SALARY GUIDE 2015:
HAYS FOTOGRAFA IL MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA
• Le aziende italiane ritrovano la fiducia: 1 su 2 pronta ad assumere nei prossimi mesi. Tra le figure più richieste: profili tecnici e di middle management (79%), professionisti junior (46%), tirocinanti e apprendisti (43%)
• Per il 56% delle imprese, il Jobs Act sta rilanciando l'occupazione in Italia. Al contrario, il 51% dei professionisti non è convinto dell'efficacia della Riforma
• Sia le aziende (56%) sia i professionisti (60%) concordano sull'inadeguatezza del sistema universitario italiano che non prepara gli studenti ad affrontare il mondo del lavoro
Milano, 12 aprile 2016 – Dai principali trend di selezione alle politiche retributive, dal Jobs Act all'Università italiana. Questi i principali temi affrontati nella nuova Hays Salary Guide. L'indagine, giunta alla sua quinta edizione, è stata condotta dalla società di recruitment specializzato Hays coinvolgendo un campione di oltre 1.200 professionisti e più di 240 aziende.
PREVISIONI PER IL 2016
Dopo anni d'incertezza le aziende italiane sembrano aver ritrovato la fiducia tanto che 1 azienda su 2 ha pianificato nuovi ingressi in organico nel corso dei prossimi mesi. La ricerca si focalizzerà soprattutto su profili tecnici o di middle management (79%), professionisti con una breve esperienza professionale (46%), tirocinanti e apprendisti (43%). Moderato ottimismo anche tra i professionisti: il 65% del campione dichiara di voler cambiare lavoro nel 2016 perricercare una maggiore soddisfazione professionale (70%), per migliorare le proprie prospettive di crescita (69%) e per ottenere una retribuzione più alta (61%).
IL JOBS ACT
Per effetto della nuova Riforma del Lavoro, il 59% delle aziende italiane afferma di aver aumentato il numero dei lavoratori assunti a tempo indeterminato nel corso del 2015, contro il 36% delle aziende che non l'ha fatto. Secondo le imprese intervistate, la crescita nel volume delle assunzioni è favorita da tre novità introdotte dalla Riforma: l'esenzione contributiva introdotta dalla Legge di Stabilità (75%), il contratto a tutele crescenti (69%) e l'abolizione dell'obbligo di indicare la causale per le assunzioni a tempo determinato (34%).
E dall'altra parte della scrivania? Pur trovando il consenso solo del 17% del campione, i professionisti italiani riconoscono al Jobs Act tre sostanziali cambiamenti: l'esenzione contributiva introdotta dalla Legge di Stabilità (66%), la semplificazione delle procedure e degli adempimenti burocratici in materia di lavoro (47%) e il contratto a tutele crescenti (42%).
L'UNIVERSITÀ ITALIANA
Imprese (56%) e professionisti (60%) concordano sull'inadeguatezza delle università italiane nel preparare gli studenti al mondo del lavoro. Tra i principali difetti del sistema universitario, sia le aziende sia i professionistiannoverano: poca pratica nella didattica (89%), scarso utilizzo della lingua inglese (74%), insufficienza delle risorse tecniche e logistiche degli atenei italiani (54%), carenza di fondi destinati alla ricerca (40%) e strapotere delle baronie (28%). Entrambi i campioni convergono anche sulle facoltà che offrono maggiori sbocchi occupazionali: Ingegneria (93%), seguita da Economia (76%).
IL RECRUITMENT AI TEMPI DEI SOCIAL MEDIA
Cresce il peso dei social media nella dinamica d'incontro tra domanda e offerta di lavoro. 6 professionisti su 10 impiegano i social media per individuare nuove opportunità di impiego prediligendo soprattutto LinkedIn(100%) agli altri network online. E le imprese? Si appoggiano ai social in fase di selezione? Sì, tanto che il 52% del campione dichiara di eseguire uno screening dei profili social del candidato per avere una visione più completa del professionista (93%), per accertare eventuali attitudini professionali attraverso la partecipazione a community (34%), per individuare possibili incongruenze nelle esperienze di lavoro dichiarate (23%) e, infine, per informarsi sulla rete dei contatti professionali (20%). Tuttavia, queste informazioni sembrano non giocare un ruolo discriminante nel processo di recruitment: l'84% delle imprese dichiara, infatti, di non aver escluso un candidato alla luce delle informazioni reperite sui suoi profili social.
LE MUST-HAVE SKILL
Per quanto riguarda le competenze che il candidato deve possedere, 8 recruiter su 10 mettono al primo posto una solida esperienza, seguita dal titolo di studio e da ottime referenze. Per l'83% delle imprese, la potenziale nuova risorsa deve possedere anche forti competenze linguistiche.Oltre all'inglese, sempre più aziende chiedono come seconda lingua parlata il tedesco (22%), il francese (22%) e lo spagnolo (14%). E proprio per risultare più appetibili agli occhi dei selezionatori, 7 professionisti su 10 hanno deciso di investire il proprio tempo nell'apprendimento di una lingua straniera come il tedesco (47%), il cinese (46%), il francese (37%) e lo spagnolo (33%).
POLITICHE RETRIBUTIVE E BENEFIT
Per assicurarsi le risorse migliori e, al contempo, la retentiondelle risorse attuali, l'84% delle imprese intervistate offre benefit di natura economica e non solo. Più della metà del campione (54,6%) riconosce ai propri collaboratori un compenso variabile che, sul totale dello stipendio, può incidere da un minimo del 10% (nel 42% dei casi) a un massimo del 50% (solo nel 10% dei casi). Tale retribuzione variabile è strettamente legata al raggiungimento di risultati individuali (77%), di obiettivi aziendali (70%) o alla valutazione delle performance individuali (41%). Inoltre, 7 imprese su 10 offrono ai propri dipendenti benefit di natura non economica come il telefono aziendale (91%), la macchina aziendale (77%), i rimborsi spese (54%) e l'assicurazione sanitaria (51%). Per quanto riguarda i professionisti, la quasi totalità degli intervistati (94%) dichiara di valutarne la presenza nelle offerte di lavoro ricevute. Tra i più ambiti, l'auto aziendale (86%), l'assicurazione sanitaria (80%) e il rimborso spese (51%).
La nuova edizione della Hays Salary Guide è disponibile al link: hays.it
Hays, società quotata al London Stock Exchange, è uno dei leader mondiali nel recruitmentspecializzato nell'ambito del middle e senior management. Al 30 giugno 2015 il team di Hays Worldwide conta più di 9.023 persone, distribuite in 240 uffici dislocati in 33 Paesi nel mondo. Da più di trenta anni Hays è attiva in Europa, Canada, Australia e Nuova Zelanda con consulenti che, grazie al background maturato in una delle 20 differenti divisioni, offrono ai propri clienti la garanzia di una copertura delle differenti esigenze aziendali sia a livello nazionale sia internazionale.
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