"STEFANO E BINU"
LAVORO  E SALUTE, ITALIANI E STRANIERI: PREGIUDIZIO E REALTA'
lectio magistralis del  giornalista vito pompeo pindozzi
membro  della international federation of journalists
Sala Mangrella, Complesso Monumentale San Francesco - Eboli (SA) 
22 Aprile 2016 - ore  18  
Superare il  pregiudizio etnico, garantire l'accesso  all'assistenza  sanitaria per gli immigrati, tutelarne il diritto alla salute. E' questo il nodo  centrale sul quale verterà  la lectio magistralis che il giornalista Vito Pompeo Pindozzi, membro della  International Federation of Journalists, terrà a Eboli venerdì 22 aprile, a  partire dalle ore 18, presso la Sala Mangrella del Complesso Monumentale San  Francesco.  
L'iniziativa è promossa dall'associazione onlus "Sassolini Bianchi -  Comitato 1 Hospice per Eboli e amici dell'Ospedale Maria Santissima Addolorata" presieduta da  Armando De Martino. Dalla storia di Stefano a quella di Binu, dagli italiani  migranti all'immigrazione in  Italia, attraverso momenti di approfondimento di questo tipo l'associazione intende  promuovere una cultura della prevenzione ma anche contribuire a fare chiarezza  su diversi punti legati alla effettiva erogazione di prestazioni sanitarie agli  stranieri.  
Utilizzati come  risorsa, come opportunità  per ripopolare paesini fantasma del Centro-Sud ma anche come braccia utili,  necessarie, in lavori e occupazioni che gli italiani da tempo ormai non  vogliono più fare, gli  immigrati spesso rinunciano a quello che dovrebbe essere un diritto  irrinunciabile: il diritto alla salute. La provincia di Salerno, in particolare  la Piana del Sele, ancora più  nel merito la città  di Eboli, sono realtà  territoriali fortemente interessate dai flussi migratori che dal Nord Africa,  ma anche dall'Asia, portano  centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini a raggiungere le coste  italiane. Il comune di Eboli conta una presenza di circa 9 mila abitanti  stranieri, tra censiti e non censiti, pari al 20 per cento della popolazione  locale… E' come se in Italia  vi fossero 12 milioni di stranieri. 
Lo straniero  immigrato, in genere arriva nel nostro Paese con un patrimonio di salute  pressoché integro. Qui poi,  però, si trova per lo  più a vivere in  condizioni precarie, di forte deprivazione sociale, economica, sanitaria. Si  ammala e spesso arriva all'attenzione  dei medici solo quando è  troppo tardi o in caso di gravi incidenti. Le patologie più diffuse -a parte i  traumi dovuti a incidenti stradali o infortuni sul lavoro- sono malattie  polmonari, in gran parte legate alle precarie condizioni alloggiative e alla  promiscuità (Tbc); non  secondarie sono le affezioni agli occhi e alle vie respiratorie causate dall'uso di pesticidi  perché non vengono  osservate le norme di protezione individuale. 
L'accesso all'assistenza  sanitaria sovente non è  richiesto dagli immigrati per malattie non acute poiché hanno paura di  conseguenze burocratiche "repressive", soprattutto perché generalmente  ignorano che la normativa nazionale garantisce loro tutte le cure siano essi  regolarmente censiti oppure no. 
Puntando l'attenzione sulla  necessità di una nuova  organizzazione sanitaria fondata anche sul volontariato e più attenta alle  diversità, ci si soffermerà sull'evoluzione dell'aspetto normativo  della tutela della salute per gli stranieri extracomunitari, sul federalismo  sanitario legato alle politiche locali in tema di promozione della salute degli  immigrati nonché sulle politiche di  accoglienza, inserimento e integrazione di questi nuovi concittadini.
Dopo i saluti di  Massimo Cariello, Sindaco di Eboli, seguirà l'intervento di Armando De Martino,  presidente dell'associazione "Sassolini Bianchi -  Comitato 1 Hospice per Eboli e amici dell'Ospedale Maria Santissima Addolorata  Onlus" che precederà la lectio  magistralis del giornalista Vito Pompeo Pindozzi, membro della International  Federation of Journalists; moderatore sarà il giornalista Antonio Manzo,  Inviato Speciale de Il Mattino.
 
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