La
conferma è giunta dal vice capo di gabinetto Miur, il dottor Rocco Pinneri, che
il 15 gennaio ha ricevuto al Ministero una delegazione guidata dal presidente
nazionale Anief, Marcello Pacifico: durante l'incontro, sono stati affrontati i
temi del futuro concorso a cattedra che assegnerà 63.712 posti, del precariato
e del pronunciamento della Corte di Giustizia europea. Ma che delle tante
pronunce dei tribunali sull'inserimento nelle GaE e delle possibile soluzioni,
da inserire nel decreto Milleproroghe 2016, della riforma del sostegno e della
scuola dell’infanzia. Nel caso non fossero accolte, il sindacato ha ribadito la
volontà di ricorrere in tribunale, proprio per consentire ai giovani “dottori”
di poter partecipare a un concorso che si preannuncia per l’ennesima volta sub
judice prima ancora di essere pubblicato.
Marcello
Pacifico (presidente Anief): le graduatorie devono essere riaperte e la stessa
adunanza plenaria non potrà cambiare un indirizzo univoco finora sposato dal
giudice d'appello, salvo sconfessare gli stessi relatori estensori e presidenti
di sezioni dei processi già celebrati.
Sul concorso a
cattedra il Miur è irremovibile: non c’è spazio, almeno nelle intenzioni
dell’amministrazione, per i giovani
laureati e per gli abilitati fuori Graduatorie ad esaurimento. La
conferma è giunta dal vice capo di gabinetto, il dottor Rocco Pinneri, che il
15 gennaio ha ricevuto al Miur una delegazione guidata dal presidente nazionale
Anief, Marcello Pacifico: durante l'incontro, sono stati affrontati i temi del
futuro concorso
a cattedra che assegnerà 63.712 posti, del precariato e del pronunciamento
della Corte di Giustizia europea. Ma che delle
tante pronunce dei tribunali sull'inserimento nelle GaE e delle possibile
soluzioni, da inserire nel
decreto Milleproroghe 2016, della riforma del
sostegno e della scuola dell’infanzia.
In particolare, a
dispetto di quanto chiesto dal giovane sindacato, i componenti del Ministero
dell’Istruzione hanno fatto sapere che sono in corso di scrittura i bandi
relativi all'ultimo concorso, senza alcuna apertura al personale laureato. E
nemmeno alcuna riserva al personale precario abilitato non inserito nelle GaE,
a cui sarà assegnato solo un punteggio, peraltro risibile, per ogni anno di
servizio svolto.
Anief, di contro, ha
ricordato come la giurisprudenza sull'accesso dei laureati sia già abbastanza
chiara e ha ribadito pertanto la volontà di ricorrere in tribunale, proprio per
consentire ai giovani “dottori” di poter partecipare a un concorso che si
preannuncia per l’ennesima volta sub
judice prima ancora di essere pubblicato.
Contro il precedente
bando, infatti, Anief aveva annunciato otto
buoni motivi per ricorrere e ha vinto su tutta la linea. Anche in
Consiglio di Stato, dove è stato ribadito anche con recenti pronunce che i
laureati non possono essere esclusi. E pure
nei tribunali, dove è stato dichiarata illegittima la scelta di lasciare
fuori dalla selezione pubblica tutti i candidati già di ruolo come insegnanti.
Inoltre, sempre il
sindacato ha ricordato come il Miur applicando la Legge
147/13, approvata durante il governo Letta, avrebbe potuto e dovuto comunque
riservare una quota di posti - fino al 40 per cento di quelli messi a bando -
al personale precario con almeno tre anni di servizio. Ma l’opzione è stata
totalmente ignorata, danneggiando ancora una volta i supplenti di vecchia data.
Rispetto al concorso
come canale unico da privilegiare per le stabilizzazioni, si è risposto come
l'ultimo concorso a cattedra in Sicilia, come in altre regioni italiane, veda
ancora per
la scuola dell'infanzia dei vincitori senza posti: un problema che è
all'esame della politica e che potrebbe avere una risposta già nei prossimi
giorni, prima che si pronuncino con urgenza i giudici del lavoro più solleciti
nell’evitare la cancellazione delle stesse graduatorie di merito.
