Grazie
al progetto “Scienziati e Studenti”, che propone agli alunni delle scuole medie
superiori di sei città incontri con ricercatori del Consiglio nazionale delle
ricerche e di altre strutture su questo tema.
Ai giovani il compito di tradurre
in un video quanto hanno appreso su questo salutare stile di vita.
L’iniziativa
è realizzata dal Progetto invecchiamento del Cnr in
collaborazione con l’Ufficio stampa dell’Ente.
Avvicinare i giovani a
temi scientifici importanti in maniera stimolante, favorendo una loro
partecipazione attiva. È questo lo scopo di “Scienziati
e Studenti”, il progetto di divulgazione scientifica,
coordinato da Rita Bugliosi, giornalista dell’Ufficio stampa del Consiglio
nazionale delle ricerche, e realizzato nell’ambito del Progetto invecchiamento
del Cnr.
Titolo della IX
edizione è “Dieta mediterranea: per vivere bene e invecchiare meglio”. Di questo
stile alimentare, che ha effetti positivi sullo stato di salute sia
nell’immediato sia a lungo termine, si parla quindi negli incontri tra i
ricercatori del Cnr e di altre strutture e gli alunni delle scuole medie
superiori di sei città: Roma, Bari, Ostuni (Br), Genova, Firenze, Napoli.
Ognuna delle classi
coinvolte deve realizzare un breve video, traducendo così in un prodotto
concreto quanto ha appreso sulla Dieta mediterranea.
Per prepararsi alla
realizzazione del filmato i ragazzi seguono un workshop, tenuto da un film
maker, che spiega loro come si realizza un film, dal soggetto alle riprese, fino
al montaggio.
I video partecipano a un
concorso che premia i tre lavori migliori.
Il
progetto entra nel vivo lunedì 21 marzo alle 10.00 con l’incontro di Roma,
tra gli studenti dei licei scientifici Kennedy e Keplero e Roberto Volpe del Servizio
prevenzione e protezione del Cnr.
Si prosegue il 14 aprile a Bari; il 21 aprile
a Ostuni, il 3 maggio a Genova, il 9 maggio a Firenze e il 17 maggio a Napoli.
“Richiamare
l’attenzione dei ragazzi sulla Dieta mediterranea è importante, si tratta
infatti di uno stile di vita, basato su alimentazione sana e regolare attività
fisica, che, se adottato sin da giovani,
aiuta a contrastare in età adulta l’insorgenza di numerose disturbi: patologie cardiovascolari,
diabete, alcuni tipi di tumore, processi infiammatori e malattie
neurodegenerative”, spiega Stefania Maggi ricercatrice dell’Istituto di
neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (In-Cnr) di Padova e
responsabile scientifico del Progetto invecchiamento.
“La diffusione del junk
food sta però allontanando le nuove generazioni dai cibi tipici della Dieta
mediterranea - frutta, verdura, legumi, cereali, pesce, olio extra vergine
d’oliva - creando terreno fertile per l’insorgenza negli anni di molte
patologie. Inoltre, la sedentarietà dovuta all’eccesso di uso dei computer e della
televisione, è responsabile, assieme alla scorretta alimentazione, dell’elevato
tasso di obesità che colpisce i nostri giovani. Coinvolgere gli studenti in un
progetto come questo, che li spinge a tradurre quanto hanno appreso in un
linguaggio a loro familiare, qual è quello delle immagini e dei video, ci è
sembrato il modo migliore per avvicinarli alla Dieta mediterranea”.
Non è infatti elevato
il numero dei giovani che segue questo stile alimentare, secondo quanto emerge da
uno studio condotto dall’In-Cnr in collaborazione con Università di Padova e
Istituto oncologico veneto tra 565 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 19
residenti in tre aree della Penisola: Nord-Ovest Montichiari (Bs), Nord-Est
Conegliano (Tv) e Sud Ostuni (Br).
“Ai ragazzi è stato sottoposto un
questionario per indagare il loro stile di vita e la loro alimentazione”,
precisa Maggi. “Dalle loro risposte è emerso che solo il 14% ha un’adesione
elevata alla Dieta mediterranea; nel 38,6% è bassa e nel 46,4% è media. A
seguirla, sono soprattutto i giovani del Sud, nei quali risulta più alta anche
l’assunzione di fibre, vitamine, ferro e grassi monoinsaturi, soprattutto
derivanti dall’olio extra vergine di oliva. Tra i ragazzi di Ostuni è risultata
però maggiore la presenza di sovrappeso e obesità, determinata da una minore
attività fisica. Si dovrebbe quindi tornare all’originario significato di
dieta, dal greco ‘diaita’, ossia stile di vita, che comprende regime alimentare
adeguato dal punto di vista quantitativo
e qualitativo e attività fisica”.
Roma, 19 marzo 2016
Nessun commento:
Posta un commento