operare stesso, di assumerne i mezzi a fine estetico: di uccidere il demone della scienza facendone una sorta di mostro addomesticato, di meraviglia e di gioco raffinato per intellettuali, per lettori di Robbe-Grillet, ma anche per inserirsi nella vita di ogni giorno uscendo, come arte, dall’isolamento e dalla morte dei musei, come scienza dai laboratori, come tecnica dalle applicazioni negli oggetti d’uso.” 1
Questo connubio tra arte e scienza, presente nelle opere di arte programmata, ha ispirato il progetto dell’Istituto Quasar: l’allestimento diventa facilitatore del rapporto opera-pubblico e coinvolge attivamente lo spettatore che ricerca la simbiosi tra propria percezione e opera d’arte, completandone il senso. In tutte le ricerche risulta fondamentale il variare della percezione, con il quale l’opera vive e trova spazio nel mondo.
1 Lara Vinca Masini in Domus n.422, gennaio 1965.
Tratto da Ri-vivere. Allestire, Mostrare, Comunicare di Luna Todaro
La percezione visiva è assolutamente relativa o ha a che fare con la realtà?
Il Prof. Ferretti approfondirà gli aspetti scientifici della percezione visiva, partendo dal presupposto che la vista non è determinata dagli occhi ma dalla mente. L'immagine arriva alla retina capovolta, i colori sono un allegro modo per distinguere le lunghezze delle onde luminose. L’uomo è capace di ricostruire interi pezzi di immagini che finiscono in zone d'ombre dell’occhio e di "interpretare" gli stimoli visivi a tal punto da poter dubitare addirittura dell'esistenza di quello che appare come assolutamente reale.
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