Sull'inserimento
nelle GaE degli abilitati collocati in seconda fascia d’Istituto, il sindacato
ha chiesto ancora una volta a gran voce – ricordando la
manifestazione svolta martedì scorso in Viale Trastevere che Anief ha
sostenuto – l’applicazione di quanto ordinato dai giudici di Palazzo Spada con
diverse sentenza per il personale docente in possesso di diploma
magistrale abilitante. Di contro, il portavoce del Miur ha dichiarato che
non vi è alcun volontà politica da parte dell'attuale maggioranza di governo di
tornare indietro rispetto a una nuova riapertura delle GaE per permettere agli
attuali 55mila docenti estromessi di farne parte ed essere quindi assunti con
il tempo.
La loro
stabilizzazione, inoltre, dovrebbe essere agevolata dalla graduale
trasformazione di tanti post vacanti, che da organico di fatto dovranno prima o
poi essere trasformati in organico di diritto. E ciò varrà pure per 33mila
posti di sostegno, come quelli riguardanti la scuola dell'infanzia.
Su questo punto, il
presidente Anief, Marcello
Pacifico, ha illustrato l'emendamento che il giovane sindacato sta
sottoponendo all'attenzione delle Camere per ottenere, come già successo nel
2008 e nel 2012, il rispetto del merito di ragionevolezza e efficacia
dell'azione amministrativa, nonché di equità e parità di trattamento tra
personale che ha acquisito il medesimo titolo abilitante certificato dallo
Stato. Il quale, occorre forse ogni tanto ricordarlo, continua ad essere il
datore di lavoro, anno dopo anno.
“Le graduatorie – ha
spiegato Pacifico - per Anief devono essere riaperte e la stessa adunanza
plenaria non potrà cambiare un indirizzo univoco finora sposato dal giudice
d'appello, salvo sconfessare gli stessi relatori estensori e presidenti di
sezioni dei processi già celebrati. Da parte nostra, è stata richiesta anche la
cancellazione della norma che impedisce la reiterazione di contratti a partire
dal prossimo anno scolastico su posti vacanti e disponibili dopo un triennio di
supplenze, inserita con il comma
131 della Legge 107/15”.
“Perché negando tale
indicazione – ha continuato il sindacalista - si continua a violare e non
rispettare la pronuncia della Corte di Giustizia europea, ragione per cui non
potranno che continuare i ricorsi al giudice del lavoro in attesa della
pronuncia della cassazione sul risarcimento, con il procuratore generale che
deve essere corrisposto su 15 mensilità”.
Anief ha poi
paventato la possibilità che sul sostegno agli alunni disabili, governo e Miur
sembrerebbero intenzionati a modificare i criteri per l’ottenimento della
certificazione della disabilità, ancorandola a criteri più scientifici. Come
quelli adottati dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Su questo punto, che
è più di un’ipotesi, Anief ha ricordato che oggi in Italia non c’è un dirigente
scolastico che abbia ottenuto il numero di insegnanti richiesto. Oltre che
ancora oggi l'organico
di diritto sia ancorato al 70% di quello utilizzato annualmente, a fronte
di un numero di alunni disabili quasi raddoppiato in pochi anni. Senza parlare
di mezzo milione di alunni con Bisogni educativi speciali, per i quali ci si è
fermati all’assistenza sulla carta”.
Sulla scuola
dell’infanzia, infine, Anief ha ricordato l'inspiegabile esclusione
dall'organico potenziato, pur in presenza di decine
di migliaia di posti liberi e altrettanti docenti preari abilitati che
chiedevano solo di coprirli a tempo indeterminato. Anche per sanare tale
ingiustizia, è necessario che nella riforma del settore, prevista trai decreti
delegati della 107/15, preveda l’estensione di almeno il 25 per cent
dell'offerta prodotta dallo Stato in età prescolare, cercando in tal modo di
riequilibrare i numeri tutti spostati a favore delle scuole materne gestite da
istituzioni ed enti locali.
Per approfondimenti:
17 gennaio 2016
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