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venerdì 22 gennaio 2016

SCUOLA. Concorso a cattedra, i docenti specializzandi messi da parte: l’Anief si oppone

Scorrendo la bozza di regolamento, rimangono esclusi tutti i precari che per vari motivi, spesso per ritardi organizzativi, non hanno ancora concluso il loro percorso abilitante per le discipline d’insegnamento che frequentano. Ad iniziare dal Tfa Sostegno secondo ciclo: non potranno partecipare al concorso e verranno messi in stand by fino alla prossima selezione, che sarà bandita, nella migliore delle ipotesi, solo nel 2019.

Marcello Pacifico (presidente Anief): il Miur li accantona per un altro triennio, come se non bastassero gli anni di lavoro sul campo. Bastava invece prevedere la loro accettazione con riserva, come è sempre stato fatto in occasione di tutte le precedenti selezioni concorsuali. E’ un loro diritto partecipare al concorso e noi non ci stiamo: siamo pronti sin d’ora ad impugnare l’esclusione illegittima presso la magistratura amministrativa.

I docenti abilitandi e specializzandi che stanno concludendo i corsi universitari non potranno partecipare al concorso a cattedra per 63.712 posti, il cui bando è stato annunciato per i primi giorni di febbraio. Fa scalpore, in particolare, la mancata possibilità di includere nella selezione nazionale anche coloro che stanno concludendo il Tirocinio formativo attivo per il Sostegno, secondo ciclo, che conseguiranno la specializzazione tra pochi mesi e comunque entro il mese di giugno.

Invece di prevedere la loro iscrizione al concorso a cattedra con riserva, da sciogliere nei giorni successivi al conseguimento del titolo, come è stato fatto in passato, l’amministrazione ha preferito risolvere il “problema” in modo radicale, negando loro la partecipazione. Eppure, buona parte del percorso è stato già fatto. Gli specializzandi hanno superato diverse prove: la preselettiva (che sbarra la strada, mediamente, a tre candidati su quattro), la prova scritta e quella orale di ammissione ai corsi (che tagliano il resto, com’è stabilito per i corsi a numero chiuso). Infine, hanno sostenuto, in itinere, già diversi esami propedeutici e specializzandi.

“Per queste ragioni – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – abbiamo deciso di incaricare i nostri legali per individuare le evidenze giuridiche al fine di salvaguardare il buon diritto degli specializzandi. L’obiettivo, se non si attuerà una modifica in extremis del bando, è quello di ottenere dalla magistratura amministrativa la partecipazione, con riserva, degli specializzandi che frequentano il II ciclo Tfa Sostegno, fino al conseguimento del titolo. E allo stesso modo, intendiamo far partecipare alle prove tutti coloro che sono in procinto, nei prossimi mesi, di conseguire il titolo abilitante attraverso gli altri percorsi formativi universitari”.

Il sindacato, infine, non può non rilevare che l’azione contro i docenti di sostegno si sta sempre più trasformando in una sorta di accanimento: anche quest’anno, al termine del piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola, sono risultati non assegnati migliaia di posti, proprio per mancanza di docenti con il titolo di specializzazione. E i docenti stabilizzati restano alla percentuale del 75 per cento del totale. Come se non bastasse tutto questo, il Miur ha bandito il concorso a cattedra per soli 5.766 posti di sostegno, non tenendo conto dei dati dell’anno scolastico 2015/16 (+ 7,3%, in un anno, di alunni portatori di handicap che, adesso, sono 223.567). Con il risultato che i vincitori del concorso non andranno a coprire i posti disponibili nei prossimi tre anni, visto che i posti annualmente assegnati alle supplenze e vacanti sono circa 33mila. Per i quali, non a caso, l’Anief ha chiesto di provvedere a coprire con altrettante assunzioni prima dello svolgimento del concorso.


Per approfondimenti:


















L’algoritmo-lotteria che sceglie i prof (Corriere della Sera del 4 settembre 2015)















22 gennaio 2016

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